Barbo (PD): “La destra smentisce sé stessa. La cabinovia è un progetto senza senso: fermatevi”

Barbo (PD): “La destra smentisce sé stessa. La cabinovia è un progetto senza senso: fermatevi”

Con la mozione sottoscritta da tutta la maggioranza che propone di estendere la cabinovia fino a Monte Grisa, percorrendo l’intero ciglione carsico, il centrodestra ha gettato la maschera: l’attuale progetto non è sostenibile, e loro lo sanno benissimo. Ma invece di fermarsi, rilanciano con un’ipotesi ancora più devastante per il territorio, scollegata da ogni logica di trasporto pubblico e orientata esclusivamente a fini turistici.

È gravissimo che la maggioranza abbia impedito di discutere subito una mozione che di fatto stravolge completamente il progetto, ma intanto continua a portare avanti l’iter urbanistico per approvare l’opera nella sua versione originaria. È un insulto all’intelligenza dei cittadini e una palese violazione di ogni buon senso istituzionale.»

A dichiararlo è Giovanni Barbo, capogruppo del Partito Democratico, che denuncia il cortocircuito politico e amministrativo andato in scena in questi giorni in Consiglio comunale.

L’eventuale estensione fino al Santuario di Monte Grisa non solo cancella ogni residua pretesa di reale pubblica utilità, ma dimostra che il progetto si configura come un costoso luna park per turisti, totalmente sganciato dalle reali esigenze di mobilità della città. Con l’aggravante di aumentare il rischio di stop per Bora e di cancellare ulteriori porzioni di territorio carsico, che verrebbero irreversibilmente compromesse.

Ci chiediamo se qualcuno, tra i banchi della maggioranza, abbia davvero letto le opposizioni dei cittadini, le osservazioni sul dissesto idrogeologico, sull’impatto acustico e visivo, sulla svalutazione degli immobili, sulla violazione della privacy. La città ha bisogno di trasporto pubblico efficiente e sostenibile, non di scommesse  sospese nel vuoto.

Infine, Barbo stigmatizza i toni offensivi utilizzati dal Sindaco Dipiazza sui social, che ha definito “bugiardi” i consiglieri Russo e Sclip per aver riportato dati di sondaggio sgraditi.

Un primo cittadino che reagisce con insulti invece di confrontarsi nel merito dimostra di essere a corto di argomenti. Questo stile aggressivo e divisivo è inaccettabile, e conferma il nervosismo di chi non riesce più a difendere il proprio stesso progetto.»

Il PD e la città chiedono di fermarsi prima che sia troppo tardi: prima che questo progetto, già ampiamente bocciato dai cittadini, trascini con sé risorse pubbliche, patrimonio ambientale e credibilità istituzionale. Il Partito Democratico continuerà a battersi per una Trieste che guarda avanti, non per una città ostaggio dell’ostinazione di pochi e del delirio di taluni.

Ovovia: variante 12 al PRG,  cronaca di un sopruso annunciato

Ovovia: variante 12 al PRG, cronaca di un sopruso annunciato

Il dibattito sulla variante 12 al Piano Regolatore Generale, anticamera della cabinovia, prosegue in un clima profondamente antidemocratico. Stiamo cercando di evidenziare le tante criticità dell’opera e del procedimento che si sta seguendo, approfondendo i temi che non ci è stato consentito di approfondire in commissione.”

Lo afferma il capogruppo Giovanni Barbo in una nota del gruppo consiliare del PD.

Va ricordato che nel 2015 per il piano regolatore ci furono meno di 900 osservazioni, che vennero esaminate in 27 sedute di Commissione e poi in 14 sedute di Consiglio, mentre per questa variante, che ha più di 3000 osservazioni regolarmente presentate dai cittadini, il centrodestra non ha consentito di fare più di una commissione e prosegue nella sua censura: 18 emendamenti non sono stati ammessi alla discussione, con un semplice voto della maggioranza, che ha stabilito delle regole ad hoc il giorno dopo la scadenza degli emendamenti!

Per non parlare del fatto che oltre 350 emendamenti sui 385 presentati hanno avuto un parere tecnico contrario…tutti dell’opposizione, mentre i 22 presentati dal centrodestra hanno avuto tutti parere favorevole.

Nonostante questo continuiamo la battaglia, contro la realizzazione di un’opera inutile e per ribadire i valori di trasparenza e democrazia che vengono ripetutamente calpestati e messi in discussione.”

