Cabinovia e linea ferroviaria. Trasparenza su potenziali rischi di interferenza

Cabinovia e linea ferroviaria. Trasparenza su potenziali rischi di interferenza

Si è tenuta oggi, 26 aprile, la conferenza stampa organizzata dal Comitato no Ovovia per segnalare a RFI e ANSFISA i potenziali rischi di interferenza della cabinovia con la linea ferroviaria, anche a causa del rischio geologico del sito dove è previsto uno dei piloni.

Con le evidenze emerse dai nuovi studi sui rischi connessi con le interferenze della cabinovia sulla linea ferroviaria, diventa sempre più preoccupante la possibile realizzazione del progetto quando, oltre alle conseguenze sugli aspetti ambientali e di sostenibilità economica, ora entriamo in una zona rossa di rischi legati alla sicurezza e all’isolamento del nostro territorio dai collegamenti tranviari con le ripercussioni gravissime che questo può avere per la nostra città e per il Porto.”
afferma la vicepresidente del consiglio comunale, Laura Famulari, presente alla conferenza.
E aggiunge: “Con questa evidenza si dimostra ancora una volta come il Sindaco e la sua giunta portino avanti il progetto senza tener conto degli studi e verifiche necessarie richieste dalla popolazione attraverso il comitato e forse sottovalutando tanti, troppi aspetti. Appare poca trasparenza in tutto il percorso, tutti i gruppi hanno fatto svariate interrogazioni, mozioni, richieste e sostanzialmente non abbiamo ricevuto risposte, molti documenti non sono stati palesati, come quelli che sono stati resi pubblici grazie al lavoro del Vicepresidente del Consiglio regionale Francesco Russo.”
Conclude Famulari: “Attendiamo quindi ansiosi di conoscere la posizione che vorranno prendere gli Enti avvisati, qualora si superasse gli attuali scogli di un parere comunque negativo sulla VAS (Valutazione Ambientale Strategica), e sulle misure molto controverse di compensazione della VINCA (Valutazione di Incidenza Ambientale).”

Alla conferenza è intervenuta anche la deputata Debora Serracchiani, che aveva incontrato il Comitato qualche mese fa e aveva suggerito in quella sede di far arrivare lo studio tecnico a RFI e Ansfisa:

L’opera è costata fino a oggi 1.379.579 euro: sarebbe interessante capire come sono stati rendicontati, visto che alla fine abbiamo il no della sovraintendenza, il no della sovraintendenza speciale istituita sui fondi del PNRR, come anche il no sulla possibile compatibilità con il piano paesaggistico regionale. Dopo il grande lavoro fatto in questi anni dal Comitato, dalle opposizioni in consiglio comunale e regionale, credo siamo ora al momento più importante: adesso la responsabilità non è più soltanto del Comune ma è soprattutto delle altre istituzioni, in primis della Regione e anche del Ministero, ora il progetto o va avanti o finisce.”

Continua: “Personalmente ho depositato 3 interrogazioni 10 giorni fa: una al Ministero dell’ambiente, che dovrà dire il “sì” forse più importante alla fine del processo autorizzativo che si farà in Regione, un’altra al Ministero della cultura, dal quale dipendono tutte le sovraintendenze, e quindi al quale il “no” della sovraintendenza speciale del PNRR dovrebbe interessare, a un’ultima al Ministero delle infrastrutture che fornisce i fondi.”

25 aprile: giorno di memoria e impegno per la libertà e la democrazia

25 aprile: giorno di memoria e impegno per la libertà e la democrazia

Il 25 aprile rappresenta una pietra miliare nella storia del nostro Paese, un simbolo di resistenza e di liberazione dall’oppressione nazifascista, un momento in cui l’Italia ha abbracciato i valori fondamentali della democrazia.

