Trieste italiana: Famulari (PD), la vocazione speciale della città è ricchezza per tutto il Paese

Trieste italiana: Famulari (PD), la vocazione speciale della città è ricchezza per tutto il Paese

Presente a rappresentare il Gruppo del Partito democratico in Consiglio Comunale al concerto in occasione del 70° anniversario del ritorno di Trieste all’Italia, Laura Famulari, consigliera dem e vicepresidente del Consiglio comunale, dichiara:

Nei travagliati anni che precedettero l’evento, Trieste non ha mai perso, con la ferma volontà di essere italiana, il segno distintivo di essere e rimanere Porta d’Oriente e luogo franco di genti e culture. Oggi questo carattere e questa vocazione speciale sono una ricchezza per tutta la Regione e per il Paese.”

Emergenza Coroneo, Forza Italia accoglie le istanze della mozione urgente firmata PD

Emergenza Coroneo, Forza Italia accoglie le istanze della mozione urgente firmata PD

Emergenza condizioni casa circondariale Coroneo Trieste

Fa piacere che a meno di un mese dalla presentazione di una mozione sul tema delle carceri, allora non considerato urgente, almeno Forza Italia abbia abbracciato tutto ciò in essa contenuta, compresa la condivisione da parte del senatore Dal Mas della proposta Giacchetti.”

così Laura Famulari, principale firmataria, assieme a Valentina Repini, di una mozione urgente lo scorso 13 luglio il cui oggetto era “Miglioramento delle condizioni detentive e potenziamento dei percorsi di formazione nella Casa circondariale Ernesto Mari”.

Il testo della mozione impegnava il Sindaco e la Giunta ad attivarsi con tutte le parti interessate per allentare la situazione di tensione e migliorare le condizioni di vivibilità delle persone detenute e del personale della casa circondariale di Trieste, ad avviare un serio tavolo di lavoro con le altre istituzioni del territorio e le associazioni di categoria per potenziare progettualità e strumenti a supporto della struttura, al fine di rafforzare percorsi di formazione e progetti di lavoro decisivi per il riscatto della persona e volti al reinserimento dei detenuti e delle detenute, a trasmettere al Governo l’urgenza di trovare le risorse per aggiornare le strutture carcerarie, per l’adeguamento degli organici del personale penitenziario ed amministrativo, per il miglioramento del servizio sanitario penitenziario, ma anche e soprattutto per il rafforzamento degli strumenti alternativi al carcere, in particolare per le condanne più lievi, anche per attuare fino in fondo l’art.27 della Costituzione.

La mozione, sottoscritta dai consiglieri PD Giovanni Barbo, Štefan Čok, Rosanna Pucci e Francesco Russo, nasceva dopo la rivolta delle persone detenute nel carcere di via Coroneo lo scorso 11 luglio. “Ci auguriamo” conclude Famulari “che agli intenti seguano il prima possibile i fatti.”

 

 

Emergenza Coroneo, mozione urgente dei consiglieri comunali PD

Emergenza Coroneo, mozione urgente dei consiglieri comunali PD

Miglioramento delle condizioni detentive e potenziamento dei percorsi di formazione nella Casa circondariale Ernesto Mari”.  E’ l’oggetto della mozione urgente depositata dalle consigliere comunali PD Laura Famulari e Valentina Repini e sottoscritta dai consiglieri PD Giovanni Barbo, Štefan Čok, Rosanna Pucci e Francesco Russo.

Il testo della mozione impegna il Sindaco e la Giunta ad attivarsi con tutte le parti interessate per allentare la situazione di tensione e migliorare le condizioni di vivibilità delle persone detenute e del personale che lavora nelle casa circondariale di Trieste, ad avviare un serio tavolo di lavoro con le altre istituzioni del territorio e le associazioni di categoria per potenziare progettualità e strumenti a supporto della struttura, al fine di rafforzare percorsi di formazione e progetti di lavoro decisivi per il riscatto della persona e volti al reinserimento dei detenuti e delle detenute, a trasmettere al Governo l’urgenza di trovare le risorse per aggiornare le strutture carcerarie, per l’adeguamento degli organici del personale penitenziario ed amministrativo, per il miglioramento del servizio sanitario penitenziario, ma anche e soprattutto per il rafforzamento degli strumenti alternativi al carcere, in particolare per le condanne più lievi, anche per attuare fino in fondo l’art.27 della Costituzione.

