Porto di Trieste, ampliamento all’area ex Ferriera, Barbo e Repini (PD): soddisfazione per accoglimento ordine del giorno

Porto di Trieste, ampliamento all’area ex Ferriera, Barbo e Repini (PD): soddisfazione per accoglimento ordine del giorno

La condivisione da parte della Giunta di un ordine del giorno del Pd alla delibera 30/24 “Progetto AdSP MAO n. 1951 – “Estensione delle infrastrutture comuni per lo sviluppo del Punto Franco Nuovo nel Porto di Trieste” è un’occasione per esaminare anche gli aspetti del progetto relativo al Parco Urbano di Servola in particolare per quanto riguarda il rapporto tra la sua realizzazione e la coesistenza con i soggetti che si impegnano nell’aggregazione sociale e sportiva sul territorio”.

Il nostro documento tiene conto anche di chi in quell’area svolge un importante ruolo di aggregazione per la comunità e invita la Giunta e il sindaco “a tenere nella dovuta considerazione, nel percorso di riqualificazione e trasformazione delle aree di competenza dell’Autorità Portuale, della funzione e delle esigenze dello storico Circolo della Ferriera.”, che “con i suoi 5 campi da tennis è a tutt’oggi totalmente operativo e rientra nell’area di competenza dell’Autorità Portuale come da Variante 16 al P.R.G.C.”

I consiglieri comunali dem Giovanni Barbo e Valentina Repini, esprimono la loro soddisfazione per l’accoglimento di questo ordine del giorno ad una delibera di grande rilevanza. “Grazie alle scelte strategiche dell’ex Presidente dell’Autorità Portuale Zeno D’Agostino, il porto di Trieste è riuscito a conquistarsi un ruolo di primo piano nel panorama nazionale ed europeo” ricordano i consiglieri dem. “ Riteniamo che il progetto di ampliare le aree portuali nell’ex area della Ferriera sia fondamentale per lo sviluppo della portualità, della logistica e dei collegamenti ferroviari e per le ricadute positive in termini economici e occupazionali per il nostro territorio” concludono Barbo e Repini.

Centri estivi e Ricrestate, Salvati (PD): ancora molto da fare per rispondere all’alto numero di domande

Centri estivi e Ricrestate, Salvati (PD): ancora molto da fare per rispondere all’alto numero di domande

Si è svolta questa mattina la V commissione consiliare richiesta dal PD, a prima firma del Dem Luca Salvati, a tema centri estivi e Ricrestate.

Come sottolineato dalle mamme presenti in commissione, continuano a non essere considerati alcuni criteri importanti, tra questi l’assenza del punteggio per continuità. Si chiede che, a chi frequenta il ricreatorio invernale o il SIS, venga riconosciuto un punteggio maggiore.

Altro punto importante da considerare, la disparità verso i ragazzi grandi in quanto, a parità di punteggio, entra il minore più piccolo, escludendo di fatto tutta la fascia dalla quarta primaria in su, a meno che non si abbiano fratelli/sorelle più piccoli. Mancano, inoltre, le alternative comunali al Ricrestate in caso non si venga presi e si abbiano più di 11 anni: fino a quell’età, le famiglie possono optare per centri estivi comunali o Ricrestate, mentre dagli 11 anni in su, solo per Ricrestate. Ultimo, ma non meno importante, manca un punteggio per i Ricrestate dedicato alla L. 104.

“Personalmente” aggiunge il Dem Salvati “ho sottolineato l’importanza di avviare convenzioni come quella con le società sportive, come avvenuto durante il Covid, sperimentazione che si è rilevata essere positiva e molto apprezzata dall’utenza. A fronte di un incremento di 1300 domande rispetto al 2023, distribuite tra nidi, infanzia, primarie, Ricrestate – continua Salvati – l’Amministrazione comunale aumenta le risorse di appena 75.000 euro, pur avendo a disposizione un avanzo libero di bilancio pari a 8.300.000.”

“Per questo motivo – conclude il consigliere dem – in fase di discussione del bilancio, presenteremo un emendamento volto a chiedere che vengano destinate maggiori risorse per Ricrestate e centri estivi, in modo da rispondere alle maggiori domande da parte delle famiglie.”

