Antiabortisti nei consultori, un nuovo attacco alle donne. Mozione urgente

Antiabortisti nei consultori, un nuovo attacco alle donne. Mozione urgente

Lo scorso martedì è stata approvata in fretta e furia e inserita senza dibattito nel brevissimo iter di esame del provvedimento in commissione una norma con il solo scopo di fare entrare nei consultori associazioni antiabortiste.

La stessa legge 194/78 sull’interruzione volontaria di gravidanza prevede già che i consultori possano avvalersi della «collaborazione volontaria di idonee formazioni sociali di base e di associazioni del volontariato, che possano anche aiutare la maternità difficile dopo la nascita».

È evidente che lo scopo sia quello di garantire un finanziamento pubblico a realtà vicine al governo: quelle contro l’aborto.

Lo dichiarano congiuntamente Monica Hrovatin, portavoce Donne Democratiche Trieste e Maria Luisa Paglia Segretaria provinciale PD Trieste.

Riteniamo si tratti di un attacco ai principi fondamentali della Legge 194 se, in un Paese come l’Italia dove il tasso di accesso all’aborto è tra i più bassi a livello globale, dove l’obiezione di coscienza è garantita dalla legge e in alcune regioni non si trovano medici non obiettori nelle strutture pubbliche, dove servirebbero più risorse per potenziare e riqualificare l’attività dei consultori, il Governo piazza i volontari anti-aborto nei consultori femminili. 

E lo fa con i fondi del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr), continuando a sottrarre risorse alla sanità pubblica, che potrebbero invece essere indirizzate ad attuare soluzioni per migliorare interi settori della sanità come quella delle lunghe liste di attesa per visite specialistiche.

Ci opporremo con fermezza in difesa del diritto delle donne di decidere del loro corpo, diritto conquistato grazie alla determinazione delle donne italiane, che, evidentemente, non possiamo dare ancora per acquisito.

Per questo, i consiglieri del PD con Laura Famulari prima firmataria, in data 18 aprile 2024, hanno presentato una mozione urgente, chiedendo che risorse pubbliche non vengano destinate al finanziamento delle associazioni che dovessero intervenire nei consultori pubblici per favorire l’applicazione di questa nuova norma.

Mozione urgente in difesa della Legge 194

Premesso che:

  • Il 12 aprile la Commissione Bilancio della Camera ha approvato il disegno di legge per la conversione in legge del decreto 2 marzo 2024, n. 19  “Pnrr-quater” che contiene una serie di misure per l’attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza. 
  • nel testo definitivo, all’articolo 44-quinquies, è stato inserito un emendamento, presentato dal Deputato Lorenzo  Malagola del gruppo parlamentare di Fratelli d’Italia,  approvato con voto di fiducia richiesto dal Governo, che recita : «Le Regioni organizzano i servizi consultoriali nell’ambito della Missione 6, Componente 1, del Pnrr e possono avvalersi, senza nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica, anche del coinvolgimento di soggetti del Terzo settore che abbiano una qualificata esperienza nel sostegno alla maternità».
  •  l’articolo 3 della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea stabilisce che ogni individuo ha diritto alla propria integrità fisica e psichica;
  •  l’articolo 32, comma 2, della Costituzione stabilisce che la legge in nessun caso può violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana, cosicché neanche il Parlamento all’unanimità potrebbe imporre ad alcuno qualcosa che violi il rispetto della sua persona;
  •   la Corte costituzionale, nella sentenza numero 438 del 2008, ha affermato che il diritto del paziente al consenso informato è sintesi di due diritti fondamentali della persona: quello alla salute e quello all’autodeterminazione, al fine di garantire la libera e consapevole scelta da parte del paziente e, contestualmente, la sua stessa libertà personale conformemente all’art. 32, comma 2, della Costituzione;
  • nel caso del diritto alla salute o di altri diritti essenziali di pari rango a causa del loro carattere essenziale di inerenza alla persona che essi rivestono, la rilevanza centrale del principio di autodeterminazione vale a qualificarli come veri e proprio diritti di libertà.
  • l’articolo 2 della legge 194/1978, che quest’anno compie 46 anni, recita: “I consultori familiari assistono la donna in stato di gravidanza: a) informandola sui diritti a lei spettanti […] e sui servizi sociali, sanitari e assistenziali concretamente offerti dalle strutture operanti nel territorio; b) informandola sulle modalità idonee a ottenere il rispetto delle norme della legislazione sul lavoro a tutela della gestante; d) contribuendo a far superare le cause che potrebbero indurre la donna all’interruzione della gravidanza. I consultori sulla base di appositi regolamenti o convenzioni possono avvalersi, per i fini previsti dalla legge, della collaborazione volontaria di idonee formazioni sociali di base e di associazioni del volontariato, che possono anche aiutare la maternità difficile dopo la nascita”.
  • Il Decreto legislativo 196/2003 relativo alla tutela della riservatezza dei dati personali, prevede che, per la sanità, la privacy entra in gioco in diverse situazioni. Oltre al trattamento dei dati personali, infatti, è importante che vengano garantiti la riservatezza durante i colloqui, la distanza di cortesia e che le notizie al pronto soccorso o nei reparti (sulla presenza o meno di una persona) vengano date solamente a persone legittimate (es. famigliari e conoscenti) previo accordo con l’interessato.