La mozione nasce e prende corpo dopo la rivolta delle persone detenute nel carcere di via Coroneo lo scorso 11 luglio, che vivono una situazione disumana, destinata ad alimentare la tensione all’interno della casa circondariale. Con questa mozione, abbiamo voluto riportare al centro del dibattito politico in Consiglio Comunale le ragioni della civiltà giuridica e quelle costituzionali del reinserimento sociale dei detenuti e delle detenute.

Sono tanti i problemi presenti nella casa circondariale: dal sovraffollamento, alle precarie condizioni sanitarie, la mancanza del personale, il caldo e altre gravi criticità, che rendono le condizioni detentive critiche. Ecco perché dobbiamo fare tutti uno sforzo, per dare attuazione e mettere in pratica l’insegnamento che ci ha lasciato Cesare Beccaria.” – concludono le consigliere Repini e Famulari – “La mozione è un atto di civiltà dovuto. Come Istituzione e come rappresentanti dei cittadinanza abbiamo una grande responsabilità, lavorare affinché venga messa in campo una progettualità che possa avere una ricaduta positiva sulle condizioni detentive e sul reinserimento sociale e recupero delle persone detenute, e di conseguenza con ripercussioni positive sulla nostra società e sul nostro territorio”.

Coroneo, Famulari (PD): il Comune non ignori un pezzo di città

Coroneo, Famulari (PD): il Comune non ignori un pezzo di città

Forte rammarico per quanto avvenuto nella casa circondariale triestina, solidarietà ai feriti e vicinanza a tutti i lavoratori coinvolti in questo drammatico episodio. Ora anche la tragedia di un detenuto morto.

Confido in un pronto ritorno alla normalità, per quanto possibile in condizioni così deteriorate. Il carcere è un pezzo della città e l’Amministrazione comunale non può ignorare quanto avviene dietro quelle mura. Non bastano i gesti dei benefattori, anche il Comune può fare la sua parte, sollecitando le Autorità centrali dello Stato e la Regione per quanto di sua competenza. E il Comune poi può intervenire guardando le necessità concrete e dando una mano. Da assessore alle politiche sociali, ad esempio, feci acquistare dei frigoriferi per il carcere e insieme alla Camera penale di allora elaborai una guida dei doveri e dei diritti dei detenuti redatta in moltissime lingue. Bisogna volerlo.

Lo dichiara la vicepresidente del Consiglio comunale Laura Famulari, in merito alla rivolta scoppiata la scorsa notte alla casa circondariale di Trieste, preannunciando una mozione urgente del gruppo: “Anche il Comune può fare qualcosa – ribadisce Famulari – per migliorare le disumane condizioni carcerarie che nulla hanno a che fare con il senso e l’obiettivo della pena e rendono pesantissima la situazione lavorativa dei servitori dello Stato”.

Cabinovia e linea ferroviaria. Trasparenza su potenziali rischi di interferenza

Cabinovia e linea ferroviaria. Trasparenza su potenziali rischi di interferenza

Si è tenuta oggi, 26 aprile, la conferenza stampa organizzata dal Comitato no Ovovia per segnalare a RFI e ANSFISA i potenziali rischi di interferenza della cabinovia con la linea ferroviaria, anche a causa del rischio geologico del sito dove è previsto uno dei piloni.