Per concludere, abbiamo oggi richiesto di trovarci in autunno per verificare i dati a consuntivo e procedere alla costituzione di un tavolo con rappresentanti degli istituti scolastici e parte politica per individuare i criteri di ammissione ai centri estivi e Ricrestate per il prossimo anno.

Disagio giovanile, approvata la mozione dei dem Repini e Salvati 

Disagio giovanile, approvata la mozione dei dem Repini e Salvati 

La condivisione da parte della Giunta di una mozione del Pd sul disagio giovanile è un fatto rilevante e un’occasione per occuparsi seriamente di fenomeni ormai diffusi e allarmanti, come l’abbandono scolastico e la comparsa di bande giovanili che in varie zone di Trieste si rendono protagoniste di condotte devianti ai danni di cose o persone”.

I consiglieri comunali dem Valentina Repini e Luca Salvati esprimono la loro soddisfazione dopo che martedì sera la loro mozione recante “Interventi urgenti per il contrasto al disagio giovanile”, è stata fatta propria dall’assessore comunale alle Politiche sociali Massimo Tognolli.

Nell’articolata mozione, che ora contribuirà a indirizzare le politiche dell’Amministrazione comunale, viene data preminenza all’attività e ai servizi di prevenzione per intervenire sul disagio giovanile. Riguardo ai casi più gravi, di disturbo della quiete pubblica, di atti di vandalismo e bullismo o di microcriminalità, si dà indicazione di offrire, da parte della Polizia Municipale e delle Forze dell’ordine in coordinamento con altri servizi comunali e di enti terzi, presidi periodici e sistematici sul territorio, sui giardini e sulle piazze più problematiche e segnalate dai cittadini.

In termini pratici, il documento invita la Giunta e il sindaco “a farsi promotore di un tavolo congiunto con tutti gli attori presenti sul territorio (scuola, enti religiosi, associazioni di genitori, realtà sportive e culturali, Asugi, cooperative che operano nel settore giovanile, forze dell’ordine etc. etc.) per prevenire e combattere il disagio giovanile”, ad attuare “progetti innovativi intergenerazionali e di coinvolgimento delle scuole, del volontariato e dell’associazionismo”, oltre che “a individuare risorse umane e finanziarie per potenziare le politiche giovanili integrate”.

Proprio in merito alle risorse, Repini e Salvati ricordano che “dal 2016 è stato istituito a livello nazionale il Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile, destinato al sostegno di interventi sperimentali finalizzati a rimuovere gli ostacoli di natura economica, sociale e culturale che impediscono la piena fruizione dei processi educativi da parte dei minori”.

Rinvio lavori «cubone»: Salvati (PD), le società sportive meritano attenzione non sterili promesse

Rinvio lavori «cubone»: Salvati (PD), le società sportive meritano attenzione non sterili promesse

Le società sportive triestine meritano attenzione e rispetto concreti, non vuote e sterili promesse”. Ad affermarlo il consigliere comunale del PD, Luca Salvati, in relazione all’ennesimo rinvio nell’avvio dei lavori, con ulteriore lievitazione di costi, per il completamento del centro polisportivo di San Giovanni, conosciuto come “cubone”.

“La vicenda”, ricorda Salvati, “è iniziata una quindicina d’anni fa, con la decisione di trasformare un vecchio deposito bus in struttura sportiva. Da allora si è andati avanti di ritardo in ritardo e di promessa in promessa”.
“In particolare vorrei ricordare due circostanze in cui si poteva sperare che l’iter finalmente si sbloccasse. La prima, a pochi giorni dalle elezioni comunali del 2021, quando la Giunta Dipiazza ha annunciato di aver stanziato altri due milioni per completare l’opera. Fu però una pura speculazione elettorale visto che era l’8 marzo scorso, tre mesi fa” ricorda ancora Salvati “che l’assessora Lodi e il dirigente Fantini hanno illustrato il progetto e annunciato formalmente che i lavori erano stati appaltati e sarebbero partiti alla fine dello stesso mese, per concludersi in 400 giorni di calendario”.

