Ci congratuliamo con i due carabinieri che, pur essendo fuori servizio, sono prontamente intervenuti per fermare un minore sorpreso a rubare una tuta in un negozio della nostra città. Grazie alla loro esperienza e alla profonda conoscenza del territorio, i due militari sono riusciti ad acciuffare il ragazzo, recuperare la refurtiva e garantire che il commerciante non subisse alcun danno.
Questo episodio dimostra, ancora una volta, quanto sia fondamentale affidare la sicurezza alla professionalità delle forze dell’ordine. Se al posto dei carabinieri ci fosse stato un semplice gruppo di vicinato, privo di preparazione e strumenti adeguati, il massimo che avrebbero potuto fare sarebbe stato telefonare alla polizia. Nel frattempo, però, il ragazzo si sarebbe già dileguato, lasciando il negoziante con il danno subito.”
Lo afferma Maria Luisa Paglia, segretaria PD Trieste
Il lavoro di chi garantisce la sicurezza non può essere improvvisato: servono competenza, preparazione e capacità di intervento rapido. Episodi come questo confermano l’importanza di investire nelle forze dell’ordine, rafforzando la loro presenza sul territorio e garantendo loro tutti i mezzi necessari per svolgere il proprio compito con efficacia.
Ancora grazie ai due militari per il loro spirito di servizio, anche nel loro giorno di riposo. La sicurezza si tutela con la professionalità, non con soluzioni improvvisate.”
Esprimiamo solidarietà ai familiari della signora Rogelja dopo la pessima uscita del Sindaco. Che ha chiesto scusa, è vero, ma nei fatti pare purtroppo continuare a dare la priorità agli automobilisti rispetto alla sicurezza dei pedoni. Nonostante la preoccupante frequenza con cui apprendiamo di incidenti anche mortali: la battuta infelice è arrivata, infatti, in concomitanza con il rilancio della folle idea delle quattro corsie a Barcola.”
Lo dichiara Maria Luisa Paglia, segretaria del PD di Trieste.
Invitiamo quindi Dipiazza, oltre a stare più attento con le parole, a lavorare con la sua Giunta per la mobilità sostenibile e per la sicurezza sulla strada. Più attraversamenti protetti, quindi, anziché assecondare il fatto che gli automobilisti corrono.
Aggiunge Giovanni Barbo, consigliere e capogruppo PD in Comune:
Maggiori controlli: sarebbe utile, in questo senso, sapere quante sono le sanzioni dinamiche (guida con il cellulare, sorpasso, eccesso di velocità) comminate negli ultimi anni. Efficienza nei lavori pubblici che si ripercuotono sulla viabilità: da anni gli autoarticolati attraversano il centro cittadino a causa del ritardo dell’intervento di consolidamento dei ponti sul Canale di Ponterosso. Elementi diversi accomunati però dalla scarsa considerazione per i pedoni dimostrata da questa Giunta.
La sicurezza non si costruisce delegando ai cittadini il ruolo di controllori, ma attraverso una rete di solidarietà che supporti il poliziotto di quartiere.”
Così Maria Luisa Paglia, segretaria del PD di Trieste.
La gestione fallimentare della sicurezza da parte della giunta comunale è ormai sotto gli occhi di tutti con gli indici di criminalità in preoccupante aumento e misure spot e di facciata, che servono solo a fini propagandistici e non portano risultati effettivi.
Dopo che nel 2017 la destra ha tolto i presidi della Polizia Urbana dai quartieri della città, dopo le somme ingenti spese per le zone rosse e per i presidi sui confini, oggi propongono il controllo di vicinato, scaricando sui cittadini compiti di vigilanza propri del Comune e della Forze dell’Ordine.
Il PD esige una sicurezza che valorizzi e potenzi le forze di polizia e crei coesione sociale attraverso la collaborazione tra istituzioni e comunità: una sicurezza che protegga senza dividere, che crei legami invece di alimentare diffidenza e paura.”
La nostra proposta è chiara: rilanciare il poliziotto di quartiere, una figura di prossimità, a cui l’anziano, il genitore, l’insegnante o il parroco possano rivolgersi con fiducia.
