Servizi per l’infanzia: una chiave per l’occupazione femminile

Servizi per l’infanzia: una chiave per l’occupazione femminile

14 Marzo ore 18:00 20:00

In occasione dell’8 marzo, la Conferenza delle Donne Democratiche e il PD di Trieste organizzano un evento che vuole andare oltre la consueta analisi delle criticità nella parità di genere e discutere di soluzioni concrete per cambiare davvero la vita delle donne e delle famiglie.

L’accesso ai servizi per l’infanzia è uno dei nodi centrali per l’occupazione femminile. Oggi, troppo spesso, sono le donne a rinunciare al lavoro o a sacrificare la propria carriera per la carenza di servizi diffusi, modulari, a costi sostenibili.

Le giovani famiglie non possono certo organizzare la loro vita sulla base di bonus temporanei e misure spot, come quelli elargite dai governi di destra, ma hanno bisogno di una rete di servizi universali per conciliare tempi di vita e di lavoro, parte di un nuovo modello sociale più equo e inclusivo.

Ne parleremo con esperte, rappresentanti istituzionali e della società civile in un incontro aperto a tutti.

Introduce e modera
MONICA HROVATIN Portavoce Donne Dem

Intervengono
MARTINA GALLINA Titolare di asilo nido
FRANCESCA PAROLARI Consigliera provinciale PD Trento
SARA FERRARI Deputata, capogruppo PD Commissione Femminicidio

Conclusioni
MARIA LUISA PAGLIA Segretaria provinciale PD Trieste

Via San Francesco 4/1
Trieste, TS Italy
+ Google Maps
Trieste e i suoi “finalmente”: il PD riflette sulla gestione della città    

Trieste e i suoi “finalmente”: il PD riflette sulla gestione della città    

Lettera pubblicata da Il Piccolo giovedì 13 marzo 2025, inviata a doppia firma da Maria Luisa Paglia, Segretaria provinciale e Giovanni Barbo, capogruppo PD in Comune. 

 

Il concetto di “finalmente”, richiamato dal direttore del Piccolo, descrive bene la realtà di Trieste: una città in cui ogni traguardo viene raggiunto con tempi eccessivamente lunghi, tra annunci ripetuti e continui rinvii.

La nuova sede di Esatto annunciata per giugno 2023 è stata inaugurata a marzo 2025.

L’inaugurazione della nuova sede di Esatto, avvenuta il 7 marzo, è solo l’ultimo esempio. Un risultato positivo, certo, ma che arriva dopo ritardi e date promesse e poi disattese: giugno 2023, febbraio 2024 e infine marzo. E non è un caso isolato.

Questa Giunta e il Sindaco ci hanno ormai abituati a opere pubbliche annunciate con toni trionfalistici e poi rimandate, spesso senza spiegazioni chiare. Certamente gli imprevisti possono capitare e non tutto dipende dalla politica, ma quando i ritardi diventano la regola, chi governa la città dovrebbe assumersi le proprie responsabilità, evitando proclami prematuri e infondati.

Se allarghiamo lo sguardo proprio intorno alla nuova sede di Esatto, la situazione non cambia. La piscina terapeutica crollata sei anni fa è ancora una spianata vuota, nonostante le promesse di ricostruzione.

Il mercato ortofrutticolo ha visto annunci di nuove sedi che poi non si sono concretizzate, con l’assurdo paradosso di un immobile acquistato dal Comune e poi rivenduto.

L’ex Fiera è un altro simbolo dell’immobilismo: nel 2019 l’attuale maggioranza ha approvato una variante urbanistica che ha aumentato il valore dell’area, giustificandolo con la realizzazione di spazi pubblici come giardini e aree gioco. A distanza di anni, però, quelle opere non sono nemmeno iniziate e ora apprendiamo della rivendita.

