Alla luce delle recenti notizie sull’affidamento al Comune della gestione delle concessioni lungo la fascia costiera di Porto Vecchio da parte dell’Autorità di Sistema Portuale, la consigliera comunale del Partito Democratico Famulari interviene per segnalare una possibile criticità normativa rilevante nel piano di project financing legato al recupero dell’area.
Il Decreto Legge 131/24, convertito nella Legge 166/24, stabilisce che le concessioni marittime a finalità turistico-ricreativa o sportiva – come stabilimenti balneari, centri wellness o marine – non possano superare i 20 anni di durata. Una previsione molto diversa dai 50 anni richiesti dal gruppo Costim, che sono alla base dell’attuale piano economico approvato dalla maggioranza in Consiglio Comunale.
Già nell’ottobre scorso, insieme al collega Laterza, avevamo chiesto delucidazioni sull’applicazione di questo vincolo normativo al caso di specie e in caso positivo se si rendesse necessario rimodulare. Nessuna risposta è mai arrivata. Ciò solleva dubbi legittimi sulla sostenibilità giuridica e finanziaria dell’intera operazione”,
Precisa Laura Famulari consigliera PD e vicepresidente del Consiglio Comunale
Il rischio è che questa evidente discrepanza venga sollevata in sede di Conferenza dei Servizi, mettendo in crisi la validità del Piano Economico Finanziario. Per questo riteniamo indispensabile che, nel caso in cui si renda necessario rimodulare il progetto per renderlo conforme alla normativa, lo stesso venga nuovamente sottoposto al Consiglio Comunale, con un percorso trasparente e partecipato, aperto al confronto con tutte le componenti sociali, economiche e culturali della città.
Dopo sei mesi di attesa, finalmente la Commissione consiliare ha effettuato il tanto atteso sopralluogo nell’area di Porto Vecchio, richiesto il 2 ottobre 2024 dalla consigliera Rosanna Pucci del Partito Democratico e sottoscritto da tutte le forze di opposizione. Un ritardo che non può essere liquidato come una mera questione “organizzativa” o meteorologica.
Si tratta di una scelta politica precisa, con cui l’amministrazione Dipiazza ha tentato di svilire il ruolo del Consiglio comunale e indebolire la possibilità di compiere valutazioni consapevoli sulla trasformazione urbanistica più importante per il futuro di Trieste”.
Lo afferma a margine Rosanna Pucci.
Il sopralluogo, seppur tardivo, ha confermato l’utilità dell’iniziativa. La consigliera Pucci ha sottolineato come la visita sul posto abbia permesso di comprendere davvero le destinazioni d’uso degli edifici, la loro dimensione reale e la complessità del sito, cosa che nessuna planimetria avrebbe potuto restituire.
Abbiamo visto da vicino gli edifici vincolati, quelli oggetto del project financing e quelli destinati alla Regione – ha spiegato Pucci –. Solo così è stato possibile rendersi conto della portata della trasformazione e della necessità di monitorarla con la massima attenzione”.
Continua Pucci.
Eppure, questo accesso conoscitivo è stato concesso solo dopo che il Consiglio si era già espresso sulla proposta Costim, approvata a metà ottobre 2024. Una tempistica che lascia pochi dubbi sull’intento dell’amministrazione: limitare l’azione di controllo e informazione dei consiglieri. L’ennesima dimostrazione di un approccio opaco e arrogante da parte della Giunta, che non è nuova a forzature e ritardi nel percorso di confronto istituzionale.
Il sopralluogo è cominciato con un acceso scambio tra la consigliera Pucci e il presidente della Commissione, Cinquepalmi (FdI), proprio sul tema del ritardo. L’assessore Bertoli ha ribadito che le destinazioni d’uso previste dal Piano Regolatore 2021 sono vincolanti e garantite dal partenariato pubblico-privato. Ma questa rassicurazione non cancella il dubbio che il Consiglio sia stato posto, di fatto, davanti a un fatto compiuto.
Sul piano tecnico, le problematiche non mancano. Se da un lato l’Ingegnere Bernetti ha spiegato la funzione futura di ogni edificio, dall’altro sono emerse criticità concrete. In particolare, il cantiere del viale monumentale – una delle opere chiave del piano di rigenerazione– è afflitto da infiltrazioni d’acqua marina. Per fronteggiarle sono previste trincee profonde e pompe ausiliarie, soluzioni tecniche che lasciano intendere una fragilità di base nella progettazione del sito e un rischio elevato di ritardi.