“È ancora tutto fermo. Nel frattempo i costi sono schizzati alle stelle e abbiamo mestamente appreso che il Comune si è anche impegnato in una ‘sarabanda di incarichi professionali’. È la storia infinita. Intanto le società che aspettano come la manna di poter disporre di un impianto in più in una città che già ne ha pochi e mal mantenuti, devono rassegnarsi ad attendere ancora”.

“Ma quanto?” si chiede ancora il consigliere Salvati. “Sempre che non finisca come la galleria di Montebello, andrà predisposto il bando per gli arredi (reti, canestri, mobili, etc) e andrà deciso a chi affidarne la gestione e a quali condizioni. Forse si potrebbe provare almeno ad anticipare l’avvio di queste procedure. A meno che l’obiettivo dell’assessore Lodi non sia di inaugurare l’impianto prima delle prossime elezioni comunali… E nel frattempo saranno passati vent’anni. La Giunta Dipiazza ama lo sport solo a parole”, conclude uno sconsolato Luca Salvati.

Senso unico via San Michele: Pucci (PD), tragitto alternativo linea 24 per via Besenghi

Senso unico via San Michele: Pucci (PD), tragitto alternativo linea 24 per via Besenghi

“Ci sarebbe un’ottima alternativa alla sperimentazione, che a breve verrà messa in atto dal Comune, relativa al percorso in salita, in direzione di San Giusto, degli autobus della linea 24 che prevede, per il momento, il transito per le vie Catraro e Bazzoni. L’alternativa sarebbe quella di considerare il tragitto per le vie Muzio -Besenghi – Tiepolo, già predisposto per gli autobus 30, 15 e 16. Non occorrerebbe apportare nessun cambiamento, né di segnaletica (solo il numero 24 nei cartelloni delle fermate), né ai parcheggi: l’esatto contrario di ciò che richiederebbe il percorso pensato dal Comune”.

Lo propone la consigliera del Pd, Rosanna Pucci, con una mozione comunale già depositata, che nasce dalle molte richieste pervenutele dai residenti della zona di San Vito, in particolare da coloro che abitano in via Catraro e via Bazzoni.

“I residenti sono contrari al passaggio della linea 24,- continua la consigliera dem- innanzitutto, perché sono vie strette e molto trafficate, tant’è che quando si ferma il camion della nettezza urbana per caricare le immondizie si blocca tutto il traffico, mancando una carreggiata per il sorpasso, in secondo luogo perché verrebbero tagliati parcheggi che per quelle zone sono preziosissimi.” Precisa la consigliera Pucci: “Va considerato che il tragitto per via Besenghi manterrebbe la fermata di via Tiepolo, cioè quella utile per scendere verso via San Michele. Pertanto, la fermata di via Navali sarebbe un duplicato non necessario, visto la vicinanza. Con il percorso per via Besenghi, quindi, si eviterebbero nuove zone di divieto di sosta, il taglio dei parcheggi e, soprattutto, il malumore di tanti residenti di via Catraro e via Bazzoni che non vogliono il passaggio della linea 24”.

Antiabortisti nei consultori, un nuovo attacco alle donne. Mozione urgente

Antiabortisti nei consultori, un nuovo attacco alle donne. Mozione urgente

Lo scorso martedì è stata approvata in fretta e furia e inserita senza dibattito nel brevissimo iter di esame del provvedimento in commissione una norma con il solo scopo di fare entrare nei consultori associazioni antiabortiste.

La stessa legge 194/78 sull’interruzione volontaria di gravidanza prevede già che i consultori possano avvalersi della «collaborazione volontaria di idonee formazioni sociali di base e di associazioni del volontariato, che possano anche aiutare la maternità difficile dopo la nascita».

È evidente che lo scopo sia quello di garantire un finanziamento pubblico a realtà vicine al governo: quelle contro l’aborto.

Lo dichiarano congiuntamente Monica Hrovatin, portavoce Donne Democratiche Trieste e Maria Luisa Paglia Segretaria provinciale PD Trieste.