Tutto questo non può che destare preoccupazione quando si parla del futuro di Porto Vecchio. Siamo d’accordo con chi, da Fedriga a Dipiazza, lo definisce un’opportunità unica e irripetibile per Trieste. Ma se l’amministrazione ha gestito in questo modo i progetti finora elencati, come possiamo fidarci che saprà gestire un’occasione così importante?

A questo proposito, vale la pena ricordare l’emendamento Russo del 2014 alla legge di stabilità, che ha reso possibile la sdemanializzazione di Porto Vecchio. All’epoca, il centrodestra e lo stesso Fedriga si opposero a questa decisione, salvo poi cambiare idea nel tempo. Da allora sono trascorsi nove anni: è fondamentale non perderne altrettanti per dare finalmente a quest’area un futuro chiaro e prospero, trasformandola in un vero volano di sviluppo per la città.

Siamo d’accordo con le dichiarazioni di Fedriga e Dipiazza che vedono in Porto Vecchio un’area che necessita di un progetto di portata europea, il più grande intervento di riqualificazione urbana sul mare a livello nazionale. Un’opportunità enorme per Trieste e per chi deciderà di investire. Tuttavia, il curriculum della Giunta in materia di gestione dei progetti pubblici non è rassicurante: come possiamo non essere preoccupati della capacità di portare a termine una sfida così rilevante?

Ad oggi, dopo anni di attesa, l’unica proposta concreta per tutta l’area è quella di Costim. Tutte le altre 60 proposte pervenute riguardavano solo porzioni limitate del sito e non offrivano una visione complessiva. Ma se Porto Vecchio è davvero una risorsa straordinaria, come mai non è stato capace di attrarre grandi investitori internazionali? La Giunta ha partecipato più volte alla fiera di Cannes per promuovere l’area, ma i risultati sono ancora insufficienti. E quindi chiediamo a Comune e Regione di pianificare e realizzare una campagna di promozione internazionale della gara di alto livello per poter poi dire che, finalmente, si sarà riusciti ad attrarre a Trieste il migliore imprenditore che avremmo potuto avere.

E se l’obiettivo è davvero quello di far diventare Porto Vecchio un motore di sviluppo per la città, non basta riempire gli spazi: bisogna creare opportunità per il lavoro e per i giovani.

Per questo chiediamo che il progetto non si limiti a un’operazione immobiliare, ma preveda l’insediamento di aziende innovative, il rafforzamento del settore universitario e della ricerca, e un’offerta residenziale diversificata, che contempli anche soluzioni accessibili per lavoratori e giovani, e non solo abitazioni di lusso.

Se vogliamo davvero dire “finalmente” con soddisfazione e non con rassegnazione, serve un cambio di metodo. Proponiamo quindi l’istituzione di un tavolo di confronto che coinvolga esperti di vari settori, investitori, professionisti, architetti e cittadini, garantendo trasparenza e ambizione nel progetto. Perché solo con una visione condivisa, seria e ambiziosa, possiamo garantire che Porto Vecchio diventi davvero quel volano di sviluppo che Trieste aspetta da troppo tempo.

 

Maria Luisa Paglia – Segretaria PD Trieste

Giovanni Barbo – Capogruppo PD Comune

Emergenza medici di famiglia, PD: situazione grave anche a Trieste

Emergenza medici di famiglia, PD: situazione grave anche a Trieste

Il problema della carenza di medici di famiglia è grave anche a Trieste ed è noto ormai da alcuni anni.

Da tempo chiediamo con forza a Regione e azienda sanitaria di lavorare a delle soluzioni urgenti, per dare risposte ai tanti cittadini senza medico, e contestualmente a delle soluzioni strutturali per superare il problema a medio termine. Molte cose si potrebbero già fare senza attendere soluzioni miracolose dal governo nazionale che, al contrario, alimenta un dibattito talmente confuso e superficiale da creare ancor più incertezza tra i giovani medici che vengono così ulteriormente disincentivati a intraprendere il percorso per diventare medico di medicina generale.

Si esprime così il Forum Salute e Welfare del PD di Trieste.

