RACCOLTA FIRME DOPPIA PREFERENZA DI GENERE

RACCOLTA FIRME PER LA DOPPIA PREFERENZA DI GENERE
Le Donne Democratiche e i Circoli del Partito Democratico di Trieste aderiscono all’iniziativa promossa dalla Commissione Pari Opportunità del Fvg (scarica qui il volantino) con la raccolta delle firme a favore della doppia preferenza di genere, norma che incentiva e aiuta la presenza delle donne nelle istituzioni !
SABATO 31 MARZO 2012 dalle ore 10 alle ore 12 in Largo Barriera Vecchia e dalle ore 16 alle ore 18 in piazza Cavana

VENITE A FIRMARE CON AMICI E PARENTI !!
Contattate Laura Marcucci (Coordinatrice Democratiche Trieste – marcuccil@yahoo.itper info e per dare la vostra disponibilità a partecipare alla raccolta!

COMUNICATO STAMPA DI F. RUSSO

Comunicato stampa inviato giovedì 22 marzo, agli organi di informazione:

 Francesco RUSSO (PD): Tondo aveva bisogno di un blitz “elettorale” per conoscere le reali condizioni di Cattinara?
“Le dichiarazioni rilasciate dal presidente Tondo in occasione della visita al Pronto Soccorso dell’ospedale di Cattinara sembrano un assist a chi voglia esercitare della facile ironia sulla Giunta regionale di centrodestra”.
Lo dichiara Francesco RUSSO, segretario del Partito Democratico di Trieste in un comunicato pubblicato sul suo profilo Facebook.
“Stupisce onestamente ascoltare un autorevole rappresentante delle Istituzioni che dichiara con fare solenne che la “struttura è vecchia”, che “la situazione logistica è totalmente inadeguata” e, dulcis in fundo, che “ci vuole più regia da parte della politica”.
È fin troppo facile chiedersi: ma quello che parla non è il Presidente della Regione e Assessore alla Sanità ad interim…? Forse la regia di cui parla è proprio quella che è mancata da parte della sua Giunta? Non ha forse nominato lui i manager che governano oggi la sanità triestina? Parla mai con loro, visto che sembra oggi cadere dalle nuvole rispetto al reale stato delle cose? Forse li ha lasciati troppo da soli a gestire questioni che richiedono scelte di regia regionale? E, glielo diciamo per il rispetto che abbiamo del suo essere solitamente persona seria e poco incline al sensazionalismo: aveva forse bisogno di un blitz che a tutti è sembrato decisamente pre-elettorale per conoscere lo stato dell’arte di una struttura importante come il Pronto Soccorso? Non gli sembra che sia un po’ imbarazzante dopo quattro anni di Governo…?
Vorremmo invitare Renzo Tondo a non correre il rischio di tirare in ballo la salute dei cittadini come occasione per una facile pubblicità e propaganda. Ed ovviamente ci impegniamo a fare altrettanto. Per questo motivo vogliamo piuttosto rilanciare un dialogo bipartisan che permetta finalmente di affrontare e risolvere problemi concreti e gli chiediamo se è disponibile:
– a sbloccare i più di cento milioni (a seconda dei diversi progetti) necessari ad un radicale riammodernamento del complesso di Cattinara;
– ad adoperarsi per rilanciare le attività del Burlo Garofolo e l’ipotesi di una sua sede più idonea;
– ad investire su una virtuosa sinergia tra le istituzioni di ricerca del Sistema Trieste e l’attività clinica;
– a favorire un rapporto efficiente fra ospedale e territorio che tenga conto e valorizzi le specifiche eccellenze presenti nella realtà triestina e dell’impegno di tanti professionisti.

Su questi punti – conclude Russo – gli amministatori del PD si dichiarano fin da subito disponibili ad una piena collaborazione per migliorare le condizioni di chi lavora per la  salute dei triestini.
Ma sulla strumentalizzazione e su una strategia fatta solo di annunci (come nel caso dell’azienda unica…) il Partito Democratico conferma che non lascerà che i cittadini di questo territorio siano illusi o raggirati.

DOCUMENTI ASSEMBLEA PROVINCIALE

Pubblichiamo il Documento sull’organizzazione del partito (come contributo alla Conferenza nazionale) e il Regolamento per il funzionamento dell’Assemblea provinciale, approvati dall’Assemblea provinciale del PD di Trieste riunitasi il 3 marzo 2012.
Scarica qui il Documento sull’organizzazione del partito.
Scarica qui il Regolamento per il funzionamento dell’Assemblea provinciale.