Considerato che:

  •  la maggioranza di governo e parlamentare non dovrebbe intervenire al fine di sostituire le proprie decisioni a quelle libere e consapevoli dell’interessato, mentre devono intervenire al fine di favorire e assicurare il rispetto di tali libere decisioni.
  • dopo un lungo iter, il Congresso francese ha approvato il progetto di legge firmato da Emmanuel Macron per riconoscere nella Costituzione la libertà garantita ad ogni donna di accedere all’interruzione volontaria di gravidanza.
  • il Parlamento europeo pochi giorni fa ha votato a favore dell’inserimento  della interruzione di gravidanza nella Carta dei Diritti fondamentali della Unione Europea;
  • l’approvazione dell’emendamento del deputato Malagola consentirà alla Associazioni anti abortiste di presidiare i consultori pubblici dove le donne si recano per avviare le pratiche di interruzione della gravidanza violando il loro diritto alla riservatezza e alla autodeterminazione in tema di maternità consapevole.
  • I consultori fanno prevenzione finalizzata alla salute riproduttiva per le gravidanze consapevoli e danno sostegno psicologico informato e assistenza medica alla libera decisione in merito al proseguimento o alla interruzione della gravidanza.

Il Consiglio Comunale: 

esprime la sua ferma disapprovazione per una Norma che considera una vera e propria minaccia alla libertà delle donne e un attacco ben specifico alla laicità delle Istituzioni pubbliche;

invita il Presidente della Giunta Regionale e l’Assessore competente a non favorire chi si oppone all’applicazione delle Norme che ledono il diritto delle donne, delle coppie e delle famiglie ad una decisione libera anche da impropri condizionamenti, informata, consapevole e autonoma e dunque di non favorire la presenza di tali Associazioni nei consultori del territorio regionale.

Rifiuti: Maria Luisa Paglia, Giunta Dipiazza alza bandiera bianca

Rifiuti: Maria Luisa Paglia, Giunta Dipiazza alza bandiera bianca

Dopo sette anni di centrodestra al comando, i numeri dell’assessore Babuder equivalgono a una bandiera bianca alzata sui rifiuti abbandonati e sui costi sostenuti per recuperarli. Non potendo scaricare il barile sulla Giunta Cosolini la colpa è del destino cinico e baro in combutta con i cittadini maleducati”.

Lo dichiara la segretaria del Pd provinciale di Trieste Maria Luisa Paglia, replicando all’assessore comunale alle Politiche del territorio Michele Babuder, il quale lamenta la quantità dei rifiuti abbandonati e i costi connessi per il recupero.
“Ricordo all’assessore Babuder che nella precedente consiliatura – puntualizza Paglia – da capogruppo Pd in V circoscrizione avevo sollecitato diverse volte il controllo della zona presentando diverse foto e la risposta fu che non ci sono abbastanza risorse per fare dei controlli e che non era pensabile di installare telecamere ad ogni angolo. A quanto pare la Giunta Dipiazza sta rivedendo le sue posizioni e, con ritardo, comincia ad ascoltare il Pd. Ma non si fermi agli annunci e vada fino in fondo, faccia un’informazione capillare, anche con volantini multilingui in tutte le buche della posta, con indicazioni chiare su come sbarazzarsi dei rifiuti ingombranti”.
“E siccome occorrono anche dei deterrenti per gli irriducibili del conferimento irregolare – aggiunge la segretaria dem – l’assessore potrà informarsi meglio e scoprire che oggi esistono dei sistemi di sorveglianza elettronica all’avanguardia, efficienti e poco costosi. Basta farsi un giro in qualche Comune della nostra regione per scoprire che le soluzioni ci sono”.