È un dovere morale per tutti noi onorare la memoria di coloro che hanno sacrificato le proprie vite per la libertà e la democrazia. Dobbiamo impegnarci senza riserve affinché simili tragedie non si ripetano mai più. Non possiamo permettere che il ricordo di questi avvenimenti cruciali sfumi nel tempo o venga distorto dalla manipolazione politica o dalla totale ignoranza dei fatti.

Il 25 aprile non è solo una data nel calendario, ma una tappa cruciale nella nostra storia nazionale. È il momento in cui abbiamo abbandonato lo status di sudditi per abbracciare appieno il ruolo di cittadine e cittadini consapevoli e responsabili della nostra nazione.

Dobbiamo preservare e difendere il significato di questa giornata, non solo per onorare il passato, ma anche per garantire un futuro di pace, democrazia e giustizia per le generazioni a venire. Il 25 aprile è un richiamo costante alla nostra responsabilità di custodi della libertà e della democrazia, e una promessa solenne di non dimenticare mai il prezzo pagato per conquistarle.”

Così Maria Luisa Paglia, segretaria del PD Trieste.

Antiabortisti nei consultori, un nuovo attacco alle donne. Mozione urgente

Antiabortisti nei consultori, un nuovo attacco alle donne. Mozione urgente

Lo scorso martedì è stata approvata in fretta e furia e inserita senza dibattito nel brevissimo iter di esame del provvedimento in commissione una norma con il solo scopo di fare entrare nei consultori associazioni antiabortiste.

La stessa legge 194/78 sull’interruzione volontaria di gravidanza prevede già che i consultori possano avvalersi della «collaborazione volontaria di idonee formazioni sociali di base e di associazioni del volontariato, che possano anche aiutare la maternità difficile dopo la nascita».

È evidente che lo scopo sia quello di garantire un finanziamento pubblico a realtà vicine al governo: quelle contro l’aborto.

Lo dichiarano congiuntamente Monica Hrovatin, portavoce Donne Democratiche Trieste e Maria Luisa Paglia Segretaria provinciale PD Trieste.

Riteniamo si tratti di un attacco ai principi fondamentali della Legge 194 se, in un Paese come l’Italia dove il tasso di accesso all’aborto è tra i più bassi a livello globale, dove l’obiezione di coscienza è garantita dalla legge e in alcune regioni non si trovano medici non obiettori nelle strutture pubbliche, dove servirebbero più risorse per potenziare e riqualificare l’attività dei consultori, il Governo piazza i volontari anti-aborto nei consultori femminili. 

E lo fa con i fondi del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr), continuando a sottrarre risorse alla sanità pubblica, che potrebbero invece essere indirizzate ad attuare soluzioni per migliorare interi settori della sanità come quella delle lunghe liste di attesa per visite specialistiche.

Ci opporremo con fermezza in difesa del diritto delle donne di decidere del loro corpo, diritto conquistato grazie alla determinazione delle donne italiane, che, evidentemente, non possiamo dare ancora per acquisito.

Per questo, i consiglieri del PD con Laura Famulari prima firmataria, in data 18 aprile 2024, hanno presentato una mozione urgente, chiedendo che risorse pubbliche non vengano destinate al finanziamento delle associazioni che dovessero intervenire nei consultori pubblici per favorire l’applicazione di questa nuova norma.

Mozione urgente in difesa della Legge 194

Premesso che:

  • Il 12 aprile la Commissione Bilancio della Camera ha approvato il disegno di legge per la conversione in legge del decreto 2 marzo 2024, n. 19  “Pnrr-quater” che contiene una serie di misure per l’attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza. 
  • nel testo definitivo, all’articolo 44-quinquies, è stato inserito un emendamento, presentato dal Deputato Lorenzo  Malagola del gruppo parlamentare di Fratelli d’Italia,  approvato con voto di fiducia richiesto dal Governo, che recita : «Le Regioni organizzano i servizi consultoriali nell’ambito della Missione 6, Componente 1, del Pnrr e possono avvalersi, senza nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica, anche del coinvolgimento di soggetti del Terzo settore che abbiano una qualificata esperienza nel sostegno alla maternità».
  •  l’articolo 3 della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea stabilisce che ogni individuo ha diritto alla propria integrità fisica e psichica;
  •  l’articolo 32, comma 2, della Costituzione stabilisce che la legge in nessun caso può violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana, cosicché neanche il Parlamento all’unanimità potrebbe imporre ad alcuno qualcosa che violi il rispetto della sua persona;
  •   la Corte costituzionale, nella sentenza numero 438 del 2008, ha affermato che il diritto del paziente al consenso informato è sintesi di due diritti fondamentali della persona: quello alla salute e quello all’autodeterminazione, al fine di garantire la libera e consapevole scelta da parte del paziente e, contestualmente, la sua stessa libertà personale conformemente all’art. 32, comma 2, della Costituzione;
  • nel caso del diritto alla salute o di altri diritti essenziali di pari rango a causa del loro carattere essenziale di inerenza alla persona che essi rivestono, la rilevanza centrale del principio di autodeterminazione vale a qualificarli come veri e proprio diritti di libertà.
  • l’articolo 2 della legge 194/1978, che quest’anno compie 46 anni, recita: “I consultori familiari assistono la donna in stato di gravidanza: a) informandola sui diritti a lei spettanti […] e sui servizi sociali, sanitari e assistenziali concretamente offerti dalle strutture operanti nel territorio; b) informandola sulle modalità idonee a ottenere il rispetto delle norme della legislazione sul lavoro a tutela della gestante; d) contribuendo a far superare le cause che potrebbero indurre la donna all’interruzione della gravidanza. I consultori sulla base di appositi regolamenti o convenzioni possono avvalersi, per i fini previsti dalla legge, della collaborazione volontaria di idonee formazioni sociali di base e di associazioni del volontariato, che possono anche aiutare la maternità difficile dopo la nascita”.
  • Il Decreto legislativo 196/2003 relativo alla tutela della riservatezza dei dati personali, prevede che, per la sanità, la privacy entra in gioco in diverse situazioni. Oltre al trattamento dei dati personali, infatti, è importante che vengano garantiti la riservatezza durante i colloqui, la distanza di cortesia e che le notizie al pronto soccorso o nei reparti (sulla presenza o meno di una persona) vengano date solamente a persone legittimate (es. famigliari e conoscenti) previo accordo con l’interessato.

Considerato che:

  •  la maggioranza di governo e parlamentare non dovrebbe intervenire al fine di sostituire le proprie decisioni a quelle libere e consapevoli dell’interessato, mentre devono intervenire al fine di favorire e assicurare il rispetto di tali libere decisioni.
  • dopo un lungo iter, il Congresso francese ha approvato il progetto di legge firmato da Emmanuel Macron per riconoscere nella Costituzione la libertà garantita ad ogni donna di accedere all’interruzione volontaria di gravidanza.
  • il Parlamento europeo pochi giorni fa ha votato a favore dell’inserimento  della interruzione di gravidanza nella Carta dei Diritti fondamentali della Unione Europea;
  • l’approvazione dell’emendamento del deputato Malagola consentirà alla Associazioni anti abortiste di presidiare i consultori pubblici dove le donne si recano per avviare le pratiche di interruzione della gravidanza violando il loro diritto alla riservatezza e alla autodeterminazione in tema di maternità consapevole.
  • I consultori fanno prevenzione finalizzata alla salute riproduttiva per le gravidanze consapevoli e danno sostegno psicologico informato e assistenza medica alla libera decisione in merito al proseguimento o alla interruzione della gravidanza.

Il Consiglio Comunale: 

esprime la sua ferma disapprovazione per una Norma che considera una vera e propria minaccia alla libertà delle donne e un attacco ben specifico alla laicità delle Istituzioni pubbliche;

invita il Presidente della Giunta Regionale e l’Assessore competente a non favorire chi si oppone all’applicazione delle Norme che ledono il diritto delle donne, delle coppie e delle famiglie ad una decisione libera anche da impropri condizionamenti, informata, consapevole e autonoma e dunque di non favorire la presenza di tali Associazioni nei consultori del territorio regionale.

