Le società sportive triestine meritano attenzione e rispetto concreti, non vuote e sterili promesse”. Ad affermarlo il consigliere comunale del PD, Luca Salvati, in relazione all’ennesimo rinvio nell’avvio dei lavori, con ulteriore lievitazione di costi, per il completamento del centro polisportivo di San Giovanni, conosciuto come “cubone”.
“La vicenda”, ricorda Salvati, “è iniziata una quindicina d’anni fa, con la decisione di trasformare un vecchio deposito bus in struttura sportiva. Da allora si è andati avanti di ritardo in ritardo e di promessa in promessa”.
“In particolare vorrei ricordare due circostanze in cui si poteva sperare che l’iter finalmente si sbloccasse. La prima, a pochi giorni dalle elezioni comunali del 2021, quando la Giunta Dipiazza ha annunciato di aver stanziato altri due milioni per completare l’opera. Fu però una pura speculazione elettorale visto che era l’8 marzo scorso, tre mesi fa” ricorda ancora Salvati “che l’assessora Lodi e il dirigente Fantini hanno illustrato il progetto e annunciato formalmente che i lavori erano stati appaltati e sarebbero partiti alla fine dello stesso mese, per concludersi in 400 giorni di calendario”.
“È ancora tutto fermo. Nel frattempo i costi sono schizzati alle stelle e abbiamo mestamente appreso che il Comune si è anche impegnato in una ‘sarabanda di incarichi professionali’. È la storia infinita. Intanto le società che aspettano come la manna di poter disporre di un impianto in più in una città che già ne ha pochi e mal mantenuti, devono rassegnarsi ad attendere ancora”.
“Ma quanto?” si chiede ancora il consigliere Salvati. “Sempre che non finisca come la galleria di Montebello, andrà predisposto il bando per gli arredi (reti, canestri, mobili, etc) e andrà deciso a chi affidarne la gestione e a quali condizioni. Forse si potrebbe provare almeno ad anticipare l’avvio di queste procedure. A meno che l’obiettivo dell’assessore Lodi non sia di inaugurare l’impianto prima delle prossime elezioni comunali… E nel frattempo saranno passati vent’anni. La Giunta Dipiazza ama lo sport solo a parole”, conclude uno sconsolato Luca Salvati.