Sicurezza, dichiarazioni Polidori: grave legittimare la giustizia fai-da-te

Sicurezza, dichiarazioni Polidori: grave legittimare la giustizia fai-da-te

Il Partito Democratico di Trieste e Muggia condanna le parole del sindaco Polidori sulla gestione della sicurezza cittadina. Il PD denuncia i rischi della giustizia fai-da-te e richiama al rispetto delle istituzioni e dello Stato di diritto.

Un’escalation di violenza a Muggia

Le dichiarazioni del sindaco di Muggia, Paolo Polidori, in merito ai gravissimi episodi di violenza che hanno segnato questi giorni, destano profonda preoccupazione e non possono rimanere senza risposta.

La cittadina rivierasca è stata recentemente investita da scontri che hanno ricordato “scene da Far West”: bande di adolescenti, vandalismi, consumo eccessivo di alcol e droga, fino al pestaggio di un giovane di 22 anni. Dopo questo episodio, gruppi di ultras e cittadini hanno reagito con azioni punitive, alimentando un clima di giustizia privata. La Questura ha confermato l’individuazione di alcuni responsabili, appartenenti anche agli ambienti ultras triestini.

Invitiamo il sindaco a rileggere con attenzione l’articolo 10 della legge regionale 8 aprile 2021, n. 5 che istituisce e disciplina i volontari per la sicurezza. È bene chiarire che l’impiego di eventuali volontari – che devono operare sotto la vigilanza e sulla base delle indicazioni del Comandante della Polizia locale – è volto esclusivamente a fornire assistenza alla cittadinanza in termini di informazione, educazione e supporto per la sicurezza stradale. Non è loro compito, né lo sarà mai, sostituirsi alle forze dell’ordine o intervenire al posto della Polizia, dei Carabinieri e della Polizia locale, istituzioni nelle quali riponiamo la massima fiducia.

Lo dichiara Fiorella Benčič, segretaria del Circolo PD di Muggia.

La responsabilità del sindaco e il rischio delle ronde

Che un sindaco, responsabile della sicurezza locale, invece di assumersi le proprie responsabilità di amministratore, arrivi ad appellarsi ai volontari della sicurezza, oltre che conferma di una evidente incapacità, è un segnale gravissimo. Tanto più in un contesto come quello attuale, in cui la violenza esplosa a Muggia – fino al pestaggio inaudito di un giovane di 22 anni – mostra una situazione fuori controllo e mette a rischio la sicurezza stessa della comunità.

Aggiunge la segreteria provinciale del PD, Maria Luisa Paglia.

Ancora più inquietante è che un sindaco non prenda nettamente le distanze dalle dinamiche che vedono protagonisti ultras e cittadini che si arrogano il diritto di “ristabilire l’ordine” con azioni punitive.

Questa è la deriva più pericolosa: legittimare la giustizia privata e aprire la strada a ronde ideologiche che sostituiscono lo Stato di diritto.

Gli ultras della Triestina sono noti per essere particolarmente violenti, destinatari di decine e decine di Daspo sportivi solo negli ultimi cinque anni, oltre che compagine notoriamente egemonizzata se non controllata dai neofascisti di Forza Nuova.

La posizione del Partito Democratico

Il Partito Democratico di Trieste e di Muggia condanna con fermezza questa impostazione. La sicurezza non si delega a volontari né a gruppi di pericolosi facinorosi già attenzionati dalle forze dell’ordine. La sicurezza si costruisce attraverso il lavoro delle istituzioni, il coordinamento operativo e politiche di prevenzione sociale capaci di offrire reali alternative ai giovani. Conclude Paglia:

Un sindaco che davvero ha a cuore la sicurezza dei cittadini non alimenta la paura, non giustifica la violenza, non abdica al proprio ruolo istituzionale. La sua responsabilità è difendere il principio di legalità e assicurare che Muggia resti una comunità sicura, inclusiva e rispettosa dei diritti di tutte e tutti.

La responsabilità, precisa il PD, ricade anche sui successivi livelli istituzionali, regionale e nazionale, che condividono lo stesso colore politico.

Agire subito per fermare la spirale di violenza

Il PD invita le istituzioni a respingere derive pericolose come le “passeggiate per la sicurezza” annunciate da forze neofasciste, che rischiano di alimentare tensioni e scontri. La legalità si difende con lo Stato di diritto, non con la violenza privata. Il Partito Democratico ribadisce: la sicurezza dei cittadini si costruisce con istituzioni solide e politiche sociali, mai con la giustizia fai-da-te.

Facciate e vetrine danneggiate: serve un fondo anti-vandali per ripristinarle

Facciate e vetrine danneggiate: serve un fondo anti-vandali per ripristinarle

Il Partito Democratico in IV Circoscrizione propone un fondo comunale per sostenere cittadini e commercianti danneggiati da atti vandalici a Trieste. Il capogruppo Luca Bressan chiede un intervento concreto per tutelare decoro urbano, sicurezza e attrattività della città.