Con le evidenze emerse dai nuovi studi sui rischi connessi con le interferenze della cabinovia sulla linea ferroviaria, diventa sempre più preoccupante la possibile realizzazione del progetto quando, oltre alle conseguenze sugli aspetti ambientali e di sostenibilità economica, ora entriamo in una zona rossa di rischi legati alla sicurezza e all’isolamento del nostro territorio dai collegamenti tranviari con le ripercussioni gravissime che questo può avere per la nostra città e per il Porto.”
afferma la vicepresidente del consiglio comunale, Laura Famulari, presente alla conferenza.
E aggiunge: “Con questa evidenza si dimostra ancora una volta come il Sindaco e la sua giunta portino avanti il progetto senza tener conto degli studi e verifiche necessarie richieste dalla popolazione attraverso il comitato e forse sottovalutando tanti, troppi aspetti. Appare poca trasparenza in tutto il percorso, tutti i gruppi hanno fatto svariate interrogazioni, mozioni, richieste e sostanzialmente non abbiamo ricevuto risposte, molti documenti non sono stati palesati, come quelli che sono stati resi pubblici grazie al lavoro del Vicepresidente del Consiglio regionale Francesco Russo.”
Conclude Famulari: “Attendiamo quindi ansiosi di conoscere la posizione che vorranno prendere gli Enti avvisati, qualora si superasse gli attuali scogli di un parere comunque negativo sulla VAS (Valutazione Ambientale Strategica), e sulle misure molto controverse di compensazione della VINCA (Valutazione di Incidenza Ambientale).”

Alla conferenza è intervenuta anche la deputata Debora Serracchiani, che aveva incontrato il Comitato qualche mese fa e aveva suggerito in quella sede di far arrivare lo studio tecnico a RFI e Ansfisa:

L’opera è costata fino a oggi 1.379.579 euro: sarebbe interessante capire come sono stati rendicontati, visto che alla fine abbiamo il no della sovraintendenza, il no della sovraintendenza speciale istituita sui fondi del PNRR, come anche il no sulla possibile compatibilità con il piano paesaggistico regionale. Dopo il grande lavoro fatto in questi anni dal Comitato, dalle opposizioni in consiglio comunale e regionale, credo siamo ora al momento più importante: adesso la responsabilità non è più soltanto del Comune ma è soprattutto delle altre istituzioni, in primis della Regione e anche del Ministero, ora il progetto o va avanti o finisce.”

Continua: “Personalmente ho depositato 3 interrogazioni 10 giorni fa: una al Ministero dell’ambiente, che dovrà dire il “sì” forse più importante alla fine del processo autorizzativo che si farà in Regione, un’altra al Ministero della cultura, dal quale dipendono tutte le sovraintendenze, e quindi al quale il “no” della sovraintendenza speciale del PNRR dovrebbe interessare, a un’ultima al Ministero delle infrastrutture che fornisce i fondi.”

Antiabortisti nei consultori, un nuovo attacco alle donne. Mozione urgente

Antiabortisti nei consultori, un nuovo attacco alle donne. Mozione urgente

Lo scorso martedì è stata approvata in fretta e furia e inserita senza dibattito nel brevissimo iter di esame del provvedimento in commissione una norma con il solo scopo di fare entrare nei consultori associazioni antiabortiste.

La stessa legge 194/78 sull’interruzione volontaria di gravidanza prevede già che i consultori possano avvalersi della «collaborazione volontaria di idonee formazioni sociali di base e di associazioni del volontariato, che possano anche aiutare la maternità difficile dopo la nascita».

È evidente che lo scopo sia quello di garantire un finanziamento pubblico a realtà vicine al governo: quelle contro l’aborto.

Lo dichiarano congiuntamente Monica Hrovatin, portavoce Donne Democratiche Trieste e Maria Luisa Paglia Segretaria provinciale PD Trieste.

Riteniamo si tratti di un attacco ai principi fondamentali della Legge 194 se, in un Paese come l’Italia dove il tasso di accesso all’aborto è tra i più bassi a livello globale, dove l’obiezione di coscienza è garantita dalla legge e in alcune regioni non si trovano medici non obiettori nelle strutture pubbliche, dove servirebbero più risorse per potenziare e riqualificare l’attività dei consultori, il Governo piazza i volontari anti-aborto nei consultori femminili. 

E lo fa con i fondi del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr), continuando a sottrarre risorse alla sanità pubblica, che potrebbero invece essere indirizzate ad attuare soluzioni per migliorare interi settori della sanità come quella delle lunghe liste di attesa per visite specialistiche.

Ci opporremo con fermezza in difesa del diritto delle donne di decidere del loro corpo, diritto conquistato grazie alla determinazione delle donne italiane, che, evidentemente, non possiamo dare ancora per acquisito.