Conclude Barbo.

Il golpe dell’ovovia: cittadini ignorati, regole calpestate

Il golpe dell’ovovia: cittadini ignorati, regole calpestate

Ennesima porcheria – non ci sono parole più neutre per descrivere quello che è accaduto ieri in commissione».

Con questo affondo, il consigliere comunale Giovanni Barbo (PD) apre il sipario su una seduta che, invece di garantire trasparenza, ha cancellato in poche ore più di 3000 osservazioni di associazioni e cittadini. Per la precisione tremilacentotrentasei in quattro ore!

La voce dei triestini? Silenziata.

Terminato lo sfogo iniziale, Barbo ricostruisce in modo circostanziato la mattinata in VI Commissione: il Regolamento prevedeva un’analisi per temi o in ordine cronologico, ma la maggioranza di destra ha chiuso i lavori mentre diversi consiglieri attendevano di parlare. Un blitz che trasforma il diritto a intervenire in un privilegio revocabile a piacere. Il risultato? I cittadini, venuti con dossier dettagliati e speranze di ascolto, sono stati liquidati con un «abbiamo parlato abbastanza».

Un abuso istituzionale senza precedenti

Nel 2015, per analizzare 800 osservazioni al Piano Regolatore, si lavorò per mesi. Ora, con oltre il triplo dei contributi da parte dei cittadini, la Giunta ha scelto di asfaltare tutto in una sola mattina. Questo non è solo malgoverno. È abuso di potere, è umiliazione della cittadinanza attiva, è tradimento dello spirito democratico che dovrebbe animare ogni amministrazione pubblica.

Un progetto che pesa sul bilancio e sul paesaggio

La corsa a testa bassa verso l’ovovia ignora i nodi più delicati: l’assenza di coperture dopo la perdita dei fondi PNRR, il continuo rialzo dei costi e l’impatto sull’area Natura 2000 di Bosco Bovedo. Secondo le stime, il conto finale ricadrebbe sulle casse comunali, sottraendo risorse ad altre priorità e lasciando in eredità un’infrastruttura scenografica ma poco utile alla mobilità. Un macabro monumento alla vanità di Dipiazza.

Lunedì ci sarà uno scatto di orgoglio civico

Di fronte all’arroganza istituzionale, l’appuntamento è per lunedì 19 maggio alle 19 sotto le finestre del Consiglio comunale.

L’obiettivo è trasformare in piazza ogni voce ignorata in aula: far capire che Trieste non è terra di conquista, ma comunità consapevole dei propri diritti. Partecipare significa difendere non solo il bosco o il bilancio, ma un principio essenziale: le regole democratiche non si sospendono quando risultano scomode”.

Lo afferma la segretaria PD, Maria Luisa Paglia.

La voce dei triestini è stata silenziata su un progetto che pesa sul bilancio e sul paesaggio. Un abuso istituzionale senza precedenti. Lunedì ci sarà uno scatto di orgoglio civico.”

Conclude Paglia.

Democrazia o scempio del territorio: la scelta è adesso

La Variante 12 non è un semplice tratto di cavo tra Bovedo e Opicina; è il termometro di un metodo di governo che preferisce la forzatura al confronto. Restare a guardare equivale ad accettare che il futuro della città venga deciso in una stanza chiusa, a microfoni spenti. Lunedì, dunque, non sarà solo una manifestazione contro l’ovovia, ma una prova di resistenza democratica: Trieste merita un’amministrazione che ascolti, non che imponga.

Il PD a fianco di CGIL e Coordinamento Salute in difesa della sanità pubblica

Il PD a fianco di CGIL e Coordinamento Salute in difesa della sanità pubblica

Il Partito Democratico presente alla manifestazione promossa dalla CGIL e dal Coordinamento della salute in difesa della sanità pubblica, per ribadire il proprio impegno a tutela di un sistema sanitario equo, accessibile e universalistico.

La sanità pubblica è un pilastro della nostra democrazia ed è nostro dovere difenderla da tagli, disuguaglianze e logiche di profitto. Siamo al fianco di chi ogni giorno lavora negli ospedali, nei presidi territoriali, nei servizi di prevenzione, e lottiamo affinché ogni cittadino possa avere accesso a cure tempestive e di qualità”.

Lo dichiara la segretaria Maria Luisa Paglia.