La Regione ascolti i professionisti e chi li rappresenta e dia finalmente le risposte che servono ai cittadini!”

Conclude Maria Luisa Paglia, segretaria del Pd di Trieste.

Ucraina, piena solidarietà del Pd di Trieste

Ucraina, piena solidarietà del Pd di Trieste

Il Partito Democratico di Trieste esprime piena solidarietà al popolo ucraino. Crediamo in una pace giusta, non in una resa che metterebbe a rischio i valori fondamentali dell’Europa.”

Lo dichiara il consigliere dem Štefan Čok.

Per questo, e anche alla luce dell’annunciata manifestazione del 15 marzo a Roma, il PD ha presentato una mozione urgente, che auspichiamo possa trovare un’ampia condivisione, finalizzata a ribadire la convinta adesione del Consiglio Comunale ai principi e ai valori dell’unità europea, democratica e plurale.

In un momento in cui il futuro del nostro continente è in gioco chiediamo un’Europa più forte e coesa, capace di difendere la democrazia, la libertà e i diritti di tutti.”

Aggiunge Maria Luisa Paglia, segretaria provinciale del PD.

Minori non accompagnati: la destra alimenta la paura e ostacola l’integrazione

Minori non accompagnati: la destra alimenta la paura e ostacola l’integrazione

Il dibattito politico sui minori stranieri non accompagnati (MSNA) in Friuli Venezia Giulia è ormai segnato da paura e disinformazione. L’arrivo di questi giovani viene dipinto come un fenomeno ingestibile, mentre i numeri reali raccontano tutt’altra storia: i minori presenti sono in quantità estremamente modesta, tanto che la struttura Ciliegi non viene neanche più utilizzata.”

È quanto segnala Maria Luisa Paglia, segretaria del PD provinciale.

Eppure il messaggio diffuso dalle istituzioni regionali, in particolare dall’assessore Roberti, contribuisce a rappresentarli come un pericolo per la comunità, senza che vi siano evidenze statistiche su un maggior coinvolgimento di questi ragazzi, rispetto ad altri coetanei italiani o stranieri, nei recenti fatti di cronaca.

Va in ogni caso ricordato che si tratta di adolescenti che, in molti casi, hanno già vissuto traumi, violenze e abusi nei paesi di origine e di transito.

Ridurre i fondi per l’accoglienza dei minori significa peggiorare le condizioni di un sistema che funziona ma è già fragile, aumentando le criticità e scaricando ulteriormente il peso su chi, ogni giorno, supplisce alle carenze istituzionali. Se si continua a tagliare proprio dove sarebbe indispensabile investire, le conseguenze saranno inevitabili.

I tutori volontari, per esempio, già oggi colmano molte lacune, seguendo i minori nel loro percorso educativo e formativo anche dopo il compimento della maggiore età.

Dai tutori volontari a tutti gli altri che operano in piazza Libertà o nei luoghi come Spazio 11, sempre più spesso è il volontariato a farsi carico della prima accoglienza, garantendo un pasto caldo, una coperta, un aiuto concreto a chi ne ha bisogno.

Di fronte a questa realtà, le istituzioni governate da una destra ideologica, decidono di ridurre le risorse per mortificare un sistema di accoglienza che in buona sostanza funziona; lo fanno in maniera strisciante ma scientificamente, perché hanno l’obiettivo imprescindibile di indurre timore diffuso tra gli elettori, rendendo strutturali la paura e i sentimenti di rifiuto verso gli stranieri.

La politica regionale, invece di affrontare con serietà il tema dell’integrazione, ignora il valore che questi giovani possono portare ai nostri territori, segnati da una crisi demografica profonda e dalla crescente difficoltà nel garantire un ricambio generazionale sufficiente per sostenere il sistema produttivo.

Se andiamo a cercare lavoratori all’estero (accordi con Bangladesh e Ghana) vuole dire che servono alle nostre aziende, allora perché non formare e orientare i minori già presenti in Regione?