Pd Trieste, nel 2024 potrebbe cadere la Giunta Dipiazza

Pd Trieste, nel 2024 potrebbe cadere la Giunta Dipiazza

Tanti annunci ma Giunta assente su sanità, sicurezza e sport

Le elezioni europee ridefiniranno gli equilibri di forza dentro al centrodestra e nel 2024 le divisioni dentro la maggioranza potrebbero portare alla fine anticipata della giunta. Sono in molti che aspettano quel risultato. In ogni caso il 2024 sarà l’anno in cui verrà alla luce il grande bluff di annunci e promesse non mantenute: mercato ittico, acquario, lavori sul Canal grande, campus di via Rossetti, fino all’ovovia da cui risulterà evidente l’incapacità di portare a termine anche questa partita. Di fronte si trovano i cittadini organizzati come non mai in comitati e un’opposizione granitica e unica.

E’ la sintesi del consigliere comunale e già candidato sindaco di Trieste Francesco Russo, nella conferenza stampa del gruppo consiliare con la segretaria provinciale del partito Maria Luisa Paglia e il capogruppo Giovanni Barbo.
“Saremo sempre più il partito della gente normale, ancora di più sul territorio – ha annunciato Paglia – faremo nuove iniziative nelle piazze e nei rioni, e per stare ancora più vicini alle persone lanciamo un osservatorio permanente sul benessere e gli anziani, guidato da Roberto Decarli. Proseguiremo il dialogo avviato con le forze politiche d’opposizione all’interno e all’esterno del Consiglio comunale”.
“Assenza di apertura della giunta sui grandi temi – ha denunciato Barbo – dal Porto vecchio al turismo, che impatta sui cittadini senza che sia governato creando problemi di parcheggi e viabilità”. Indice puntato sulla disoccupazione e in particolare sulla sanità, dove il sindaco è “totalmente assente”.
La vicepresidente del Consiglio comunale Laura Famulari ha squadernato il dossier del Mercato coperto che “doveva chiudersi nel 2023” e solo ora “dopo anni di annunci, proclami e mille ipotesi sembra sia depositata una proposta, su cui chiediamo di essere coinvolti”. La rivitalizzazione di quell’area è stata collegata ai problemi di sicurezza dell’adiacente piazza Goldoni.
Sulla sicurezza ha insistito anche la consigliera Rosanna Pucci, la quale ha reso noto che “nel 2024 non ci saranno assunzioni per la Polizia locale, non c’è un report sulla funzionalità delle telecamere e sono insufficienti i fondi per l’illuminazione dei giardini”.
Criticità anche sul fronte scuole, mentre Luca Salvati ha lamentato le condizioni dell’impiantistica sportiva cui “la giunta non dà giusta attenzione” portando gli esempi di Chiarbola o San Giovanni, fermo da decenni, delle palestre Cobolli e del liceo Oberdan.
Dal consigliere Štefan Čok l’invito al sindaco di “non essere prigioniero di veti che provengono da pezzi sua maggioranza” dando riposte sulla sezione slovena dell’asilo di San Giovanni e trovando una soluzione all’area del poligono di tiro di Opicina, altamente simbolico. “Sarebbe importante – ha concluso il consigliere della minoranza slovena in relazione alla sospensione di Schengen – se anche da parte del Comune venisse un segno che la caduta dei confini è un punto di non ritorno. Ma finora non è stato possibile nemmeno citare il tema”.

