Il Partito Democratico di Trieste e Muggia condanna le parole del sindaco Polidori sulla gestione della sicurezza cittadina. Il PD denuncia i rischi della giustizia fai-da-te e richiama al rispetto delle istituzioni e dello Stato di diritto.
Un’escalation di violenza a Muggia
Le dichiarazioni del sindaco di Muggia, Paolo Polidori, in merito ai gravissimi episodi di violenza che hanno segnato questi giorni, destano profonda preoccupazione e non possono rimanere senza risposta.
La cittadina rivierasca è stata recentemente investita da scontri che hanno ricordato “scene da Far West”: bande di adolescenti, vandalismi, consumo eccessivo di alcol e droga, fino al pestaggio di un giovane di 22 anni. Dopo questo episodio, gruppi di ultras e cittadini hanno reagito con azioni punitive, alimentando un clima di giustizia privata. La Questura ha confermato l’individuazione di alcuni responsabili, appartenenti anche agli ambienti ultras triestini.
Invitiamo il sindaco a rileggere con attenzione l’articolo 10 della legge regionale 8 aprile 2021, n. 5 che istituisce e disciplina i volontari per la sicurezza. È bene chiarire che l’impiego di eventuali volontari – che devono operare sotto la vigilanza e sulla base delle indicazioni del Comandante della Polizia locale – è volto esclusivamente a fornire assistenza alla cittadinanza in termini di informazione, educazione e supporto per la sicurezza stradale. Non è loro compito, né lo sarà mai, sostituirsi alle forze dell’ordine o intervenire al posto della Polizia, dei Carabinieri e della Polizia locale, istituzioni nelle quali riponiamo la massima fiducia.
Lo dichiara Fiorella Benčič, segretaria del Circolo PD di Muggia.
La responsabilità del sindaco e il rischio delle ronde
Che un sindaco, responsabile della sicurezza locale, invece di assumersi le proprie responsabilità di amministratore, arrivi ad appellarsi ai volontari della sicurezza, oltre che conferma di una evidente incapacità, è un segnale gravissimo. Tanto più in un contesto come quello attuale, in cui la violenza esplosa a Muggia – fino al pestaggio inaudito di un giovane di 22 anni – mostra una situazione fuori controllo e mette a rischio la sicurezza stessa della comunità.
Aggiunge la segreteria provinciale del PD, Maria Luisa Paglia.
Ancora più inquietante è che un sindaco non prenda nettamente le distanze dalle dinamiche che vedono protagonisti ultras e cittadini che si arrogano il diritto di “ristabilire l’ordine” con azioni punitive.
Questa è la deriva più pericolosa: legittimare la giustizia privata e aprire la strada a ronde ideologiche che sostituiscono lo Stato di diritto.
Gli ultras della Triestina sono noti per essere particolarmente violenti, destinatari di decine e decine di Daspo sportivi solo negli ultimi cinque anni, oltre che compagine notoriamente egemonizzata se non controllata dai neofascisti di Forza Nuova.
La posizione del Partito Democratico
Il Partito Democratico di Trieste e di Muggia condanna con fermezza questa impostazione. La sicurezza non si delega a volontari né a gruppi di pericolosi facinorosi già attenzionati dalle forze dell’ordine. La sicurezza si costruisce attraverso il lavoro delle istituzioni, il coordinamento operativo e politiche di prevenzione sociale capaci di offrire reali alternative ai giovani. Conclude Paglia:
Un sindaco che davvero ha a cuore la sicurezza dei cittadini non alimenta la paura, non giustifica la violenza, non abdica al proprio ruolo istituzionale. La sua responsabilità è difendere il principio di legalità e assicurare che Muggia resti una comunità sicura, inclusiva e rispettosa dei diritti di tutte e tutti.
La responsabilità, precisa il PD, ricade anche sui successivi livelli istituzionali, regionale e nazionale, che condividono lo stesso colore politico.
Agire subito per fermare la spirale di violenza
Il PD invita le istituzioni a respingere derive pericolose come le “passeggiate per la sicurezza” annunciate da forze neofasciste, che rischiano di alimentare tensioni e scontri. La legalità si difende con lo Stato di diritto, non con la violenza privata. Il Partito Democratico ribadisce: la sicurezza dei cittadini si costruisce con istituzioni solide e politiche sociali, mai con la giustizia fai-da-te.