Per questo, i consiglieri del PD con Laura Famulari prima firmataria, in data 18 aprile 2024, hanno presentato una mozione urgente, chiedendo che risorse pubbliche non vengano destinate al finanziamento delle associazioni che dovessero intervenire nei consultori pubblici per favorire l’applicazione di questa nuova norma.

Mozione urgente in difesa della Legge 194

Premesso che:

  • Il 12 aprile la Commissione Bilancio della Camera ha approvato il disegno di legge per la conversione in legge del decreto 2 marzo 2024, n. 19  “Pnrr-quater” che contiene una serie di misure per l’attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza. 
  • nel testo definitivo, all’articolo 44-quinquies, è stato inserito un emendamento, presentato dal Deputato Lorenzo  Malagola del gruppo parlamentare di Fratelli d’Italia,  approvato con voto di fiducia richiesto dal Governo, che recita : «Le Regioni organizzano i servizi consultoriali nell’ambito della Missione 6, Componente 1, del Pnrr e possono avvalersi, senza nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica, anche del coinvolgimento di soggetti del Terzo settore che abbiano una qualificata esperienza nel sostegno alla maternità».
  •  l’articolo 3 della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea stabilisce che ogni individuo ha diritto alla propria integrità fisica e psichica;
  •  l’articolo 32, comma 2, della Costituzione stabilisce che la legge in nessun caso può violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana, cosicché neanche il Parlamento all’unanimità potrebbe imporre ad alcuno qualcosa che violi il rispetto della sua persona;
  •   la Corte costituzionale, nella sentenza numero 438 del 2008, ha affermato che il diritto del paziente al consenso informato è sintesi di due diritti fondamentali della persona: quello alla salute e quello all’autodeterminazione, al fine di garantire la libera e consapevole scelta da parte del paziente e, contestualmente, la sua stessa libertà personale conformemente all’art. 32, comma 2, della Costituzione;
  • nel caso del diritto alla salute o di altri diritti essenziali di pari rango a causa del loro carattere essenziale di inerenza alla persona che essi rivestono, la rilevanza centrale del principio di autodeterminazione vale a qualificarli come veri e proprio diritti di libertà.
  • l’articolo 2 della legge 194/1978, che quest’anno compie 46 anni, recita: “I consultori familiari assistono la donna in stato di gravidanza: a) informandola sui diritti a lei spettanti […] e sui servizi sociali, sanitari e assistenziali concretamente offerti dalle strutture operanti nel territorio; b) informandola sulle modalità idonee a ottenere il rispetto delle norme della legislazione sul lavoro a tutela della gestante; d) contribuendo a far superare le cause che potrebbero indurre la donna all’interruzione della gravidanza. I consultori sulla base di appositi regolamenti o convenzioni possono avvalersi, per i fini previsti dalla legge, della collaborazione volontaria di idonee formazioni sociali di base e di associazioni del volontariato, che possono anche aiutare la maternità difficile dopo la nascita”.
  • Il Decreto legislativo 196/2003 relativo alla tutela della riservatezza dei dati personali, prevede che, per la sanità, la privacy entra in gioco in diverse situazioni. Oltre al trattamento dei dati personali, infatti, è importante che vengano garantiti la riservatezza durante i colloqui, la distanza di cortesia e che le notizie al pronto soccorso o nei reparti (sulla presenza o meno di una persona) vengano date solamente a persone legittimate (es. famigliari e conoscenti) previo accordo con l’interessato.