Ovovia, Debora Serracchiani interroga il Governo

Ovovia, Debora Serracchiani interroga il Governo

Testo dell’interrogazione a risposta orale ai Ministri della Cultura e delle Infrastrutture e dell’Ambiente

Premesso che:

  • Con decreto n. 448 del 16 novembre 2021 del Ministero delle infrastrutture è stato finanziato il progetto relativo alla cabinovia metropolitana Trieste- Porto vecchio- Carso;
  • Suddetto progetto si articola su due tratte, la prima da Opicina a Bovedo e la seconda da Bovedo a Trieste, con la previsione di quattro stazioni: Opicina, Bovedo, Porto vecchio e Trieste al Porto;
  • Nell’ottobre del 2022 la competente Soprintendenza esprime parere negativo alla richiesta di adeguamento al PPR della Variante al Piano Regolatore Generale comunale di livello c;
  • La Soprintendenza invia suddetto parere alla Conferenza di servizi evidenziando le numerose criticità registrate, sia per quel che riguarda l’impatto dell’intervento nell’ambito delle aree tutelate, sia per la compatibilità dello stesso rispetto ai numerosi provvedimenti di tutela diretta e indiretta riguardanti l’area e le relative prescrizioni;
  • A seguito di ulteriore richiesta di parere da parte del Comune di Trieste, la Soprintendenza rilascia, nel novembre 2022, parere positivo con prescrizioni;
  • In sede di Conferenza di servizi per il Progetto di fattibilità tecnica ed economica integrato ai fini dell’affidamento congiunto di progettazione ed esecuzione dei lavori del parco lineare verde di archeologia industriale, la Soprintendenza rilasciava un parere nel quale evidenziava l’esistenza di numerose criticità concernente il progetto di cabinovia, in particolare nel tratto del Porto vecchio;
  • Nell’aprile del 2023 la Soprintendenza speciale PNRR, insediata presso il Ministero della Cultura, rilasciava parere non favorevole nell’ambito della consultazione VAS al PRG del Comune denominato “Accesso nord: mobilità sistematica e turistica”, confermando, di fatto, lo stesso parere formulato dalla Soprintendenza;
  • Con verbale n. 10 del 18 settembre 2023 i comitati tecnico scientifici della DG archeologia belle arti e paesaggio del Ministero esprimevano numerose e rilevanti perplessità relative al progetto auspicando una revisione del progetto in questione

Si chiede pertanto ai ministri interrogati qual è attualmente lo stato dell’opera in oggetto, a che punto è il procedimento relativo alla Vas, in particolare, quali sono gli intendimenti generali del Governo, alla luce del parere negativo della Soprintendenza e della Soprintendenza speciale PNR.R e se intendano proseguire nella realizzazione della cabinovia metropolitana Trieste- Porto vecchio- Carso.

 

Sicurezza: è ora di affrontare seriamente il problema, a tutti i livelli

Sicurezza: è ora di affrontare seriamente il problema, a tutti i livelli

In merito all’accoltellamento avvenuto in una scuola superiore di Trieste tra ragazzi quindicenni, ci sentiamo di esprimere la nostra più profonda preoccupazione per il ripetersi di questi episodi e l’assenza di iniziative concrete per porvi rimedio, a tutti i livelli.

Lo dichiarano Michele Tarlao, coordinatore del Forum Sicurezza e Coesione Sociale del PD di Trieste e Maria Luisa Paglia, segretaria provinciale del PD, commentando i fatti di questa mattina.

Uno degli assi portanti dell’impegno del PD è sempre stato migliorare la sicurezza delle nostre strade, anche attraverso la riduzione della cosiddetta “criminalità da coltello”.

