Gestione stadi, il dem Salvati replica a Giacomelli, Cinquepalmi, Tremul

Gestione stadi, il dem Salvati replica a Giacomelli, Cinquepalmi, Tremul

Non si placa la polemica sulla gestione degli stadi Grezar e Rocco. Se si sono schierati anche il consigliere regionale Claudio Giacomelli e due consiglieri comunali di Fratelli d’Italia, Gabriele Cinquepalmi e Corrado Tremul, significa che le parole del consigliere dem Luca Salvati hanno toccato un punto sensibile sulla questione della Triestina e tante altre: il grande capo dei patrioti locali certo sa che l’assessora Lodi è problema gigantesco per la giunta e per FDI e deve correre in difesa.
I rappresentanti di FDI facciano ‘mea culpa’ invece di continuare imperterriti e temerari a difendere l’indifendibile: qualsiasi sia la delega, in tutte le partite significative della città, Lodi ha dimostrato di essere clamorosamente inadeguata e il suo operato è sotto gli occhi di tutta la cittadinanza: dal tram di Opcina alla Galleria di Piazza Foraggi, i fallimenti sono accertati, e anche sullo sport ormai la misura è colma da un pezzo.”
Così il consigliere comunale PD Luca Salvati.
Nel caso oggetto della bizzarra replica di Fratelli d’Italia, si sono espressi chiaramente i vertici della FIDAL per l’atletica e i gruppi del tifo organizzato per la Triestina, anche nell’ultima partita in casa contro il Novara, con cori e striscioni discutibili ma inequivocabili.
Ringraziamo i vertici di Fratelli d’Italia che continuano a sostenere l’operato della loro assessora, perché così semplificano l’opposizione e soprattutto aiutano le persone di buon senso a farsi un’opinione chiara su chi amministra Trieste.
Antiabortisti nei consultori, un nuovo attacco alle donne. Mozione urgente

Antiabortisti nei consultori, un nuovo attacco alle donne. Mozione urgente

Lo scorso martedì è stata approvata in fretta e furia e inserita senza dibattito nel brevissimo iter di esame del provvedimento in commissione una norma con il solo scopo di fare entrare nei consultori associazioni antiabortiste.

La stessa legge 194/78 sull’interruzione volontaria di gravidanza prevede già che i consultori possano avvalersi della «collaborazione volontaria di idonee formazioni sociali di base e di associazioni del volontariato, che possano anche aiutare la maternità difficile dopo la nascita».

È evidente che lo scopo sia quello di garantire un finanziamento pubblico a realtà vicine al governo: quelle contro l’aborto.

Lo dichiarano congiuntamente Monica Hrovatin, portavoce Donne Democratiche Trieste e Maria Luisa Paglia Segretaria provinciale PD Trieste.

Riteniamo si tratti di un attacco ai principi fondamentali della Legge 194 se, in un Paese come l’Italia dove il tasso di accesso all’aborto è tra i più bassi a livello globale, dove l’obiezione di coscienza è garantita dalla legge e in alcune regioni non si trovano medici non obiettori nelle strutture pubbliche, dove servirebbero più risorse per potenziare e riqualificare l’attività dei consultori, il Governo piazza i volontari anti-aborto nei consultori femminili. 

E lo fa con i fondi del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr), continuando a sottrarre risorse alla sanità pubblica, che potrebbero invece essere indirizzate ad attuare soluzioni per migliorare interi settori della sanità come quella delle lunghe liste di attesa per visite specialistiche.

Ci opporremo con fermezza in difesa del diritto delle donne di decidere del loro corpo, diritto conquistato grazie alla determinazione delle donne italiane, che, evidentemente, non possiamo dare ancora per acquisito.

Per questo, i consiglieri del PD con Laura Famulari prima firmataria, in data 18 aprile 2024, hanno presentato una mozione urgente, chiedendo che risorse pubbliche non vengano destinate al finanziamento delle associazioni che dovessero intervenire nei consultori pubblici per favorire l’applicazione di questa nuova norma.

