
“Comprensibile il disagio di esercizi commerciali e luoghi di culto, ma forse si poteva evitare di dover addirittura intervenire con delibere per contenere i rumori eccessivi degli artisti di strada. Sembra che l’ordinanza del 2017 non abbia avuto alcun effetto se ora la Giunta ritiene di dover emanare un altro atto formale, che rischia di diventare un’altra ‘grida’ manzoniana. La convivenza tra attività commerciali e esibizioni temporanee dovrebbe essere guidata con più equilibrio e con meno carte. E con un occhio anche all’attrattiva turistica”. Lo dichiara la vicepresidente del Consiglio comunale di Trieste Laura Famulari (Pd), commentando l’adozione di delibere della Giunta comunale che restringe le aree in cui possono esibirsi gli artisti di strada, soprattutto nel centro della città.
Il Pd condivide pienamente la battaglia per la buona sanità pubblica triestina e vuole portarla avanti a tutti i livelli istituzionali in cui è presente con i suoi rappresentanti. Il partito si mobilita anche a livello territoriale con i Circoli e nei Consigli circoscrizionali, dove organizzeremo iniziative e assemblee pubbliche nei diversi rioni”.
Lo ha annunciato oggi la segretaria del Pd provinciale di Trieste Caterina Conti, intervenendo all’assemblea pubblica organizzata al Teatro Miela dal Coordinamento per la difesa della sanità pubblica, indetta con altri soggetti per chiedere in primo luogo la modifica dell’atto aziendale Asugi.
L’atto aziendale è l’apice del malgoverno della sanità –ha chiarito la segretaria dem – su cui il centrodestra ha messo le mani, indebolendo il pubblico e le sue eccellenze professionali e territoriali. La gestione della pandemia, con i drammi nelle case di riposo, i ritardi e le contraddizioni nella campagna vaccinale, fino allo scampato scandalo della nave-lazzaretto, ha dimostrato l’inadeguatezza della direzione aziendale e dell’amministrazione regionale. Nel silenzio dei vertici comunali – ha aggiunto Conti – la Giunta Fedriga ha fatto scelte che hanno comportato nei fatti un depauperamento già in essere dei servizi territoriali, con una sempre crescente delega al privato, dai tamponi alle visite specialistiche e strumentali, per giungere ad appaltare perfino il centro vaccinale”.
«Piena solidarietà con il personale della Euro&Promos precario e sottopagato che lavora nei musei di Trieste, per il quale è in corso una mobilitazione di sensibilizzazione. Chiediamo all’azionista di controllo della società, che è anche assessore regionale al Turismo e ha un un imponibile di circa 850 mila euro nella dichiarazione 2021, di intervenire a fronte di una situazione che vede ripetersi un disagio che confina con lo sfruttamento. Un malessere che è già venuto alla luce in passato a Trieste e più recentemente a Ferrara, e al quale non è accettabile si risponda con toni minacciosi. Anzi, ci aspettiamo che il Comune di Trieste, che paga Euro&Promos per i servizi, verifichi il rispetto dei diritti e della dignità dei lavoratori. Non ci si arricchisce alle spalle dei lavoratori.» Lo dichiara la segretaria del Pd provinciale di Trieste Caterina Conti, dopo che è stata annunciata una raccolta di firme per sensibilizzare il pubblico dei musei del capoluogo giuliano sulle condizioni di lavoro personale assunto dalla società Euro&Promos, che ha in appalto la gestione dei servizi museali ed espositivi triestini.
Della segreteria provinciale del partito intervengono anche Marina Coricciati, delegata alla cultura, e Giancarlo Ressani, delegato al lavoro, per i quali «è molto grave ciò che sta emergendo dalle denunce dei sindacati sulla condizione dei lavoratori nei nostri musei. Sarebbe ora di smetterla di pensare che chi lavora nel settore culturale debba venire sfruttato. Alcuni dicono che “con la cultura non si mangia” e in un certo senso – evidenziano i due esponenti dem – è vero se le condizioni sono quelle che si stanno palesando anche nella nostra città. Le denunce che riportano una retribuzione diversa e più bassa alle mansioni svolte sono indicative di una preoccupante situazione di irregolarità e sfruttamento dei lavoratori della cultura di Trieste. Esiste un CCNL ad hoc per i lavoratori del settore culturale, l’Amministrazione comunale appaltatrice si impegni a farlo applicare», concludono Coricciati e Ressani.