“Prima di decidere opere che incidono il paesaggio, suscitano dubbi di sostenibilità economica, geologica e ambientale, è sempre saggio ascoltare i cittadini. Nell’incontro con i rappresentanti del comitato ‘Trieste; cabinovia? anche no, grazie!’ mi sono state confermate tutte le criticità giàsollevate dal territorio e le ho pienamente condivise. Bisogna fare molta attenzione a impegnare la città su grandi opere che ne modificano per sempre il volto, senza portare un autentico vantaggio trasportistico né turistico. Sosterrò con convinzione il referendum, sperando che serva a far riflettere l’Amministrazione comunale”. Lo ha affermato la senatrice Tatjana Rojc (Pd) nel corso di un incontro avuto recentemente con rappresentanti del comitato “Trieste; cabinovia? anche no, grazie!” e altri cittadini contrari all’opera.
“I ‘no’ sono stati declinati con cognizione di causa – riferisce la senatrice – indicando in particolare per l’ambiente la biodiversità di bosco Bovedo, l’inadeguatezza geologica, le difficoltà di esecuzione connessa alle betoniere cui è preclusa Strada del Friuli, che ad esempio è già franata in vari punti, per i costi di gestione insostenibili da una città con 200mila abitanti. Tra le difficoltà oggettive – precisa Rojc – è stato evidenziato come il progetto sia poco dettagliato enon tenga conto della composizionedel terreno”.
La Direzione provinciale di Trieste, dopo il rinnovo dei suoi organismi, ha ribadito la propria posizione in merito al progetto “CABINOVIA METROPOLITANA TRIESTE – PORTO VECCHIO – CARSO”, presentato nel dicembre 2020. Qui di seguito il documento approvato sul tema.
1 – Il Partito Democratico di Trieste considera di fondamentale importanza che la cittadinanza sia ascoltata e coinvolta, da parte dell’Amministrazione cittadina, prima della realizzazione di tale progetto che potrebbe cambiare l’aspetto di una parte della città e avere pesanti ricadute economiche in futuro. Per questo sostiene il referendum consultivo che consentirà un’espressione informata da parte dei cittadini.
2 – Il PD, avendo approfondito i dati tecnici, il progetto di fattibilità e le valutazioni preliminari sulla sostenibilità economica di gestione, sui flussi di utenza, nonché le numerose criticità in ordine alla fattibilità dell’opera riguardo la geologia dei terreni, la sicurezza dell’aerea, l’impatto ambientale e paesaggistico, l’impatto sociale, i costi di gestione, assume una posizione contraria alla realizzazione di questo progetto. Si tratta di una posizione politica non ideologica sul progetto già presentato che consta di numerosi punti di debolezza e criticità.
3 – Le criticità del progetto riguardano l’inadeguatezza di questa cabinovia come risposta efficace al problema dell’ingresso da nord della città di Trieste, il pesante impatto ambientale e l’utilizzo di importanti finanziamenti pubblici in contrasto con gli obiettivi di salvaguardia e valorizzazione del territorio del PNRR. Si ricorda, inoltre, che esiste un vincolo nell’area silvo-pastorale del crinale carsico di Opicina tutelata dalla legge n. 168/2017 e dalla sentenza del luglio 2021 (Bosco Bovedo e Campo Romano).
Come segnalato dal II Circolo del PD-Altipiano Est, per corrispondere alla domanda di accesso dal nord alla città di Trieste, articolata in tre vettori (utenza locale residente sul Carso, lavoratori provenienti da fuori città e turisti), è necessario che sia organizzato in modo più efficiente e sostenibile il trasporto pubblico locale (TPL), ivi incluso la ripresa del transito del tram di Opicina, fermo da diversi anni.
Va inoltre ripensata la sostenibilità del traffico nell’area urbana, che dovrebbe dare attuazione a una mobilità rifondata sul TPL elettrico, in primo luogo lungo il mare, sulla ciclabilità sicura e sull’urbanistica della “città dei 15 minuti”.
4 – Il PD sollecita l’amministrazione comunale a riconsiderare il progetto tenendo conto di una programmazione di più ampio raggio e più coerente con i bisogni reali della città, ripensando il sistema del trasporto pubblico locale sul Carso e in relazione agli spostamenti tra città e altipiano, ricordando che il Piano Urbanistico per la Mobilità Sostenibile (PUMS) del Comune di Trieste, generato nel 2021 da un progetto europeo focalizzato sui problemi di accessibilità delle strutture portuali, non ha dato soluzioni e deve essere rivisto radicalmente.
5 – Il PD crea al suo interno un gruppo di studio tecnico sulla questione cabinovia, anche per i risvolti che pone e alle richieste relative, approfondendo in particolare le possibili alternative da porre in essere per non disperdere il finanziamento e rispondere alle esigenze del territorio.
6 – Il PD sostiene la raccolta delle 12.000 firme necessarie a ottenere l’indizione del referendum consultivo, come organizzato dal Comitato “NO OVOVIA”. Si suggerisce che il referendum si tenga nello stesso giorno in cui si terranno i Referendum nazionali, per convogliare l’uso di denaro pubblico.
“E’ bello vedere tanti cittadini oggi in fila sotto la pioggia che condividono e danno corpo alla nostra idea di ampia partecipazione democratica. Il ‘no’ all’ovovia nasce all’interno del centrosinistra e molti esponenti del Pd hanno firmato stamattina per fermare un progetto che non ci convince e su cui chiediamo che la cittadinanza sia coinvolta. E’ un progetto che a nostro avviso non risolverebbe il problema dell’accesso alla città dal nord, con rilevanti aspetti di impatto paesaggistico e ambientale, e i cui costi rischierebbero di ricadere in futuro sui triestini. Chiediamo che l’Amministrazione ascolti i cittadini senza pregiudizi: spendere non significa per forza spendere bene”. Lo dichiara la segretaria del Pd provinciale di Trieste Caterina Conti, commentando l’alto afflusso di cittadini ai punti di raccolta firme allestiti in città per richiedere un referendum sulla realizzazione della cosiddetta “ovovia”.