INCONTRO PUBBLICO

IL LAVORO TRA CRISI E RIFORMA
Venerdì 16 marzo – ore 17.30
Sala Imperatore dell’Hotel Savoia Excelsior Palace
(Riva del Mandracchio 4 – Trieste)
sen. Paolo NEROZZI (Le proposte del Partito Democratico per il lavoro)

Paolo PUPULIN consigliere regionale (Le dinamiche del mercato del lavoro in Friuli Venezia Giulia)

Adele PINO assessore provinciale al lavoro (Le politiche del lavoro della Provincia di Trieste per affrontare la crisi)

sen. Tamara BLAŽINA (L’emergenza lavoro per i giovani e le donne)

dibattito

Interverrà il segretario provinciale Francesco RUSSO.

CONFERENZA STAMPA “LAVORO AL FEMMINILE”

Sabato 10 marzo 2012 alle ore 11.30 presso il Caffè Tommaseo (piazza Tommaseo 4) si terrà una conferenza stampa sul tema:

 Lavoro al femminile
Le proposte del Partito Democratico in favore della “buona occupazione” e contro le “dimissioni in bianco”
Intervengono
Adele Pino Assessore alla Provincia di Trieste, che presenterà i dati relativi all’occupazione femminile nella provincia di Trieste
Tamara Blažina Senatrice PD
Laura Marcucci Coordinatrice Donne Democratiche di Trieste.

INIZIATIVA COORDINAMENTO DONNE TRIESTE

8 MARZO
GIORNATA INTERNAZIONALE DELLA DONNA

Giovedì 8 marzo 2012 alle ore 17.00 in Piazza della Borsa partecipate all’iniziativa concordata e decisa nell’ambito di tutto il Coordinamento Donne di Trieste.
Saremo li (partiti, associazioni, sindacati … etc) per parlare di diritti delle donne, articolo 18, dimissioni in bianco e pensioni (leggi qui volantino).