Una presenza costante, che non solo garantisca sicurezza ma rafforzi il senso di comunità, con il supporto di tutti i soggetti pubblici e privati del territorio: le scuole, le parrocchie, le microaree, le associazioni, i distretti sanitari, i consultori, i commercianti.
Questa è la sicurezza partecipata che vogliamo: reale, efficace, costruita con il coinvolgimento di tutti, ognuno nel suo ruolo.”
È ora di smetterla con la demagogia e di investire in una vera sicurezza integrata, che deve partire da un piano serio e organico di prevenzione, con il rafforzamento delle politiche sociali, il supporto al disagio giovanile e le politiche di contrasto alla marginalità, promuovendo l’educativa di strada e le microaree, entrambe soluzioni che la destra ha voluto indebolire,
Servono inoltre il miglioramento della vivibilità urbana e la rigenerazione degli spazi pubblici contro il degrado, una migliore illuminazione, il potenziamento di centri di aggregazione gratuiti con aree sportive e di gioco, il sostegno al commercio di prossimità come presidio attivo sul territorio, politiche abitative lungimiranti.
Il PD è pronto a portare avanti questa sfida, opponendosi con forza a qualsiasi deriva securitaria che scarichi sui cittadini il compito che spetta alle istituzioni.
In occasione dell’8 marzo, la Conferenza delle Donne Democratiche e il PD di Trieste organizzano un evento che vuole andare oltre la consueta analisi delle criticità nella parità di genere e discutere di soluzioni concrete per cambiare davvero la vita delle donne e delle famiglie.
L’accesso ai servizi per l’infanzia è uno dei nodi centrali per l’occupazione femminile. Oggi, troppo spesso, sono le donne a rinunciare al lavoro o a sacrificare la propria carriera per la carenza di servizi diffusi, modulari, a costi sostenibili.
Le giovani famiglie non possono certo organizzare la loro vita sulla base di bonus temporanei e misure spot, come quelli elargite dai governi di destra, ma hanno bisogno di una rete di servizi universali per conciliare tempi di vita e di lavoro, parte di un nuovo modello sociale più equo e inclusivo.
Ne parleremo con esperte, rappresentanti istituzionali e della società civile in un incontro aperto a tutti.
Introduce e modera MONICA HROVATIN Portavoce Donne Dem
Intervengono MARTINA GALLINA Titolare di asilo nido FRANCESCA PAROLARI Consigliera provinciale PD Trento SARA FERRARI Deputata, capogruppo PD Commissione Femminicidio
Conclusioni MARIA LUISA PAGLIA Segretaria provinciale PD Trieste
Lettera pubblicata da Il Piccolo giovedì 13 marzo 2025, inviata a doppia firma da Maria Luisa Paglia, Segretaria provinciale e Giovanni Barbo, capogruppo PD in Comune.
Il concetto di “finalmente”, richiamato dal direttore del Piccolo, descrive bene la realtà di Trieste: una città in cui ogni traguardo viene raggiunto con tempi eccessivamente lunghi, tra annunci ripetuti e continui rinvii.
La nuova sede di Esatto annunciata per giugno 2023 è stata inaugurata a marzo 2025.
L’inaugurazione della nuova sede di Esatto, avvenuta il 7 marzo, è solo l’ultimo esempio. Un risultato positivo, certo, ma che arriva dopo ritardi e date promesse e poi disattese: giugno 2023, febbraio 2024 e infine marzo. E non è un caso isolato.
Questa Giunta e il Sindaco ci hanno ormai abituati a opere pubbliche annunciate con toni trionfalistici e poi rimandate, spesso senza spiegazioni chiare. Certamente gli imprevisti possono capitare e non tutto dipende dalla politica, ma quando i ritardi diventano la regola, chi governa la città dovrebbe assumersi le proprie responsabilità, evitando proclami prematuri e infondati.
Se allarghiamo lo sguardo proprio intorno alla nuova sede di Esatto, la situazione non cambia. La piscina terapeutica crollata sei anni fa è ancora una spianata vuota, nonostante le promesse di ricostruzione.
