
Il ministro dell’Interno si attivi affinché siano considerate fuorilegge organizzazioni di destra estrema e fasciste, tra cui CasaPound, che si rifanno esplicitamente al periodo più buio della storia d’Italia, con la conseguente chiusura delle sedi, dei siti internet e pagine Facebook che fanno loro riferimento, impedendo ai loro associati di insultare la nostra Costituzione, infrangere quotidianamente le leggi dello Stato fondato sulla Resistenza e l’antifascismo.
E’ evidente la volontà di di gruppi organizzati – aggiunge Rojc – di giustificare la privazione delle libertà democratiche, terribili fatti di sangue e gesta criminali. Bisogna evitare che siano riaperte ferite laceranti che farebbero indietreggiare il nostro Paese verso contrapposizioni inutili e dannose, antistoriche e anticostituzionali.
Possiamo confermare che la Sissa riceverà i 500mila euro che in un primo momento erano stati tagliati dal riparto. Il Governo si è impegnato e ha mantenuto la parola, andando incontro alle giuste richieste della comunità scientifica.
Lo rendono noto la senatrice Tatjana Rojc e la deputata Debora Serracchiani, dopo che nella notte al Senato è maturata la soluzione normativa che permette di ristorare il taglio ai finanziamenti di circa mezzo milione di euro alla Scuola internazionale di Studi Superiori Avanzati, previsto dal Decreto ministeriale sulla programmazione delle università 2019-2021 e dal decreto sul Fondo di Finanziamento Ordinario 2019.
da subito il Governo era stato sensibilizzato e aveva risposto positivamente,
nell’ambito del confronto fra maggioranza e opposizione è stata scelta una soluzione che evidenzia la volontà di intervenire in modo bipartisan a favore della Sissa. La decisione di accogliere e finanziare un emendamento dell’opposizione esprime una chiara posizione del Governo: ci sono temi su cui non ci si deve dividere. Il Pd e noi in particolare siamo soddisfatte che sia stato raggiunto l’obiettivo, e che stavolta – concludono – sulle polemiche abbia vinto il buon senso.
La riforma costituzionale e la probabile ipotesi di una prossima riforma elettorale ha reso necessario fissare le coordinate, costituzionali e normative, entro cui è possibile intervenire per mantenere una rappresentanza degli sloveni nel Parlamento italiano. Per la prima volta è stato fatto uno studio scientifico a livello parlamentare sulla tutela della rappresentanza, con la consapevolezza che questo lavoro è in itinere perché è in relazione agli sviluppi della legge elettorale, con la quale auspico si potrà porre almeno parzialmente rimedio al taglio dei parlamentari, cui sono sempre stata contraria.
Nella sua esposizione, Salberini ha tracciato “lun quadro giuridico che consente di ritenere che esistono basi costituzionali anche di derivazione internazionalistica per assicurare alla minoranza slovena una accentuata tutela, che le norme costituiscono un presupposto per inserire disposizioni speciali ma non obbligano ad un percorso e non sono tali da consentire di poter individuare un obbligo giuridico rispetto alla necessaria presenza in Parlamento di un rappresentante.I numeri sono difficili da trattare e l’attuale legge elettorale – ha indicato – non lascia spazi percorribili. In un eventuale sistema proporzionale, lavorando sui collegi e sulle soglie di sbarramento, evitando dispersioni di voti sul territorio interessato, è possibile trovare delle soluzioni. Ma al momento – ha precisato – tenendo conto dell’attuale quadro costituzionale, non è possibile trovare una soluzione quanto avanzare delle proposte in itinere, mentre cambiano parametri e scenari. Ad esempio, se si modifica la legge elettorale allora – ha aggiunto – si possono rivalutare gli spazi nei limiti numerici che sono dati dalla riforma costituzionale.In questi anni la rappresentanza degli sloveni – ha ricordato Shaurli – è stata garantita dal Pd e ora siamo di fronte a una scelta, data dalla contingenza della riduzione dei parlamentari. L’obiettivo del Pd è continuare a garantire questa rappresentanza anche attraverso sistemi nuovi: è un obiettivo che il partito regionale deve porsi, non come solo come tutela ma soprattutto come parte costitutiva del nostro territorio. La specialità del Fvg ha radice nella presenza delle minoranze ma questa ricchezza è ancora più importante in prospettiva futura, dove – ha aggiunto – ruolo e rapporti Internazionali e una visione d’Europa possono essere elementi di rilancio della nostra stessa autonomia.
il Pd non è mai stato e non è interessato alla creazione di partiti etnici, perché poi ciò che conta sono temi e proposte che vengono messe in campo, non una tutela asettica. Le posizioni della destra sull’Europa, i confini e spesso anche i rapporti con i Paesi contermini – ha concluso – le conosciamo.
Ha saputo creare un mondo e farne metafora universale. L’Italia perde uno dei suoi ultimi veri intellettuali, un uomo che leggeva e interpretava la complessa realtà contemporanea con gli strumenti creativi delle arti e della critica. Come tutti i grandi ha saputo creare un mondo e farne metafora universale. La potenza di Camilleri deve essere ancora recepita in tutta la sua coerenza, al di là delle opere che giustamente gli diedero larga fama di pubblico”.
La sua lezione civile – aggiunge Rojc – si è collocata nella grandissima tradizione dei Maestri del nostro Mezzogiorno, di cui ha definito la bellezza e le ombre, e da cui ha guardato il mondo cogliendone l’essenza tragica”.
“Stiamo creando un pericoloso precedente che lede gravemente la dignità della comunità slovena e i suoi diritti acquisiti. La giunta regionale del Friuli Venezia Giulia porta al voto del Consiglio regionale un emendamento che non rispetta la legislazione vigente e che è stato elaborato senza alcun ascolto e coinvolgimento della comunità slovena. Spero vi sia ancora il tempo per un cambiamento di rotta”.
“La legge dice chiaramente – spiega Rojc – che in Friuli Venezia Giulia per la lingua slovena si prevede solo la definizione dello ‘sloveno’ e non sono previste parlate locali o varianti linguistiche. Non è possibile introdurre nella legislazione diverse denominazioni delle lingue perché – conclude – questo è esclusiva competenza dello Stato, come è stato chiarito dalla Corte costituzionale”.
Proponendo il censimento, l’onorevole Novelli tira fuori un classico del repertorio suo e di Forza Italia, che si può tradurre nella schedatura dei cittadini in base alla loro appartenenza etnico-linguistica. Per fortuna, finché siamo protetti dalla Costituzione, nessuno può ancora imporre un simile conteggio, né agli sloveni né ad altra minoranza”.
Lo afferma la senatrice Tatjana Rojc, che replica al deputato Roberto Novelli (FI), il quale ha presentato alla proposta di legge che prevede di effettuare un censimento
per misurare consistenza e concentrazione territoriale delle tre minoranze per ridefinire l’applicazione delle tutele sulla base del numero reale e del radicamento geografico; le garanzie di tutela degli sloveni nelle province di Trieste, Gorizia e Udine non hanno nulla a che fare con la loro consistenza numerica, e si fondano su norme di rango costituzionale, su trattati internazionali, su norme europee, sulle leggi nazionali n. 482 del 1999 e n. 38 del 2001, e infine sulla legge regionale 26/2007”. Da questa proposta di legge non traspare tanto l’aspirazione di tutelare maggiormente le minoranze germanofone e friulanofone, quanto piuttosto quella di comprimere la minoranza slovena.