Mozione urgente in difesa della Legge 194

Premesso che:

  • Il 12 aprile la Commissione Bilancio della Camera ha approvato il disegno di legge per la conversione in legge del decreto 2 marzo 2024, n. 19  “Pnrr-quater” che contiene una serie di misure per l’attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza. 
  • nel testo definitivo, all’articolo 44-quinquies, è stato inserito un emendamento, presentato dal Deputato Lorenzo  Malagola del gruppo parlamentare di Fratelli d’Italia,  approvato con voto di fiducia richiesto dal Governo, che recita : «Le Regioni organizzano i servizi consultoriali nell’ambito della Missione 6, Componente 1, del Pnrr e possono avvalersi, senza nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica, anche del coinvolgimento di soggetti del Terzo settore che abbiano una qualificata esperienza nel sostegno alla maternità».
  •  l’articolo 3 della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea stabilisce che ogni individuo ha diritto alla propria integrità fisica e psichica;
  •  l’articolo 32, comma 2, della Costituzione stabilisce che la legge in nessun caso può violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana, cosicché neanche il Parlamento all’unanimità potrebbe imporre ad alcuno qualcosa che violi il rispetto della sua persona;
  •   la Corte costituzionale, nella sentenza numero 438 del 2008, ha affermato che il diritto del paziente al consenso informato è sintesi di due diritti fondamentali della persona: quello alla salute e quello all’autodeterminazione, al fine di garantire la libera e consapevole scelta da parte del paziente e, contestualmente, la sua stessa libertà personale conformemente all’art. 32, comma 2, della Costituzione;
  • nel caso del diritto alla salute o di altri diritti essenziali di pari rango a causa del loro carattere essenziale di inerenza alla persona che essi rivestono, la rilevanza centrale del principio di autodeterminazione vale a qualificarli come veri e proprio diritti di libertà.
  • l’articolo 2 della legge 194/1978, che quest’anno compie 46 anni, recita: “I consultori familiari assistono la donna in stato di gravidanza: a) informandola sui diritti a lei spettanti […] e sui servizi sociali, sanitari e assistenziali concretamente offerti dalle strutture operanti nel territorio; b) informandola sulle modalità idonee a ottenere il rispetto delle norme della legislazione sul lavoro a tutela della gestante; d) contribuendo a far superare le cause che potrebbero indurre la donna all’interruzione della gravidanza. I consultori sulla base di appositi regolamenti o convenzioni possono avvalersi, per i fini previsti dalla legge, della collaborazione volontaria di idonee formazioni sociali di base e di associazioni del volontariato, che possono anche aiutare la maternità difficile dopo la nascita”.
  • Il Decreto legislativo 196/2003 relativo alla tutela della riservatezza dei dati personali, prevede che, per la sanità, la privacy entra in gioco in diverse situazioni. Oltre al trattamento dei dati personali, infatti, è importante che vengano garantiti la riservatezza durante i colloqui, la distanza di cortesia e che le notizie al pronto soccorso o nei reparti (sulla presenza o meno di una persona) vengano date solamente a persone legittimate (es. famigliari e conoscenti) previo accordo con l’interessato.

Considerato che:

  •  la maggioranza di governo e parlamentare non dovrebbe intervenire al fine di sostituire le proprie decisioni a quelle libere e consapevoli dell’interessato, mentre devono intervenire al fine di favorire e assicurare il rispetto di tali libere decisioni.
  • dopo un lungo iter, il Congresso francese ha approvato il progetto di legge firmato da Emmanuel Macron per riconoscere nella Costituzione la libertà garantita ad ogni donna di accedere all’interruzione volontaria di gravidanza.
  • il Parlamento europeo pochi giorni fa ha votato a favore dell’inserimento  della interruzione di gravidanza nella Carta dei Diritti fondamentali della Unione Europea;
  • l’approvazione dell’emendamento del deputato Malagola consentirà alla Associazioni anti abortiste di presidiare i consultori pubblici dove le donne si recano per avviare le pratiche di interruzione della gravidanza violando il loro diritto alla riservatezza e alla autodeterminazione in tema di maternità consapevole.
  • I consultori fanno prevenzione finalizzata alla salute riproduttiva per le gravidanze consapevoli e danno sostegno psicologico informato e assistenza medica alla libera decisione in merito al proseguimento o alla interruzione della gravidanza.