Il mercato ortofrutticolo ha visto annunci di nuove sedi che poi non si sono concretizzate, con l’assurdo paradosso di un immobile acquistato dal Comune e poi rivenduto.
L’ex Fiera è un altro simbolo dell’immobilismo: nel 2019 l’attuale maggioranza ha approvato una variante urbanistica che ha aumentato il valore dell’area, giustificandolo con la realizzazione di spazi pubblici come giardini e aree gioco. A distanza di anni, però, quelle opere non sono nemmeno iniziate e ora apprendiamo della rivendita.
Tutto questo non può che destare preoccupazione quando si parla del futuro di Porto Vecchio. Siamo d’accordo con chi, da Fedriga a Dipiazza, lo definisce un’opportunità unica e irripetibile per Trieste. Ma se l’amministrazione ha gestito in questo modo i progetti finora elencati, come possiamo fidarci che saprà gestire un’occasione così importante?
A questo proposito, vale la pena ricordare l’emendamento Russo del 2014 alla legge di stabilità, che ha reso possibile la sdemanializzazione di Porto Vecchio. All’epoca, il centrodestra e lo stesso Fedriga si opposero a questa decisione, salvo poi cambiare idea nel tempo. Da allora sono trascorsi nove anni: è fondamentale non perderne altrettanti per dare finalmente a quest’area un futuro chiaro e prospero, trasformandola in un vero volano di sviluppo per la città.
Siamo d’accordo con le dichiarazioni di Fedriga e Dipiazza che vedono in Porto Vecchio un’area che necessita di un progetto di portata europea, il più grande intervento di riqualificazione urbana sul mare a livello nazionale. Un’opportunità enorme per Trieste e per chi deciderà di investire. Tuttavia, il curriculum della Giunta in materia di gestione dei progetti pubblici non è rassicurante: come possiamo non essere preoccupati della capacità di portare a termine una sfida così rilevante?
Ad oggi, dopo anni di attesa, l’unica proposta concreta per tutta l’area è quella di Costim. Tutte le altre 60 proposte pervenute riguardavano solo porzioni limitate del sito e non offrivano una visione complessiva. Ma se Porto Vecchio è davvero una risorsa straordinaria, come mai non è stato capace di attrarre grandi investitori internazionali? La Giunta ha partecipato più volte alla fiera di Cannes per promuovere l’area, ma i risultati sono ancora insufficienti. E quindi chiediamo a Comune e Regione di pianificare e realizzare una campagna di promozione internazionale della gara di alto livello per poter poi dire che, finalmente, si sarà riusciti ad attrarre a Trieste il migliore imprenditore che avremmo potuto avere.
E se l’obiettivo è davvero quello di far diventare Porto Vecchio un motore di sviluppo per la città, non basta riempire gli spazi: bisogna creare opportunità per il lavoro e per i giovani.
Per questo chiediamo che il progetto non si limiti a un’operazione immobiliare, ma preveda l’insediamento di aziende innovative, il rafforzamento del settore universitario e della ricerca, e un’offerta residenziale diversificata, che contempli anche soluzioni accessibili per lavoratori e giovani, e non solo abitazioni di lusso.
Se vogliamo davvero dire “finalmente” con soddisfazione e non con rassegnazione, serve un cambio di metodo. Proponiamo quindi l’istituzione di un tavolo di confronto che coinvolga esperti di vari settori, investitori, professionisti, architetti e cittadini, garantendo trasparenza e ambizione nel progetto. Perché solo con una visione condivisa, seria e ambiziosa, possiamo garantire che Porto Vecchio diventi davvero quel volano di sviluppo che Trieste aspetta da troppo tempo.
Il problema della carenza di medici di famiglia è grave anche a Trieste ed è noto ormai da alcuni anni.
Da tempo chiediamo con forza a Regione e azienda sanitaria di lavorare a delle soluzioni urgenti, per dare risposte ai tanti cittadini senza medico, e contestualmente a delle soluzioni strutturali per superare il problema a medio termine. Molte cose si potrebbero già fare senza attendere soluzioni miracolose dal governo nazionale che, al contrario, alimenta un dibattito talmente confuso e superficiale da creare ancor più incertezza tra i giovani medici che vengono così ulteriormente disincentivati a intraprendere il percorso per diventare medico di medicina generale.