Non è la prima volta che l’amministrazione Dipiazza inciampa nella gestione dei lavori pubblici. La storia recente della città è costellata di inaugurazioni rinviate, cantieri aperti a rilento, progetti annunciati e mai decollati.
Ecco perché il Partito Democratico continua a denunciare, con fermezza, la mancanza di trasparenza e pianificazione su Porto Vecchio. Non si tratta solo di una questione procedurale: è una visione di città che si gioca, un’idea di sviluppo che dovrebbe appartenere a tutti e non essere calata dall’alto sotto dettatura di singoli interessi.
Trieste ha davanti a sé un’opportunità storica. Ma se vogliamo che Porto Vecchio diventi davvero la leva per lo sviluppo sostenibile e inclusivo della città, bisogna restituire piena dignità al confronto democratico e al ruolo del Consiglio comunale. Per questo, il PD continuerà a vigilare, a proporre, a informare i cittadini.
Lettera pubblicata da Il Piccolo giovedì 13 marzo 2025, inviata a doppia firma da Maria Luisa Paglia, Segretaria provinciale e Giovanni Barbo, capogruppo PD in Comune.
Il concetto di “finalmente”, richiamato dal direttore del Piccolo, descrive bene la realtà di Trieste: una città in cui ogni traguardo viene raggiunto con tempi eccessivamente lunghi, tra annunci ripetuti e continui rinvii.
La nuova sede di Esatto annunciata per giugno 2023 è stata inaugurata a marzo 2025.
L’inaugurazione della nuova sede di Esatto, avvenuta il 7 marzo, è solo l’ultimo esempio. Un risultato positivo, certo, ma che arriva dopo ritardi e date promesse e poi disattese: giugno 2023, febbraio 2024 e infine marzo. E non è un caso isolato.
Questa Giunta e il Sindaco ci hanno ormai abituati a opere pubbliche annunciate con toni trionfalistici e poi rimandate, spesso senza spiegazioni chiare. Certamente gli imprevisti possono capitare e non tutto dipende dalla politica, ma quando i ritardi diventano la regola, chi governa la città dovrebbe assumersi le proprie responsabilità, evitando proclami prematuri e infondati.
Se allarghiamo lo sguardo proprio intorno alla nuova sede di Esatto, la situazione non cambia. La piscina terapeutica crollata sei anni fa è ancora una spianata vuota, nonostante le promesse di ricostruzione.
Il mercato ortofrutticolo ha visto annunci di nuove sedi che poi non si sono concretizzate, con l’assurdo paradosso di un immobile acquistato dal Comune e poi rivenduto.
L’ex Fiera è un altro simbolo dell’immobilismo: nel 2019 l’attuale maggioranza ha approvato una variante urbanistica che ha aumentato il valore dell’area, giustificandolo con la realizzazione di spazi pubblici come giardini e aree gioco. A distanza di anni, però, quelle opere non sono nemmeno iniziate e ora apprendiamo della rivendita.
Tutto questo non può che destare preoccupazione quando si parla del futuro di Porto Vecchio. Siamo d’accordo con chi, da Fedriga a Dipiazza, lo definisce un’opportunità unica e irripetibile per Trieste. Ma se l’amministrazione ha gestito in questo modo i progetti finora elencati, come possiamo fidarci che saprà gestire un’occasione così importante?
A questo proposito, vale la pena ricordare l’emendamento Russo del 2014 alla legge di stabilità, che ha reso possibile la sdemanializzazione di Porto Vecchio. All’epoca, il centrodestra e lo stesso Fedriga si opposero a questa decisione, salvo poi cambiare idea nel tempo. Da allora sono trascorsi nove anni: è fondamentale non perderne altrettanti per dare finalmente a quest’area un futuro chiaro e prospero, trasformandola in un vero volano di sviluppo per la città.