Considerato che:

  •  la maggioranza di governo e parlamentare non dovrebbe intervenire al fine di sostituire le proprie decisioni a quelle libere e consapevoli dell’interessato, mentre devono intervenire al fine di favorire e assicurare il rispetto di tali libere decisioni.
  • dopo un lungo iter, il Congresso francese ha approvato il progetto di legge firmato da Emmanuel Macron per riconoscere nella Costituzione la libertà garantita ad ogni donna di accedere all’interruzione volontaria di gravidanza.
  • il Parlamento europeo pochi giorni fa ha votato a favore dell’inserimento  della interruzione di gravidanza nella Carta dei Diritti fondamentali della Unione Europea;
  • l’approvazione dell’emendamento del deputato Malagola consentirà alla Associazioni anti abortiste di presidiare i consultori pubblici dove le donne si recano per avviare le pratiche di interruzione della gravidanza violando il loro diritto alla riservatezza e alla autodeterminazione in tema di maternità consapevole.
  • I consultori fanno prevenzione finalizzata alla salute riproduttiva per le gravidanze consapevoli e danno sostegno psicologico informato e assistenza medica alla libera decisione in merito al proseguimento o alla interruzione della gravidanza.

Il Consiglio Comunale: 

esprime la sua ferma disapprovazione per una Norma che considera una vera e propria minaccia alla libertà delle donne e un attacco ben specifico alla laicità delle Istituzioni pubbliche;

invita il Presidente della Giunta Regionale e l’Assessore competente a non favorire chi si oppone all’applicazione delle Norme che ledono il diritto delle donne, delle coppie e delle famiglie ad una decisione libera anche da impropri condizionamenti, informata, consapevole e autonoma e dunque di non favorire la presenza di tali Associazioni nei consultori del territorio regionale.

Disabili: Pd Trieste, mozione urgente per fondi FAP in ritardo

Disabili: Pd Trieste, mozione urgente per fondi FAP in ritardo

Il Sindaco e la Giunta anticipino con la liquidità del Comune di Trieste il pagamento delle somme necessarie a coprire le spese coperte dal Fondo per l’Autonomia Possibile (FAP) la cui erogazione è in ritardo e obbliga le famiglie beneficiarie a sopperire con risorse proprie.
Ciò tenendo presente che spesso si tratta di famiglie fragili con un familiare affetto da una grave o gravissima disabilità che non possono interrompere i servizi di assistenza”.
E’ quanto chiede una mozione urgente del gruppo Pd in Consiglio comunale, a prima firma della vicepresidente dell’assemblea Laura Famulari e sottoscritto da tutti componenti.
“L’intervento del Comune dovrebbe essere attivato – spiega Famulari – in attesa che gli enti responsabili aggiornino le pratiche alla nuova normativa entro marzo per poi rendere il servizio nuovamente operativo da aprile, quando verranno erogati anche i valori retroattivi”.
“La nostra richiesta fa seguito alle segnalazioni di cittadini ricevute attraverso l’Osservatorio permanente Salute e welfare del Pd provinciale ma – puntualizza la consigliera dem – il problema ha evidentemente un peso e un’incidenza che prescinde da qualunque valutazione politica. Importante è fare qualcosa per chi è in difficoltà in questo momento”.
Caro Bollette: Giovanni Barbo-Laura Famulari (Pd), sindaco non sia indifferente

Caro Bollette: Giovanni Barbo-Laura Famulari (Pd), sindaco non sia indifferente

Il sindaco non può restare indifferente al caro-bollette che sta avendo una nuova esplosione e rischia di continuare a colpire molte famiglie anche nei mesi a venire.
Chiediamo al sindaco e alla Giunta di prendere contatto con le associazioni riconosciute nella Consulta Regionale dei Consumatori e degli Utenti affinché anche a Trieste siano organizzati per tempo incontri e occasioni di approfondimento sulla nuova situazione creatasi con il mercato libero dell’energia”.
Lo chiedono con una mozione i consiglieri comunali del Pd Giovanni Barbo e Laura Famulari, dopo che centinaia di famiglie in Friuli Venezia Giulia si sono viste recapitare bollette del gas con l’importo al metro cubo quintuplicato rispetto a quello pattuito alla sottoscrizione del contratto.
“Non tutti i cittadini hanno gli strumenti – precisano i due consiglieri – per poter conoscere e interpretare adeguatamente le proposte delle società fornitrici di energia, con i molti dettagli e variabili previsti dai contratti. A questa clientela più debole ed esposta le istituzioni possono dare supporto – aggiungono Barbo e Famulari – anche mettendo a disposizione locali che sono nelle disponibilità del Comune”.
Primo soccorso: Laura Famulari, più defibrillatori nei rioni

Primo soccorso: Laura Famulari, più defibrillatori nei rioni

Defibrillatori dovrebbero essere installati sul territorio di tutti i rioni di Trieste, in particolare nei pressi di parchi pubblici dove si pratichino attività ludico-sportive, e contestualmente si dovrebbe informare la cittadinanza sul loro posizionamento, realizzando una mappa degli apparecchi DAE pubblici accessibile sul sito web del Comune di Trieste o ovunque ritenuto utile”.