Clima: Giovanni Barbo e Laura Famulari, Lobianco dia forza a proposte Pd

Clima: Giovanni Barbo e Laura Famulari, Lobianco dia forza a proposte Pd

Risorse vere devono venire da Regione e Governo.
Confidiamo che la voce di Lobianco sia ascoltata in maggioranza e dia forza alle proposte del Pd sull’emergenza climatica che colpisce sempre più la città e il territorio. La ragionevole proposta di un Piano regolatore di incidenza ambientale rende il consigliere Lobianco uno dei pochi esponenti del centrodestra locale che sembra interessato a intervenire preventivamente a tutela delle fragilità del nostro territorio”.
Lo affermano il capogruppo Pd e la vicepresidente del Consiglio comunale di Trieste Giovanni Barbo e Laura Famulari, in merito alla proposta del consigliere regionale Michele Lobianco (FI) di stesura di un piano di zonizzazione preliminare a interventi di protezione infrastrutturale.
“Siamo lontani anni luce – sottolinea Barbo – dall’assessore regionale all’Ambiente che solo pochi giorni prima dei recenti disastri, si scagliava contro l”estremismo ecologista’. E ancora più lontani dal sindaco che irrideva le disgrazie avvenute in altre regioni vantandosi che Trieste non ha problemi”.
Famulari ricorda come “era caduta nel nulla la nostra mozione dopo gli incendi estivi” e indica che tuttora “nel bilancio comunale sono state stanziate poche risorse per l’ambiente pur conoscendo le fragilità del territorio”.
“È doveroso usare le risorse per le riparazioni in emergenza della Protezione civile ma – puntualizza la consigliera dem – gli stanziamenti veri, ingenti, programmati e strutturali, devono venire da Regione e Governo. Busseremo anche a quelle porte. Sappiamo che dovremo convivere con piogge, innalzamento marino e delle temperature: muoviamoci”, conclude.
Recupero e riutilizzo dell’ex caserma Monte Cimone a Banne : un’interrogazione al sindaco Dipiazza

Recupero e riutilizzo dell’ex caserma Monte Cimone a Banne : un’interrogazione al sindaco Dipiazza

L’esperienza della pandemia sollecita l’introduzione di nuovi paradigmi nella gestione del territorio comunale, volti a superare lo stato di abbandono di parti importanti del patrimonio pubblico per rimetterle a disposizione della collettività.

Lo afferma la consigliera comunale del Pd, Valentina Repini, che attraverso la mozione intitolata

PER IL RISANAMENTO AMBIENTALE E LA FRUIZIONE SOCIALE DELL’AREA DELL’EX CASERMA MONTE CIMONE A BANNE (GIA’ TENUTA BIDISCHINI – BURGSTALLER),

discussa l’anno scorso in commissione e in attesa della discussione in aula, ha chiesto all’Amministrazione comunale di avviare l’iter per il recupero all’uso della comunità ed il riutilizzo del più grande dei siti abbandonati presenti sul territorio triestino, ovvero di definire le condizioni della sua sdemanializzazione e di realizzare uno studio di fattibilità sui costi della sua bonifica e riqualificazione, inclusa la verifica della congruità delle previsioni urbanistiche attualmente vigenti, e ciò al fine di poter accedere alle opportunità di finanziamento offerte dalla nuova programmazione regionale dei fondi strutturali e di investimento europei 2021 – 2027.

L’Agenzia del Demanio e diverse amministrazioni pubbliche – spiega –stanno gestendo il processo di recupero del patrimonio militare dismesso, nel duplice obiettivo di rendere queste aree punti di partenza per processi di rigenerazione e riqualificazione urbanistica e innescare, attraverso partnership e azioni coordinate, la valorizzazione di una parte importante del patrimonio pubblico.

Oggi -aggiunge- per la grande importanza del sito nel contesto naturale del Carso, un primo passo verso il superamento dello stato di abbandono dell’area dovrebbe essere rivolto in tempi più brevi a restituire all’uso pubblico almeno la sua parte boschiva.

L’attuale fase di programmazione regionale degli interventi del Fondo Europeo di Sviluppo Regionale 2021 – 2027 (POR FESR 2021 – 2027) prevede il finanziamento di

progetti di rigenerazione territoriale volti a realizzare obiettivi specifici quali la valorizzazione di alcuni luoghi simbolo della Regione, in chiave di rilancio turistico, combinato a interventi di valorizzazione territoriale …, interventi di rigenerazione territoriale imperniati sulla valorizzazione ambientale, in grado di attivare economie locali e coinvolgere le comunità” ed “iniziative di recupero di edifici pubblici in Aree Interne, al fine di rivitalizzazione del contesto sociale.

Pertanto – conclude Repini- l’interrogazione chiede di sapere se  l’Amministrazione comunale ha approfondito la questione con l’Agenzia del Demanio e con l’Amministrazione Regionale del Friuli Venezia Giulia come da impegni derivanti dalla mozione citata in premessa.