Siamo d’accordo con le dichiarazioni di Fedriga e Dipiazza che vedono in Porto Vecchio un’area che necessita di un progetto di portata europea, il più grande intervento di riqualificazione urbana sul mare a livello nazionale. Un’opportunità enorme per Trieste e per chi deciderà di investire. Tuttavia, il curriculum della Giunta in materia di gestione dei progetti pubblici non è rassicurante: come possiamo non essere preoccupati della capacità di portare a termine una sfida così rilevante?
Ad oggi, dopo anni di attesa, l’unica proposta concreta per tutta l’area è quella di Costim. Tutte le altre 60 proposte pervenute riguardavano solo porzioni limitate del sito e non offrivano una visione complessiva. Ma se Porto Vecchio è davvero una risorsa straordinaria, come mai non è stato capace di attrarre grandi investitori internazionali? La Giunta ha partecipato più volte alla fiera di Cannes per promuovere l’area, ma i risultati sono ancora insufficienti. E quindi chiediamo a Comune e Regione di pianificare e realizzare una campagna di promozione internazionale della gara di alto livello per poter poi dire che, finalmente, si sarà riusciti ad attrarre a Trieste il migliore imprenditore che avremmo potuto avere.
E se l’obiettivo è davvero quello di far diventare Porto Vecchio un motore di sviluppo per la città, non basta riempire gli spazi: bisogna creare opportunità per il lavoro e per i giovani.
Per questo chiediamo che il progetto non si limiti a un’operazione immobiliare, ma preveda l’insediamento di aziende innovative, il rafforzamento del settore universitario e della ricerca, e un’offerta residenziale diversificata, che contempli anche soluzioni accessibili per lavoratori e giovani, e non solo abitazioni di lusso.
Se vogliamo davvero dire “finalmente” con soddisfazione e non con rassegnazione, serve un cambio di metodo. Proponiamo quindi l’istituzione di un tavolo di confronto che coinvolga esperti di vari settori, investitori, professionisti, architetti e cittadini, garantendo trasparenza e ambizione nel progetto. Perché solo con una visione condivisa, seria e ambiziosa, possiamo garantire che Porto Vecchio diventi davvero quel volano di sviluppo che Trieste aspetta da troppo tempo.
Il recente passaggio di proprietà dell’ex Fiera di Trieste dalla Mid Holding, gruppo immobiliare austriaco che aveva acquistato l’area nel 2017, alla Cooperativa Commercianti indipendenti associati di Conad, solleva nuove preoccupazioni sulla credibilità e l’affidabilità della giunta comunale di Trieste.
Operazione opaca
Il gruppo austriaco dell’imprenditore Walter Mosser, dopo aver ottenuto dal centrodestra una variante che aumentava la superficie commerciale e dunque il valore dell’area; e dopo aver rassicurato, non più tardi di qualche settimana fa, sulla prosecuzione dei lavori, si è fatto da parte con un rogito che risalirebbe a ben sei mesi fa.
Ci domandiamo che fine faranno le opere di urbanizzazione (giardini, percorsi pedonali, aree gioco) che avevano “giustificato” quella variante? Ci domandiamo anche se la Giunta sia stata informata dell’intenzione di vendere e se sì, perché non ha reso pubblica questa cruciale informazione.”
Lo dichiara Giovanni Barbo, capogruppo del Partito Democratico in Comune.
Implicazioni per Porto Vecchio
La preoccupazione per il futuro di progetti ancor più ambiziosi come quello del Porto Vecchio è molto forte. Con la giunta che mostra segni di incapacità nella gestione di progetti minori, la domanda sorge spontanea: possiamo fidarci che saranno in grado di governare adeguatamente progetti di maggior portata?
“Dopo la vergognosa gestione dei lavori nella galleria di Montebello, un’altra mazzata per la zona, altro che attenzione alle periferie ma qualcuno davvero ancora si fida di questa Giunta? Qualcuno pensa che sarà in grado di gestire un’operazione ben più grande come il project financing del Porto Vecchio?
Sviluppo urbano in bilico
Questa situazione dovrebbe fungere da campanello d’allarme per i cittadini di Trieste, che meritano trasparenza e affidabilità nelle promesse di sviluppo urbano. Il Porto Vecchio, una zona cruciale per il rilancio economico e occupazionale della città, necessita di una gestione lungimirante che non si pieghi a interessi speculativi estemporanei.
