Barbo, chiarire costi e ricavi mostra Frieda Kalho
Pucci (Pd), ok mensa alla “Dardi”, ora tocca al giardino
Barbo (Pd), incontrare in capigruppo sindacati Cartubi
“Il licenziamento di nove lavoratori di una società che non è in crisi ma vuole procedere a una ristrutturazione industriale deve essere preso in carico anche dal Comune di Trieste, perciò chiediamo che i sindacati siano invitati nella capigruppo. Non vorremmo che i nove della Cartubi aprano la strada ad altri licenziamenti, a difendere i posti di lavoro dev’esserci tutta la città”. Lo dichiara il consigliere comunale e vicesegretario Pd di Trieste Giovanni Barbo, dopo l’annuncio che la Cantieri navali Cartubi srl, sita nell’ex Arsenale di via von Bruck, licenzierà nove addetti per riorganizzare le attività produttive.
“Il Pd ha chiesto più volte che il tema delle crisi e delle riconversioni industriali venisse messo all’ordine del giorno – ricorda il consigliere dem – delle commissioni e del Consiglio comunale, ma dalla giunta Dipiazza solo silenzio. Ora bisogna prevenire per evitare che comincino anche nella nostra città le perdite di posti di lavoro già viste in altre parti d’Italia: il Comune pretenda che si rispetti scrupolosamente quanto contenuto nell’accordo sottoscritto a giugno tra il Governo, i sindacati e le associazioni delle imprese che – ribadisce Barbo – impegna le aziende a esaurire tutti gli ammortizzatori sociali a disposizione prima di procedere alla risoluzione dei rapporti di lavoro”.
A Trieste ci vuole un «Cineporto»: spazio dedicato alla fabbrica dei film in Porto Vecchio
La realizzazione di un ‘cineporto’ in Porto Vecchio porterebbe notevoli ricadute economiche e culturali a Trieste, facendo compiere un ulteriore salto al settore della produzione cinematografica, già trainato dall’eccellente lavoro della FVG Film Commission e del Fondo Regionale per l’Audiovisivo. La location sarebbe ideale per la logistica, con magazzini e ampi spazi di manovra per i camion delle produzioni, e al tempo stesso facile da raggiungere per l’utenza di iniziative culturali”.
L’industria cinematografica si sta riprendendo dal periodo pandemico e ciò viene confermato – indica Coricciati – anche dal fatto che in questi giorni stanno ripartendo le riprese di film e serie tv a Trieste, dove per tutto l’anno sono calendarizzati set, con positivo indotto per la città. Il Pd sostiene la creazione di infrastrutture che favoriscono questo settore, puntando ad abbinare l’offerta turistica della città alle attività e ai prodotti delle industrie culturali e creative del settore cinematografico”.
In Italia abbiamo esempi di cineporti in Piemonte e Puglia che – aggiunge Barbo – hanno incentivato lo sviluppo della filiera produttiva e le possibilità di intensificare l’attività di promozione cinematografica e lo scambio con il mondo dell’imprenditoria. A Trieste abbiamo una tradizione consolidata, gli spazi e l’opportunità: non perdiamo l’occasione”.
Scuola: servizi integrativi con stesse rette e meno posti
“Da assessore Brandi nessuna volontà di garantire continuità a SIS”
Nota del Gruppo Pd nel sesto Consiglio circoscrizionale
In data mercoledì 2 settembre 2020 si è tenuta la seduta di Consiglio della VI Circoscrizione, alla presenza dell’assessore Brandi, con all’ordine del giorno l’unico punto “il nuovo anno scolastico”.
L’assessore Brandi con delega all’Educazione e alla scuola, ma anche al Decentramento, ha chiesto che l’incontro avvenisse a porte chiuse, violando gli articoli n. 1 e n. 14 del regolamento riguardante il funzionamento delle Circoscrizioni che recitano rispettivamente che “Il Consiglio circoscrizionale è strumento di partecipazione dei cittadini alla vita pubblica” e che “le sedute dei Consigli circoscrizionali
sono pubbliche”. Così facendo l’assessore si è poi sottratto ai primi doveri di un pubblico amministratore: il confronto con i cittadini e i soggetti coinvolti nella questione, nello specifico famiglie e scuole. Nonostante questo, come gruppo PD della VI Circoscrizione abbiamo partecipato alla seduta con senso di responsabilità e secondo il mandato affidatoci dai cittadini.
