Barbo, tagliati 250mila Euro a ristrutturazione Mercato Coperto

Barbo, tagliati 250mila Euro a ristrutturazione Mercato Coperto

 
“Un nuovo racconto da ‘momento magico’ di Dipiazza riporta in primo piano il Mercato Coperto: peccato che mentre il sindaco sciorina progetti la sua giunta usa le forbici e taglia 250mila euro previsti per il rilancio del mercato coperto, spostati su altre manutenzioni. Come ci ha annunciato l’assessore Lodi in commissione, il taglio arriverà nella ratifica della variazione di bilancio che voteremo nel prossimo Consiglio, segnando sostanzialmente un disimpegno del Comune dalla ristrutturazione dell’edificio”. Lo afferma il capogruppo Pd nel Consiglio comunale di Trieste Giovanni Barbo, replicando alle idee esposte dal sindaco del capoluogo giuliano Roberto Dipiazza per rivitalizzare lo storici Mercato coperto di via Carducci.
“Purtroppo non possiamo andare a chiedere all’allora vicesindaco Polidori – aggiunge Barbo – che fine abbia fatto la sua proposta di valorizzazione del Mercato Coperto che, diceva, ‘permetterà il mantenimento dell’eredità storica non solo della struttura, ma anche di tutto ciò che contiene’. Nuovamente invitiamo Dipiazza a non andare avanti da solo, a condividere queste decisioni con il Consiglio comunale, con esperti e abitanti del rione: si eviteranno altre giravolte e malcontenti”.

 

 

Riccardi spieghi tagli in Consiglio comunale

Riccardi spieghi tagli in Consiglio comunale

“L’assessore Riccardi venga a spiegare i tagli alla sanità triestina in Consiglio comunale, dove chiediamo di ascoltare anche i vertici dell’AsuGi e le rappresentanze sindacali. L’atto aziendale di AsuGi che indebolirà pesantemente i servizi sanitari per i cittadini del capoluogo regionale deve essere discusso nella massima assemblea cittadina, non può essere calato dall’alto e digerito dalla città senza una parola. Ne va anche della dignità del nostro Comune”. Lo afferma la consigliera comunale e segretaria edl Pd provinciale di Trieste Laura Famulari, rendendo nota la richiesta di convocazione di un Consiglio comunale per audizione, ai sensi dell’art. 47 dello Statuto comunale, sottoscritta da tutti i membri del gruppo Pd, assieme a 5Stelle, Punto Franco e Adesso Trieste.
Nella richiesta si evidenzia che “viene fortemente indebolito il dipartimento delle dipendenze, ridotti da quattro a due i distretti dell’area giuliana, e ridotti da quattro a due i Centri di Salute Mentale”. 
“Queste scelte – spiega la lettera fatta pervenire al presidente del Consiglio comunale – non sembrano essere coerenti con gli obiettivi del Pnrr in materia di sanità territoriale che in base alle direttive del Pnrr, all’esperienza della pandemia, agli indicatori della ricerca, la sanità territoriale pubblica è una componente necessaria che andrebbe potenziata”.

Famulari (Pd), atto aziendale Asugi cambi radicalmente

Famulari (Pd), atto aziendale Asugi cambi radicalmente

L’atto aziendale di Asugi deve cambiare radicalmente e restituire ai cittadini la certezza che non saranno intaccati i servizi sociosanitari territoriali, anzi saranno aumentatiCon i 148 milioni che toccano al Friuli Venezia Giulia dal riparto dei fondi del Pnrr devono crescere le prestazioni anche a Trieste: potenziare e creare strutture e presidi territoriali, rafforzare l’assistenza domiciliare e fare una più efficace integrazione ditutti i servizi socio-sanitari. Nel decreto del Governo non si parla di tagli,  di distretti né di centri di salute mentale. Si sappia che con provvedimenti come questo si va dritti verso il commissariamento della sanità regionale, previsto in caso di inadempienza a quanto disposto dal decreto del Governo. La Giunta Dipiazza non può esserecomplice di un piano di sfascio del ‘sistema Trieste’ che con la pandemia è stato sempre più sfibrato. Dipiazza abbia coraggio! Parli con gli operatori della sanità triestina, senta le loro preoccupazioni, e schieri il Comune a difesa dell’interesse legittimo dei triestini, almeno quanto fa il sindaco di Monfalcone ‘vicina al cuore’ della Giunta Fedriga. Il Partito democratico metterà in atto tutti i sistemi per evitare questo colpo di mano contro Trieste, prova generale di una demolizione generale della sanità pubblica in Friuli Venezia Giulia”. Lo dichiara la segretaria del Pd provinciale di Trieste Laura Famulari, commentando i tagli ai servizi sanitari previsti nella bozza dell’atto aziendale rilasciato dall’Azienda sanitaria universitaria Giuliana.