Il Consiglio Comunale: 

esprime la sua ferma disapprovazione per una Norma che considera una vera e propria minaccia alla libertà delle donne e un attacco ben specifico alla laicità delle Istituzioni pubbliche;

invita il Presidente della Giunta Regionale e l’Assessore competente a non favorire chi si oppone all’applicazione delle Norme che ledono il diritto delle donne, delle coppie e delle famiglie ad una decisione libera anche da impropri condizionamenti, informata, consapevole e autonoma e dunque di non favorire la presenza di tali Associazioni nei consultori del territorio regionale.

Ostello Scout per i migranti del silos: Dipiazza e la Giunta comunale continuano a vendere fumo!

Ostello Scout per i migranti del silos: Dipiazza e la Giunta comunale continuano a vendere fumo!

Servono trasparenza e soluzioni concrete!

Rispetto alla “soluzione” annunciata dalla Giunta comunale in merito all’accoglienza dei migranti, attualmente alloggiati presso il Silos tra topi e fango,  Maria Luisa Paglia, Segretaria provinciale del PD di Trieste ricorda che:

lo spazio dell’Ostello scout è stato dedicato come dormitorio già dal 2020. Da allora ha continuato a funzionare come tale senza alcuna interruzione. La soluzione per l’emergenza dovrebbe essere quella di aprire lo spazio sito in via Gioia come dormitorio di bassa soglia per i transitanti, su cui ci fu un iniziale accordo con il sindaco, poi mandato all’aria probabilmente da qualcuno dei suoi alleati.

Il percorso adeguato dovrebbe essere quello di convocare un tavolo tra prefetto e amministratori locali per tenere in considerazione anche quanto indicato dai residenti alla sindaca di Sgonico Monica Hrovatin.
Criticità evidenti sulle quali si possono prevedere soluzioni concrete. Potenziare l’illuminazione per salvaguardare l’incolumità di chi cammina per la strada locale durante la sera e conseguentemente tutelare gli automobilisti che la percorrono.

Potenziare le corse dei bus, anche in alcune ore della giornata, affinché non ci sia disagio per gli studenti, i residenti e chi obbligatoriamente deve recarsi in città presso Caritas o questura.
Potenziare il numero degli educatori per attivare percorsi di studio della lingua e del territorio per facilitare l’apprendimento della cultura e usi locali ed evitare inutili attriti e diffidenze reciproche.

Le soluzioni non si assumono senza l’ascolto del territorio e di chi li rappresenta, è questo il ruolo degli amministratori ed è su questo che dovrebbe impegnarsi la Giunta comunale di Trieste.

Non serve vendere fumo per evitare nell’immediato che personalità nazionali possano vedere con i loro occhi una situazione di gravissimo disagio indotta ed aggravata dalla scelta deliberata di non agire da parte della Giunta di Trieste e del Sindaco Dipiazza, un atteggiamento che è una precisa scelta politica e che perdura ormai da sette anni.

 