A fine incontro il nostro disappunto si è trasformato in profonda delusione date le risposte evasive e non esaustive forniteci dall’Assessore, nonché per la mancanza di volontà di adoperarsi affinché in particolare il servizio di pre-accoglimento previsto con il SIS, indispensabile per molte famiglie, possa trovare continuità.
Ancora: le rette del SIS continueranno ad essere le stesse, nonostante il servizio ridotto, e i ricreatori non potranno accogliere lo stesso numero di bambini dell’anno scorso.
Questi elencati sono solo alcuni dei disagi cui le famiglie andranno incontro con l’inizio del nuovo anno scolastico.
Invitiamo l’Amministrazione Dipiazza a fare molto di più, stipulando accordi con il territorio per poter usufruire di ulteriori spazi, garantendo l’accesso ai ricreatori allo stesso numero di bambini degli anni passati con un numero congruo di educatori, attivandosi per garantire alle famiglie il servizio di pre-accoglimento presso gli istituti scolastici che abbiano spazi idonei (come da richiesta delle famiglie dell’Istituto IQBAL MASIH).
Ci permettiamo infine di invitare l’Amministrazione a collaborare con la Regione, referente per gli istituti superiori, coordinandosi per non lasciare inutilizzati spazi che potrebbero essere indispensabili a scongiurare la didattica a distanza in un periodo di non emergenza.
Un’amministrazione che si è sempre dichiarata dalla parte dei cittadini ha l’obbligo di dare maggiori risposte ai cittadini stessi e alle famiglie. E di rassicurarli, non negandosi al confronto pubblico.
Luca Salvati, Sandra di Febo, Gentian Metani e Elisabetta Schiavon
Partito Democratico della sesta Circoscrizione
Forum Cultura: il report degli incontri del 19/12/2019 e 1/2/2020
Il Forum Cultura si è riunito il 19 dicembre e il I febbraio 2020: la responsabile Marina Coricciatti riassume spunti e progetti emersi nel corso dei due partecipati incontri
Durante il primo incontro (19 dicembre) del Forum Cultura abbiamo delineato il modus operandi del gruppo, che consisterà in circa un incontro (o più, se possibile) al mese sia su tematiche generali che specifiche. Questi incontri avranno forma di dibattito, brain-storming e analisi dei diversi temi.
Ci saranno poi degli incontri con il pubblico, durante i quali potrà essere raccontata una best-practice su un tema specifico, oppure si ospiteranno persone autorevoli nel proprio campo, che ci aiutino a costruire un ragionamento focalizzato sulle future proposte. Senza anticipare troppo, un’idea è quella di portare a conoscenza dei cittadini quelle che sono le buone pratiche innovative nella gestione partecipativa dei beni culturali, in modo tale da trarne un’ispirazione per la costruzione del futuro di Trieste.
Il ragionamento fatto con i partecipanti si è focalizzato su più punti. Si è evidenziato che troppo spesso ci si concentra sulle aree del centro città, escludendo di fatto le zone periferiche, che esse siano il rione di Borgo San Sergio o l’Altipiano. Si terranno quindi degli incontri nei territori delle varie circoscrizioni, con il coinvolgimento dei circoli e delle microaree.
Tra i grandi assenti in città si annoverano i concerti, pressoché scomparsi da questa città che negli anni passati ha visto passare importanti band e cantanti (per citarne alcuni: Green Day, Bruce Springsteen, Pearl Jam, Iron Maiden). Sono eventi che attirano tutte le fasce di età e che portano presenze in città. L’impatto economico, occupazionale e culturale sulla vita delle città è notevole. Il grande evento inoltre rafforza il marketing della città, rendendola più attraente agli occhi dei turisti e perché no, dei suoi stessi abitanti.
Risulta necessario identificare i campi di intervento e i punti di forza della città, andando così a “colpire” punti chiave. Trovare cosa manca e riempirlo con proposte concrete e fattive.
Un’azione fondamentale è quella di puntare molto di più sui fondi europei per investire nel campo culturale: vari sono i programmi e vari sono i progetti ai quali si può partecipare.
Viene evidenziata la necessità di sostenere e valorizzare le iniziative, ad esempio nel campo delle arti figurative come per l’evento Biennale Internazionale delle Donne, di concreto e grande valore culturale, caratterizzato dallo scambio.