Si tratta di un progetto che non può essere risolto solo dalle “agenzie di sicurezza” o dalla sola legislazione, ma dall’azione mirata, coordinata e congiunta di tutti i diversi attori coinvolti: polizia, servizi per i giovani, servizi sociali, fornitori di servizi di salute mentale, scuole, aziende tecnologiche, supporto alle famiglie, tribunali per i minorenni, e il ruolo chiave svolto dalle organizzazioni/associazioni caritatevoli e comunitarie che possono fornire un intervento tempestivo e precoce sul territorio.

I nostri obiettivi sono contrasto alla “criminalità da coltello” e lotta alle cause di questo tipo di reati, da ottenersi tramite punizione rapida con un’applicazione più efficace delle norme esistenti e, prima di tutto, tramite prevenzione, devono essere affrontate le cause di questo tipo di criminalità in modo precoce e sistematico, prevenendo l’attrazione dei giovani per questi crimini, individuando le persone più a rischio di esservi coinvolte e creando un pacchetto di sostegno che impedisca loro di prendere in mano un’arma.

Sicuramente vanno rinforzate le leggi esistenti anche per reprimere la vendita incontrollata di questo tipo di armi.

Finora il Governo, la Regione, il Comune, con messaggi allarmistici di varia natura che hanno contribuito a innalzare la percezione di insicurezza dei cittadini, hanno promesso di risolvere il problema della sicurezza. È ora che si diano da fare per affrontare seriamente il problema, a tutti i livelli.

Ostello Scout per i migranti del silos: Dipiazza e la Giunta comunale continuano a vendere fumo!

Ostello Scout per i migranti del silos: Dipiazza e la Giunta comunale continuano a vendere fumo!

Servono trasparenza e soluzioni concrete!

Rispetto alla “soluzione” annunciata dalla Giunta comunale in merito all’accoglienza dei migranti, attualmente alloggiati presso il Silos tra topi e fango,  Maria Luisa Paglia, Segretaria provinciale del PD di Trieste ricorda che:

lo spazio dell’Ostello scout è stato dedicato come dormitorio già dal 2020. Da allora ha continuato a funzionare come tale senza alcuna interruzione. La soluzione per l’emergenza dovrebbe essere quella di aprire lo spazio sito in via Gioia come dormitorio di bassa soglia per i transitanti, su cui ci fu un iniziale accordo con il sindaco, poi mandato all’aria probabilmente da qualcuno dei suoi alleati.

Il percorso adeguato dovrebbe essere quello di convocare un tavolo tra prefetto e amministratori locali per tenere in considerazione anche quanto indicato dai residenti alla sindaca di Sgonico Monica Hrovatin.
Criticità evidenti sulle quali si possono prevedere soluzioni concrete. Potenziare l’illuminazione per salvaguardare l’incolumità di chi cammina per la strada locale durante la sera e conseguentemente tutelare gli automobilisti che la percorrono.

Potenziare le corse dei bus, anche in alcune ore della giornata, affinché non ci sia disagio per gli studenti, i residenti e chi obbligatoriamente deve recarsi in città presso Caritas o questura.
Potenziare il numero degli educatori per attivare percorsi di studio della lingua e del territorio per facilitare l’apprendimento della cultura e usi locali ed evitare inutili attriti e diffidenze reciproche.

Le soluzioni non si assumono senza l’ascolto del territorio e di chi li rappresenta, è questo il ruolo degli amministratori ed è su questo che dovrebbe impegnarsi la Giunta comunale di Trieste.

Non serve vendere fumo per evitare nell’immediato che personalità nazionali possano vedere con i loro occhi una situazione di gravissimo disagio indotta ed aggravata dalla scelta deliberata di non agire da parte della Giunta di Trieste e del Sindaco Dipiazza, un atteggiamento che è una precisa scelta politica e che perdura ormai da sette anni.