Porto Vecchio: Giovanni Barbo (Pd), non solo due chiacchiere con Toti

Porto Vecchio: Giovanni Barbo (Pd), non solo due chiacchiere con Toti

“Speriamo sinceramente che serva a qualcosa di concreto la task force guidata dal sindaco e dall’assessore al Bilancio fino ai lidi di Cannes alla ricerca di investitori sul Porto Vecchio, non solo a fare due chiacchiere con il governatore Toti. Perché finora di chiacchiere abbiamo fatto il pieno.
Noi continuiamo ad auspicare che dopo anni si sblocchi una situazione di cui non si vede la fine e neanche l’inizio. Fin qui l’unica operazione messa sulla carta è il discutibile spostamento degli uffici regionali”.
Lo dichiara il capogruppo Pd Giovanni Barbo, commentando la notizia che il sindaco Roberto Dipiazza ha presentato il progetto di Porto Vecchio al presidente della Regione Liguria Giovanni Toti.
“Sarebbe da chiedere al sindaco – incalza il capogruppo dem – che fine ha fatto l’investimento da 800 milioni sbandierato come imminente dall’assessore al Bilancio. Oppure se siano evaporate le varie dichiarazioni in aula in cui si parlava di chiusura imminente di un accordo con un investitore rimasto top secret. Se sindaco e assessore dopo un anno tornano al mercato immobiliare, l’impressione e la preoccupazione è che siamo punto e a capo, e che il destino di Porto Vecchio è nelle mani di una Giunta del tutto incapace. Il principale fulcro dello sviluppo della città del futuro – conclude Barbo – è abbandonato a se stesso”.
Disabili: Pd Trieste, mozione urgente per fondi FAP in ritardo

Disabili: Pd Trieste, mozione urgente per fondi FAP in ritardo

Il Sindaco e la Giunta anticipino con la liquidità del Comune di Trieste il pagamento delle somme necessarie a coprire le spese coperte dal Fondo per l’Autonomia Possibile (FAP) la cui erogazione è in ritardo e obbliga le famiglie beneficiarie a sopperire con risorse proprie.
Ciò tenendo presente che spesso si tratta di famiglie fragili con un familiare affetto da una grave o gravissima disabilità che non possono interrompere i servizi di assistenza”.
E’ quanto chiede una mozione urgente del gruppo Pd in Consiglio comunale, a prima firma della vicepresidente dell’assemblea Laura Famulari e sottoscritto da tutti componenti.
“L’intervento del Comune dovrebbe essere attivato – spiega Famulari – in attesa che gli enti responsabili aggiornino le pratiche alla nuova normativa entro marzo per poi rendere il servizio nuovamente operativo da aprile, quando verranno erogati anche i valori retroattivi”.
“La nostra richiesta fa seguito alle segnalazioni di cittadini ricevute attraverso l’Osservatorio permanente Salute e welfare del Pd provinciale ma – puntualizza la consigliera dem – il problema ha evidentemente un peso e un’incidenza che prescinde da qualunque valutazione politica. Importante è fare qualcosa per chi è in difficoltà in questo momento”.
Caro Bollette: Giovanni Barbo-Laura Famulari (Pd), sindaco non sia indifferente

Caro Bollette: Giovanni Barbo-Laura Famulari (Pd), sindaco non sia indifferente

Il sindaco non può restare indifferente al caro-bollette che sta avendo una nuova esplosione e rischia di continuare a colpire molte famiglie anche nei mesi a venire.
Chiediamo al sindaco e alla Giunta di prendere contatto con le associazioni riconosciute nella Consulta Regionale dei Consumatori e degli Utenti affinché anche a Trieste siano organizzati per tempo incontri e occasioni di approfondimento sulla nuova situazione creatasi con il mercato libero dell’energia”.
Lo chiedono con una mozione i consiglieri comunali del Pd Giovanni Barbo e Laura Famulari, dopo che centinaia di famiglie in Friuli Venezia Giulia si sono viste recapitare bollette del gas con l’importo al metro cubo quintuplicato rispetto a quello pattuito alla sottoscrizione del contratto.
“Non tutti i cittadini hanno gli strumenti – precisano i due consiglieri – per poter conoscere e interpretare adeguatamente le proposte delle società fornitrici di energia, con i molti dettagli e variabili previsti dai contratti. A questa clientela più debole ed esposta le istituzioni possono dare supporto – aggiungono Barbo e Famulari – anche mettendo a disposizione locali che sono nelle disponibilità del Comune”.
Città 30: Pd-lista PF, noi per confronto costruttivo