Il capogruppo del Partito Democratico nella IV Circoscrizione del Comune di Trieste, Luca Bressan, ha presentato un’interrogazione per chiedere all’Amministrazione comunale l’istituzione di un fondo comunale dedicato al ripristino delle facciate imbrattate e delle vetrine danneggiate da atti vandalici e dalle effrazioni nei pubblici esercizi.

Il decoro urbano è un bene comune e la sua tutela è fondamentale per la qualità della vita, la sicurezza percepita e l’attrattività turistica della città. Negli ultimi mesi abbiamo assistito a un aumento di episodi di vandalismo e spaccate, anche in zone centrali come via Lazzaretto Vecchio, viale XX Settembre, il canale di Ponterosso, ecc. È necessario che il Comune intervenga con strumenti concreti a sostegno di cittadini e commercianti danneggiati”.

Lo ha dichiarato Bressan.

Un fondo per cittadini e commercianti colpiti

L’interrogazione propone che il fondo sia accessibile nei casi in cui non sia possibile risalire agli autori del danneggiamento, evitando così che i costi ricadano interamente sulle vittime. Il modello di riferimento è quello del Comune di Venezia, che ha stanziato 100.000 euro per coprire fino al 50% delle spese sostenute per il ripristino delle vetrine danneggiate, anche in assenza di copertura assicurativa, e per incentivare interventi migliorativi come vetrine antisfondamento.

A sostegno della proposta, Bressan cita anche l’esperienza del Comune di Trento, dove è attivo un servizio gratuito per la pulizia delle facciate imbrattate, inclusi gli edifici privati, con interventi diretti su richiesta dei proprietari.

Regole chiare e ispirate alle buone pratiche

La disciplina per l’accesso al fondo, sottolinea il consigliere, potrà essere definita attraverso un apposito regolamento comunale, come già avviene in diverse città italiane.

Gli episodi di vandalismo e microcriminalità sono in aumento e questo è confermato dalle cronache dei giornali e anche da dati nazionali: Trieste è scesa al 19° posto nella classifica del Sole 24 Ore sulla qualità della vita, perdendo 7 posizioni rispetto all’anno precedente, proprio a causa del peggioramento degli indicatori legati alla sicurezza.

Non lasciare soli i danneggiati

Non possiamo abbandonare i cittadini e i lavoratori che subiscono danni a causa di episodi di vandalismo, spesso legati a un deterioramento della sicurezza in città. Accanto agli strumenti di prevenzione, deterrenza e sanzionatori, è necessario prevedere anche forme di ristoro per chi subisce un danno gratuito, senza averne alcuna responsabilità”.

Aggiunge Bressan.

Sostegno concreto per il decoro urbano

Il Partito Democratico in IV Circoscrizione chiede al Comune di attivarsi subito per istituire il fondo, garantendo un aiuto rapido e concreto a chi subisce danni ingiusti e incentivando interventi di prevenzione come vetrine antisfondamento. Un passo necessario per preservare la qualità e l’immagine di Trieste.

Sicurezza a Melara, il PD dice no alla chiusura del Commissariato, avviata petizione

Sicurezza a Melara, il PD dice no alla chiusura del Commissariato, avviata petizione

Il Partito Democratico di Trieste si mobilita per difendere il presidio di Polizia di Rozzol Melara. Durante una conferenza stampa davanti al Commissariato, consiglieri comunali e circoscrizionali hanno illustrato le ragioni dell’istanza contro la chiusura e le azioni concrete per garantire sicurezza ai cittadini.

Si è tenuta l’8 agosto, di fronte al Commissariato di Polizia di Rozzol Melara, la conferenza stampa indetta dal consigliere comunale del Partito Democratico Luca Salvati, con la partecipazione dei consiglieri del PD della VI Circoscrizione, sul tema: “Istanza contro la chiusura del Commissariato Rozzol Melara e azioni per la sicurezza cittadina”.

Nel corso dell’intervento, il consigliere Salvati ha sottolineato il ruolo fondamentale che il presidio di Polizia ha svolto negli anni ’90, in sinergia con altre istituzioni presenti nel rione, come scuola, parrocchia, ricreatorio e, successivamente, la rete Habitat Microarea.

Emergenza sicurezza in città

Ultimamente assistiamo a fenomeni criminosi quasi quotidiani, non solo a Melara ma in tutta la città. Invece di rafforzare la presenza delle forze dell’ordine, il Governo nazionale sceglie di applicare tagli lineari che penalizzano la sicurezza”.

Ha dichiarato Salvati.

La consigliera circoscrizionale Rossana Zagaria ha ricordato come il tema sicurezza, sin da inizio mandato, sia stato affrontato in sede circoscrizionale, in riferimento a diverse situazioni critiche quali quelle riscontrate dai residenti di via Bonomo.

Poiché vi sono anche episodi che vedono come protagonisti ragazzi e ragazzini, è necessario un impegno diretto dei servizi comunali, sociali ed educativi, per promuovere progetti e interventi volti ad affrontare e dare risposte al disagio giovanile, a partire da via Bonomo, anche con l’ausilio del progetto educativo di strada”.


