Ricreatori: Salvati (Pd), De Blasio batta i pugni in Regione

Ricreatori: Salvati (Pd), De Blasio batta i pugni in Regione

L’assessore De Blasio batta i pugni in Regione per avere fondi e riavviare le convenzioni con i soggetti terzi come le società sportive, dato il buon esito della sperimentazione nel periodo Covid. Ascolti i genitori che sollecitano affinché il progetto ‘growing up’ dedicato alla fascia 11 ai 16 anni sia scorporato dal Ricrestate. Il servizio educativo ascolti i ragazzi e le famiglie per progettare un’offerta più adeguata ai tempi di oggi e quindi più appetibile, se vogliamo che i ragazzi ci vadano”.

Sono alcune delle osservazioni del consigliere comunale del Pd Luca Salvati, oggi all’esito della riunione della commissione dedicata ai centri estivi comunali.

Pur esprimendo apprezzamento verso l’assessore comunale con delega all’Educazione De Blasio e ai suoi uffici per aver recepito il lavoro svolto nelle commissioni richieste dall’opposizione in questi anni, con cui è potuto arrivare al punto di oggi, Salvati ha formulato una serie di richieste alla luce della esigenza di assorbire il maggior numero di richieste possibili da parte delle famiglie che si trovano a dover fronteggiare sempre maggiori spese e spesso non riescono a mandare i propri figli a centri estivi privati.

“Valutiamo positivamente il fatto che è stato accolto il criterio dell’iscrizione al ricreatorio in base a un certo punteggio, ma va sottolineato che la mera iscrizione va distinta dalla frequenza”.

Così conclude Salvati.

Scuole Sauro-Spaccini: rischio mancato rientro e perdita fondi PNRR?

Scuole Sauro-Spaccini: rischio mancato rientro e perdita fondi PNRR?

Sono due tra i molteplici quesiti rivolti alla Giunta Dipiazza dalla consigliera comunale Rosanna Pucci, riguardo alla situazione stagnante che sta caratterizzando ormai da troppo tempo l’intervento di ristrutturazione del complesso scolastico Sauro-Spaccini-Dante di via Tigor n.3, via Colonna n.1 e via Madonna del mare n.11.

Tutta la comunità scolastica è preoccupata: genitori, insegnanti, educatori si chiedono se questi ritardi nei lavori inficeranno nel rientro, previsto per l’anno scolastico 2026-27, dei bambini nelle loro scuole originarie a San Vito. E condivido con loro una certa apprensione, dopo aver letto gli atti relativi alla perizia suppletiva e di variante, risalenti allo scorso ottobre, da cui emerge una serie di nuovi interventi da apportare.” 

Lo afferma la consigliera comunale dem, Rosanna Pucci, che ha dato seguito formale depositando un’interrogazione comunale. 

Il ritardo dei lavori

Fino a ottobre 2024, lo scavo per la formazione delle strutture di fondazione non era stato ancora iniziato, e la situazione richiedeva, inoltre, interventi migliorativi per la resistenza e la funzionalità delle murature portanti, una diversa modalità di scavo archeologico richiesto dalla Soprintendenza archeologica, belle arti e paesaggio, saggi stratigrafici, la rimozione di pavimenti in vinile-amianto, il trasporto di elementi lapidei ecc..

Un elenco di interventi che, di fatto, ha aumentato i costi di circa 450 mila euro, ma soprattutto ha spostato i termini di ultimazione lavori al 19 ottobre 2025, ben tre mesi dopo quelli previsti.

Ma se dalla perizia di ottobre scorso, i lavori si sono fermati ulteriormente, ad oggi sono sospesi, è logico pensare che la loro conclusione slitterà conseguentemente, ed è altrettanto lecito nutrire dei dubbi rispetto alla data di rientro degli alunni a scuola e dei termini imposti per i fondi PNRR.

E proprio per avere delle risposte certe da parte dell’amministrazione comunale, è stata predisposta un’interrogazione a prima firma Pucci su questa questione infinita.

Nell’eventualità, non augurata che i lavori continueranno per anni, invito la Giunta comunale a trovare per tempo un edificio scuola-contenitore a San Vito, ad esempio la (scuola “De Amicis” di via Combi, perché gli alunni, i genitori e gli insegnanti hanno il diritto di sapere con certezza i prossimi sviluppi che riguarderanno la loro scuola, anche per poter programmare con serenità la loro vita”.

