Il via libera al project financing di Costim, avvenuto esclusivamente con i voti della maggioranza, rappresenta un chiaro esempio di atteggiamento manicheo che privilegia gli interessi privati a scapito del bene comune, incarnando una concezione proprietaria e privatistica delle risorse pubbliche, una degenerazione della prassi democratica che il Partito Democratico non può tacitamente accettare».
Lo afferma la Segretaria provinciale del PD Maria Luisa Paglia.
Sin dalle fasi preliminari, è stata evidente la mancanza di un’autentica volontà di condividere il progetto con la popolazione, ignorando deliberatamente il contributo di esperti, categorie, parti sociali, portatori di interesse e semplici cittadini di Trieste che avrebbero potuto offrire competenze essenziali per l’efficacia e la sostenibilità del progetto.
Nonostante l’aperta disponibilità delle opposizioni a collaborare con proposte innovative, abbiamo assistito a una sistematica esclusione: un muro di gomma eretto attorno a decisioni opache prese in ambienti riservati, dove quasi tutti gli emendamenti proposti sono stati arbitrariamente dichiarati inammissibili oppure militarmente respinti. È inconcepibile che un progetto con un impatto così profondo e duraturo sulla nostra comunità sia stato dibattuto in modo così meschino, con documentazione essenziale celata agli occhi del pubblico e degli stessi consiglieri, negando di fatto ogni forma di dialogo aperto e costruttivo.
Il modo in cui è stata gestita l’intera procedura rivela un chiaro disegno: accelerare il processo per evitare un reale esame critico che avrebbe potuto produrre miglioramenti sostanziali. Questa fretta incauta mina la credibilità dell’Istituzione, con i consiglieri costretti a una maratona contro il tempo per analizzare documenti complessi in poche ore, un tempo ridicolmente insufficiente per un’adeguata valutazione.
La serata conclusiva della votazione si è trasformata in un teatro dell’assurdo, con un presidente del consiglio comunale che, ormai privo di ogni legittimità, ha ulteriormente compromesso la qualità della procedura con una condotta che rasenta la violazione dei più elementari principi di equità e legalità. Ciò che doveva essere un processo di crescita e rinnovamento per Trieste si è degradato a una mera esibizione di potere unilaterale, un atto ostile verso la comunità che configura un vero e proprio furto di futuro.
La modalità di ‘project financing’ proposta, chiaramente scritta sotto dettatura della Costim, solleva serie preoccupazioni perché può rendere Porto Vecchio un campo fertile per la speculazione immobiliare, trascurando l’opportunità di investire in attività produttive all’avanguardia e in un futuro sostenibile per i nostri giovani, privando Trieste la principale chance per un rinnovamento epocale.
Il Partito Democratico di Trieste rimarrà in prima linea nella lotta per assicurare che ogni voce possa essere ascoltata, che ogni progetto rifletta le reali necessità della comunità e non le ambizioni micragnose di una confraternita di politici conservatori. Siamo qui per difendere una Trieste coraggiosa, intraprendente e democratica, impegnandoci a ricostruire la fiducia nelle nostre Istituzioni, messe a dura prova da chi avrebbe dovuto proteggerle e invece le ha infangate».