Collaborazione con le realtà del territorio

Alla conferenza ha preso parte anche Adriana Merola, rappresentante della Lega SPI CGIL, che ha ricordato come la CGIL – storicamente presente in via Pasteur – abbia collaborato più volte con gli agenti del Commissariato, a tutela della sicurezza del rione.


Le richieste presentate dal PD

Ecco perché – affermano i vari rappresentanti – abbiamo deciso di presentare questa istanza volta a chiedere tre cose chiare e precise, in riferimento all’articolo 10 dello Statuto comunale:

  1. che il Commissariato di Polizia di Rozzol Melara possa continuare, eventualmente anche in forma di presidio fisso, a svolgere il suo fondamentale ruolo di riferimento per la sicurezza del territorio.
  2. richiesta al tavolo Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica una presenza rafforzata e costante sul territorio del personale delle forze dell’ordine, statali e locali, attraverso presidi mobili e pattuglie.
  3. reintroduzione della figura del poliziotto di quartiere.


Come sostenere l’istanza

A partire da lunedì 11 agosto, sarà possibile firmare i moduli per sostenere l’istanza presso tre punti nel rione: il Bar di Davide, la Farmacia di via Pasteur, il Circolo Auser.

Il centrodestra governa da anni sia a livello nazionale che locale. Sarebbe ora che iniziasse a mantenere le promesse fatte ai cittadini”.
Ha concluso il dem Salvati.


Un impegno per la sicurezza di Melara

Il Partito Democratico di Trieste invita tutti i cittadini a firmare l’istanza e a partecipare attivamente alla difesa del presidio di Polizia, per un rione e una città più sicuri.


Leggi anche:

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  2. Chiusura commissariato Rozzol, PD: “Tagliare un presidio è tagliare sicurezza”.

  3. Sicurezza nei comprensori Ater: presentata mozione urgente dal Dem Salvati

Sicurezza, Bressan (PD): la situazione è sempre peggiore. Servono soluzioni vere

Sicurezza, Bressan (PD): la situazione è sempre peggiore. Servono soluzioni vere

Il Partito Democratico è da sempre sensibile al tema della sicurezza, che ritiene debba essere affrontato con strumenti concreti, efficaci e affidati a personale adeguatamente formato.

Il ritorno del poliziotto di quartiere

Tra le proposte avanzate, il PD ribadisce con forza la necessità di reintrodurre la figura del poliziotto di quartiere, istituita dal centrosinistra e abolita durante le giunte Dipiazza. Una presenza costante e riconoscibile sul territorio, capace di prevenire microcriminalità e degrado, rappresenta una risposta concreta e professionale. Non a caso, oggi anche esponenti del centrodestra ne chiedono il ritorno.

La mozione in IV Circoscrizione

Nel corso dell’ultima seduta della IV Circoscrizione, è stata approvata una mozione di Fratelli d’Italia relativa alla sicurezza nei giardini di Piazzale Rosmini, Piazza Carlo Alberto e Viale Romolo Gessi. Il gruppo consiliare del PD, per voce del capogruppo Luca Bressan, ha scelto l’astensione: una scelta responsabile, dettata dalla volontà di non ostacolare l’intervento e dal rispetto verso i cittadini che vivono ogni giorno il peggioramento della situazione e meritano risposte serie.

Tre proposte concrete dal PD

Il Partito Democratico ha presentato tre proposte migliorative alla mozione.

La prima prevedeva che, oltre alla valutazione economica per l’installazione delle telecamere, si procedesse anche a una verifica della loro efficacia, basata su esperienze già attuate in altri giardini cittadini. La stessa Polizia Locale ha segnalato che le chiome degli alberi possono compromettere la visibilità delle riprese, rendendo il sistema inefficace.

La seconda proposta chiedeva un presidio reale delle Forze dell’Ordine nelle aree oggetto della mozione. Un punto cruciale, soprattutto alla luce degli investimenti dell’Amministrazione per armare la Polizia Locale e attivare un turno notturno. Tuttavia, nel corso del dibattito è emerso un dato allarmante: una sola vettura sarebbe attualmente disponibile per il servizio notturno. Se confermato, questo rappresenterebbe un fallimento e la prova di come, sul tema sicurezza, la destra si sia limitata a un esercizio retorico.

Illuminazione intelligente: utile ma insufficiente

È stata accolta solo la proposta relativa al potenziamento dell’illuminazione pubblica, con l’introduzione di sistemi intelligenti a basso consumo. Una misura utile, che consente di illuminare le aree in presenza di persone – anche nelle ore notturne – contribuendo così a scoraggiare comportamenti illeciti. Ma, da sola, non basta.

FDI: dalle guardie giurate alla retromarcia

Solo due settimane fa, gli stessi consiglieri di Fratelli d’Italia proponevano un semplice passaggio di guardie giurate private nelle medesime aree, da effettuarsi tra le 21:00 e le 23:00, sottraendo risorse pubbliche alla Polizia Locale per affidarle a soggetti privati. Una proposta inefficace, come ammesso dagli stessi proponenti, poiché gli atti vandalici si verificano con maggiore frequenza in orari ben successivi. Si trattava quindi di un intervento spot, della durata di pochi minuti, senza alcuna reale capacità di intervento o potere d’azione paragonabile a quello delle Forze dell’Ordine.