Mobilità: Barbo, parcheggi in centro attraggono traffico

Mobilità: Barbo, parcheggi in centro attraggono traffico

“Liberare le rive dalle macchine non significa soltanto eliminare i parcheggi di superficie ma ridurre drasticamente i flussi veicolari sulla strada che corre lungo il tratto ‘nobile’ del fronte mare di Trieste: questo servirebbe davvero per valorizzare il centro storico della nostra città, incentivando la vera mobilità sostenibile. Se la specialità di Dipiazza è creare parcheggi rivolga altrove la sua attenzione e si occupi di incentivare sul serio l’uso dei parcheggi già esistenti e limitrofi al centro: Silos, via Locchi, Bovedo. Scavare altri parcheggi sotterranei in centro sarà forse meno impattante dal punto di vista estetico (anche questo da discutere, a vedere altri esempi in città e pensando all’impatto visivo sui croceristi) ma otterrebbe l’effetto di fungere da attrattore di traffico. E’ curioso, peraltro, che questo argomento salti fuori negli stessi giorni in cui si discute – ovovia sì, ovovia no – di come ridurre l’arrivo di veicoli dall’altipiano. Come al solito la proposta arriva calata dall’altosenza nessuna condivisione, sopra la testa delle Circoscrizioni che invece hanno come priorità la mobilità sostenibile, la riduzione del traffico, il verde pubblico e la rigenerazione urbana”. E’ la posizione del capogruppo consiliare Pd Giovanni Barbo, a fronte dell’intenzione annunciata dal sindaco di Trieste Roberto Dipiazza di dare il via al progetto di un parcheggio interrato sulle Rive di fronte alla Stazione Marittima.

Giovanni Barbo capogruppo in Consiglio comunale

Giovanni Barbo capogruppo in Consiglio comunale

A Dipiazza opposizione dura, incalzante e costruttiva
Il gruppo dei consiglieri eletti al Consiglio comunale di Trieste con la lista del Partito democratico, riunitosi ieri sera, ha eletto all’unanimità Giovanni Barbo quale capogruppo. Ne dà notizia una nota  dello stesso gruppo consiliare.
“Ringrazio i colleghi della fiducia – ha detto Barbo – e metto a disposizione di tutti l’esperienza acquisita in Consiglio e nel partito. Mi impegno a valorizzare le competenze e le specificità dei colleghi del gruppo, per dare al meglio voce alla pluralità delle persone che ci hanno dato fiducia, portandoci ad essere il partito più votato in città”.
“A Dipiazza e alla sua maggioranza – ha annunciato il nuovo capogruppo – faremo un’opposizione dura, incalzante e costruttiva. Vogliamo dare il nostro contributo perché Trieste esca vincente dalla sfida della pandemia, ora di nuovo in aumento. Saremo sentinelle del Porto Vecchio e dei fondi del Pnrr, saremo la voce dei rioni e delle persone trascurate, porteremo in Consiglio il mondo del lavoro dipendente e autonomo, le associazioni. Usciamo dalla campagna elettorale più consapevoli, più motivati, più uniti”.
“Continueremo a lottare perché Trieste non faccia passi indietro sul piano della convivenza – ha concluso Barbo – di storie e culture che caratterizza da sempre il nostro territorio”.