Per una gestione efficace dell’accoglienza, è necessario rafforzare l’impegno educativo, garantire un controllo sulla qualità delle comunità di accoglienza, sostenere programmi innovativi e potenziare gli interventi per il passaggio alla maggiore età.

Strategie essenziali che la Regione continua a ignorare, preferendo una narrazione basata sulla paura anziché su soluzioni reali».

Conclude Maria Luisa Paglia.

Separazione delle carriere dei giudici: evento sold out con oltre cento presenze

Separazione delle carriere dei giudici: evento sold out con oltre cento presenze

Ampio interesse ha suscitato l’incontro del 24 febbraio dal titolo Magistratura e riforma: capire la separazione delle carriere, durante il quale il prof. Sergio Bartole, professore emerito di diritto costituzionale all’Università di Trieste, e l’on. Debora Serracchiani, deputata e responsabile Giustizia nella segreteria nazionale del PD, hanno illustrato e discusso la riforma sulla separazione delle carriere nella magistratura.

L’evento ha offerto una disamina approfondita della riforma, con il prof. Bartole che ha analizzato gli aspetti giuridici della proposta e l’on. Serracchiani che ha delineato il contesto politico della riforma. Il dibattito si è concentrato in particolare sulle criticità legate alla riforma e alle conseguenze della stessa sui principi fondanti della Costituzione, con particolare riguardo allo sdoppiamento del Consiglio Superiore della Magistratura (CSM) e all’ indebolimento del potere giudiziario.

Vi sono preoccupazioni riguardo all’introduzione del sorteggio come metodo di elezione, ritenuto dal Governo il sistema più semplice ed efficace per superare le logiche delle correnti. Tuttavia, tale meccanismo solleva dubbi significativi poiché eliminerebbe ogni principio meritocratico, portando all’assegnazione delle posizioni di vertice della magistratura non ai magistrati con i curricula più prestigiosi o con i titoli più solidi, ma semplicemente ai sorteggiati più fortunati.”

Lo afferma la deputata dem.

L’incontro ha messo in luce queste e altre questioni fondamentali, suscitando un vivace confronto tra i partecipanti e dimostrando quanto il tema sia di grande rilevanza per l’assetto della giustizia nel nostro Paese.

In conclusione, la segretaria provinciale Maria Luisa Paglia, ha confermato “Il PD di Trieste ha in programma altri incontri per rendere comprensibile ai cittadini ogni aspetto della riforma.”


Registrazione dell’evento

Fotografie dell’evento

Emergenza freddo, mentre la solidarietà si muove, FDI attacca il Vescovo

Emergenza freddo, mentre la solidarietà si muove, FDI attacca il Vescovo

Mentre il mondo intero si raccoglie in preghiera per le condizioni di salute del Papa e mentre il Vescovo di Trieste, ispirandosi alle parole del Santo Padre, si adopera concretamente insieme ad altre realtà del territorio per offrire riparo a chi è costretto a trascorrere le notti al gelo, l’amministrazione comunale continua a voltare le spalle alle persone più fragili.”

È la triste constatazione di Maria Luisa Paglia, segretaria del PD Trieste.

Otto persone hanno rischiato la vita, lasciate senza protezione in mezzo al freddo e al fango, in un inverno che registra temperature sotto lo zero. Di fronte a questa emergenza umanitaria, la reazione del Sindaco di Trieste Dipiazza e dell’Assessore regionale alla sicurezza Roberti è stata quella di lanciare slogan e propaganda, invece di fornire soluzioni. Il primo invocando sgomberi, il secondo attaccando chiunque osi denunciare questa drammatica realtà.

Paradossale e ipocrita è l’atteggiamento di coloro che si ergono a paladini della libertà e della dignità delle donne con il velo, salvo poi ignorarle quando giacciono per strada, senza più essere considerate esseri umani da difendere.