Oggi, nella mozione approvata, non si prevede alcun presidio delle zone interessate da parte delle Forze dell’Ordine. Una retromarcia inspiegabile rispetto alla richiesta di appena due settimane fa. Si chiedeva il passaggio di chi ha meno poteri, e oggi non si chiede l’intervento di chi è preposto e legittimato a garantire davvero la sicurezza.

La situazione peggiora e i dati lo confermano

Nel frattempo, la città assiste a un peggioramento evidente della sicurezza: spaccate in pieno centro (via Lazzaretto, via Cassa di Risparmio, canale di Ponterosso, viale XX Settembre..), esercizi commerciali colpiti anche più volte in pochi giorni, e un crollo nella classifica del Sole 24 Ore sulla qualità della vita, dove Trieste è scesa dal primo al 19° posto proprio per il peggioramento dei punteggi legati alla sicurezza.

Le parole del capogruppo Luca Bressan

La sicurezza  è sempre stata il cavallo di battaglia delle campagne elettorali delle destre. Ma oggi, di fronte alla realtà, dimostrano tutta la loro incapacità di garantirla. È arrivato il momento che chi governa da anni — dal 2016 in Comune, dal 2018 in Regione e dal 2022 a livello nazionale — si assuma finalmente le proprie responsabilità.”

Lo dichiara Luca Bressan, capogruppo PD in IV Circoscrizione 

Sicurezza nei comprensori Ater: presentata mozione urgente dal Dem Salvati

Sicurezza nei comprensori Ater: presentata mozione urgente dal Dem Salvati

Si è tenuta questa mattina giovedì 17 luglio presso la “Casa dei Puffi” a Borgo San Sergio la conferenza stampa per la presentazione della mozione urgente “Misure ordinarie e straordinarie volte alla sicurezza presso i comprensori ATER del Comune di Trieste”.

Presenti i consiglieri comunali Luca Salvati e Giovanni Barbo, i consiglieri della VII Circoscrizione e il vicepresidente del Consiglio regionale Francesco Russo.

Dopo l’intervento di apertura del capogruppo Giovanni Barbo, il consigliere Luca Salvati è entrato nel merito della mozione. A partire dagli episodi vandalici più recenti – come l’incendio di alcune auto proprio alla “Casa dei Puffi” – Salvati ha denunciato lo stato di esasperazione che stanno vivendo diversi inquilini delle ATER di Trieste – vedi anche la rapina a una signora nel complesso di Valmaura e il materasso incendiato nell’ingresso del portone del Comprensorio di Melara. Da qui la necessità di mettere in campo azioni coordinate da parte dei vari enti.

Ecco perché la mozione puntualmente e precisamente richiede al Sindaco e alla Giunta comunale, in collaborazione con la Regione e con l’assessore regionale competente, il Presidente di Ater di Trieste, il Questore e tutti i soggetti competenti, di:

  • trasferire, in sede di assestamento di bilancio in questi giorni in discussione in Consiglio regionale, una quota da destinare all’Ater di Trieste;
  • aumentare l’illuminazione nei complessi in questione;
  • programmare l’installazione di nuovi sistemi di videosorveglianza e potenziare gli attuali presso i comprensori dove si registra il maggior numero di fenomeni criminosi, quali Comprensorio di Valmaura, “Casa dei Puffi” a Borgo San Sergio, Comprensorio Melara;
  • chiedere nella prima riunione utile del Comitato per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica (COSP) che sia decisa una presenza costante delle forze dell’ordine presso tali strutture con il miglior coordinamento possibile tra Stato e soggetti locali;
  • coinvolgere tutti i Gruppi tecnici territoriali di Habitat Microarea tramite una loro rappresentanza;
  • riattivare i progetti di educativa di strada nei quartieri ATER a rischio;
  • promuovere incontri sul territorio da effettuarsi costantemente e periodicamente con i residenti, alla presenza di vertici Ater, Asugi, rappresentanza forze dell’ordine, Sindaco e/o assessore con delega al sociale, rappresentanti delle associazioni e degli enti che insistono su quel territorio, al fine di prevenire situazioni di disagio.

I residenti delle aree ATER come via Grego, Valmaura e via Montasio si sentono sempre più frustrati e abbandonati. Manca manutenzione ordinaria e straordinaria, la comunicazione con ATER è assente, e l’attenzione sembra rivolta solo alle nuove edificazioni, trascurando completamente il patrimonio esistente»

Lo ha dichiarato Lorenzo Giachin, capogruppo VII Circoscrizione

Atti vandalici si ripetono anche in altre case ATER, spesso messi in atto da giovanissimi. Servono più interventi educativi e maggiore attenzione alle fragilità sociali del quartiere”

Ha aggiunto Majda Kodrič, consigliera di VII Circoscrizione.