Riteniamo si tratti di un attacco ai principi fondamentali della Legge 194 se, in un Paese come l’Italia dove il tasso di accesso all’aborto è tra i più bassi a livello globale, dove l’obiezione di coscienza è garantita dalla legge e in alcune regioni non si trovano medici non obiettori nelle strutture pubbliche, dove servirebbero più risorse per potenziare e riqualificare l’attività dei consultori, il Governo piazza i volontari anti-aborto nei consultori femminili. 

E lo fa con i fondi del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr), continuando a sottrarre risorse alla sanità pubblica, che potrebbero invece essere indirizzate ad attuare soluzioni per migliorare interi settori della sanità come quella delle lunghe liste di attesa per visite specialistiche.

Ci opporremo con fermezza in difesa del diritto delle donne di decidere del loro corpo, diritto conquistato grazie alla determinazione delle donne italiane, che, evidentemente, non possiamo dare ancora per acquisito.

Per questo, i consiglieri del PD con Laura Famulari prima firmataria, in data 18 aprile 2024, hanno presentato una mozione urgente, chiedendo che risorse pubbliche non vengano destinate al finanziamento delle associazioni che dovessero intervenire nei consultori pubblici per favorire l’applicazione di questa nuova norma.

Mozione urgente in difesa della Legge 194

Premesso che:

  • Il 12 aprile la Commissione Bilancio della Camera ha approvato il disegno di legge per la conversione in legge del decreto 2 marzo 2024, n. 19  “Pnrr-quater” che contiene una serie di misure per l’attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza. 
  • nel testo definitivo, all’articolo 44-quinquies, è stato inserito un emendamento, presentato dal Deputato Lorenzo  Malagola del gruppo parlamentare di Fratelli d’Italia,  approvato con voto di fiducia richiesto dal Governo, che recita : «Le Regioni organizzano i servizi consultoriali nell’ambito della Missione 6, Componente 1, del Pnrr e possono avvalersi, senza nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica, anche del coinvolgimento di soggetti del Terzo settore che abbiano una qualificata esperienza nel sostegno alla maternità».
  •  l’articolo 3 della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea stabilisce che ogni individuo ha diritto alla propria integrità fisica e psichica;
  •  l’articolo 32, comma 2, della Costituzione stabilisce che la legge in nessun caso può violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana, cosicché neanche il Parlamento all’unanimità potrebbe imporre ad alcuno qualcosa che violi il rispetto della sua persona;
  •   la Corte costituzionale, nella sentenza numero 438 del 2008, ha affermato che il diritto del paziente al consenso informato è sintesi di due diritti fondamentali della persona: quello alla salute e quello all’autodeterminazione, al fine di garantire la libera e consapevole scelta da parte del paziente e, contestualmente, la sua stessa libertà personale conformemente all’art. 32, comma 2, della Costituzione;
  • nel caso del diritto alla salute o di altri diritti essenziali di pari rango a causa del loro carattere essenziale di inerenza alla persona che essi rivestono, la rilevanza centrale del principio di autodeterminazione vale a qualificarli come veri e proprio diritti di libertà.
  • l’articolo 2 della legge 194/1978, che quest’anno compie 46 anni, recita: “I consultori familiari assistono la donna in stato di gravidanza: a) informandola sui diritti a lei spettanti […] e sui servizi sociali, sanitari e assistenziali concretamente offerti dalle strutture operanti nel territorio; b) informandola sulle modalità idonee a ottenere il rispetto delle norme della legislazione sul lavoro a tutela della gestante; d) contribuendo a far superare le cause che potrebbero indurre la donna all’interruzione della gravidanza. I consultori sulla base di appositi regolamenti o convenzioni possono avvalersi, per i fini previsti dalla legge, della collaborazione volontaria di idonee formazioni sociali di base e di associazioni del volontariato, che possono anche aiutare la maternità difficile dopo la nascita”.
  • Il Decreto legislativo 196/2003 relativo alla tutela della riservatezza dei dati personali, prevede che, per la sanità, la privacy entra in gioco in diverse situazioni. Oltre al trattamento dei dati personali, infatti, è importante che vengano garantiti la riservatezza durante i colloqui, la distanza di cortesia e che le notizie al pronto soccorso o nei reparti (sulla presenza o meno di una persona) vengano date solamente a persone legittimate (es. famigliari e conoscenti) previo accordo con l’interessato.