Lo chiede la vicepresidente del Consiglio comunale di Trieste Laura Famulari (Pd), in una mozione sottoscritta assieme si colleghi del gruppo dem Francesco Russo, Giovanni Barbo, Valentina Repini, Štefan Čok, Luca Salvati, Rosanna Pucci, Stefano Ukmar.
“L’obiettivo è garantire un servizio salvavita – spiega la consigliera dem – in prossimità dei luoghi maggiormente frequentati creando un sistema di cardioprotezione nella fase di allarme e di risposta extraospedaliera, all’altezza della storia medica di Trieste.
Per cui si deve anche sensibilizzare e informare la cittadinanza sull’utilizzo del defibrillatore come strumento salvavita, indurre associazioni, enti e i privati utilizzatori a segnalare i DAE presenti all’interno dei loro impianti, divulgare al massimo l’informazione sulla prevenzione in particolare di fronte ad arresti cardiocircolatori”.
“Spero che su questo tema davvero privo di colore politico ci sia un’ampia convergenza dato che – precisa Famulari – proponiamo di rafforzare un sistema salvavita di primo livello. Infatti in caso di arresto cardiaco occorre utilizzare un defibrillatore il prima possibile perché la sopravvivenza è strettamente legata alla tempestività dell’intervento di soccorso”.

Opposizioni TS, si dimetta presidente Commissione Pari Opportunità

Opposizioni TS, si dimetta presidente Commissione Pari Opportunità

Dopo la bocciatura della Relazione delle attività svolte nel 2023, la presidente della Commissione pari opportunità del comune di Trieste Margherita Paglino dovrebbe prendere atto di non rappresentare la maggioranza dell’organo cui è preposta e trarne le conseguenze.
La Cpo si trova infatti da mesi in una situazione di stallo inaccettabile: la trattazione delle questioni concrete delle donne è ormai in secondo piano rispetto a tensioni e divergenze sugli argomenti da esaminare e programmi dei lavori. Le cause dello stallo si devono ai continui dissidi interni, alla scarsa condivisione e al mancato coinvolgimento delle commissarie sulle tematiche da trattare”.
Lo dichiarano le commissarie di parità Sarà Gattesco e Sabrina Morena, le consigliere comunali del Pd Rosanna Pucci, Valentina Repini e Laura Familiari, la consigliera Giorgia Kakovic (AT) e Alessandra Ricchetti (M5S), a seguito del voto espresso dalla maggioranza della Commissione pari opportunità del comune di Trieste sulla Relazione delle attività svolte lo scorso anno dalla CPO e presentata durante la seduta dello scorso lunedì 26 febbraio.
Una bocciatura che replica il precedente dello scorso ottobre, quando il programma presentato dalla presidente Paglino è stato respinto in quanto, riferiscono Morena e Gattesco, “ritenuto troppo generico e a tratti incompleto”.
Commissarie e consigliere ricordano che “la Commissione è composta da una collegialità di donne scelte a suo tempo per le elevate capacità culturali e imprenditoriali e per il loro impegno nel sociale e nella realtà cittadina, che dovevano operare per evidenziare e mettere in luce le difficoltà delle donne che vivono e lavorano a Trieste”.
“Considerato lo stallo inaccettabile delle attività e le continue divergenze”, per le esponenti della Commissione e del Consiglio comunali “è auspicabile se non necessaria una svolta nella Cpo, che ha bisogno di nuove proposte e di un cambio al vertice”.
“Occorre una ripresa costruttiva delle attività in un clima sereno e di collaborazione – aggiungono – nel rispetto della missione istituzionale della Commissione e soprattutto nell’interesse delle donne e della comunità”.