Ipocrisia che raggiunge vette oscene se si considera l’autoproclamata identità cristiana degli esponenti di Fratelli d’Italia che non esitano a contraddirsi attaccando rabbiosamente iniziative che incarnano i valori di accoglienza e di assistenza verso i più deboli, valori al centro del messaggio cristiano.

In questo senso, vengono in mente le parole del Vangelo di Matteo (25,40): «In verità io vi dico: tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me.». È un monito potente, che dovrebbe far riflettere chi, pur richiamandosi alla fede, ne smentisce nei fatti i principi più profondi come la misericordia.

Di fronte a questa disumanità politica e istituzionale, Trieste sta mostrando un’altra faccia: quella di una cittadinanza che non si arrende all’indifferenza, che si rimbocca le maniche e che dimostra con i fatti che la dignità delle persone non è negoziabile.

Ci aspettiamo dalle istituzioni risposte concrete e immediate, non slogan elettorali sulla pelle dei più deboli.

Sicurezza: servono investimenti sulle forze dell’ordine, non sulla vigilanza privata

Sicurezza: servono investimenti sulle forze dell’ordine, non sulla vigilanza privata

In un momento in cui, dopo anni di fallimentare amministrazione Dipiazza, Trieste è divenuta irriconoscibile e furti, aggressioni e risse sono all’ordine del giorno, bisogna trovare nuove strategie per garantire sicurezza ai triestini.

Erogare finanziamenti per vigilantes privati, come apprendiamo dalla stampa che la Regione Friuli Venezia Giulia intende fare, stanziando un milione di euro per supportare l’ingaggio di addetti ai servizi di controllo nei pubblici esercizi, non è la soluzione al problema.

La gestione della sicurezza pubblica deve essere improntata a criteri di economicità, efficacia ed efficienza. Investire risorse in vigilantes privati, quando già esistono forze dell’ordine qualificate, formate e operative sul territorio, appare una scelta discutibile e non ottimale.

Gli agenti di polizia, carabinieri e vigili urbani sono professionisti selezionati attraverso concorsi pubblici, sottoposti a un rigido iter formativo e costantemente aggiornati per affrontare le esigenze di sicurezza della cittadinanza.

Le telecamere, spesso citate come strumenti di prevenzione, sono invece un supporto alle indagini, ma non possono sostituire la presenza diretta e costante delle forze dell’ordine. Al contrario, il modello della sicurezza di prossimità, come i carabinieri di quartiere, i poliziotti e i vigili di quartiere, ha già dimostrato la sua efficacia nel garantire un controllo capillare e un contatto diretto con la cittadinanza.

I vigilantes privati hanno un iter di selezione, una formazione giuridica e operativa, nonché un addestramento psicoattitudinale paragonabile a quello della Polizia di Stato, dei Carabinieri o della Guardia di Finanza? Possono davvero garantire lo stesso livello di sicurezza per i cittadini?”

Questa la domanda fondamentale che si pone Maria Luisa Paglia, segretaria del PD.

Dopo un confronto tenutosi con il Forum PD Sicurezza e Coesione sociale, il Partito Democratico di Trieste chiede che le risorse pubbliche vengano impiegate per rafforzare il lavoro delle forze dell’ordine, potenziandone gli organici e migliorandone le condizioni operative, piuttosto che per soluzioni che non garantiscono la stessa qualità e affidabilità nella gestione della sicurezza pubblica.

Hacker contro il Porto di Trieste: non ci faremo intimidire

Hacker contro il Porto di Trieste: non ci faremo intimidire

“L’attacco informatico subito dal Porto di Trieste da parte del gruppo hacker filorusso NoName è un atto ostile che condanniamo con fermezza. Questi tentativi di destabilizzazione non ci intimidiscono, ma al contrario rafforzano la nostra determinazione nel difendere i valori di democrazia, libertà e sicurezza.”

Lo dichiara la segretaria del PD cittadino, Maria Luisa Paglia.