Famulari : sindaco Dipiazza assente su emergenza Covid

Famulari : sindaco Dipiazza assente su emergenza Covid

Ancora una volta il sindaco Dipiazza è assente e inerte di fronte all’emergenza Covid: il primo garante della salute dei triestini è stato messo sotto tutela dal prefetto e dal presidente della Regione.
Lo afferma la segretaria provinciale  Laura Famulari, dopo che, su invito del prefetto del capoluogo Valerio Valenti, il presidente Fvg Massimiliano Fedriga ha firmato un’ordinanza che impone la chiusura dei locali nel Comune dalle dalle ore 23.00 di oggi fino alle ore 5.00 di domani.
Per la segretaria:
è già gravissimo che il prefetto abbia dovuto intervenire sollecitando le Autorità locali a esercitare le loro prerogative ma ancor più preoccupante è il fatto che il sindaco non abbia fatto sentire la sua voce e non abbia fatto nulla. Quanto al vicesindaco che vorrebbe tenere più aperti i locali – aggiunge Famulari – pensi a impiegare la forza pubblica per controllare gli assembramenti piuttosto che quattro ambulanti di colore.
Famulari: Dipiazza chiarisca punti critici sul Piano pandemico

Famulari: Dipiazza chiarisca punti critici sul Piano pandemico

Il Piano pandemico anti-Covid da poco reso noto dall’assessore Riccardi arriva nel Consiglio comunale di Trieste.
In evidenza ci sono dei punti critici, già rilevati da alcuni tecnici, che hanno indicato come problematico il fatto che parte dell’attività chirurgica routinaria dei pazienti dell’area giuliana venga garantita dagli ospedali isontini. E poi il fatto che lo stato di emergenza rischia di interferire con i previsti lavori di ristrutturazione dell’ospedale di Cattinara.
E’ la segretaria provinciale del Pd Laura Famulari a coinvolgere direttamente il sindaco Dipiazza con una ‘domanda di attualità’ articolata, chiedendo al primo citttadino di dire in Aula
se sia stato messo al corrente delle motivazioni tecnico-scientifiche sulle quali si fondano le scelte della Regione e dell’Asugi.
Famulari nel suo documento ricorda che
nel Piano pandemico è stabilito che entrambi gli ospedali cittadini (Maggiore e Cattinara) siano ospedali Covid, mentre gli ospedali della stessa Azienda sanitaria (ASUGI) di Monfalcone e Gorizia non vengono destinati al trattamento di questi pazienti e rimangono no-Covid.
Ha già suscitato interrogativi e perplessità – evidenzia Famulari – la scelta che parte dell’attività chirurgica routinaria dei pazienti dell’area giuliana venga garantita dagli ospedali isontini, nel malaugurato caso di un innalzamento del livello ad una Fase pandemica. Nella prima fase dell’emergenza – spiega la segretaria dem – l’assessore Riccardi e Asugi hanno deciso, contrariamente a quanto indicato dal Ministero della Salute, di non avere un solo ospedale dedicato esclusivamente ai malati Covid, bensì due ospedali Covid, il Maggiore e Cattinara. Ora la scelta è che a Trieste ci sono solo ospedali Covid mentre per le attività di routine i triestini dovranno andare a Monfalcone o Gorizia, entrambi no-Covid.
Giunta Comunale immobile non valorizza Strada Costiera

Giunta Comunale immobile non valorizza Strada Costiera

E’ ormai la terza estate che tutti i problemi della Strada Costiera rimangono senza soluzione, il vicesindaco Polidori mantenga il suo impegno e porti in Consiglio comunale lo studio di fattibilità per la valorizzazione dell’arteria viaria.
E’ la denuncia della consigliera comunale Valentina Repini , che a settembre 2019 aveva presentato nella sesta commissione del Consiglio comunale di Trieste una mozione sul rilancio della panoramica via d’ingresso al capoluogo giuliano.
Dopo che nel 2018 il richiamo di Procura e Prefettura ha portato al rispetto delle normative sui parcheggi – ricorda la consigliera dem – è stata presentata una petizione con 400 firme e la prima circoscrizione ha fatto un importante lavoro sulle criticità emerse. E ancora un anno fa, approvata da tutte le forze politiche una mia mozione, il vicesindaco Polidori si era impegnato a portare in Consiglio comunale entro un mese uno studio di fattibilità per dare l’avvio al progetto di Strada Costiera turistica, attraverso il restringimento della carreggiata per il recupero di parcheggi e la realizzazione di una pista ciclabile.
Se il vicesindaco avesse mantenuto l’impegno ci sarebbe stata la possibilità di risolvere le criticità prima della stagione estiva ma – evidenzia Repini – malgrado le promesse nulla è stato fatto per andare incontro alle esigenze di residenti, bagnanti, turisti, ristoratori e agricoltori che hanno terreni in quella zona. Restano tutte da trovare le soluzioni al problema dei parcheggi, della ciclabile, del ripristino dei vecchi sentieri dal Carso al Mare e dell’avvio di servizi navetta
Coronavirus: Trieste, grazie a Pd in bilancio più risorse a aiuti alimentari