Infine, il vicepresidente del Consiglio regionale Francesco Russo ha ricordato come già durante la campagna elettorale del centrosinistra, quattro anni fa, l’attenzione ai comprensori ATER fosse centrale, con una visita anche del segretario nazionale del PD.

Ogni anno ho presentato emendamenti al bilancio regionale a favore del decoro e della sicurezza in queste aree, ma la giunta Fedriga ha voluto sistematicamente bocciarli. Perché le telecamere si mettono solo in centro e non lì dove ce ne sarebbe più bisogno?”

Lo ha sottolineato Russo.

Fedriga e Dipiazza si occupano solo della città dei turisti, dimenticando i cittadini reali, spesso proprio quelli che li hanno votati. periamo che i cittadini trascurati sistematicamente dall’Ater se ne ricordino quando si tornerà alle urne.”

Conclude Giovanni Barbo.

Piscina terapeutica, PD: ora servono certezze su tempi, servizi e tariffe accessibili

Piscina terapeutica, PD: ora servono certezze su tempi, servizi e tariffe accessibili

A quasi sei anni dal crollo della piscina terapeutica, i Consiglieri PD della IV Circoscrizione tornano a chiedere chiarezza sull’iter per la sua ricostruzione, dopo l’approvazione delle ultime delibere di Giunta e la variazione di bilancio da 5,6 milioni di euro.

L’interrogazione presentata chiede informazioni dettagliate sui servizi riabilitativi che saranno garantiti, sulla percentuale di spazi dedicati alla terapia e sul cronoprogramma dei lavori. Centrale anche il tema dei costi per l’utenza.

È un tema che riguarda la salute e la qualità di vita di centinaia di persone fragili. È inaccettabile — dopo quasi sei anni — non sapere ancora quando potremo avere una piscina pienamente operativa, con servizi all’altezza e prezzi accessibili».

Lo sottolinea la Consigliera Marina Coricciati, prima firmataria dell’interrogazione e della mozione approvata dalla IV Circoscrizione che chiedeva esplicitamente la garanzia di prezzi calmierati.

La raccolta di 9.000 firme promossa dal Coordinamento Nuova Piscina Terapeutica dimostra quanto questa struttura sia percepita come necessaria dalla comunità. Per questo chiediamo un’audizione pubblica con assessori e tecnici in IV Circoscrizione, per chiarire tempi, servizi, costi e contenuti del bando. Trattandosi di un’opera a finalità riabilitativa e quindi di interesse pubblico, la trasparenza è un dovere».

Lo dichiara il capogruppo PD Luca Bressan.

Serve un impegno chiaro: vogliamo tempi certi, servizi adeguati e tariffe davvero accessibili a tutti. La piscina terapeutica non può essere un lusso per pochi, ma un diritto garantito per chi ne ha più bisogno».

Conclude Coricciati.

Paglia: “Rispetto per le guardie giurate, ma non è accettabile privatizzare la sicurezza”

Paglia: “Rispetto per le guardie giurate, ma non è accettabile privatizzare la sicurezza”

In merito alle recenti dichiarazioni rilasciate dal segretario regionale del sindacato ASGRI, Christian Currò, desideriamo chiarire con fermezza e serenità la posizione del Partito Democratico di Trieste.

Nessuna affermazione della segretaria provinciale, Maria Luisa Paglia, ha mai avuto l’intento di sminuire o offendere il ruolo delle guardie giurate, alle quali va riconosciuto il merito di operare con serietà, disciplina e spirito di servizio in settori delicati e a supporto del sistema sicurezza. 

Siamo consapevoli del loro contributo e lo rispettiamo pienamente Proprio perché ne riconosciamo la natura complementare e non sostitutiva, riteniamo però necessario ribadire un principio fondamentale: la sicurezza pubblica è e deve restare un compito primario ed esclusivo dello Stato. È responsabilità delle Istituzioni garantire, attraverso le Forze dell’Ordine, che possiedono tutte le qualifiche previste dalla legge, la prevenzione, il controllo del territorio e la repressione dei reati.”

Lo chiarisce la segretaria provinciale del PD Maria Luisa Paglia.

L’intervento della segretaria muove dalla legittima preoccupazione di tanti cittadini che, pur pagando regolarmente le tasse, vedono affievolirsi la presenza pubblica in ambiti chiave come la sanità, l’istruzione e, appunto, la sicurezza. 

Il tema del crescente ricorso a forme di vigilanza privata in spazi pubblici o semi-pubblici, in assenza di un’adeguata presenza dello Stato, non nasce oggi, ma sta diventando sistemico. Le forze politiche di destra stanno lavorando alacremente per rendere socialmente accettabile una prassi del genere.

In termini generali è doveroso domandarsi se sia giusto che, in aggiunta alle imposte già versate, un cittadino debba farsi carico anche della sicurezza privata, come nel caso della gestora del chiosco di Barcola, costretta a ricorrere a una vigilanza a proprie spese dopo essere stata derubata.