Conclude la consigliera Pucci.

La risposta controversa dell’assessore Lodi

Rispondendo all’interrogazione l’assessore Lodi respinge le critiche ritenendo che non sussistano situazioni stagnanti ma normali contrattempi tipici dei lavori svolti su immobili vincolati. In questo caso lo stop si è reso necessario per riadattare le opere strutturali ai reperti archeologici rinvenuti sotto la palestra.

Non sfugge però che l’assessore abbia fissato il termine dei lavori in tempo utile per l’anno scolastico 2026-2027, spostandolo di dodici mesi rispetto alle sue recenti dichiarazioni, pericolosamente a cavallo del limite tassativo imposto dalla rendicontazione dei progetti sostenuti dal PNRR, cioè il 30 giugno 2026.  

Non sfugge neppure che i lavori siano fermi da ben quattro mesi e che l’assessore nulla abbia chiarito in merito ai costi che, con il prolungarsi del cantiere, saranno inevitabilmente destinati a salire.

Certo che anche l’intervento sulla Sauro-Spaccini si va ad aggiungere al lungo elenco di appalti mal gestiti dall’assessorato ai lavori pubblici, come la galleria Foraggi, l’ex caserma di Roiano, il ponte sulle rive, il tram di Opicina per fare degli esempi.

Ucraina, piena solidarietà del Pd di Trieste

Ucraina, piena solidarietà del Pd di Trieste

Il Partito Democratico di Trieste esprime piena solidarietà al popolo ucraino. Crediamo in una pace giusta, non in una resa che metterebbe a rischio i valori fondamentali dell’Europa.”

Lo dichiara il consigliere dem Štefan Čok.

Per questo, e anche alla luce dell’annunciata manifestazione del 15 marzo a Roma, il PD ha presentato una mozione urgente, che auspichiamo possa trovare un’ampia condivisione, finalizzata a ribadire la convinta adesione del Consiglio Comunale ai principi e ai valori dell’unità europea, democratica e plurale.

In un momento in cui il futuro del nostro continente è in gioco chiediamo un’Europa più forte e coesa, capace di difendere la democrazia, la libertà e i diritti di tutti.”

Aggiunge Maria Luisa Paglia, segretaria provinciale del PD.

Dimissioni anticipate del direttore del Teatro Rossetti: sia fatta chiarezza

Dimissioni anticipate del direttore del Teatro Rossetti: sia fatta chiarezza

Assistiamo con preoccupazione a quanto in questi giorni sta avvenendo all’interno della principale istituzione teatrale di prosa della Regione.”

Lo afferma Sabrina Morena, coordinatrice del Forum cultura del Pd di Trieste.

La scelta improvvisa del Direttore, Paolo Valerio, avviene mentre vi è un Consiglio di Amministrazione in regime di prorogatio. Che un direttore molto prima della scadenza del contratto abbandoni una istituzione prestigiosa per assumere un altro incarico, e che questo avvenga in un periodo molto positivo per il teatro, con incassi e presenze in forte aumento, temiamo sia sintomo di una situazione fortemente conflittuale tra le figure poste alla guida del teatro stesso che, poiché si parla di una istituzione pubblica, è urgente sia portata alla conoscenza della cittadinanza.

È evidente che il teatro si trovi in una situazione di stallo dirigenziale e che la prima azione da mettere in campo per superarlo passa per il nuovo Consiglio di Amministrazione.

Auspichiamo che i membri del nuovo Consiglio siano scelti con le competenze necessarie e non per meri equilibri di partito”.

Conclude Morena.

Il futuro del Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia “Il Rossetti” è in gioco e le istituzioni devono garantire il buon funzionamento di un ente di tale importanza per la vita della comunità cittadina e regionale.

Sciopero magistrati, il PD di Trieste esprime solidarietà 

Sciopero magistrati, il PD di Trieste esprime solidarietà 

Solidarietà del PD di Trieste ai magistrati in sciopero oggi, con la presenza di Roberto Zingirian, componente segreteria provinciale PD e Rossana Zagaria, coordinatrice dei circoli PD.