Considerato che:

  •  la maggioranza di governo e parlamentare non dovrebbe intervenire al fine di sostituire le proprie decisioni a quelle libere e consapevoli dell’interessato, mentre devono intervenire al fine di favorire e assicurare il rispetto di tali libere decisioni.
  • dopo un lungo iter, il Congresso francese ha approvato il progetto di legge firmato da Emmanuel Macron per riconoscere nella Costituzione la libertà garantita ad ogni donna di accedere all’interruzione volontaria di gravidanza.
  • il Parlamento europeo pochi giorni fa ha votato a favore dell’inserimento  della interruzione di gravidanza nella Carta dei Diritti fondamentali della Unione Europea;
  • l’approvazione dell’emendamento del deputato Malagola consentirà alla Associazioni anti abortiste di presidiare i consultori pubblici dove le donne si recano per avviare le pratiche di interruzione della gravidanza violando il loro diritto alla riservatezza e alla autodeterminazione in tema di maternità consapevole.
  • I consultori fanno prevenzione finalizzata alla salute riproduttiva per le gravidanze consapevoli e danno sostegno psicologico informato e assistenza medica alla libera decisione in merito al proseguimento o alla interruzione della gravidanza.

Il Consiglio Comunale: 

esprime la sua ferma disapprovazione per una Norma che considera una vera e propria minaccia alla libertà delle donne e un attacco ben specifico alla laicità delle Istituzioni pubbliche;

invita il Presidente della Giunta Regionale e l’Assessore competente a non favorire chi si oppone all’applicazione delle Norme che ledono il diritto delle donne, delle coppie e delle famiglie ad una decisione libera anche da impropri condizionamenti, informata, consapevole e autonoma e dunque di non favorire la presenza di tali Associazioni nei consultori del territorio regionale.

Rifiuti: Maria Luisa Paglia, Giunta Dipiazza alza bandiera bianca

Rifiuti: Maria Luisa Paglia, Giunta Dipiazza alza bandiera bianca

Dopo sette anni di centrodestra al comando, i numeri dell’assessore Babuder equivalgono a una bandiera bianca alzata sui rifiuti abbandonati e sui costi sostenuti per recuperarli. Non potendo scaricare il barile sulla Giunta Cosolini la colpa è del destino cinico e baro in combutta con i cittadini maleducati”.

Lo dichiara la segretaria del Pd provinciale di Trieste Maria Luisa Paglia, replicando all’assessore comunale alle Politiche del territorio Michele Babuder, il quale lamenta la quantità dei rifiuti abbandonati e i costi connessi per il recupero.
“Ricordo all’assessore Babuder che nella precedente consiliatura – puntualizza Paglia – da capogruppo Pd in V circoscrizione avevo sollecitato diverse volte il controllo della zona presentando diverse foto e la risposta fu che non ci sono abbastanza risorse per fare dei controlli e che non era pensabile di installare telecamere ad ogni angolo. A quanto pare la Giunta Dipiazza sta rivedendo le sue posizioni e, con ritardo, comincia ad ascoltare il Pd. Ma non si fermi agli annunci e vada fino in fondo, faccia un’informazione capillare, anche con volantini multilingui in tutte le buche della posta, con indicazioni chiare su come sbarazzarsi dei rifiuti ingombranti”.
“E siccome occorrono anche dei deterrenti per gli irriducibili del conferimento irregolare – aggiunge la segretaria dem – l’assessore potrà informarsi meglio e scoprire che oggi esistono dei sistemi di sorveglianza elettronica all’avanguardia, efficienti e poco costosi. Basta farsi un giro in qualche Comune della nostra regione per scoprire che le soluzioni ci sono”.