Cosa faranno Dipiazza e i suoi se un domani la Costim o chi vincerà la gara d’appalto, una volta acquisiti i 19 magazzini, chiederà una variante per cambiarne la destinazione? È già successo, potrebbe succedere di nuovo e in scala ben più ampia (sessanta ettari contro i circa due della Fiera) ipotecando quella che dovrebbe essere l’area di rilancio economico e occupazionale per Trieste.
In un’epoca in cui la fiducia nei confronti delle amministrazioni locali è sempre più vacillante, Trieste si trova a un bivio: accettare passivamente le incertezze o richiedere con forza un cambiamento nell’approccio alla gestione dei beni comuni. Le decisioni di oggi plasmeranno il Trieste di domani: è il momento di essere vigili e attivi.
Il Partito Democratico di Trieste invita i cittadini a una serie di incontri pubblici critici e costruttivi sotto il titolo provocatorio “Porto Vecchio: rigenerazione o depredazione?”. Questa iniziativa nasce dalla necessità di esaminare le ombre e le contraddizioni del progetto Costim, approvato in Consiglio Comunale dalla sola maggioranza e senza un reale coinvolgimento delle comunità locali, degli esperti e delle associazioni attive sul territorio.
L’obiettivo di questi incontri è duplice: da una parte offrire una piattaforma di informazione oggettiva e dall’altra stimolare una riflessione sulla trasformazione dell’area di Porto Vecchio. Crediamo che il futuro di Trieste debba essere scritto attraverso una partecipazione democratica e informata, dove ogni voce può contribuire a definire una visione coraggiosa e moderna per la nostra città.
Gli eventi saranno coordinati dai segretari dei circoli del PD, con il supporto essenziale di esperti del Forum Ambiente e Scienza del PD. I consiglieri comunali del partito porteranno la loro esperienza diretta nella discussione in Consiglio. Verranno illustrati i limiti di metodo e di merito del progetto e le opportunità che avrebbero potuto essere colte; ci si confronterà su una diversa visione per quell’area così importante per il futuro della nostra città, con l’intuito di poter ancora contribuire, come possibile, nel miglioramento del progetto.
Il quarto appuntamento si terrà: mercoledì 15 gennaio 2025 e alle 18:00, presso la sede delle Acli di Campo San Giacomo 15 Trieste
Questa serie di incontri è aperta a tutti coloro che desiderano approfondire e discutere il futuro di Porto Vecchio e di Trieste.
Intervengono:
Carlo De Donato, Segretario del V circolo PD Maria Luisa Paglia, Segretaria provinciale PD Trieste Roberto Dambrosi, Architetto e componente del Forum Ambiente e Scienza del PD. Sergio Persoglia, Coordinatore del Forum Ambiente e Scienza Valentina Repini Consigliera Comunale del Partito Democratico Štefan Čok, Consigliere comunale PD
Si è svolto questa sera il terzo degli incontri “Porto Vecchio: rigenerazione o depredazione? aperti al pubblico, organizzati dal PD di Trieste, volti a informare i cittadini sul progetto Costim e a stimolare una riflessione sull’area di Porto Vecchio.
Tra i partecipanti, il vicepresidente del Consiglio regionale, Francesco Russo.
Ho promosso la sdemanializzazione di Porto Vecchio perché credevo e credo che sia la più grande opportunità per attirare nella nostra città risorse economiche, imprese e giovani talenti. Il progetto che il centrodestra vorrebbe imporre non ha nulla di tutto ciò.”
Al presidente Fedriga, che nei giorni scorsi ha reagito nervosamente alle nostre osservazioni puntuali, ha aggiunto Russo, voglio ricordare che quelle stesse critiche le poneva lui solo qualche anno fa, quando temeva una speculazione edilizia. Oggi sono lui e la sua maggioranza ad andare in quella direzione.
Non solo si stanno sprecando centinaia di milioni per l’inutile trasferimento degli uffici della Regione in Porto Vecchio, ma soprattutto si vogliono realizzare residenze di lusso da vendere a 10mila euro al metro quadro a ricchi turisti stranieri.
Non è quello che vogliono i triestini che chiedono non miopi operazioni immobiliari ma opportunità di futuro per i propri giovani. E siamo certi che sapranno punire l’arroganza con cui il centrodestra – dall’ovovia a Porto Vecchio – gioca con il futuro della nostra città.”