Città 30: Pd-lista PF, noi per confronto costruttivo

Inutile ideologia o mozioni per metter cappello
L’applicazione di zone 30 nel centro cittadino richiede un confronto serio sull’adeguatezza del mezzo alle esigenze della mobilità, per evitare l’adozione di provvedimenti che potrebbero causare più disagi che benefici, senza risolvere i problemi di traffico e sicurezza dei pedoni.
Questo confronto è mancato prima della presentazione della mozione di AT, che ha rifiutato ogni necessario approfondimento e modifica del documento presentato, chiudendo a ipotesi anche migliorative. Lo constatiamo con rammarico perché il tema della zona 30 è nella nostra sensibilità politica, e contiamo di tornare a lavorarci assieme in modo costruttivo”.
Lo dichiarano i gruppi del Pd e della lista Punto Franco in Quarta circoscrizione, dopo che Adesso Trieste ha addosato alle forze di centrosinistra la bocciatura della sua mozione sull’istituzione della Città 30 a Trieste.
“Per formulare proposte più specifiche per la nostra Circoscrizione – si spiega da Pd e Pf – avevamo chiesto un approfondimento in commissione coinvolgendo anche i tecnici comunali. La proposta di AT in IV Circoscrizione ma anche le ultime uscite dell’assessore Babuder  ripropongono misure previste nel Piano del Traffico del 2013”.
Per Pd e Pf “non bastano mozioni generiche e ideologiche, utili solo a ‘metter cappello’ senza elementi nuovi. Serve invece uno studio complessivo sulla IV Circoscrizione, dato che la destra cittadina pare prendere in considerazione altre previsioni del Piano 2013 cui finora era contraria, come il senso unico in discesa in via San Michele e la pedonalizzazione del primo tratto di via Madonna del Mare”.
Primo soccorso: Laura Famulari, più defibrillatori nei rioni

Primo soccorso: Laura Famulari, più defibrillatori nei rioni

Defibrillatori dovrebbero essere installati sul territorio di tutti i rioni di Trieste, in particolare nei pressi di parchi pubblici dove si pratichino attività ludico-sportive, e contestualmente si dovrebbe informare la cittadinanza sul loro posizionamento, realizzando una mappa degli apparecchi DAE pubblici accessibile sul sito web del Comune di Trieste o ovunque ritenuto utile”.

Lo chiede la vicepresidente del Consiglio comunale di Trieste Laura Famulari (Pd), in una mozione sottoscritta assieme si colleghi del gruppo dem Francesco Russo, Giovanni Barbo, Valentina Repini, Štefan Čok, Luca Salvati, Rosanna Pucci, Stefano Ukmar.
“L’obiettivo è garantire un servizio salvavita – spiega la consigliera dem – in prossimità dei luoghi maggiormente frequentati creando un sistema di cardioprotezione nella fase di allarme e di risposta extraospedaliera, all’altezza della storia medica di Trieste.
Per cui si deve anche sensibilizzare e informare la cittadinanza sull’utilizzo del defibrillatore come strumento salvavita, indurre associazioni, enti e i privati utilizzatori a segnalare i DAE presenti all’interno dei loro impianti, divulgare al massimo l’informazione sulla prevenzione in particolare di fronte ad arresti cardiocircolatori”.
“Spero che su questo tema davvero privo di colore politico ci sia un’ampia convergenza dato che – precisa Famulari – proponiamo di rafforzare un sistema salvavita di primo livello. Infatti in caso di arresto cardiaco occorre utilizzare un defibrillatore il prima possibile perché la sopravvivenza è strettamente legata alla tempestività dell’intervento di soccorso”.