 

Porto Vecchio: Giovanni Barbo (Pd), non solo due chiacchiere con Toti

Porto Vecchio: Giovanni Barbo (Pd), non solo due chiacchiere con Toti

“Speriamo sinceramente che serva a qualcosa di concreto la task force guidata dal sindaco e dall’assessore al Bilancio fino ai lidi di Cannes alla ricerca di investitori sul Porto Vecchio, non solo a fare due chiacchiere con il governatore Toti. Perché finora di chiacchiere abbiamo fatto il pieno.
Noi continuiamo ad auspicare che dopo anni si sblocchi una situazione di cui non si vede la fine e neanche l’inizio. Fin qui l’unica operazione messa sulla carta è il discutibile spostamento degli uffici regionali”.
Lo dichiara il capogruppo Pd Giovanni Barbo, commentando la notizia che il sindaco Roberto Dipiazza ha presentato il progetto di Porto Vecchio al presidente della Regione Liguria Giovanni Toti.
“Sarebbe da chiedere al sindaco – incalza il capogruppo dem – che fine ha fatto l’investimento da 800 milioni sbandierato come imminente dall’assessore al Bilancio. Oppure se siano evaporate le varie dichiarazioni in aula in cui si parlava di chiusura imminente di un accordo con un investitore rimasto top secret. Se sindaco e assessore dopo un anno tornano al mercato immobiliare, l’impressione e la preoccupazione è che siamo punto e a capo, e che il destino di Porto Vecchio è nelle mani di una Giunta del tutto incapace. Il principale fulcro dello sviluppo della città del futuro – conclude Barbo – è abbandonato a se stesso”.

Disabili: Pd Trieste, mozione urgente per fondi FAP in ritardo

Disabili: Pd Trieste, mozione urgente per fondi FAP in ritardo

Il Sindaco e la Giunta anticipino con la liquidità del Comune di Trieste il pagamento delle somme necessarie a coprire le spese coperte dal Fondo per l’Autonomia Possibile (FAP) la cui erogazione è in ritardo e obbliga le famiglie beneficiarie a sopperire con risorse proprie.
Ciò tenendo presente che spesso si tratta di famiglie fragili con un familiare affetto da una grave o gravissima disabilità che non possono interrompere i servizi di assistenza”.
E’ quanto chiede una mozione urgente del gruppo Pd in Consiglio comunale, a prima firma della vicepresidente dell’assemblea Laura Famulari e sottoscritto da tutti componenti.
“L’intervento del Comune dovrebbe essere attivato – spiega Famulari – in attesa che gli enti responsabili aggiornino le pratiche alla nuova normativa entro marzo per poi rendere il servizio nuovamente operativo da aprile, quando verranno erogati anche i valori retroattivi”.
“La nostra richiesta fa seguito alle segnalazioni di cittadini ricevute attraverso l’Osservatorio permanente Salute e welfare del Pd provinciale ma – puntualizza la consigliera dem – il problema ha evidentemente un peso e un’incidenza che prescinde da qualunque valutazione politica. Importante è fare qualcosa per chi è in difficoltà in questo momento”.

Pd: Maria Luisa Paglia, partono Forum aperti a confronto e proposte

Pd: Maria Luisa Paglia, partono Forum aperti a confronto e proposte

Mandler: saranno cuore pulsante del partito

“Avviamo in forma organica e strutturata i Forum tematici del Pd di Trieste. Partono con grande slancio e nuovi volti spazi aperti e liberi di confronto e costruzione programmatica, dove gli iscritti al partito, i sostenitori non iscritti, gli elettori e i cittadini senza nessuna etichetta possono partecipare e contribuire alla costruzione di visioni e iniziative concrete su specifici temi di interesse pubblico”.