Il Partito Democratico ha voluto essere presente alla lettura degli articoli della Costituzione in occasione dello sciopero dell’Associazione nazionale magistrati perché davanti a un attacco al cuore dello stato democratico il silenzio sarebbe complicità, perché il modo in cui si esercita la giustizia potrebbe cambiare e non in meglio, perché la giustizia si riforma colmando gli organici e investendo in tecnologia, non indebolendo i giudici e proponendo riforme inutili o dannose.

Torre dei Pallini: rimuovere l’antenna per tutelare il monumento

Torre dei Pallini: rimuovere l’antenna per tutelare il monumento

Il Partito Democratico ha presentato in Consiglio Comunale una mozione per la rimozione dell’antenna di telefonia mobile installata sulla sommità della storica Torre dei Pallini, un monumento di valore culturale per la città di Trieste e testimonianza dell’archeologia industriale dell’Ottocento.

La Torre dei Pallini, progettata dall’ingegnere Angelo Toniutti e costruita nel 1839, rappresenta una delle poche strutture di questo tipo ancora esistenti in Europa. Originariamente utilizzata per la produzione di pallini da caccia in piombo, la torre ha attraversato numerosi cambi di proprietà e destinazioni d’uso, sopravvivendo a guerre e calamità naturali, fino a diventare oggi un simbolo del patrimonio storico e industriale della città.

Tuttavia, da alcuni anni, la sommità della torre ospita un’antenna per le telecomunicazioni, un’installazione che deturpa l’estetica del monumento e ne compromette il valore storico e architettonico. Già in passato, cittadini e associazioni hanno espresso la loro contrarietà a questa installazione, evidenziando come essa sia in contrasto con la tutela paesaggistica e con la conservazione dei beni culturali.

Questa mozione nasce dalla volontà di proteggere il nostro patrimonio storico e architettonico. La Torre dei Pallini merita di essere valorizzata, non di essere trattata come un semplice supporto per infrastrutture tecnologiche. È necessario trovare soluzioni alternative per l’installazione delle antenne, senza sacrificare un bene così prezioso per la nostra città.”

Lo ha dichiarato Valentina Repini, prima firmataria della mozione.

La mozione chiede alle autorità competenti di avviare un’analisi delle alternative disponibili per la rilocazione dell’antenna, di verificare eventuali irregolarità nel processo di autorizzazione dell’installazione e di adottare misure concrete per il ripristino dell’integrità visiva e strutturale della torre.

La tutela del patrimonio storico non è solo una questione di estetica, ma anche di identità culturale. Trieste ha il dovere di salvaguardare la propria storia e di valorizzare il patrimonio della città affinché possano essere apprezzato e fruito da cittadini e turisti e soprattutto dalle future generazioni.”

Hanno aggiunto i consiglieri Barbo, Čok e Famulari che hanno sottoscritto la mozione.

L’iniziativa ha già raccolto il sostegno di numerosi cittadini, esperti di beni culturali e associazioni locali impegnate nella salvaguardia del patrimonio storico. Ora la parola passa alle istituzioni, affinché si prenda una decisione nel rispetto della memoria e dell’identità della città.

Minori non accompagnati: la destra alimenta la paura e ostacola l’integrazione

Minori non accompagnati: la destra alimenta la paura e ostacola l’integrazione

Il dibattito politico sui minori stranieri non accompagnati (MSNA) in Friuli Venezia Giulia è ormai segnato da paura e disinformazione. L’arrivo di questi giovani viene dipinto come un fenomeno ingestibile, mentre i numeri reali raccontano tutt’altra storia: i minori presenti sono in quantità estremamente modesta, tanto che la struttura Ciliegi non viene neanche più utilizzata.”

È quanto segnala Maria Luisa Paglia, segretaria del PD provinciale.

Eppure il messaggio diffuso dalle istituzioni regionali, in particolare dall’assessore Roberti, contribuisce a rappresentarli come un pericolo per la comunità, senza che vi siano evidenze statistiche su un maggior coinvolgimento di questi ragazzi, rispetto ad altri coetanei italiani o stranieri, nei recenti fatti di cronaca.

Va in ogni caso ricordato che si tratta di adolescenti che, in molti casi, hanno già vissuto traumi, violenze e abusi nei paesi di origine e di transito.

Ridurre i fondi per l’accoglienza dei minori significa peggiorare le condizioni di un sistema che funziona ma è già fragile, aumentando le criticità e scaricando ulteriormente il peso su chi, ogni giorno, supplisce alle carenze istituzionali. Se si continua a tagliare proprio dove sarebbe indispensabile investire, le conseguenze saranno inevitabili.