Famulari, Consiglio comunale Trieste sia in presenza

Famulari, Consiglio comunale Trieste sia in presenza

Sgombrare dubbi su indisponibilità a esibire green pass
 
La convocazione in via telematica del Consiglio comunale è un pessimo inizio per Dipiazza, che manda un bruttissimo e contraddittorio segnale ai cittadini. Non valgono a niente le proteste contro le manifestazioni dei no vax e no pass se poi non si dà esempio di coerenza nelle sedi istituzionali più alte della rappresentanza cittadina. Mentre addirittura il Parlamento si appresta a tornare a lavorare in normale presenza, l’aula del Consiglio comunale di Trieste rimane chiusa”.
 
Lo dichiara la segretaria del Pd provinciale di Trieste Laura Famulari, con il gruppo consiliare Pd, a proposito della convocazione, fatta dal sindaco Roberto Dipiazza, della seduta di insediamento del Consiglio comunale di Trieste, che avverrà per via telematica.
 
Vorremmo almeno sia sgombrato il campo da ogni dubbio – puntualizza l’esponente dem – riguardante l’eventuale indisponibilità di qualche consigliere a esibire il green pass o simili remore. E proprio per questo alla seduta di insediamento ci aspettiamo che ogni singolo consigliere dichiari la propria disponibilità a usare il Green pass nel pieno rispetto della legge perché – spiega Famulari – quanto avvenuto nelle ultime settimane richiede un’assunzione pubblica di responsabilità degli eletti, sia di chi è a favore, sia di chi è contrario”.

 

Famulari: “La giunta Dipiazza rinuncia a fare cultura e la compra”

Famulari: “La giunta Dipiazza rinuncia a fare cultura e la compra”

“La rinuncia della giunta Dipiazza a ‘fare cultura’ sul serio emerge anche dal programma delle mostre ed eventi, che ha l’arroganza di estendersi fino al 2022 ben oltre la fine del mandato. Una Giunta che da anni non ha le forze e l’ambizione di realizzare esposizioni in autonomia con le nostre strutture museali, valorizzando le collezioni: non basta aprire cantieri milionari per fare nuovi musei, occorre sapere come organizzare gli spazi e cosa metterci dentro”. Lo afferma la segretaria del Pd provinciale di Trieste Laura Famulari, commentando il programma di eventi culturali, allestimenti ed esposizioni dei Musei civici annunciato dall’assessore alla Cultura Giorgio Rossi.
“Questo programma presentato in pompa magna porta alla luce una volta di più la mancanza di una politica culturale cittadina. Si evidenzia una forte distanza dalla città, dai suoi artisti e dai cittadini”, afferma Marina Coricciati, responsabile del Forum Cultura PD Trieste.
“Si sarebbe potuto trasformare i rioni, le piazze e gli spazi – continua Coricciati – in luoghi al servizio della cultura e dell’arte. Un modo per coinvolgere tutta la città dal mare al carso in un periodo in cui il tempo meteorologico permette di stare all’aperto, condizione peraltro favore alla situazione pandemica attuale e dei prossimi mesi. Sarebbe stata un’occasione per ripartire tutti insieme, dando anche la possibilità di avere un luogo per coloro i quali è impossibile riaprire a breve le porte dei propri spazi”.
“Il Magazzino 26 – aggiunge Famulari – invece di diventare una struttura culturale organica ed efficiente, si sta avviando a essere un ibrido, a tornare almeno in parte ‘magazzino’, dove progetti svariati si depositano in base a richieste che arrivano sul tavolo della giunta o esigenze particolari che via via si presentino. Ma la mancanza di visione di questa Giunta si vede proprio dalle mostre che – sottolinea al segretaria dem – sono in realtà mere proposte commerciali di operatori indifferenti alla realtà, alle opportunità e alle necessità locali. Oppure sono conferme di rapporti ‘storici’ di associazioni o singole personalità con l’Amministrazione”.