In Consiglio Comunale continueremo a sollevare la questione della sanità locale, chiedendo una programmazione seria dei servizi sul territorio. La salute non può essere sacrificata sull’altare dei bilanci o dell’inefficienza burocratica».

Lo aggiunge il capogruppo PD in Comune Giovanni Barbo. 

Difendere la sanità pubblica significa difendere i diritti fondamentali di tutte e tutti.

 

 

 

 

Sicurezza stradale: la Giunta deve stare più attenta ai pedoni e con le parole

Sicurezza stradale: la Giunta deve stare più attenta ai pedoni e con le parole

Esprimiamo solidarietà ai familiari della signora Rogelja dopo la pessima uscita del Sindaco. Che ha chiesto scusa, è vero, ma nei fatti pare purtroppo continuare a dare la priorità agli automobilisti rispetto alla sicurezza dei pedoni. Nonostante la preoccupante frequenza con cui apprendiamo di incidenti anche mortali: la battuta infelice è arrivata, infatti, in concomitanza con il rilancio della folle idea delle quattro corsie a Barcola.”

Lo dichiara Maria Luisa Paglia, segretaria del PD di Trieste.

Invitiamo quindi Dipiazza, oltre a stare più attento con le parole, a lavorare con la sua Giunta per la mobilità sostenibile e per la sicurezza sulla strada. Più attraversamenti protetti, quindi, anziché assecondare il fatto che gli automobilisti corrono.

Aggiunge Giovanni Barbo, consigliere e capogruppo PD in Comune:

Maggiori controlli: sarebbe utile, in questo senso, sapere quante sono le sanzioni dinamiche (guida con il cellulare, sorpasso, eccesso di velocità) comminate negli ultimi anni. Efficienza nei lavori pubblici che si ripercuotono sulla viabilità: da anni gli autoarticolati attraversano il centro cittadino a causa del ritardo dell’intervento di consolidamento dei ponti sul Canale di Ponterosso. Elementi diversi  accomunati però dalla scarsa considerazione per i pedoni dimostrata da questa Giunta.

Trieste e i suoi “finalmente”: il PD riflette sulla gestione della città    

Trieste e i suoi “finalmente”: il PD riflette sulla gestione della città    

Lettera pubblicata da Il Piccolo giovedì 13 marzo 2025, inviata a doppia firma da Maria Luisa Paglia, Segretaria provinciale e Giovanni Barbo, capogruppo PD in Comune. 

 

Il concetto di “finalmente”, richiamato dal direttore del Piccolo, descrive bene la realtà di Trieste: una città in cui ogni traguardo viene raggiunto con tempi eccessivamente lunghi, tra annunci ripetuti e continui rinvii.

La nuova sede di Esatto annunciata per giugno 2023 è stata inaugurata a marzo 2025.

L’inaugurazione della nuova sede di Esatto, avvenuta il 7 marzo, è solo l’ultimo esempio. Un risultato positivo, certo, ma che arriva dopo ritardi e date promesse e poi disattese: giugno 2023, febbraio 2024 e infine marzo. E non è un caso isolato.

Questa Giunta e il Sindaco ci hanno ormai abituati a opere pubbliche annunciate con toni trionfalistici e poi rimandate, spesso senza spiegazioni chiare. Certamente gli imprevisti possono capitare e non tutto dipende dalla politica, ma quando i ritardi diventano la regola, chi governa la città dovrebbe assumersi le proprie responsabilità, evitando proclami prematuri e infondati.

Se allarghiamo lo sguardo proprio intorno alla nuova sede di Esatto, la situazione non cambia. La piscina terapeutica crollata sei anni fa è ancora una spianata vuota, nonostante le promesse di ricostruzione.

Il mercato ortofrutticolo ha visto annunci di nuove sedi che poi non si sono concretizzate, con l’assurdo paradosso di un immobile acquistato dal Comune e poi rivenduto.

L’ex Fiera è un altro simbolo dell’immobilismo: nel 2019 l’attuale maggioranza ha approvato una variante urbanistica che ha aumentato il valore dell’area, giustificandolo con la realizzazione di spazi pubblici come giardini e aree gioco. A distanza di anni, però, quelle opere non sono nemmeno iniziate e ora apprendiamo della rivendita.

Tutto questo non può che destare preoccupazione quando si parla del futuro di Porto Vecchio. Siamo d’accordo con chi, da Fedriga a Dipiazza, lo definisce un’opportunità unica e irripetibile per Trieste. Ma se l’amministrazione ha gestito in questo modo i progetti finora elencati, come possiamo fidarci che saprà gestire un’occasione così importante?