10 FEBBRAIO GIORNO DEL RICORDO

Intervento di Štefan Čok a nome del Gruppo del PD alla Provincia di Trieste in occasione della Commemorazione del “Giorno del ricordo” tenuta il 9 febbraio 2012.
“Vorrei innanzitutto ringraziare la presidente Bassa Poropat ed il presidente Vidali per aver organizzato l’incontro di oggi, a testimoniare ancora una volta una sensibilità verso gli avvenimenti del nostro passato tanto doverosa quanto apprezzabile.
Parlare di un evento drammatico della storia è relativamente facile quando si tratta di qualcosa che fa parte della memoria collettiva della comunità alla quale ti senti di appartenere. Cosa più complessa ma non meno necessaria è parlare degli eventi drammatici rimasti nel ricordo di chi ti sta accanto, delle comunità che con te stesso condividono uno stesso territorio e la stessa storia, seppur probabilmente vista da prospettive, memorie, sentimenti diversi. È proprio per questi motivi che sento forte la necessità di intervenire oggi in occasione della commemorazione del Giorno del Ricordo. Giorno istituito tramite una legge che nel suo primo articolo dice che “La Repubblica riconosce il 10 febbraio quale «Giorno del ricordo» al fine di conservare e rinnovare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell’esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra e della più complessa vicenda del confine orientale.
La più complessa vicenda del confine orientale: è questo il punto fondamentale che mi pare vada sottolineato e che rappresenta la testimonianza di uno sforzo del Parlamento di inserire gli avvenimenti del passato nel loro contesto.
Ricordo il Giorno del Ricordo come uno dei primi argomenti che mi capitò di affrontare avvicinandomi all’attività politica quando, partecipando per la prima volta ad un’assemblea di Sloveni aderenti al partito in cui ho militato prima che quest’ultimo confluisse nella più grande realtà del Partito Democratico, questo tema era al centro del dibattito. Si era nel febbraio-marzo 2004 e la legge era appena stata approvata o era ad un passo dall’essere approvata. In quell’occasione ebbi modo di dire, non mi ricordo ovviamente le esatte parole ma il concetto era quello, che ritenevo la decisione di giungere ad una legge di questo tipo giusta ma che temevo che passasse il messaggio, nell’opinione pubblica italiana aldilà dell’Isonzo per così dire dove questi temi sono meno conosciuti, che passasse il messaggio degli Sloveni o degli “Slavi” in generale presenti nella storia italiana (o viceversa) come infoibatori, trascurando tutto quanto avvenuto prima e dopo. È un timore che in parte ritengo ancora di poter avere, se penso per esempio a quanto avvenne l’anno scorso quando circolò in vari comuni d’Italia un manifesto per il giorno del ricordo con una foto, che palesemente faceva pensare che fossero vittime italiane fucilate da jugoslavi e che invece rappresentava civili sloveni fucilati dal Regio Esercito nel 1942 in Slovenia. Cito questo fatto solo per testimoniare quanto lavoro ci sia ancora da fare e come sia convinto di quanto detto in altre occasioni, cioè che la politica deve stare molto attenta nell’approcciare la storia per non provocare pasticci.
Ma non posso non ricordare anche altri eventi. Molti si ricordano del discorso del presidente della repubblica Giorgio Napolitano per il giorno del ricordo 2007, il discorso in cui si parlò dell’espansionismo slavo. Meno numerosi sono coloro i quali si ricordano del discorso per il 10 febbraio 2009, […]. Io me ne ricordo ancora poiché parti di quel discorso vennero citate dai principali telegiornali nazionali. Ricordo che mi sentii allora orgoglioso del nostro Presidente che con quel discorso aveva testimoniato come lo Stato italiano nel suo più alto rappresentante si dimostrava consapevole dei drammi passati di queste terre, si faceva carico di preservarne la e le memorie nella sua interezza e forte di questa presa di coscienza cercava il dialogo con i propri vicini.
Sono questi gli approcci che hanno consentito a tre grandi presidenti di paesi vicini di incontrarsi a Trieste, quasi due anni fa, e di segnare quella che è stata una giornata storica per questa città.
Ciò che noi oggi possiamo fare, ciò che siamo tenuti a fare, è di preservare la memoria di quanto è successo nel corso del drammatico secolo breve che sta alle nostre spalle. Farlo in modo aperto e umile, approccio che è particolarmente necessario soprattutto per la politica. E farlo sapendo quanto i drammi del Novecento abbiano nuociuto a quella grande area di mescolanza, di compenetrazione e di contatto che va da Tarvisio giù giù sino agli estremi lembi meridionali della Dalmazia, dove mondo italiano e mondo sloveno e croato si incontrano.
Ciò che ci lascia il XX secolo non sono solo le memorie degli eventi luttuosi del passato. È anche un generale impoverimento culturale dovuto al fatto che a lungo si è pensato che il miglior modo di risolvere i problemi di convivenza delle aree interculturali e mistilingue fosse quello di normalizzarle, di eliminarne le caratteristiche plurali.
Noi possiamo combattere questo impoverimento in molti modi, soprattutto pensando non solo alla preservazione ed allo sviluppo della propria comunità di riferimento ma anche a chi ci sta vicino. Così come è più facile ricordare i torti subiti che quelli fatti è anche più facile lottare per i propri diritti che per i diritti di chi ci sta vicino. Ma cambiare questa mentalità è ciò che ci serve, accogliere con favore ogni iniziativa che porti ad arricchire nuovamente il bagaglio culturale di queste terre, si tratti di un corso di sloveno o della riapertura di un asilo con lingua d’insegnamento italiana a Zara.
Lo possiamo fare anche nei nostri piccoli gesti quotidiani, badando per esempio a non essere indifferenti quando ci capita, banalmente, di discutere con i nostri conoscenti, siano essi triestini o provenienti dalle altre parti d’Italia, delle nostre terre. Vedete, io non mi rassegno a che parlando con un italiano questi mi guardi con incertezza quando gli dico che sono stato a Lesina, Veglia o Abbazia e che capisca a cosa mi sto riferendo solo se gli parlo di Hvar, Krk, Opatija. Vuol dire che qualcosa non funziona se riconosce il nome in croato e non il nome italiano di una località Sono luoghi che hanno identità e storia plurali e così devono essere, declinati nei loro bei nomi che esistono in forma originale nelle diverse lingue che li abitano. E lo stesso deve valere naturalmente, lo do per scontato, anche in senso inverso.
Allora forse, se riuscissimo tutti noi a comprendere le ragioni del vicino, a capire che un Lesina in più da una parte o anche un Trst in più dall’altra non sono una minaccia ma un’opportunità, una ricchezza, una cosa bellissima che non molte parti del mondo hanno e che dobbiamo gelosamente custodire e sviluppare forse anzi sicuramente non potremmo cambiare gli eventi che sono alle nostre spalle. Ma potremmo rendere un grande servigio alle nostre generazioni ed a chi verrà dopo di noi.”