La nostra è una richiesta politica chiara: rafforzare la sicurezza pubblica attraverso maggiori investimenti, assunzioni e mezzi per le Forze dell’Ordine, evitando che lo Stato o il Comune abdichino ai propri doveri delegandoli, anche involontariamente, a soggetti privati, per quanto preparati e professionali. Siamo certi che sia questo l’auspicio anche di tutte le persone oneste che chiedono di poter vivere con serenità e fiducia nelle nostre città e nei nostri paesi.”

Conclude Paglia.

In uno spirito costruttivo e di rispetto reciproco, la segretaria provinciale del Partito Democratico si rende disponibile a un incontro con i rappresentanti della sicurezza privata, per favorire un dialogo franco e utile ad approfondire i diversi punti di vista e lavorare insieme a una maggiore tutela dell’interesse pubblico.

Sporting Training Center di Montedoro: opera faraonica senza certezze

Sporting Training Center di Montedoro: opera faraonica senza certezze

Finanziamento pubblico regionale da 6 milioni, ma il futuro della cittadella sportiva è ancora incerto. Il PD chiede chiarezza sul progetto, la sostenibilità ambientale e le vere ricadute per la comunità.

Il Partito Democratico torna a puntare i riflettori sul progetto dello Sporting Training Center di Montedoro, una “cittadella del calcio” pensata per rilanciare la Triestina ma che, secondo i dem, solleva più interrogativi che certezze.

In una nota diffusa nelle ultime ore, il PD esprime perplessità sul futuro dell’opera, che viene presentata come un investimento strategico per lo sport e il territorio, ma che appare ad oggi priva di copertura finanziaria completa e di una chiara finalità pubblica per la cittadinanza muggesana.

Finanziato per 6 milioni di euro dalla Regione Friuli Venezia Giulia, il progetto prevede la realizzazione di sei campi da gioco, foresterie e ambulatori: un intervento massiccio in un’area boschiva che desta già preoccupazioni ambientali. Ma per completare l’opera servirebbero altri 7,5 milioni di euro, che dovrebbero arrivare da un non meglio precisato partner privato, il cui coinvolgimento è oggi tutto fuorché scontato, soprattutto alla luce delle condizioni economiche della Triestina.

“Manca liquidità pesantemente”, ha ammesso lo stesso sindaco Polidori, nel tentativo di tranquillizzare i dubbi sullo stato della società. Ma la distinzione tra difficoltà finanziarie “non drammatiche” e mancanza di liquidità sembra più semantica che sostanziale, sottolineano i dem.

E una volta completato, chi gestirà l’impianto? Stando agli atti, la gestione sarebbe affidata proprio alla Triestina per un periodo che potrebbe arrivare a 30 anni. Un’ipotesi che alimenta il sospetto di una privatizzazione di fatto di un’opera pubblica, a fronte di benefici limitati per la comunità: “Che il Muggia Calcio possa usare un paio di campi ogni tanto non può bastare”, osservano dal PD, ricordando che il Comune di Muggia dispone già di due campi regolamentari.

Il consigliere comunale Lorenzo Fogar aveva già sollevato in aula – nella seduta del 30 settembre 2024 – il rischio di una speculazione immobiliare dietro l’operazione. Accuse mai smentite, che alimentano il bisogno di chiarezza, trasparenza e partecipazione su un progetto che sta assumendo connotati sempre più opachi.

In gioco non c’è solo il futuro sportivo della Triestina, ma anche il modello di gestione delle risorse pubbliche e il rispetto del territorio. Il Partito Democratico chiede al sindaco e alla Regione di aprire un confronto vero con la cittadinanza, rispondere ai dubbi e rendere conto delle scelte urbanistiche e finanziarie che coinvolgono direttamente l’interesse pubblico.

Maggiori dettagli nella registrazione dei lavori del Consiglio Comunale di Muggia al punto 05:03:44

 

 

 

Sporting Training Center – Montedoro, DS: dvomi o izvedljivosti objekta

Ponovno nam je žal, da župan dobiva zaskrbljujoče znake od tistih, ki delijo njegovo strast do nogometa in iskreno upajo, da se bo Triestina spet postavila na noge, vendar gojijo zdrav skepticizem glede veličastnih načrtov bodočega centra za športno usposabljanje na Montedoru, javnega projekta, ki ga Dežela financira s 6 milijoni evrov, to športno naselje v gozdu, sestavljeno iz 6 nogometnih igrišč, gostišč in ambulant (ali niso to zgradbe?). Za preostalih 7,5 milijona pa je potreben poslovni partner, investicijska družba, ki je razumljivo zadržana glede na dejstvo, kot pravi župan,da »dolžniško stanje ni dramatično, ampak je zelo hudo pomanjkanje likvidnosti« (v čem je razlika?). Nato bi objekt za določeno število let (30?) ostal v upravljanju kluba Triestine. Kakšen je javni namen, zlasti za prebivalce Milj? Ali naj bi športnemu društvu Muggia občasno dodelili nekaj igrišč? Dva že imajo. Ali župan dopušča, da gojimo dvome o namembnosti, ekološkem vidiku in celo prihodnosti igrišč spričo dosedanjemu neravno uspešnemu gospodarjenju Triestine s premoženjem? Ali nam župan dopušča dvome o sumu nepremičninskih špekulacij, na katerega se je svetnik Fogar skliceval na seji miljskega občinskega sveta dne 30. septembra 2024 in ni bil nikoli zanikan?

