La realizzazione della piattaforma e l’alleanza tra i porti di Trieste e Amburgo sono eventi che superano le immediata implicazioni logistiche ed economiche, che sono già grandissime: oggi si apre un rapporto strategico per l’Europa. Qui dimostriamo di avere l’intelligenza e la volontà per fare sistema e competere con le nostre infrastrutture e professionalità migliori, a nord e a sud del continente. La Germania è storicamente un partner commerciale e politico di primo livello soprattutto per quest’area del Paese, che conferma di avere potenzialità attrattive su cui si deve continuare a puntare, proseguendo ad esempio sulla strada tracciata con la partecipazione della Regione alla Fiera Transport Logistic. A Zeno D’Agostino va riconosciuto il merito di essere regista del rilancio e del consolidamento del porto di Trieste sulla scena globale: siamo orgogliosi di aver creduto nelle sue qualità e abbiamo fiducia che continuerà bene anche in questo periodo difficile.
Lo ha affermato oggi a Trieste la presidente della commissione Lavoro della Camera, Debora Serracchiani, partecipando alla cerimonia della firma dell’accordo che segna l’ingresso dei tedeschi della Hhla di Amburgo nella gestione della Piattaforma logistica.

Il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti ha compiuto passi tempestivi. Il ricorso al Tar senz’altro farà chiarezza di una situazione che ha lasciato sgomenti istituzioni, imprese e lavoratori. E, come ci attendevamo, il Governo provvederà a garantire la continuità operativa dell’infrastruttura portuale: un atto che potrà rassicurare la citta di Trieste dell’attenzione con cui da subito è stata monitorata questa crisi da Roma.
Lo afferma la deputata Debora Serracchiani (Pd), a proposito dell’annuncio, reso noto dal prefetto di Trieste, Valerio Valenti, che il Mit garantirà la continuità dell’azione amministrativa dell’Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Orientale e impugnerà davanti al Tar del Lazio la sentenza con cui l’Anac ha dichiarato decaduto Zeno D’Agostino.
Siamo in piazza per rendere onore alla forza morale e alla volontà politica di chi lottò per un’Italia libera, democratica e unita, e per giurare a noi stessi che saremo fedeli ai suoi valori. Addolora e preoccupa la scelta di chi ha voluto incidere nella Festa della Repubblica il segno della divisione, anteponendo la contestazione di parte alla superiore appartenenza alla comunità nazionale.
Lo ha affermato la vicepresidente del Pd Debora Serracchiani, presenziando oggi a Trieste all’alzabadiera in occasione delle celebrazioni del 2 Giugno.
Sul sangue versato in una guerra sciagurata e in scontri fratricidi – ha aggiunto l’esponente dem – i partiti seppero insieme costruire la Costituzione della Repubblica, già sancita dal voto popolare: quello sia l’esempio. Perché oggi la memoria di quel vittorioso travaglio si rinnova sotto i colpi di un attacco che ha stroncato oltre 32mila vite in poche settimane, di un pericolo che incombe ancora minaccioso e che spaventa per le conseguenze sociali. Ma la nostra volontà è più forte dello sgomento e – ha concluso – abbiamo le energie per rialzare la testa.
La città che più di tutte è stata colpita dal virus e che più di tutte è stata trascurata dalla Regione, subisce l’onta del cinismo di Fedriga: certo, dopo oltre due mesi dallo scoppio dell’emergenza, la nave non serve più. Ma non è mai servita. Serviva intervenire subito, senza tentare di nascondere quello che succedeva nelle case di riposo, fin quando è stato troppo tardi. Rimane la vergogna delle persone abbandonate in strutture da dove bisognava portarle via subito.
Lo afferma la deputata Debora Serracchiani, dopo che il presidente della Regione Massimiliano Fedriga ha confermato che la nave-ospedale GNV “Allegra” non arriverà a Trieste.
Dopo i ritardi e gli errori arriva lo scaricabarile ma – ammonisce la parlamentare – non si scommetta sull’oblio: questa è una ferita nel corpo di Trieste. La Giunta Fedriga deve assumersi l’intera responsabilità di questa tragica vicenda e risponderne: una prova di inefficienza e di arroganza consumata sulla pelle di centinaia di anziani. Non sappiamo se questa vicenda è costata vittime. Certo – puntualizza Serracchiani – è inaccettabile che a Trieste Fedriga e Riccardi si nascondano dietro ai tecnici, mentre a Roma rivendicano il diritto e il dovere della politica di fare scelte anche diverse da quanto indicato da medici e scienziati. Con la differenza che a Roma c’era un comitato scientifico di specialisti, a Trieste no. Settimane gettate, precauzioni non prese, anziani ancora nelle case di riposo da cui dovevano essere trasferiti con urgenza, da accertare se siano stati spesi fondi pubblici. Con questo bilancio – conclude – qualcuno dovrebbe trarre delle conclusioni coerenti.