A questo proposito, vale la pena ricordare l’emendamento Russo del 2014 alla legge di stabilità, che ha reso possibile la sdemanializzazione di Porto Vecchio. All’epoca, il centrodestra e lo stesso Fedriga si opposero a questa decisione, salvo poi cambiare idea nel tempo. Da allora sono trascorsi nove anni: è fondamentale non perderne altrettanti per dare finalmente a quest’area un futuro chiaro e prospero, trasformandola in un vero volano di sviluppo per la città.

Siamo d’accordo con le dichiarazioni di Fedriga e Dipiazza che vedono in Porto Vecchio un’area che necessita di un progetto di portata europea, il più grande intervento di riqualificazione urbana sul mare a livello nazionale. Un’opportunità enorme per Trieste e per chi deciderà di investire. Tuttavia, il curriculum della Giunta in materia di gestione dei progetti pubblici non è rassicurante: come possiamo non essere preoccupati della capacità di portare a termine una sfida così rilevante?

Ad oggi, dopo anni di attesa, l’unica proposta concreta per tutta l’area è quella di Costim. Tutte le altre 60 proposte pervenute riguardavano solo porzioni limitate del sito e non offrivano una visione complessiva. Ma se Porto Vecchio è davvero una risorsa straordinaria, come mai non è stato capace di attrarre grandi investitori internazionali? La Giunta ha partecipato più volte alla fiera di Cannes per promuovere l’area, ma i risultati sono ancora insufficienti. E quindi chiediamo a Comune e Regione di pianificare e realizzare una campagna di promozione internazionale della gara di alto livello per poter poi dire che, finalmente, si sarà riusciti ad attrarre a Trieste il migliore imprenditore che avremmo potuto avere.

E se l’obiettivo è davvero quello di far diventare Porto Vecchio un motore di sviluppo per la città, non basta riempire gli spazi: bisogna creare opportunità per il lavoro e per i giovani.

Per questo chiediamo che il progetto non si limiti a un’operazione immobiliare, ma preveda l’insediamento di aziende innovative, il rafforzamento del settore universitario e della ricerca, e un’offerta residenziale diversificata, che contempli anche soluzioni accessibili per lavoratori e giovani, e non solo abitazioni di lusso.

Se vogliamo davvero dire “finalmente” con soddisfazione e non con rassegnazione, serve un cambio di metodo. Proponiamo quindi l’istituzione di un tavolo di confronto che coinvolga esperti di vari settori, investitori, professionisti, architetti e cittadini, garantendo trasparenza e ambizione nel progetto. Perché solo con una visione condivisa, seria e ambiziosa, possiamo garantire che Porto Vecchio diventi davvero quel volano di sviluppo che Trieste aspetta da troppo tempo.

 

Maria Luisa Paglia – Segretaria PD Trieste

Giovanni Barbo – Capogruppo PD Comune

Ex Fiera: Giunta inaffidabile, cosa succederà con Porto Vecchio?

Ex Fiera: Giunta inaffidabile, cosa succederà con Porto Vecchio?

Il recente passaggio di proprietà dell’ex Fiera di Trieste dalla Mid Holding, gruppo immobiliare austriaco che aveva acquistato l’area nel 2017, alla Cooperativa Commercianti indipendenti associati di Conad, solleva nuove preoccupazioni sulla credibilità e l’affidabilità della giunta comunale di Trieste.

Operazione opaca

Il gruppo austriaco dell’imprenditore Walter Mosser, dopo aver ottenuto dal centrodestra una variante che aumentava la superficie commerciale e dunque il valore dell’area; e dopo aver rassicurato, non più tardi di qualche settimana fa, sulla prosecuzione dei lavori, si è fatto da parte con un rogito che risalirebbe a ben sei mesi fa.

Ci domandiamo che fine faranno le opere di urbanizzazione (giardini, percorsi pedonali, aree gioco) che avevano “giustificato” quella variante? Ci domandiamo anche se la Giunta sia stata informata dell’intenzione di vendere e se sì, perché non ha reso pubblica questa cruciale informazione.”

Lo dichiara Giovanni Barbo, capogruppo del Partito Democratico in Comune.