 

Marketing della paura: la destra non vuole vera sicurezza e punta sulla propaganda

Marketing della paura: la destra non vuole vera sicurezza e punta sulla propaganda

Il centrosinistra in IV Circoscrizione ha votato contro la mozione presentata da Fratelli d’Italia che propone un semplice passaggio serale, dalle 21:00 alle 23:00, di guardie giurate in tre giardini pubblici: Piazzale Rosmini, Piazza Carlo Alberto e Viale Romolo Gessi. 

Si tratta dell’ennesima misura di facciata: un intervento minimo e simbolico, pensato per modificare la percezione della sicurezza, non per migliorarla.

Il centrodestra propone la presenza di soggetti privati che non possono intervenire in situazioni critiche e che nulla hanno a che vedere con un presidio reale del territorio. Non si tratta di un servizio strutturato, ma di una risposta inefficace e superficiale a una questione seria e urgente.

E non è una novità: già con la proposta sul controllo di vicinato si era tentato di trasferire la responsabilità della sicurezza pubblica sui cittadini, senza neanche chiedere un rafforzamento delle Forze dell’Ordine. Oggi si ripete lo stesso schema, peggiorato dalla totale assenza di visione. 

Trieste è scivolata al 19° posto nella classifica sulla Qualità della Vita del Sole 24 Ore, perdendo 18 posizioni in tre anni, a causa soprattutto di un forte peggioramento nell’indicatore “Giustizia e sicurezza”. 

Gli episodi di “spaccate” – anche in pieno centro – sono ormai quotidiani. Alcuni esercizi commerciali hanno subito tre furti in un breve periodo. E mentre la situazione peggiora, chi governa Comune, Regione e Stato ignora il tema degli investimenti veri nella sicurezza pubblica. Va inoltre sottolineato che i danneggiamenti nei giardini pubblici, che hanno motivato la proposta del passaggio delle guardie giurate, si sono verificati a notte fonda, ben oltre l’orario previsto dal servizio (21:00– 23:00), rendendo la misura ancora più inefficace. 

È paradossale che si proponga un servizio privato notturno quando è stata proprio la destra a volere armare la Polizia Locale per garantirne l’operatività nelle ore serali e notturne. 

Serve coerenza: non si può pretendere di rappresentare le Forze dell’Ordine e poi non metterle in condizione di operare, investendo risorse che dovrebbero essere a loro destinate in soggetti privati. Ogni euro sottratto alle Forze dell’Ordine è un euro tolto alla sicurezza vera. Le destre governano a tutti i livelli istituzionali – in Comune dal 2016, in Regione dal 2018 e a livello nazionale dal 2023 – e si sono sempre dette a favore del rafforzamento delle forze di sicurezza. Ma ora che hanno la responsabilità di governare, non investono su di loro, ma destinano risorse ad altri soggetti.» 

Lo sottolinea Luca Bressan, capogruppo PD in IV Circoscrizione.

Per garantire la sicurezza nei parchi pubblici serve ben altro: lavorare sulla prevenzione sociale, con il coinvolgimento delle comunità locali e un coordinamento efficace con le forze dell’ordine pubbliche. Prevedere l’impiego di guardie giurate significa semplicemente spendere soldi pubblici per un’operazione di immagine, senza alcuna ricaduta concreta. È il solito marketing elettorale a uso e consumo delle destre.» 

Continua Tommaso Vaccarezza, capogruppo di AT in Quarta Circoscrizione

Abbiamo espresso voto contrario alla proposta di Fratelli d’Italia perché riteniamo che la sicurezza non vada demandata ai soggetti privati. È invece fondamentale intensificare i passaggi della polizia locale nelle zone a bordo strada, per garantire interventi più immediati e diretti. Queste iniziative sono pura propaganda e non offrono soluzioni concrete. È sorprendente che sia il centrodestra, che ha fatto della sicurezza il suo baluardo in campagna elettorale, a proporle, dimostrando di non saperla gestire. Se vogliamo davvero lavorare sulla sicurezza e sul decoro urbano, servono politiche serie e lungimiranti. Il centrosinistra continuerà a battersi per una sicurezza vera, pubblica e garantita dallo Stato e dalle istituzioni. Basta slogan: servono responsabilità e investimenti concreti.»

Lo dichiara Martina Machnich, capogruppo di Lista Russo Punto Franco.

Casa di riposo Muggia, PD: chiarimenti richiesti con una mozione ma mai arrivati

Casa di riposo Muggia, PD: chiarimenti richiesti con una mozione ma mai arrivati

Dispiace constatare la reazione nervosa del sindaco Polidori che accusa la CGIL in combutta col PD di terrorismo sulla casa di riposo, ma la sua maggioranza ha respinto la mozione del consigliere Bussani, presentata nella seduta del Consiglio comunale in data 25 giugno, in cui si chiedeva ai punti 2 e 3 di impegnare sindaco e giunta “a promuovere un’assemblea pubblica aperta alla cittadinanza, ai familiari degli ospiti e al personale dipendente per discutere la proposta e le sue implicazioni e a predisporre una relazione tecnico-economica sull’attuale stato della struttura e sulle possibili prospettive di miglioramento della gestione pubblica”

I chiarimenti, dunque, sono stati chiesti, ma non sono arrivati.