Anche Maria Luisa Paglia, segretaria del PD cittadino, presente all’incontro, critica l’attuale progetto presentato da Costim, ritenendolo carente in ambizione e innovazione.
“Ci troviamo di fronte a un progetto che non rispecchia le potenzialità di Trieste come centro di attrazione per talenti e competenze internazionali. Il Porto Vecchio potrebbe essere una vetrina dell’innovazione, un luogo di crescita per start-up e aziende tecnologiche, invece è relegato a un mero sviluppo immobiliare.
Nel modello progettuale non vediamo concretezza nelle proposte di creazione di posti di lavoro qualificati per i nostri giovani, elemento fondamentale per il rilancio economico e sociale della città: non saranno certo 300 posti di lavoro scarsi e per giunta precari e sottopagati, come tipico del settore ricettivo e commerciale, ad invertire l’andamento negativo della curva demografica della città.
Maria Luisa Paglia conclude auspicando un ripensamento dell’approccio al progetto, integrando visioni più ampie che includano sviluppo tecnologico, opportunità occupazionali significative per i giovani e una vera internazionalizzazione dell’area.
In risposta alle recenti dichiarazioni del Presidente della Regione Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga, sul progetto di riqualificazione del Porto Vecchio di Trieste, la segretaria provinciale del Partito Democratico, Maria Luisa Paglia, sottolinea la necessità di un approccio più ambizioso che vada oltre le attuali proposte.
Paglia critica l’attuale progetto presentato da Costim, ritenendolo carente in ambizione e innovazione.
Ci troviamo di fronte a un progetto che non rispecchia le potenzialità di Trieste come hub di innovazione e centro di attrazione per talenti e competenze internazionali. Il Porto Vecchio potrebbe essere una vetrina dell’innovazione, un luogo di crescita per start-up e aziende tecnologiche, che invece è relegato a un mero sviluppo immobiliare.”
La Segretaria evidenzia, inoltre, la mancanza di prospettive occupazionali qualificate per i giovani di Trieste nel progetto attuale.
“Nel modello progettuale squisitamente residenziale, turistico-ricettivo non vediamo concretezza nelle proposte di creazione di posti di lavoro qualificati per i nostri giovani, elemento fondamentale per il rilancio economico e sociale della città, non saranno certo 300 posti di lavoro scarsi e per giunta precari e sottopagati, come tipico del settore ricettivo e commerciale, ad invertire l’andamento negativo della curva demografica della città”.
L’assenza di un piano per l’insediamento di aziende innovative dal respiro internazionale è un’altra lacuna significativa del progetto. “Trieste non merita di essere solo un villaggio vacanze per ricchi o un centro commerciale allargato. Porto Vecchio deve diventare un luogo dove le nuove tecnologie e la ricerca avanzata trovano terreno fertile.”
Maria Luisa Paglia conclude invitando il Presidente Fedriga, il Sindaco (e il Ministro Salvini) a ripensare l’approccio al progetto, integrando visioni più ampie che includano sviluppo tecnologico, opportunità occupazionali significative per i giovani e una vera internazionalizzazione dell’area.
Il Partito Democratico di Trieste invita i cittadini a una serie di incontri pubblici critici e costruttivi sotto il titolo provocatorio “Porto Vecchio: rigenerazione o depredazione?”. Questa iniziativa nasce dalla necessità di esaminare le ombre e le contraddizioni del progetto Costim, approvato in Consiglio Comunale dalla sola maggioranza e senza un reale coinvolgimento delle comunità locali, degli esperti e delle associazioni attive sul territorio.
L’obiettivo di questi incontri è duplice: da una parte offrire una piattaforma di informazione oggettiva e dall’altra stimolare una riflessione sulla trasformazione dell’area di Porto Vecchio. Crediamo che il futuro di Trieste debba essere scritto attraverso una partecipazione democratica e informata, dove ogni voce può contribuire a definire una visione coraggiosa e moderna per la nostra città.
Gli eventi saranno coordinati dai segretari dei circoli del PD, con il supporto essenziale di esperti del Forum Ambiente e Scienza del PD. I consiglieri comunali del partito porteranno la loro esperienza diretta nella discussione in Consiglio.