Palazzo Carciotti: Giovanni Barbo, in 6 anni valore ridotto a 1/3

Palazzo Carciotti: Giovanni Barbo, in 6 anni valore ridotto a 1/3

Il dato certo è che in sei anni il valore di Palazzo Carciotti si ritroverà probabilmente ridotto a meno della metà. Ce n’è abbastanza da farsi delle domande sulla cura che è stata dedicata alla conservazione del valore del bene durante tutto il tempo in cui si tentava di alienarlo e se le procedure messe in atto siano state davvero le migliori per attirare investitori.
Con queste premesse c’è da chiedersi che tipo di investitori si potranno far venire per ‘ricostruire’ un pezzo di città come Porto Vecchio, dove i milioni non si misurano a decine ma a centinaia”.
Lo afferma il capogruppo Pd in Consiglio comunale Giovanni Barbo, in merito alla nuova stima del Palazzo Carciotti, da mettere sul mercato e per cui vi è un’offerta di Generali
“Nel 2018 il prezzo a base d’asta era stato fissato in 22 milioni e 700 mila euro – ricorda Barbo – diventati poi poco meno di 15 milioni, per scivolare ora, a quanto si apprende, sotto i 10 milioni, proprio in un momento in cui il mercato immobiliare è in salute, con società straniere che si sono comprate palazzi interi per farne alberghi.
“A prescindere da quella che sarà la valutazione finale stabilita dagli uffici e dall’esito della trattativa con i possibili acquirenti – aggiunge il capogruppo dem – torniamo a chiedere che si pianifichi la manutenzione ordinaria e straordinaria di monumenti e immobili di pregio della nostra città. Si guardi dall’altro lato del Canale, allo stato in cui versano le facciate di Palazzo Gopcevich”.
“Rispetto alla definitiva destinazione d’uso di Palazzo Carciotti – precisa Barbo –  al sindaco chiediamo rassicurazioni sul mantenimento della fruizione pubblica dell’area nobile dell’edificio”.
Opposizioni TS, si dimetta presidente Commissione Pari Opportunità

Opposizioni TS, si dimetta presidente Commissione Pari Opportunità

Dopo la bocciatura della Relazione delle attività svolte nel 2023, la presidente della Commissione pari opportunità del comune di Trieste Margherita Paglino dovrebbe prendere atto di non rappresentare la maggioranza dell’organo cui è preposta e trarne le conseguenze.
La Cpo si trova infatti da mesi in una situazione di stallo inaccettabile: la trattazione delle questioni concrete delle donne è ormai in secondo piano rispetto a tensioni e divergenze sugli argomenti da esaminare e programmi dei lavori. Le cause dello stallo si devono ai continui dissidi interni, alla scarsa condivisione e al mancato coinvolgimento delle commissarie sulle tematiche da trattare”.
Lo dichiarano le commissarie di parità Sarà Gattesco e Sabrina Morena, le consigliere comunali del Pd Rosanna Pucci, Valentina Repini e Laura Familiari, la consigliera Giorgia Kakovic (AT) e Alessandra Ricchetti (M5S), a seguito del voto espresso dalla maggioranza della Commissione pari opportunità del comune di Trieste sulla Relazione delle attività svolte lo scorso anno dalla CPO e presentata durante la seduta dello scorso lunedì 26 febbraio.
Una bocciatura che replica il precedente dello scorso ottobre, quando il programma presentato dalla presidente Paglino è stato respinto in quanto, riferiscono Morena e Gattesco, “ritenuto troppo generico e a tratti incompleto”.
Commissarie e consigliere ricordano che “la Commissione è composta da una collegialità di donne scelte a suo tempo per le elevate capacità culturali e imprenditoriali e per il loro impegno nel sociale e nella realtà cittadina, che dovevano operare per evidenziare e mettere in luce le difficoltà delle donne che vivono e lavorano a Trieste”.
“Considerato lo stallo inaccettabile delle attività e le continue divergenze”, per le esponenti della Commissione e del Consiglio comunali “è auspicabile se non necessaria una svolta nella Cpo, che ha bisogno di nuove proposte e di un cambio al vertice”.
“Occorre una ripresa costruttiva delle attività in un clima sereno e di collaborazione – aggiungono – nel rispetto della missione istituzionale della Commissione e soprattutto nell’interesse delle donne e della comunità”.