Piena solidarietà al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, bersaglio di attacchi verbali e strumentalizzazioni inaccettabili. L’Italia e l’Europa non si faranno piegare da chi tenta di minare la nostra stabilità con minacce e ritorsioni.

Ringraziamo l’Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale per l’immediata attivazione delle misure di contenimento e supporto, confermando che, come riportato dall’Autorità Portuale di Trieste, non vi sono stati impatti significativi sui servizi erogati.

“La nostra risposta a questi attacchi sarà unità, fermezza e collaborazione internazionale, affinché ogni tentativo di sabotare il nostro Paese e le nostre istituzioni si riveli vano. L’Italia non si piega e neanche Trieste.”

Crisi Flex: il bluff di Fair Cap e il silenzio assordante della multinazionale americana

Crisi Flex: il bluff di Fair Cap e il silenzio assordante della multinazionale americana

La vertenza dello stabilimento Flex di Trieste si fa sempre più preoccupante. Il tavolo ministeriale convocato ieri a Roma ha lasciato sul campo solo sconcerto e indignazione, a partire dall’assenza della multinazionale americana, che di fatto si è defilata dalle responsabilità riguardo al futuro del sito industriale.

Ad aggravare la situazione è stato il comportamento del fondo tedesco Fair Cap, subentrato nella gestione dell’impianto attraverso la nuova denominazione Adria Tronics, ma senza alcuna garanzia concreta su occupazione e continuità produttiva. Il piano industriale illustrato al Ministero si è rivelato un documento vuoto, privo di numeri e dettagli concreti, come denunciato dai sindacati, che hanno definito la situazione “una approssimazione inaccettabile”.

Non è accettabile un’operazione senza tutele per i lavoratori.”

A farsi portavoce della preoccupazione crescente è stato il Forum Lavoro del PD, con il suo coordinatore Roberto Zingirian, che ha espresso sconcerto per l’assenza di un piano industriale serio, sottolineando come questa vicenda “sembra assumere aspetti sempre meno chiari”. Sulla stessa linea la segretaria del PD, Maria Luisa Paglia, che ha ribadito l’inaccettabilità di un’operazione che si sta svolgendo senza garanzie precise per il futuro occupazionale e produttivo.

La destra al governo non può limitarsi a constatare il caos in cui versa questa vicenda, serve un intervento deciso per tutelare i lavoratori e impedire che Trieste perda un altro pezzo fondamentale del proprio tessuto industriale.”

Ha aggiunto la segretaria dem.

Una crisi che si aggrava: i nodi irrisolti

Oltre alla mancanza di impegni concreti, i sindacati hanno denunciato un altro punto critico: Fair Cap ha chiesto supporto alle istituzioni solo per la gestione degli ammortizzatori sociali, senza dare alcuna certezza sugli investimenti necessari per rilanciare lo stabilimento. Un approccio che alimenta il sospetto che l’operazione non sia altro che una manovra di smobilitazione a spese dei lavoratori.

Di fronte a questo scenario, il governo si è limitato a dichiarare l’intenzione di individuare eventuali responsabilità anche di carattere penale, senza però mettere sul tavolo soluzioni concrete per il rilancio dell’impianto.

Prossime tappe e la mobilitazione sindacale

Il prossimo appuntamento ufficiale è fissato per il 26 febbraio, quando il fondo Fair Cap sarà chiamato a presentare un vero piano industriale, non un semplice elenco di buone intenzioni. Intanto, già domani è stata convocata un’assemblea dei lavoratori, che si preannuncia come un passaggio cruciale per definire le strategie di mobilitazione.

Il PD al fianco dei lavoratori

Il Partito Democratico continuerà a essere al fianco delle organizzazioni sindacali e dei lavoratori in questa battaglia, chiedendo chiarezza, trasparenza e responsabilità da parte delle aziende coinvolte e del governo. Non permetteremo che un altro pezzo della storia industriale triestina venga sacrificato senza resistenza.