Verranno illustrati i limiti di metodo e di merito del progetto e le opportunità che avrebbero potuto essere colte; ci si confronterà su una diversa visione per quell’area così importante per il futuro della nostra città, con l’intuito di poter ancora contribuire, come possibile, nel miglioramento del progetto.
Il terzo appuntamento si tiene: Venerdì 6 dicembre dicembre alle 18:00, presso la sede delle Acli in Via San Francesco 4/1 scala A primo piano.
Questa serie di incontri è aperta a tutti coloro che desiderano approfondire e discutere il futuro di Porto Vecchio e di Trieste.
Intervengono:
Federico Buttò, Segretario del IV circolo PD Maria Luisa Paglia, Segretaria provinciale PD Trieste Roberto Dambrosi, Architetto e componente del Forum Ambiente e Scienza del PD. Sergio Persoglia, Coordinatore del Forum Ambiente e Scienza Rosanna Pucci, Consigliera Comunale del Partito Democratico Francesco Russo, Vicepresidente Consiglio regionale PD
Il Partito Democratico di Trieste invita i cittadini a una serie di incontri pubblici critici e costruttivi sotto il titolo provocatorio “Porto Vecchio: rigenerazione o depredazione?”. Questa iniziativa nasce dalla necessità di esaminare le ombre e le contraddizioni del progetto Costim, approvato in Consiglio Comunale dalla sola maggioranza e senza un reale coinvolgimento delle comunità locali, degli esperti e delle associazioni attive sul territorio.
L’obiettivo di questi incontri è duplice: da una parte offrire una piattaforma di informazione oggettiva e dall’altra stimolare una riflessione sulla trasformazione dell’area di Porto Vecchio. Crediamo che il futuro di Trieste debba essere scritto attraverso una partecipazione democratica e informata, dove ogni voce può contribuire a definire una visione coraggiosa e moderna per la nostra città.
Gli eventi saranno coordinati dai segretari dei circoli del PD, con il supporto essenziale di esperti del Forum Ambiente e Scienza del PD. I consiglieri comunali del partito porteranno la loro esperienza diretta nella discussione in Consiglio. Verranno illustrati i limiti di metodo e di merito del progetto e le opportunità che avrebbero potuto essere colte; ci si confronterà su una diversa visione per quell’area così importante per il futuro della nostra città, con l’intuito di poter ancora contribuire, come possibile, nel miglioramento del progetto.
Il secondo appuntamento si tiene: mercoledì 4 dicembre alle 18:00 presso la sede del Sindacato Pensionati CGIL di Roiano, situata in Via Barbariga ang. Piazza Tra i Rivi.
Questa serie di incontri è aperta a tutti coloro che desiderano approfondire e discutere il futuro di Porto Vecchio e di Trieste.
Intervengono:
Giancarlo Mercadante, segretario III Circolo Maria Luisa Paglia, segretaria provinciale PD Trieste Roberto Dambrosi, architetto e membro del Forum Ambiente del PD provinciale Sergio Persoglia, coordinatore del Forum Ambiente Laura Famulari, consigliera comunale del Partito Democratico
Intervento di Laura Famulari, segretaria provinciale PD di Trieste, pubblicato sul quotidiano Il Piccolo il 2 aprile 2021
Il Porto Vecchio è la sfida su cui Trieste si gioca il futuro. Per questo, quando nel 2019 il Pd ha votato la delibera di indirizzo all’accordo di programma, abbiamo chiesto all’Amministrazione Dipiazza di avere coraggio. Sempre per questo, dopo ben due anni, abbiamo dovuto esprimere un voto negativo.
Porto Vecchio è un’occasione unica e irripetibile che non va sprecata per moltissimi motivi, ma soprattutto perché può essere la leva per invertire il drammatico calo demografico e attrarre i giovani che hanno abbandonato la città per la mancanza di opportunità di lavoro qualificato.
La Giunta Dipiazza sembra non averlo capito, e secondo noi ha sbagliato nel metodo e nel merito.
A cominciare dalla scelta di uno strumento – l’accordo di programma – che sacrifica la partecipazione dei cittadini, singoli o associati anche in gruppi di interesse, e sottrae alla cittadinanza la possibilità di contribuire a scegliere la direzione da prendere. È poi mancata la preparazione della discussione nei consigli circoscrizionali e in Consiglio comunale, segnando l’ennesima mancanza di rispetto per la funzione e le competenze di questi organi.