Non bisognerà mai smettere di denunciare lo scandalo della nave-ospedale voluta dalla cocciutaggine inspiegabile di Fedriga e Riccardi, in pratica contro Trieste e ogni buon senso. Ciò che non vogliono ammettere a nessun costo è che hanno fatto tardi e male quanto serviva per mettere in sicurezza le case di riposo cittadine, al punto che l’assessore competente non fornisce i dati precisi sui tamponi effettuati, nemmeno di fronte a interrogazioni in Consiglio regionale e al Senato. Per questa vergogna arriverà anche un’interrogazione alla Camera. Ma intanto sia chiaro che le spese per errori e ritardi della Regione vengono messe in conto allo Stato.
Lo afferma la deputata Debora Serracchiani, a proposito della nave-ospedale che dovrà ospitare gli anziani contagiati delle case di riposo di Trieste.
La manovra finanziaria del 2020 contiene svariate novità interessanti , ne parleremo nell’incontro di venerdì 31 gennaio alle ore 18 presso Enfap di via san Francesco 25.
Saluti da parte di
Maria Luisa Paglia – Segretaria V Cicolo PD Trieste
Gianni Bua – Segretario IV Cirolo PD Trieste
Interventi
Debora Serracchiani
Deputata – Capogruppo PD Commissione Lavoro
Michele Piga
Segretario CGIL Trieste
Luciano Bordin
Segretario Regionale CISL
Antonio Rodà
Segrtario UILM Trieste
A Trieste è allarme mafia ma la Lega tace. L’assessore leghista alla cosiddetta sicurezza è troppo impegnato a inseguire barboni o migranti per vedere il flusso di denaro sporco che scorre davanti a Palazzo Cheba, e purtroppo anche il sindaco non apre bocca e fa lo splendido con il suo momento magico. Le Istituzioni cittadine devono invece prendere l’iniziativa, prima che il riciclaggio e le infiltrazioni diventino vera e propria presa di possesso del territorio.
Lo afferma la deputata Debora Serracchiani, commentando i dati, in aumento del 20% nel 2019 in provincia di Trieste, delle segnalazioni di operazioni sospette all’Unità di informazione finanziaria per Italia (Uif).
Trovare Trieste tra le capitali del riciclaggio – osserva la parlamentare – non deve stupire perché sono proprio i territori ritenuti più tranquilli quelli più appetibili dalla ‘finanza’ della criminalità organizzata. Ma sono anni che apparati giudiziari e di sicurezza denunciano l’aumento continuo degli insediamenti mafiosi: perché sia chiaro che subito dietro il denaro sporco ci sono veri criminali. E spero nessuno pensi che quel denaro possa aiutare la nostra economia, perché in realtà la soffoca.
Per Serracchiani
il sindaco dovrebbe chiedere al prefetto di convocare un Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica, mettendo a tema proprio il rischio criminalità organizzata. Da parte mia, non cesserò di chiedere con molta energia che il personale della procura di Trieste, e di tutta la regione, non vengano lasciate sotto organico. Un altro tema da affrontare rapidamente è quello della carenza di personale sia della sezione della Dia di Trieste che del Ros, che ha peraltro sede a Padova.
Purtroppo stiamo diventando sempre meno periferici per il crimine organizzato e – conclude Serracchiani – non si può continuare a inseguire false emergenze ed evitare di affrontare quelle vere.
Vigilare su rispetto accordo sindacale e impegni istituzionali
Il voto dei lavoratori va rispettato e proprio per questo occorrerà la massima vigilanza sull’accordo sindacale con l’azienda, ma anche sul mantenimento degli impegni assunti dagli altri soggetti, istituzionali e industriali: guai a perdere un solo posto di lavoro, anche a tempo determinato. Si chiude un capitolo secolare dell’industria triestina, ora l’auspicio è che a Trieste non rimanga un altro vuoto in un tessuto produttivo già debole. Sicuramente da parte mia non verrà meno l’impegno verso una realtà di cui ho conosciuto in primo luogo lo spessore umano, e su cui si è troppo speculato”.
Così la deputata Dem Debora Serracchiani, dopo che sono stati resi noti i risultati del referendum sull’accordo sindacale, approvato dal 58% dei lavoratori della Ferriera di Servola (Trieste).