Nel secondo incontro (1 febbraio) è emersa nuovamente la necessità di dare spazio alla musica leggera. Ci siamo dati intanto un obiettivo di breve periodo, ovvero realizzare una mappatura in dettaglio dei luoghi e sale disponibili in città, in modo tale da poterci concentrare sulle fasce scoperte e fare una proposta concreta. Si è ipotizzata inoltre l’opzione di avere uno spazio concerti fisso, in modo tale da abbattere una serie di costi (es. montaggio-smontaggio palco). A proposito di spazi, i presenti sono stati aggiornati sulla vicenda della sala Tripcovich, alla luce dei recenti sviluppi.
Sempre più forte è il bisogno di analisi delle esigenze di tutti i vari stakeholder della città, da effettuare al più presto. Si sottolinea quanto questa città sia legata a stilemi piccolo-borghesi che la tengono ancorata al passato. La nostra idea di cultura non vuole rinnegare il passato di Trieste, ma vuole lanciarla nel futuro. Vogliamo una città che sappia crescere e che abbia la possibilità di farlo.
Si sottolinea la totale assenza di segnaletica culturale al fine di diffondere la conoscenza del patrimonio urbano e favorire una promozione adeguata della città nei circuiti turistici nazionali e internazionali.
Un’altra grande assente è la contemporaneità: si evidenzia la necessità di un investimento per acquisti che vadano ad animare un nuovo spazio di arte contemporanea.
Entrando nel macrocosmo musei, viene sottolineata l’assenza del servizio guida nei musei cittadini, talvolta presente solamente per gruppi e su prenotazione. La frammentarietà dei musei di Trieste è un altro aspetto che viene sottolineato, assieme al progetto del Museo del Mare, dove allo stato attuale si ha un progetto per il contenitore ma latita il contenuto.
In chiusura di Forum è stata toccata la questione biblioteche evidenziando il loro essere centro nevralgico della città, in senso culturale, sociale e anche urbano. Proprio per questo a Trieste c’è bisogno di una nuova struttura, moderna, grande, che preveda anche spazi di socializzazione e co-working. Prossimamente inizieremo con una serie di incontri tematici: sicuramente uno sulle biblioteche e uno sui musei.
Forum Salute e Sanità: un contributo critico sulla riforma regionale
Il Forum Salute e Sanità esamina gli elementi principali della riforma elaborata dalla giunta Fedriga e propone alcune osservazioni critiche nel merito dei temi.
a) Riduzione degli enti e istituzione dell’azienda 0 (da 6 a 4 ASL)
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- Questa decisione contrasta con quella di tenere aperti tutti i piccoli ospedali dando a ognuno una o più specialità, frazionando quindi la casistica regionale delle singole patologie in una regione di soli 1.200.000 abitanti, quando è noto che solo i numeri elevati in medicina specialistica permettono un buon livello di qualità. Lo stesso discorso vale per la riapertura del punto nascita di Latisana, inutile e dannoso perché oggi non si può andare a partorire dove nascono meno di 300 bambini all’anno.
b) I CAP non spariscono, ma sembra che confluiranno in qualcosa di diverso
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- È fumosa la regolazione dei rapporti con i soggetti erogatori privati accreditati che dovrà essere la giunta a definire (50 milioni ai privati).
- Sarà sempre la giunta a dover definire le attività dell’assistenza distrettuale e di quella ospedaliera, delibererà sul numero di posti letto, e sulle funzioni di HUB.
c) Bene la definizione di HUB regionali Burlo, CRO e Gervasutta nelle rispettive specializzazioni (materno-infantile, oncologico, riabilitazione)
d) Problema Cattinara: l’aspetto più inquietante della sanità triestina è senz’altro il blocco del cantiere per la riqualificazione di Cattinara, di cui non sappiamo i tempi di durata e come si potrà sbloccare la situazione poiché vi sarà senz’altro un ricorso della ditta che ha avuto l’appalto. La situazione logistica a Cattinara è molto difficile e chi ci lavora parla di un sistema al collasso poiché il blocco del cantiere condanna l’ospedale ad un forte ridimensionamento degli spazi da dedicare alle attività di cura (5 piani bloccati) e, quindi, gli operatori sanitari sono costretti a lavorare in condizioni di estremo disagio.
e) I distretti avranno funzioni di committenza (cioè definizione della programmazione dell’assistenza). Resta però fumosa l’attivazione di una “centrale operativa” aziendale la cui connessione con il distretto non è chiarita nel testo del DDL, finendo per lasciare il campo ad un ampio grado di incertezza.