Guardando le carte, abbiamo visto che ci sono difformità rispetto agli indirizzi che parlavano di quota ridotta e complementare di residenzialità a fronte di una quota che ora può arrivare al 70% (circa dieci magazzini per mille abitanti). Il centrodestra si prende la responsabilità di una scelta simile in una Trieste che si sta desertificando: siamo sotto i 200 mila abitanti e abbiamo 10 mila alloggi sfitti.
Non solo mettono le mani in questo modo su Porto Vecchio, ma lo fanno senza nemmeno una valutazione dell’impatto sul resto della città. In particolare, se in quest’area si prospettano “trasferimenti” di funzioni oggi insediate nel centro cittadino, bisognerebbe stimare e gestire il contraccolpo anche attraverso il dialogo e la partecipazione di coloro che saranno investiti dalle conseguenze di queste dislocazioni.
Fedriga ha annunciato il trasferimento degli uffici regionali. Si tratta di una scelta discutibile dal punto di vista urbanistico in quanto comporterà la desertificazione, anche commerciale, delle zone dove attualmente quelle sedi si trovano. Questi impatti negativi non sono stati presi in considerazione né sono state valutate nuove ipotesi di destinazione degli immobili che rimarrebbero vuoti. Lo stesso recupero di quegli immobili rappresenterà un onere rilevante per la Regione, che potrebbe avere altre priorità di investimento.
A fronte di questa ipertrofia residenziale, c’è il nulla sull’innovazione, sull’industria leggera, nessun progetto sul green new deal, come esigono le richieste dell’Europa e le finalità del Recovery Fund. Soprattutto nulla per i giovani, per l’alta formazione, per la ricerca, per l’innovazione sociale, per attrarre nuovi abitanti.
Vogliamo parlare dei fondi appena stanziati dalla Regione per gli interventi? Stupisce che il Comune di Trieste li abbia ricevuti “in prestito” e quindi da restituire a carico dei triestini. In altri casi, ad esempio al comune di Monfalcone è andato un contributo a fondo perduto per la probabile realizzazione di un altro parco del mare.
Avevamo pensato al Porto Vecchio come a un’area alla portata di tutti in cui muoversi in modo sostenibile, e invece viene accantonato l’uso dell’infrastruttura ferroviaria che permette un collegamento a basso impatto ambientale e sostenibile economicamente. Al posto delle rotaie la giunta Dipiazza vuole l’ovovia, che dovrebbe nascere con fondi statali ancora da assegnare e senza un piano economico che ne sostenga i costi in futuro. Per tacere del connesso previsto aumento dei parcheggi.
A seguito di quanto previsto dalla Variante inoltre, gli immobili di proprietà del Comune non potranno che essere venduti al miglior offerente, aprendo la strada a processi non governati e di incerta capacità di sviluppo. La funzione del Consorzio Ursus, sotto questo profilo diventa chiara: “l’ambasciatore” che dovrebbe guidarlo farà sostanzialmente da agente immobiliare, andando alla ricerca di operatori ai quali proporre l’area come opportunità di investimento. Il punto è che in quell’area non basta creare dei contenitori, spostare uffici o costruire abitazioni d’élite.
Serviva un comitato strategico, che coinvolgesse le competenze che ci sono in questa città e fuori da essa, e che guardano con interesse a Porto Vecchio. Non si può pensare di poter fare tutto da soli. Per noi una società a maggioranza pubblica serviva, ma doveva avere la porta aperta alle grandi eccellenze delle città, quelle capaci di dialogare con il mondo e di apportare competenze. Abbiamo anche proposto di associare un grande soggetto pubblico che garantisca relazioni e finanziamenti. Ci ritroviamo un consorzio interamente pubblico con una dotazione iniziale di 300 mila euro e con una struttura debole in partenza, dato che le risorse umane saranno quelle degli enti pubblici soci che fanno fatica a gestire l’ordinario. Potrà questo soggetto guidare un’operazione straordinaria che reinventa ex novo un quinto della città?
Noi non ci rassegniamo a questa decadenza in cui tutto si quieta e si sopisce, per questo ci candidiamo a guidare la rinascita di Trieste.