Si esprime così il Forum Salute e Welfare del PD di Trieste.
La Regione ascolti i professionisti e chi li rappresenta e dia finalmente le risposte che servono ai cittadini!”
Conclude Maria Luisa Paglia, segretaria del Pd di Trieste.
Il Partito Democratico di Trieste esprime piena solidarietà al popolo ucraino. Crediamo in una pace giusta, non in una resa che metterebbe a rischio i valori fondamentali dell’Europa.”
Lo dichiara il consigliere dem Štefan Čok.
Per questo, e anche alla luce dell’annunciata manifestazione del 15 marzo a Roma, il PD ha presentato una mozione urgente, che auspichiamo possa trovare un’ampia condivisione, finalizzata a ribadire la convinta adesione del Consiglio Comunale ai principi e ai valori dell’unità europea, democratica e plurale.
In un momento in cui il futuro del nostro continente è in gioco chiediamo un’Europa più forte e coesa, capace di difendere la democrazia, la libertà e i diritti di tutti.”
Aggiunge Maria Luisa Paglia, segretaria provinciale del PD.
Il dibattito politico sui minori stranieri non accompagnati (MSNA) in Friuli Venezia Giulia è ormai segnato da paura e disinformazione. L’arrivo di questi giovani viene dipinto come un fenomeno ingestibile, mentre i numeri reali raccontano tutt’altra storia: i minori presenti sono in quantità estremamente modesta, tanto che la struttura Ciliegi non viene neanche più utilizzata.”
È quanto segnala Maria Luisa Paglia, segretaria del PD provinciale.
Eppure il messaggio diffuso dalle istituzioni regionali, in particolare dall’assessore Roberti, contribuisce a rappresentarli come un pericolo per la comunità, senza che vi siano evidenze statistiche su un maggior coinvolgimento di questi ragazzi, rispetto ad altri coetanei italiani o stranieri, nei recenti fatti di cronaca.
Va in ogni caso ricordato che si tratta di adolescenti che, in molti casi, hanno già vissuto traumi, violenze e abusi nei paesi di origine e di transito.
Ridurre i fondi per l’accoglienza dei minori significa peggiorare le condizioni di un sistema che funziona ma è già fragile, aumentando le criticità e scaricando ulteriormente il peso su chi, ogni giorno, supplisce alle carenze istituzionali. Se si continua a tagliare proprio dove sarebbe indispensabile investire, le conseguenze saranno inevitabili.
I tutori volontari, per esempio, già oggi colmano molte lacune, seguendo i minori nel loro percorso educativo e formativo anche dopo il compimento della maggiore età.
Dai tutori volontari a tutti gli altri che operano in piazza Libertà o nei luoghi come Spazio 11, sempre più spesso è il volontariato a farsi carico della prima accoglienza, garantendo un pasto caldo, una coperta, un aiuto concreto a chi ne ha bisogno.
Di fronte a questa realtà, le istituzioni governate da una destra ideologica, decidono di ridurre le risorse per mortificare un sistema di accoglienza che in buona sostanza funziona; lo fanno in maniera strisciante ma scientificamente, perché hanno l’obiettivo imprescindibile di indurre timore diffuso tra gli elettori, rendendo strutturali la paura e i sentimenti di rifiuto verso gli stranieri.
La politica regionale, invece di affrontare con serietà il tema dell’integrazione, ignora il valore che questi giovani possono portare ai nostri territori, segnati da una crisi demografica profonda e dalla crescente difficoltà nel garantire un ricambio generazionale sufficiente per sostenere il sistema produttivo.
Se andiamo a cercare lavoratori all’estero (accordi con Bangladesh e Ghana) vuole dire che servono alle nostre aziende, allora perché non formare e orientare i minori già presenti in Regione?
Per una gestione efficace dell’accoglienza, è necessario rafforzare l’impegno educativo, garantire un controllo sulla qualità delle comunità di accoglienza, sostenere programmi innovativi e potenziare gli interventi per il passaggio alla maggiore età.