I tutori volontari, per esempio, già oggi colmano molte lacune, seguendo i minori nel loro percorso educativo e formativo anche dopo il compimento della maggiore età.

Dai tutori volontari a tutti gli altri che operano in piazza Libertà o nei luoghi come Spazio 11, sempre più spesso è il volontariato a farsi carico della prima accoglienza, garantendo un pasto caldo, una coperta, un aiuto concreto a chi ne ha bisogno.

Di fronte a questa realtà, le istituzioni governate da una destra ideologica, decidono di ridurre le risorse per mortificare un sistema di accoglienza che in buona sostanza funziona; lo fanno in maniera strisciante ma scientificamente, perché hanno l’obiettivo imprescindibile di indurre timore diffuso tra gli elettori, rendendo strutturali la paura e i sentimenti di rifiuto verso gli stranieri.

La politica regionale, invece di affrontare con serietà il tema dell’integrazione, ignora il valore che questi giovani possono portare ai nostri territori, segnati da una crisi demografica profonda e dalla crescente difficoltà nel garantire un ricambio generazionale sufficiente per sostenere il sistema produttivo.

Se andiamo a cercare lavoratori all’estero (accordi con Bangladesh e Ghana) vuole dire che servono alle nostre aziende, allora perché non formare e orientare i minori già presenti in Regione?

Per una gestione efficace dell’accoglienza, è necessario rafforzare l’impegno educativo, garantire un controllo sulla qualità delle comunità di accoglienza, sostenere programmi innovativi e potenziare gli interventi per il passaggio alla maggiore età.

Strategie essenziali che la Regione continua a ignorare, preferendo una narrazione basata sulla paura anziché su soluzioni reali».

Conclude Maria Luisa Paglia.

Separazione delle carriere dei giudici: evento sold out con oltre cento presenze

Separazione delle carriere dei giudici: evento sold out con oltre cento presenze

Ampio interesse ha suscitato l’incontro del 24 febbraio dal titolo Magistratura e riforma: capire la separazione delle carriere, durante il quale il prof. Sergio Bartole, professore emerito di diritto costituzionale all’Università di Trieste, e l’on. Debora Serracchiani, deputata e responsabile Giustizia nella segreteria nazionale del PD, hanno illustrato e discusso la riforma sulla separazione delle carriere nella magistratura.

L’evento ha offerto una disamina approfondita della riforma, con il prof. Bartole che ha analizzato gli aspetti giuridici della proposta e l’on. Serracchiani che ha delineato il contesto politico della riforma. Il dibattito si è concentrato in particolare sulle criticità legate alla riforma e alle conseguenze della stessa sui principi fondanti della Costituzione, con particolare riguardo allo sdoppiamento del Consiglio Superiore della Magistratura (CSM) e all’ indebolimento del potere giudiziario.

Vi sono preoccupazioni riguardo all’introduzione del sorteggio come metodo di elezione, ritenuto dal Governo il sistema più semplice ed efficace per superare le logiche delle correnti. Tuttavia, tale meccanismo solleva dubbi significativi poiché eliminerebbe ogni principio meritocratico, portando all’assegnazione delle posizioni di vertice della magistratura non ai magistrati con i curricula più prestigiosi o con i titoli più solidi, ma semplicemente ai sorteggiati più fortunati.”

Lo afferma la deputata dem.

L’incontro ha messo in luce queste e altre questioni fondamentali, suscitando un vivace confronto tra i partecipanti e dimostrando quanto il tema sia di grande rilevanza per l’assetto della giustizia nel nostro Paese.

In conclusione, la segretaria provinciale Maria Luisa Paglia, ha confermato “Il PD di Trieste ha in programma altri incontri per rendere comprensibile ai cittadini ogni aspetto della riforma.”


Registrazione dell’evento

Fotografie dell’evento

Emergenza freddo, mentre la solidarietà si muove, FDI attacca il Vescovo

Emergenza freddo, mentre la solidarietà si muove, FDI attacca il Vescovo

Mentre il mondo intero si raccoglie in preghiera per le condizioni di salute del Papa e mentre il Vescovo di Trieste, ispirandosi alle parole del Santo Padre, si adopera concretamente insieme ad altre realtà del territorio per offrire riparo a chi è costretto a trascorrere le notti al gelo, l’amministrazione comunale continua a voltare le spalle alle persone più fragili.”