Ciò di cui disponiamo è la sua dichiarazione del 7 maggio, testo e filmato facilmente reperibile in rete, in cui si dichiara che “da almeno 3 anni il sindaco Paolo Polidori sta pensando di spostare la struttura dandola in mano a gestori privati. La novità è appena stata presentata dall’assessore Riccardo Riccardi a comuni e aziende pubbliche dei servizi alla persona. Utilizzare il PPP – partenariato pubblico privato – previsto dal codice degli appalti – per garantire la sostenibilità delle strutture pubbliche. Il privato investe, rinnovando gli edifici o costruendo ex novo ma poi anche gestisce per un tot di anni in modo da rientrare dall’investimento fatto”.

Se fosse stato presente all’incontro mercoledì 2 luglio nel giardino del bar Verdi, avrebbe sentito tutti i risvolti, positivi e negativi della “partnerizzazione”, alla luce di esempi già esistenti, ma avrebbe anche appreso di domiciliarità alternativa, già presente nel comune di Trieste, che meriterebbe di essere presa in considerazione.

Avrebbe anche sentito che il partner gestisce per almeno trent’anni la casa di riposo (rispetto ai due delle cooperative ora presenti), che le tariffe vengono effettivamente stabilite dal comune, che il personale delle cooperative viene reintegrato, ma è il disciplinare di gara a stabilire le condizioni sulla “qualità” del servizio e il trattamento del personale, su cui si gioca il vero profitto del partner che, se investe, deve trarne un utile.

Non è solo questione di rette, su cui siamo sicuri il Comune vigilerà, ma il vero timore è che sul resto non potrà avere voce in capitolo, a meno di non predisporre condizioni di gestione così stringenti, da indurre il partner privato a rinunciare perché il rischio d’impresa è troppo alto. E siamo al punto di partenza.

 

Dom za ostarele v Miljah; DS s svetniško interpelacijo vprašal za pojasnila, a niso dospela

Žal beležimo živčno reakcijo župana Polodorija, ki sindikat  CGIL v povezavi s DS obtožuje terorizma na račun Doma za ostarele, vendar je njegova večina zavrnila predlog, ki ga je  občinski svetnik Bussani iz vrste DS predstavil  na seji občinskega  sveta 25. junija. 

V njem je med drugim zahteval, naj se  župan in odbor zavzemata za javno srečanje, odprto za občane, družine gostov Doma za ostarele in zaposlene, kjer naj bi se  razpravljalo o predlogu partnerstva  in njegovih posledicah. Nadalje je Bussani predlagal, naj Občina izda tehnično-ekonomsko poročilo o obstoječem stanju objekta in o možnostih izboljšanja javnega upravljanja.

Za pojasnila smo torej prosili, a nismo bili uspešni. Edino kar imamo, je županova izjava z dne 7. maja (besedilo in videoposnetek  sta  lahko dostopna na spletu), iz katerih izvemo, da je “župan Paolo Polidori vsaj 3 leta razmišljal o tem, da bi zgradbo preselil in jo predal zasebnim upravljalcem. Novico je svetnik Riccardo Riccardi pravkar predstavil občinam in javnim podjetjem za osebne storitve: posluževati se javno-zasebnega partnerstva, predvidenega s kodeksom javnih naročil, da se zagotavlja trajnost javnih objektov. Privatnik  prenavlja stavbe ali  jih zgradi na novo, nato pa jih tudi upravlja določeno število let, da se naložba izplača.”

Če bi bil prisoten na srečanju v sredo, 2. julija, na vrtu bara Verdi, bi po analizi nekaterih obstoječih primerovslišal vse pozitivne in negativne vidike »partnerstva«, izvedel pa bi tudi za alternativno domačo oskrbo, ki je že prisotna v občini Trst in bi jo bilo vredno upoštevati. Slišal bi tudi, da partner upravlja dom upokojencev vsaj trideset let (v primerjavi z dvema letoma sedanjih zadrug), da tarife sicer določa občina in  da privatno podjetje zaposli že prisoten kader iz zadruge, vendar pa razpis določa pogoje o “kakovosti” storitve in ravnanja z osebjem.

Na teh pogojih se igra pravi dobiček družbenika, ki, če investira, mora seveda iz tega imeti korist. Ne gre samo za mesečni prispevek na račun vsakega gosta v domu, za katere smo prepričani, da ga  občina ne  bo  spremenila, ampak nas skrbi, da za vse ostalo ne bo mogla imeti besede, če ne bo postavila tako strogih pogojev za kakovost upravljanja, da jih zasebni partner zaradi previsokega poslovnega tveganja ne  bo sprejel. In spet smo pri začetku.