No ai respingimenti sul confine italo-sloveno: la nostra mozione in Comune

No ai respingimenti sul confine italo-sloveno: la nostra mozione in Comune

All’indomani della missione degli eurodeputati italiani Pietro Bartolo, Brando Benifei, Pier Francesco Majorino e Alessandra Moretti sul confine tra Bosnia e Croazia per osservare le operazioni anti-immigrazione della polizia croata, che da tempo vengono segnalate e di cui ora tutti finalmente scrivono, e successivamente visitare il campo di Lipa, dove ogni forma di umanità è stata congelata, diventa ancora più drammaticamente attuale la richiesta dei consiglieri comunali di opposizione Sabrina Morena (Open Fvg), Fabiana Martini, Giovanni Barbo e Valentina Repini (Partito Democratico), Antonella Grim (Italia Viva) e Maria Teresa Bassa Poropat (Cittadini) di discutere una MOZIONE, a cui la maggioranza in Capigruppo ha per l’ennesima volta negato l’urgenza, con cui si chiede all’Amministrazione Comunale di intervenire per quanto di sua competenza in tema di respingimenti di persone richiedenti asilo provenienti dalla Rotta balcanica: è infatti sul nostro confine, quello tra Italia e Slovenia, che si consumano le così dette “riammissioni informali” all’origine dei respingimenti a catena che riportano persone provate e stremate da mesi e spesso anni di cammino nell’inferno bosniaco ai confini con la Croazia. Trieste e chi la governa dimostrino di essere all’altezza delle tradizioni di civiltà che da sempre la caratterizzano.

Qui di seguito, il testo integrale della nostra mozione.

 

MOZIONE URGENTE

Oggetto: Necessità di un intervento del Comune in tema di respingimenti sul confine di richiedenti asilo provenienti dalla rotta balcanica

VISTO il Rapporto sul diritto d’asilo nel 2020 curato dalla Fondazione Migrantes in data 03.12.20 e gli articoli comparsi in data 05 e 07.01.21 sul quotidiano nazionale La Repubblica dai quali emerge la prassi delle cosiddette “riammissioni informali” nei confronti dei migranti rintracciati a ridosso della linea confinaria italo-slovena, anche qualora essi manifestino l’intenzione di richiedere protezione internazionale;

CONSIDERATO che l’Accordo tra Italia e Slovenia sulla riammissione delle persone alla frontiera (Roma, 3 settembre 1996) non trova applicazione nei confronti di uno straniero che alla frontiera manifesta la volontà di chiedere protezione perché in tali casi trova esclusiva applicazione la normativa europea in materia di asilo ed in particolare il Regolamento UE n. 604/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio del 26 giugno 2013(cd. Regolamento Dublino III);

APPURATO che sono circa 1300 i migranti respinti nel 2020 (fra i quali afgani, pakistani, iracheni, siriani), numero triplicato rispetto l’anno precedente;

APPURATO che le riammissioni sono effettuate senza notificare agli interessati alcun provvedimento motivato in fatto e in diritto, impedendo in tal modo l’esercizio del diritto di difesa garantito a tutti dalla Costituzione Italiana e dalla Convenzione Europea per i diritti dell’Uomo;

APPURATO altresì che, una volta respinte dall’Italia alla Slovenia, le stesse persone, in violazione delle normative internazionali che vietano i “respingimenti a catena”, vengono subito ritrasferiti in Croazia e da lì in Bosnia-Erzegovina subendo terribili violenze ed abusi inauditi come testimoniato dai maggiori media internazionali;

PRESO ATTO dell’Ordinanza n. 56420/2020 del Tribunale di Roma che ha riconosciuto nella prassi delle riammissioni informali plurime violazioni del diritto interno, del diritto dell’Unione Europea e del diritto internazionale;

PRESO ATTO che nel territorio di Trieste giungono ogni giorno migranti provenienti dalla cosiddetta rotta balcanica le cui condizioni psico-fisiche sono molto provate a causa delle diverse violenze subite e che ciò interroga la capacità del nostro territorio di dare una risposta civile all’altezza delle sue tradizioni democratiche ed umanitarie;

RITENUTO opportuno e necessario provvedere con un intervento anche da parte del Comune di Trieste su tale situazione;

 

Si invitano la Giunta e l’Assessore competente:

  • a verificare con il Governo italiano e i competenti Ministri che si giunga alla cessazione definitiva della prassi delle riammissioni dei richiedenti asilo e la normativa in materia di diritto di accesso alla domanda di asilo venga correttamente applicata;
  • a esprimere alle rappresentanze consolari della Repubblica di Croazia la più profonda preoccupazione dell’Amministrazione comunale di Trieste per le violenze di cui i migranti sono oggetto nel corso delle operazioni di polizia nel territorio della Croazia, chiedendo che ogni sforzo vada fatto al fine di individuare e condannare i colpevoli di tali violenze e modificare la grave situazione attuale;
  • a favorire iniziative di servizio e di informazione sul diritto di asilo sui propri canali social in inglese e nelle lingue dei Paesi di provenienza delle persone migranti;
  • a favorire iniziative di conoscenza rivolte alla cittadinanza sulla gravità della situazione dei rifugiati nei diversi Paesi dell’area balcanica.