Strategie essenziali che la Regione continua a ignorare, preferendo una narrazione basata sulla paura anziché su soluzioni reali».
Ampio interesse ha suscitato l’incontro del 24 febbraio dal titolo Magistratura e riforma: capire la separazione delle carriere, durante il quale il prof. Sergio Bartole, professore emerito di diritto costituzionale all’Università di Trieste, e l’on. Debora Serracchiani, deputata e responsabile Giustizia nella segreteria nazionale del PD, hanno illustrato e discusso la riforma sulla separazione delle carriere nella magistratura.
L’evento ha offerto una disamina approfondita della riforma, con il prof. Bartole che ha analizzato gli aspetti giuridici della proposta e l’on. Serracchiani che ha delineato il contesto politico della riforma. Il dibattito si è concentrato in particolare sulle criticità legate alla riforma e alle conseguenze della stessa sui principi fondanti della Costituzione, con particolare riguardo allo sdoppiamento del Consiglio Superiore della Magistratura (CSM) e all’ indebolimento del potere giudiziario.
Vi sono preoccupazioni riguardo all’introduzione del sorteggio come metodo di elezione, ritenuto dal Governo il sistema più semplice ed efficace per superare le logiche delle correnti. Tuttavia, tale meccanismo solleva dubbi significativi poiché eliminerebbe ogni principio meritocratico, portando all’assegnazione delle posizioni di vertice della magistratura non ai magistrati con i curricula più prestigiosi o con i titoli più solidi, ma semplicemente ai sorteggiati più fortunati.”
Lo afferma la deputata dem.
L’incontro ha messo in luce queste e altre questioni fondamentali, suscitando un vivace confronto tra i partecipanti e dimostrando quanto il tema sia di grande rilevanza per l’assetto della giustizia nel nostro Paese.
In conclusione, la segretaria provinciale Maria Luisa Paglia, ha confermato “Il PD di Trieste ha in programma altri incontri per rendere comprensibile ai cittadini ogni aspetto della riforma.”
Mentre il mondo intero si raccoglie in preghiera per le condizioni di salute del Papa e mentre il Vescovo di Trieste, ispirandosi alle parole del Santo Padre, si adopera concretamente insieme ad altre realtà del territorio per offrire riparo a chi è costretto a trascorrere le notti al gelo, l’amministrazione comunale continua a voltare le spalle alle persone più fragili.”
È la triste constatazione di Maria Luisa Paglia, segretaria del PD Trieste.
Otto persone hanno rischiato la vita, lasciate senza protezione in mezzo al freddo e al fango, in un inverno che registra temperature sotto lo zero. Di fronte a questa emergenza umanitaria, la reazione del Sindaco di Trieste Dipiazza e dell’Assessore regionale alla sicurezza Roberti è stata quella di lanciare slogan e propaganda, invece di fornire soluzioni. Il primo invocando sgomberi, il secondo attaccando chiunque osi denunciare questa drammatica realtà.
Paradossale e ipocrita è l’atteggiamento di coloro che si ergono a paladini della libertà e della dignità delle donne con il velo, salvo poi ignorarle quando giacciono per strada, senza più essere considerate esseri umani da difendere.
Ipocrisia che raggiunge vette oscene se si considera l’autoproclamata identità cristiana degli esponenti di Fratelli d’Italia che non esitano a contraddirsi attaccando rabbiosamente iniziative che incarnano i valori di accoglienza e di assistenza verso i più deboli, valori al centro del messaggio cristiano.
In questo senso, vengono in mente le parole del Vangelo di Matteo (25,40): «In verità io vi dico: tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me.». È un monito potente, che dovrebbe far riflettere chi, pur richiamandosi alla fede, ne smentisce nei fatti i principi più profondi come la misericordia.
Di fronte a questa disumanità politica e istituzionale, Trieste sta mostrando un’altra faccia: quella di una cittadinanza che non si arrende all’indifferenza, che si rimbocca le maniche e che dimostra con i fatti che la dignità delle persone non è negoziabile.
Ci aspettiamo dalle istituzioni risposte concrete e immediate, non slogan elettorali sulla pelle dei più deboli.