“E’ bello vedere tanti cittadini oggi in fila sotto la pioggia che condividono e danno corpo alla nostra idea di ampia partecipazione democratica. Il ‘no’ all’ovovia nasce all’interno del centrosinistra e molti esponenti del Pd hanno firmato stamattina per fermare un progetto che non ci convince e su cui chiediamo che la cittadinanza sia coinvolta. E’ un progetto che a nostro avviso non risolverebbe il problema dell’accesso alla città dal nord, con rilevanti aspetti di impatto paesaggistico e ambientale, e i cui costi rischierebbero di ricadere in futuro sui triestini. Chiediamo che l’Amministrazione ascolti i cittadini senza pregiudizi: spendere non significa per forza spendere bene”. Lo dichiara la segretaria del Pd provinciale di Trieste Caterina Conti, commentando l’alto afflusso di cittadini ai punti di raccolta firme allestiti in città per richiedere un referendum sulla realizzazione della cosiddetta “ovovia”.
“Evidentemente per il sindaco Dipiazza a Trieste è tutto tranquillo e non ci sono problemi di sicurezza né disagio sociale, e il Consiglio comunale non deve discutere di quanto sta accadendo nel centro e nelle periferie della nostra città. Il centrodestra ha deciso che non è urgente la mozione presentata dal PD che chiede di rafforzare i controlli delle forze dell’ordine nella zona di via Bonomo, una richiesta che ora vale per tante zone della città centro incluso: cosa vogliono che accada perché ci sia un’urgenza?”. Lo afferma il consigliere comunale Luca Salvati (Pd), dopo che nel centro di Trieste, all’alba di sabato, due giovani stranieri sono stati aggrediti con arma da taglio.
Per Salvati “è inutile che il sindaco faccia la voce grossa dopo ogni episodio di violenza, è ridicolo che l’assessore Roberti invochi più competenze per la polizia locale, è irresponsabile continuare a raccontare una Trieste assai cambiata e sofferente dopo due anni di pandemia. Soffrono in primo luogo i cittadini più esposti, ragazzi e anziani, ma – conclude il consigliere dem – non se ne deve parlare”.
“Trieste ha un legame speciale con la montagna e con gli alpini, siamo tutti orgogliosi di una storia di amor di Patria e generosa presenza nella comunità. Siamo fieri di come il corpo degli Alpini ha rappresentato il Paese e Trieste nei fatti d’arme e nelle missioni internazionali, e di come è parte attiva della vita cittadina, in quanto associazione impegnata nel volontariato specie nell’ambito dellaProtezione civile. I 100 anni della ‘Guido Corsi’ di Trieste sono un bell’anniversario ma soprattutto auspicio per un futuro operoso”. Lo ha dichiarato la segretaria del Pd provinciale di Trieste Caterina Conti, partecipando alla cerimonia per il centenario della sezione Ana “Guido Corsi” del capoluogo giuliano, presso il Monumento agli Alpini, alla presenza del sindaco di Trieste Roberto Dipiazza, del presidente nazionale dell’Ana Sebastiano Favero, del presidente della Sezione Guido Corsi Pierpaolo Candotti e del comandante dell’8° reggimento Alpini colonnello David Colussi.
Nel Giorno del Ricordo riviviamo il dramma che hanno vissuto moltissime famiglie a Trieste, che con l’Esodo sono arrivate in fuga dalla Jugoslavia. La nostra storia locale si colloca nella storia più generale dell’Europa del secondo dopoguerra, quando centinaia di migliaia e talvolta milioni di persone in tutto il continente hanno subito spostamenti forzati e lo sradicamento dalla propria terra. Gli esuli d’Istria Fiume e Dalmazia hanno molto spesso patito una condizione precaria fino ai campi profughi, la derisione, il silenzio delle Istituzioni, il negazionismo. Io stessa, nipote di esuli istriani, riconosco in me la parte d’identità familiare che viene da questa storia. La conservo nel cuore, protetta dal tumulto della politica”.
Lo dichiara la segretaria del Pd provinciale di Trieste Caterina Conti, in occasione del Giorno del Ricordo.
Le memorie non saranno mai condivise – ribadisce Conti – ma la pietà umana, la comprensione e gli approfonditi studi storici aiutano ad avvicinarsi, da sponde opposte, a riconoscere la follia di tutte le sopraffazioni etniche e ideologiche, a lavorare per vincere sospetti e rancori, a convivere in pace. Le Istituzioni – conclude – siano garanti di questo processo”.