 

Seguono le firme di: Sabrina Morena (Open FVG), Fabiana Martini (Pd), Giovanni Barbo(Pd), Valentina Repini (Pd), Antonella Grim (Gruppo Misto – Italia Viva) e Maria Teresa Bassa Poropat (Cittadini).

Famulari : sindaco Dipiazza assente su emergenza Covid

Famulari : sindaco Dipiazza assente su emergenza Covid

Ancora una volta il sindaco Dipiazza è assente e inerte di fronte all’emergenza Covid: il primo garante della salute dei triestini è stato messo sotto tutela dal prefetto e dal presidente della Regione.
Lo afferma la segretaria provinciale  Laura Famulari, dopo che, su invito del prefetto del capoluogo Valerio Valenti, il presidente Fvg Massimiliano Fedriga ha firmato un’ordinanza che impone la chiusura dei locali nel Comune dalle dalle ore 23.00 di oggi fino alle ore 5.00 di domani.
Per la segretaria:
è già gravissimo che il prefetto abbia dovuto intervenire sollecitando le Autorità locali a esercitare le loro prerogative ma ancor più preoccupante è il fatto che il sindaco non abbia fatto sentire la sua voce e non abbia fatto nulla. Quanto al vicesindaco che vorrebbe tenere più aperti i locali – aggiunge Famulari – pensi a impiegare la forza pubblica per controllare gli assembramenti piuttosto che quattro ambulanti di colore.
Famulari: Dipiazza chiarisca punti critici sul Piano pandemico

Famulari: Dipiazza chiarisca punti critici sul Piano pandemico

Il Piano pandemico anti-Covid da poco reso noto dall’assessore Riccardi arriva nel Consiglio comunale di Trieste.
In evidenza ci sono dei punti critici, già rilevati da alcuni tecnici, che hanno indicato come problematico il fatto che parte dell’attività chirurgica routinaria dei pazienti dell’area giuliana venga garantita dagli ospedali isontini. E poi il fatto che lo stato di emergenza rischia di interferire con i previsti lavori di ristrutturazione dell’ospedale di Cattinara.
E’ la segretaria provinciale del Pd Laura Famulari a coinvolgere direttamente il sindaco Dipiazza con una ‘domanda di attualità’ articolata, chiedendo al primo citttadino di dire in Aula
se sia stato messo al corrente delle motivazioni tecnico-scientifiche sulle quali si fondano le scelte della Regione e dell’Asugi.
Famulari nel suo documento ricorda che
nel Piano pandemico è stabilito che entrambi gli ospedali cittadini (Maggiore e Cattinara) siano ospedali Covid, mentre gli ospedali della stessa Azienda sanitaria (ASUGI) di Monfalcone e Gorizia non vengono destinati al trattamento di questi pazienti e rimangono no-Covid.
Ha già suscitato interrogativi e perplessità – evidenzia Famulari – la scelta che parte dell’attività chirurgica routinaria dei pazienti dell’area giuliana venga garantita dagli ospedali isontini, nel malaugurato caso di un innalzamento del livello ad una Fase pandemica. Nella prima fase dell’emergenza – spiega la segretaria dem – l’assessore Riccardi e Asugi hanno deciso, contrariamente a quanto indicato dal Ministero della Salute, di non avere un solo ospedale dedicato esclusivamente ai malati Covid, bensì due ospedali Covid, il Maggiore e Cattinara. Ora la scelta è che a Trieste ci sono solo ospedali Covid mentre per le attività di routine i triestini dovranno andare a Monfalcone o Gorizia, entrambi no-Covid.