Coronavirus: Trieste, grazie a Pd in bilancio più risorse a aiuti alimentari

Con i nostri emendamenti al bilancio di previsione del Comune siamo riusciti a destinare risorse agli aiuti alimentari riducendo le trasferte degli assessori e destinando tutti i contributi ai gruppi consiliari”.

Lo rende noto la segretaria provinciale del Pd di Trieste Laura Famulari, all’indomani dell’approvazione del bilancio del Comune di Trieste, con l’astensione del gruppo dei democratici.

Lasciamo agli atti la nostra richiesta – indica Famulari – che si velocizzi il passaggio dalla messa a bilancio di un lavoro pubblico alla sua messa in cantiere, perché a fronte di tanti annunci ancora poco si vede. E intanto le imprese edili arrancano e con loro lavoratori e indotto. Si trattava di un bilancio già vecchio – spiega Famulari – preparato prima che ci trovassimo nella situazione delle ultime settimane, quindi sarebbe stato utile dare più tempo al Consiglio per costruire un bilancio più aderente alla realtà in termini di entrate previste e le spese necessarie a ripartire. Abbiamo tuttavia fatto la nostra parte, insistendo affinché i fornitori di servizi già assegnati e i beneficiari di contributi vengano pagati rapidamente dal Comune”.
Porti: Serracchiani, pdl taglia tasse a scalo Trieste

Porti: Serracchiani, pdl taglia tasse a scalo Trieste

I porti sono un volano di sviluppo incredibile e il porto di Trieste forse lo è più di altri. La mia proposta di legge sancisce che qui si possono pagare meno tasse, si possa sfruttare appieno il porto Franco internazionale che permette di fare lavorazioni di merci nell’area portuale in condizioni vantaggiose, e avere più posti di lavoro con buste paga più pesanti. La proposta parte da Trieste ma interessa il sistema portuale italiano, con cui bisogna fare alleanze.

Così la deputata Debora Serracchiani ha sintetizzato gli obiettivi di una sua proposta di legge, presentata oggi a Trieste alle categorie e agli operatori portuali.

Evidenziando che

è una legge di prospettiva che contiene parti immediatamente recepibili all’interno di altri dispositivi legislativi, ad esempio per quanto riguarda la detassazione sul lavoro,

la parlamentare ha reso nota l’esistenza di un “supporto dei ministri dello Sviluppo economico e dell’Economia”.
La proposta di legge, ha spiegato Serracchiani,

prevede la possibilità di effettuare la cessione di merci e le connesse prestazioni di servizi in esenzione dall’Iva.

Ci sono poi

un’interpretazione autentica, che ripristina l’esenzione dall’Imu, della normativa in materia di classificazione di immobili ubicati nelle aree portuali, nei punti franchi del porto di Trieste e nelle zone economiche speciali (Zes)- e  – l’istituzione di una Zes per agevolare l’insediamento delle attività produttive all’interno del porto e vantaggi infrastrutturali, che – ha precisato Serracchiani – è ‘un di più’ che inseriamo in una fase di transizione.

Va infine in applicazione dell’Allegato VIII del Trattato di pace di Parigi del ’47 l’articolo della pdl che prevede

agevolazioni in materia di lavoro nell’area portuale, laddove si dispongono un beneficio contributivo di 3mila euro annui per tre anni a chi fa nuove assunzioni, e una detassazione dei redditi da lavoro pari a 7500 euro.

La parlamentare ha indicato che

va fatto un lavoro estenuante e determinato sull’Agenzia delle dogane e su tutte le agenzie dello Stato che hanno a che fare con il porto. Questa attenzione deve essere di tutti: noi faremo la nostra parte ma abbiamo bisogno di un supporto forte da parte di tutto il territorio. Dobbiamo spiegare cos’è il porto di Trieste fuori dai nostri confini e soprattutto far capire che – ha concluso – ci stiamo occupando di tutta la portualità italiana e non solo di Trieste