Implicazioni per Porto Vecchio

La preoccupazione per il futuro di progetti ancor più ambiziosi come quello del Porto Vecchio è molto forte. Con la giunta che mostra segni di incapacità nella gestione di progetti minori, la domanda sorge spontanea: possiamo fidarci che saranno in grado di governare adeguatamente progetti di maggior portata?  

“Dopo la vergognosa gestione dei lavori nella galleria di Montebello, un’altra mazzata per la zona, altro che attenzione alle periferie ma qualcuno davvero ancora si fida di questa Giunta? Qualcuno pensa che sarà in grado di gestire un’operazione ben più grande come il project financing del Porto Vecchio?

 

Sviluppo urbano in bilico

Questa situazione dovrebbe fungere da campanello d’allarme per i cittadini di Trieste, che meritano trasparenza e affidabilità nelle promesse di sviluppo urbano. Il Porto Vecchio, una zona cruciale per il rilancio economico e occupazionale della città, necessita di una gestione lungimirante che non si pieghi a interessi speculativi estemporanei.

Cosa faranno Dipiazza e i suoi se un domani la Costim o chi vincerà la gara d’appalto, una volta acquisiti i 19 magazzini, chiederà una variante per cambiarne la destinazione? È già successo, potrebbe succedere di nuovo e in scala ben più ampia (sessanta ettari contro i circa due della Fiera) ipotecando quella che dovrebbe essere l’area di rilancio economico e occupazionale per Trieste.

In un’epoca in cui la fiducia nei confronti delle amministrazioni locali è sempre più vacillante, Trieste si trova a un bivio: accettare passivamente le incertezze o richiedere con forza un cambiamento nell’approccio alla gestione dei beni comuni. Le decisioni di oggi plasmeranno il Trieste di domani: è il momento di essere vigili e attivi.

No Ovovia: Barbo, la Giunta insiste con un’opera incongruente che la città non vuole

No Ovovia: Barbo, la Giunta insiste con un’opera incongruente che la città non vuole

Il capogruppo del Partito Democratico in Comune, Giovanni Barbo, ha espresso forte disapprovazione per la decisione della Giunta Dipiazza di proseguire ostinatamente con il progetto dell’ovovia, nonostante l’evidente contrarietà della cittadinanza e le numerose incongruenze tecniche e amministrative.

Durante la conferenza stampa organizzata dal Comitato No Ovovia, a cui Barbo ha preso parte, è stato presentato un dossier dettagliato che evidenzia come, già in fase preliminare, siano stati spesi ingenti fondi pubblici senza una previa verifica della compatibilità urbanistica. Un’anomalia grave, a cui si aggiunge la perdita dei finanziamenti PNRR, un danno economico che supera l’intero budget annuale del Comune per i lavori pubblici.

È incomprensibile come, di fronte a tali evidenze, la Giunta non prenda in considerazione l’opzione più logica e dignitosa: fare un passo indietro. Invece di ascoltare i cittadini e di valutare responsabilmente le implicazioni economiche e urbanistiche, il Sindaco e la sua amministrazione continuano a spingere per un’opera palesemente fallimentare.”

Lo ha dichiarato Giovanni Barbo.

Il progetto è senza futuro, il Sindaco faccia un passo indietro

L’ostinazione della Giunta appare ancora più inspiegabile alla luce delle nuove azioni legali intraprese dal Comitato. Due nuovi ricorsi al TAR, presentati da associazioni ambientaliste e residenti, si aggiungono ai cinque già pendenti, dopo che due precedenti ricorsi sono stati accolti e uno respinto. In particolare, una sentenza ha già invalidato la deroga che permetteva la costruzione dell’opera nella zona protetta Natura 2000, mentre una recente ordinanza regionale ha imposto al Comune di fornire chiarimenti tecnici entro 30 giorni.

Un progetto che si regge su forzature burocratiche

Il Comitato ha denunciato come le procedure non si siano fermate nemmeno dopo la perdita del finanziamento europeo, anzi, abbiano subito un’accelerazione sospetta per giungere alla realizzazione dell’opera. Dopo la bocciatura dei fondi PNRR per non conformità alle normative europee, il governo ha concesso 48,8 milioni di euro per “salvare” il progetto, una mossa che per gli oppositori si basa su una forzatura formale piuttosto che su una reale sostenibilità economica e urbanistica.

Si è puntato sulla pura formalità dei controlli statali accusa il Comitato, che ora intende presentare un esposto alla Corte dei Conti per fare luce sulla gestione dei fondi pubblici.