Piano per l’Italia: scuola, insegnanti e ricerca al primo posto
Mentre c’è chi citofona e fa propaganda, noi siamo al lavoro per dare risposte concrete alle persone. E nel ‘Piano per l’Italia’ che abbiamo sottoposto al governo al primo posto abbiamo messo la scuola, gli insegnanti, la ricerca.
Siamo convinti che i luoghi della conoscenza debbano tornare ad essere palestre di vita, luoghi per dare il giusto futuro ai nostri figli. Ed è da lì che vogliamo partire, incrementando gli investimenti, aumentando lo stipendio agli insegnanti, stabilizzando i precari e assumendo 10mila ricercatori. E dando la possibilità a chi ha redditi bassi di avere un’istruzione gratuita.
Regionalizzazione della Scuola: la proposta è rimasta al palo
Il Forum Istruzione e Scuola si è riunito il 27 novembre, si è parlato di diversi argomenti con un focus particolare sulla proposta di Regionalizzazione della Scuola
Regionalizzazione della scuola. Non è andato avanti sostanzialmente nulla. Tutto è fermo ancora alla proposta di “Accordo per la realizzazione di interventi finalizzati al miglioramento organizzativo delle istituzioni scolastiche statali e paritarie” tra la Regione e il MIUR predisposto ancora nella primavera scorsa. Nulla è andato avanti perché la Commissione paritetica, incaricata di promuovere la proposta, ha funzionato ben poco in questi mesi. Del resto anche a livello nazionale, le proposte di maggiore autonomia delle regioni Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna, sono rimaste al palo.
Organici dei docenti: il ritardo dei concorsi, la quota cento che ha visto quasi raddoppiare i docenti che se ne sono andati dalla scuola, la poca attrattività del mestiere di docente, peggiorata in questi anni, ha reso irreperibili alcune figure. Sono carenti soprattutto gli insegnanti di materie tecniche e scientifiche. Anche le domande di MAD (messa a disposizione) sono difficilmente trattabili. Spesso provengono da docenti del sud, che difficilmente si muovono per supplenze brevi. In particolar modo mancano le maestre e i maestri per le scuole primarie. Ciò si è aggravato anche in seguito al fatto che la Facoltà delle scienze primarie alcuni anni fa è stata spostata da Trieste a Udine. E molti triestini rinunciano a frequentarla.
Alunni disabili. In questi ultimi anni sono enormemente aumentati. Nel l 2013 erano 320, oggi sono quasi raddoppiati (circa 600). Ciò è dovuto al fatto che sono cambiati i criteri per la certificazione. Fatto sta che gli insegnanti di sostegno non sono in numero sufficiente. Quindi gli educatori, inviati dal Comune, si ritrovano, senza competenze, a coprire talvolta i vuoti degli insegnanti di sostegno. Così non si può andare avanti.
Per la coordinatrice del Forum Ariella Bertossi
In questo periodo le attenzioni a livello locale sono dedicate alla proposta di regionalizzazione della scuola, discutendo su quanto emanato dal consiglio regionale senza grandi pubblicità e che però in sostanza prevede solo la regionalizzazione degli uffici. Non si comprende tuttavia come un ufficio scolastico con dirigenti regionali possa “comandare” dei dirigenti scolastici che sono notoriamente statali.
Se la situazione dei ds può dirsi sostanzialmente risolta a livello regionale grazie l’immissione in ruolo dei nuovi dirigenti con il recente concorso, rimane drammatica la carenza dei dsga. Il Miur ha emanato un interpello in base al quale chiunque, anche fuori graduatoria, avesse una laurea in determinate facoltà potesse candidarsi. Questo ha portato ad una serie di candidature alle quali poi all’atto pratico non corrispondeva alcuna competenza e ha paralizzato le scuole in un periodo determinante per l’avvio dell’anno scolastico. Per individuarli si è dovuto accedere alle graduatorie degli assistenti amministrativi di terza fascia, assumendo alla fine persone senza alcuna esperienza per un lavoro che comporta una notevole responsabilità.
La mancanza di docenti inoltre comincia ad essere un problema: nelle nostre scuole stanno lavorando gli studenti dell’Università, che per certe materie può essere un vantaggio (es, in informatica) ma che crea notevoli difficoltà in altre. Gli insegnamenti professionalizzanti sono di difficile copertura.
L’insegnamento, soprattutto nella scuola primaria, costituisce al momento fonte certa di lavoro e su questo purtroppo la regione non sta puntando, lasciando posti vacanti per mancanza di candidati.