Così la segretaria del Pd di Trieste Maria Luisa Paglia ha annunciato oggi, nel corso di una conferenza stampa dedicata alla presentazione dei Forum Tematici del partito e dei loro coordinatori, con la partecipazione di Manuela Mandler che è stata delegata al coordinamento dei forum nella segreteria provinciale.
“Vogliamo favorire la formazione e l’informazione – ha precisato la segretaria dem – promuovere la partecipazione attiva, costruire azioni concrete, coinvolgere e allargare senza filtri nella costruzione del programma per le prossime elezioni comunali. Sono soddisfatta del mix di nomi noti e volti nuovi – ha aggiunto – alla guida di questi tavoli di lavoro”.
I coordinatori e i forum sono: Sergio Persoglia per Ambiente e scienza, Nicola Cernigoi per Comunicazione politica e nuovi media, Sabrina Morena per la Cultura, Štefan Čok per la Formazione politica, Roberto Zingirian e Daniele Vatta per Lavoro e sviluppo economico, Roberto Decarli per Maturità e benessere attivo, Alberto Fileti per Normative, procedure e attività di governo degli Enti locali, Paolo Peretti al Porto e trasporti, Flavio Paoletti per Salute e Welfare, Michele Tarlao per Sicurezza e coesione sociale, Andrea Boltar allo Sport. Sono in via di attivazione i forum dedicati a Immigrazione e accoglienza e alla Scuola.
“Sviluppare e coordinare 13 forum è una grande sfida”, ha detto Mandler, puntualizzando che avrà “un ruolo di supporto, stimolo, promozione e connessione fra i vari forum, fra loro e il partito e i nostri rappresentanti istituzionali ai vari livelli. L’obiettivo è che diventino il cuore pulsante del Partito democratico di Trieste”.

Disabili: Pd Trieste, in ritardo assegni Fondo autonomia possibile

Disabili: Pd Trieste, in ritardo assegni Fondo autonomia possibile

Si moltiplicano le segnalazioni di ritardi nei pagamenti degli assegni del Fondo per l’Autonomia Possibile (FAP) alle famiglie fragili con componenti in condizione di gravissima disabilità. Due mesi senza ricevere le somme relative a sussidi fondamentali in situazioni di gravità non sono gestibili da tutte le famiglie, soprattutto da quelle con maggiore fragilità economica.
Il FAP infatti va a coprire parte dei costi relativi ad uno specifico progetto creato sulle necessità del beneficiario e i costi del progetto continuano a pesare anche in questi mesi di mancato finanziamento”.
L’allarme è rilanciato dal Pd di Trieste, che sta ricevendo segnalazioni di cittadini, attraverso l’Osservatorio permanente Salute e welfare del partito provinciale, riguardo ritardi nelle erogazioni del Fondo per l’autonomia possibile (FAP), un intervento economico rivolto a persone che, per la loro condizione di non autosufficienza, non possono provvedere alla cura della propria persona e mantenere una normale vita di relazione senza l’aiuto determinante di altri.
La segretaria provinciale Maria Luisa Paglia assicura che “saranno attivati anche i consiglieri comunali dem in modo da coinvolgere e sensibilizzare il Comune nel suo complesso su questo problema estremamente concreto”.
“Le famiglie – riferisce il coordinatore del Forum Flavio Paoletti – ci dicono che il ritardo è dovuto al fatto che gli enti responsabili aggiorneranno le pratiche alla nuova normativa entro il mese di marzo per poi rendere il servizio nuovamente operativo da aprile, quando verranno erogati anche i valori retroattivi. A un occhio esterno due mesi possono sembrare pochi ma non è così: le famiglie devono pagare e arrangiarsi per due mesi a causa di problemi organizzativi della macchina regionale e comunale”.
“I valori percepiti dai beneficiari dovrebbero mantenersi stabili o saranno rivisti al rialzo ma – precisa Paoletti – il vero problema è che la platea di beneficiari del fondo gravi gravissimi e FAP, è costituita spesso da famiglie fragili con un familiare affetto da una grave o gravissima disabilità che non possono interrompere i servizi di assistenza, in attesa di ricevere i fondi che sembra arriveranno appena tra due mesi”.