PD: non ci fermeremo, il Comune deve tornare ad ascoltare i cittadini

Le dichiarazioni di Barbo consolidano la linea del Partito Democratico, che continua a battersi per una gestione trasparente e partecipata delle risorse pubbliche.

Non si possono spendere milioni per un’opera inutile, dannosa e imposta contro il volere della cittadinanza. Trieste ha bisogno di investimenti utili, non di cattedrali nel deserto” ha concluso il capogruppo dem.

Con la mobilitazione popolare e la pressione legale sempre più intensa, il destino dell’ovovia appare sempre più incerto. Ma una cosa è chiara: i cittadini e il Partito Democratico non si arrenderanno facilmente.

Giorno del Ricordo, il PD a Basovizza con una folta e rappresentativa delegazione

Giorno del Ricordo, il PD a Basovizza con una folta e rappresentativa delegazione

Lunedì 10 febbraio il PD di Trieste era presente alle celebrazioni legate al Giorno del Ricordo, presso la Foiba di Basovizza, con il capogruppo Dem Giovanni Barbo, Nives Cossutta, presidente della Circoscrizione Altipiano Est e Manuela Mandler, in rappresentanza della segreteria provinciale.

Assieme a loro, anche il vicepresidente del Consiglio Regionale, Francesco Russo, e la parlamentare Debora Serracchiani.

La memoria è un dovere collettivo. Ricordare le pagine più complesse della nostra storia significa riconoscere il valore di ciò che è stato, affinché il passato ci insegni a costruire un futuro di rispetto e convivenza.”

Lo dichiara Giovanni Barbo.

Comprendere la storia ci aiuta a proteggere i nostri valori democratici e a contrastare qualsiasi tentativo di manipolazione politica.”

Aggiunge Manuela Mandler.

La memoria delle vittime innocenti e degli esuli appartiene a tutti gli italiani, è un doloroso brano della nostra storia dinanzi al quale ci inchiniamo. Oggi facciamo ancora una volta nostra la solenne dichiarazione della legge istitutiva del Giorno del Ricordo, che abbiamo fattivamente contribuito ad approvare e di cui nessuno deve impossessarsi. La pietà e il rispetto per le sofferenze di chi ha subito quella tragedia siano patrimonio comune, senza ambiguità né strumentalizzazioni. Nell’etica civile del ricordo e nel lavoro per la pacificazione cerchiamo una giustizia più alta di ogni divisione e rancore”.

Lo ha affermato la deputata e responsabile Giustizia del Pd Debora Serracchiani.

Sicurezza: basta ciance dal sindaco di Trieste 

Sicurezza: basta ciance dal sindaco di Trieste 

Basta ciance, il sindaco Dipiazza si prenda le sue responsabilità per tutto quello che succede a Trieste. Dopo due mandati è troppo comodo scaricare colpe sulla ‘sinistra’. Certo è più comodo distribuire medagliette, ma dov’era lui mentre in Barriera e altrove aumentava progressivamente il degrado? È andato a battere i pugni da Fedriga e da Piantedosi? Non rispondono o non sanno che fare?”.

Il consigliere comunale Luca Salvati (PD) replica al sindaco di Trieste Roberto Dipiazza, che ha attribuito alla sinistra la responsabilità delle violenze che si verificano in centro città.

I cittadini sono stufi di essere presi in giro da chi dovrebbe amministrare e invece non fa che passerelle e conferenze stampa: la verità è che il centrodestra, dopo aver fatto tutte le ultime campagne elettorali, ad ogni livello, promettendo la soluzione del problema sicurezza, ha clamorosamente fallito. Ora abbia la dignità di non nascondersi e di assumersi le responsabilità di una situazione che le è chiaramente sfuggita di mano.”

Gli fa eco Giovanni Barbo, capogruppo PD in Comune.

Altro che accoglienza diffusa Dipiazza e i suoi governano tutto, non fanno niente e si lamentano. La verità è che non sanno da che parte girarsi e allora fanno la faccia feroce. Ci dicono che arrivano troppi irregolari e non riescono a gestirli. Se è vero, ci stanno dicendo che non serve a niente tenere la polizia sui confini perché ne arrivano troppi comunque. A parti invertite Lega e FdI avrebbero occupato il Comune, noi chiediamo che questa amministrazione se ne vada a casa.