Pd Trieste, nel 2024 potrebbe cadere la Giunta Dipiazza

Pd Trieste, nel 2024 potrebbe cadere la Giunta Dipiazza

Tanti annunci ma Giunta assente su sanità, sicurezza e sport

Le elezioni europee ridefiniranno gli equilibri di forza dentro al centrodestra e nel 2024 le divisioni dentro la maggioranza potrebbero portare alla fine anticipata della giunta. Sono in molti che aspettano quel risultato. In ogni caso il 2024 sarà l’anno in cui verrà alla luce il grande bluff di annunci e promesse non mantenute: mercato ittico, acquario, lavori sul Canal grande, campus di via Rossetti, fino all’ovovia da cui risulterà evidente l’incapacità di portare a termine anche questa partita. Di fronte si trovano i cittadini organizzati come non mai in comitati e un’opposizione granitica e unica.

E’ la sintesi del consigliere comunale e già candidato sindaco di Trieste Francesco Russo, nella conferenza stampa del gruppo consiliare con la segretaria provinciale del partito Maria Luisa Paglia e il capogruppo Giovanni Barbo.
“Saremo sempre più il partito della gente normale, ancora di più sul territorio – ha annunciato Paglia – faremo nuove iniziative nelle piazze e nei rioni, e per stare ancora più vicini alle persone lanciamo un osservatorio permanente sul benessere e gli anziani, guidato da Roberto Decarli. Proseguiremo il dialogo avviato con le forze politiche d’opposizione all’interno e all’esterno del Consiglio comunale”.
“Assenza di apertura della giunta sui grandi temi – ha denunciato Barbo – dal Porto vecchio al turismo, che impatta sui cittadini senza che sia governato creando problemi di parcheggi e viabilità”. Indice puntato sulla disoccupazione e in particolare sulla sanità, dove il sindaco è “totalmente assente”.
La vicepresidente del Consiglio comunale Laura Famulari ha squadernato il dossier del Mercato coperto che “doveva chiudersi nel 2023” e solo ora “dopo anni di annunci, proclami e mille ipotesi sembra sia depositata una proposta, su cui chiediamo di essere coinvolti”. La rivitalizzazione di quell’area è stata collegata ai problemi di sicurezza dell’adiacente piazza Goldoni.
Sulla sicurezza ha insistito anche la consigliera Rosanna Pucci, la quale ha reso noto che “nel 2024 non ci saranno assunzioni per la Polizia locale, non c’è un report sulla funzionalità delle telecamere e sono insufficienti i fondi per l’illuminazione dei giardini”.
Criticità anche sul fronte scuole, mentre Luca Salvati ha lamentato le condizioni dell’impiantistica sportiva cui “la giunta non dà giusta attenzione” portando gli esempi di Chiarbola o San Giovanni, fermo da decenni, delle palestre Cobolli e del liceo Oberdan.
Dal consigliere Štefan Čok l’invito al sindaco di “non essere prigioniero di veti che provengono da pezzi sua maggioranza” dando riposte sulla sezione slovena dell’asilo di San Giovanni e trovando una soluzione all’area del poligono di tiro di Opicina, altamente simbolico. “Sarebbe importante – ha concluso il consigliere della minoranza slovena in relazione alla sospensione di Schengen – se anche da parte del Comune venisse un segno che la caduta dei confini è un punto di non ritorno. Ma finora non è stato possibile nemmeno citare il tema”.