È la triste constatazione di Maria Luisa Paglia, segretaria del PD Trieste.

Otto persone hanno rischiato la vita, lasciate senza protezione in mezzo al freddo e al fango, in un inverno che registra temperature sotto lo zero. Di fronte a questa emergenza umanitaria, la reazione del Sindaco di Trieste Dipiazza e dell’Assessore regionale alla sicurezza Roberti è stata quella di lanciare slogan e propaganda, invece di fornire soluzioni. Il primo invocando sgomberi, il secondo attaccando chiunque osi denunciare questa drammatica realtà.

Paradossale e ipocrita è l’atteggiamento di coloro che si ergono a paladini della libertà e della dignità delle donne con il velo, salvo poi ignorarle quando giacciono per strada, senza più essere considerate esseri umani da difendere.

Ipocrisia che raggiunge vette oscene se si considera l’autoproclamata identità cristiana degli esponenti di Fratelli d’Italia che non esitano a contraddirsi attaccando rabbiosamente iniziative che incarnano i valori di accoglienza e di assistenza verso i più deboli, valori al centro del messaggio cristiano.

In questo senso, vengono in mente le parole del Vangelo di Matteo (25,40): «In verità io vi dico: tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me.». È un monito potente, che dovrebbe far riflettere chi, pur richiamandosi alla fede, ne smentisce nei fatti i principi più profondi come la misericordia.

Di fronte a questa disumanità politica e istituzionale, Trieste sta mostrando un’altra faccia: quella di una cittadinanza che non si arrende all’indifferenza, che si rimbocca le maniche e che dimostra con i fatti che la dignità delle persone non è negoziabile.

Ci aspettiamo dalle istituzioni risposte concrete e immediate, non slogan elettorali sulla pelle dei più deboli.

Sicurezza: servono investimenti sulle forze dell’ordine, non sulla vigilanza privata

Sicurezza: servono investimenti sulle forze dell’ordine, non sulla vigilanza privata

In un momento in cui, dopo anni di fallimentare amministrazione Dipiazza, Trieste è divenuta irriconoscibile e furti, aggressioni e risse sono all’ordine del giorno, bisogna trovare nuove strategie per garantire sicurezza ai triestini.

Erogare finanziamenti per vigilantes privati, come apprendiamo dalla stampa che la Regione Friuli Venezia Giulia intende fare, stanziando un milione di euro per supportare l’ingaggio di addetti ai servizi di controllo nei pubblici esercizi, non è la soluzione al problema.

La gestione della sicurezza pubblica deve essere improntata a criteri di economicità, efficacia ed efficienza. Investire risorse in vigilantes privati, quando già esistono forze dell’ordine qualificate, formate e operative sul territorio, appare una scelta discutibile e non ottimale.

Gli agenti di polizia, carabinieri e vigili urbani sono professionisti selezionati attraverso concorsi pubblici, sottoposti a un rigido iter formativo e costantemente aggiornati per affrontare le esigenze di sicurezza della cittadinanza.

Le telecamere, spesso citate come strumenti di prevenzione, sono invece un supporto alle indagini, ma non possono sostituire la presenza diretta e costante delle forze dell’ordine. Al contrario, il modello della sicurezza di prossimità, come i carabinieri di quartiere, i poliziotti e i vigili di quartiere, ha già dimostrato la sua efficacia nel garantire un controllo capillare e un contatto diretto con la cittadinanza.

I vigilantes privati hanno un iter di selezione, una formazione giuridica e operativa, nonché un addestramento psicoattitudinale paragonabile a quello della Polizia di Stato, dei Carabinieri o della Guardia di Finanza? Possono davvero garantire lo stesso livello di sicurezza per i cittadini?”

Questa la domanda fondamentale che si pone Maria Luisa Paglia, segretaria del PD.

Dopo un confronto tenutosi con il Forum PD Sicurezza e Coesione sociale, il Partito Democratico di Trieste chiede che le risorse pubbliche vengano impiegate per rafforzare il lavoro delle forze dell’ordine, potenziandone gli organici e migliorandone le condizioni operative, piuttosto che per soluzioni che non garantiscono la stessa qualità e affidabilità nella gestione della sicurezza pubblica.