Clima: Giovanni Barbo e Laura Famulari, Lobianco dia forza a proposte Pd

Clima: Giovanni Barbo e Laura Famulari, Lobianco dia forza a proposte Pd

Risorse vere devono venire da Regione e Governo.
Confidiamo che la voce di Lobianco sia ascoltata in maggioranza e dia forza alle proposte del Pd sull’emergenza climatica che colpisce sempre più la città e il territorio. La ragionevole proposta di un Piano regolatore di incidenza ambientale rende il consigliere Lobianco uno dei pochi esponenti del centrodestra locale che sembra interessato a intervenire preventivamente a tutela delle fragilità del nostro territorio”.
Lo affermano il capogruppo Pd e la vicepresidente del Consiglio comunale di Trieste Giovanni Barbo e Laura Famulari, in merito alla proposta del consigliere regionale Michele Lobianco (FI) di stesura di un piano di zonizzazione preliminare a interventi di protezione infrastrutturale.
“Siamo lontani anni luce – sottolinea Barbo – dall’assessore regionale all’Ambiente che solo pochi giorni prima dei recenti disastri, si scagliava contro l”estremismo ecologista’. E ancora più lontani dal sindaco che irrideva le disgrazie avvenute in altre regioni vantandosi che Trieste non ha problemi”.
Famulari ricorda come “era caduta nel nulla la nostra mozione dopo gli incendi estivi” e indica che tuttora “nel bilancio comunale sono state stanziate poche risorse per l’ambiente pur conoscendo le fragilità del territorio”.
“È doveroso usare le risorse per le riparazioni in emergenza della Protezione civile ma – puntualizza la consigliera dem – gli stanziamenti veri, ingenti, programmati e strutturali, devono venire da Regione e Governo. Busseremo anche a quelle porte. Sappiamo che dovremo convivere con piogge, innalzamento marino e delle temperature: muoviamoci”, conclude.
Recupero e riutilizzo dell’ex caserma Monte Cimone a Banne : un’interrogazione al sindaco Dipiazza

Recupero e riutilizzo dell’ex caserma Monte Cimone a Banne : un’interrogazione al sindaco Dipiazza

L’esperienza della pandemia sollecita l’introduzione di nuovi paradigmi nella gestione del territorio comunale, volti a superare lo stato di abbandono di parti importanti del patrimonio pubblico per rimetterle a disposizione della collettività.

Lo afferma la consigliera comunale del Pd, Valentina Repini, che attraverso la mozione intitolata

PER IL RISANAMENTO AMBIENTALE E LA FRUIZIONE SOCIALE DELL’AREA DELL’EX CASERMA MONTE CIMONE A BANNE (GIA’ TENUTA BIDISCHINI – BURGSTALLER),

discussa l’anno scorso in commissione e in attesa della discussione in aula, ha chiesto all’Amministrazione comunale di avviare l’iter per il recupero all’uso della comunità ed il riutilizzo del più grande dei siti abbandonati presenti sul territorio triestino, ovvero di definire le condizioni della sua sdemanializzazione e di realizzare uno studio di fattibilità sui costi della sua bonifica e riqualificazione, inclusa la verifica della congruità delle previsioni urbanistiche attualmente vigenti, e ciò al fine di poter accedere alle opportunità di finanziamento offerte dalla nuova programmazione regionale dei fondi strutturali e di investimento europei 2021 – 2027.

L’Agenzia del Demanio e diverse amministrazioni pubbliche – spiega –stanno gestendo il processo di recupero del patrimonio militare dismesso, nel duplice obiettivo di rendere queste aree punti di partenza per processi di rigenerazione e riqualificazione urbanistica e innescare, attraverso partnership e azioni coordinate, la valorizzazione di una parte importante del patrimonio pubblico.

Oggi -aggiunge- per la grande importanza del sito nel contesto naturale del Carso, un primo passo verso il superamento dello stato di abbandono dell’area dovrebbe essere rivolto in tempi più brevi a restituire all’uso pubblico almeno la sua parte boschiva.

L’attuale fase di programmazione regionale degli interventi del Fondo Europeo di Sviluppo Regionale 2021 – 2027 (POR FESR 2021 – 2027) prevede il finanziamento di

progetti di rigenerazione territoriale volti a realizzare obiettivi specifici quali la valorizzazione di alcuni luoghi simbolo della Regione, in chiave di rilancio turistico, combinato a interventi di valorizzazione territoriale …, interventi di rigenerazione territoriale imperniati sulla valorizzazione ambientale, in grado di attivare economie locali e coinvolgere le comunità” ed “iniziative di recupero di edifici pubblici in Aree Interne, al fine di rivitalizzazione del contesto sociale.

Pertanto – conclude Repini- l’interrogazione chiede di sapere se  l’Amministrazione comunale ha approfondito la questione con l’Agenzia del Demanio e con l’Amministrazione Regionale del Friuli Venezia Giulia come da impegni derivanti dalla mozione citata in premessa.