Disagio giovanile: Paglia (PD) la soluzione non è la sorveglianza. Serve un impegno concreto e coordinato

Disagio giovanile: Paglia (PD) la soluzione non è la sorveglianza. Serve un impegno concreto e coordinato

“Chi pensa di risolvere il problema del disagio giovanile con una semplice pattuglia all’esterno delle scuole denota una totale mancanza di comprensione delle vere necessità dei nostri giovani.”

Queste le parole di Maria Luisa Paglia, segretaria del PD di Trieste.

“Le forze di polizia dovrebbero essere maggiormente coinvolte nelle attività scolastiche, creando un rapporto di fiducia con studenti e insegnanti, come già avviene con la polizia municipale e la polizia postale in alcuni contesti.

I minori stranieri soffrono maggiormente il disagio per la mancanza di supporto familiare. I tagli e l’eliminazione dei fondi per la mediazione culturale, strumenti indispensabili per migliorare la comunicazione e il benessere della comunità scolastica, hanno aggravato la situazione.”

La segretaria avanza alcune proposte: “Sarebbe utile investire per inserire questi minori in percorsi di attività sportive, che rappresentano un’opportunità importante per prevenire il disagio e favorire lo sviluppo di competenze sociali e relazionali. Lo sport è un potente strumento per italiani e stranieri che aiuta i ragazzi a costruire relazioni positive, a sviluppare la disciplina e a migliorare il benessere psicofisico.

Per affrontare in modo efficace queste criticità, è necessaria anche la collaborazione dei distretti sanitari, dove le scuole hanno sempre avuto dei riferimenti sicuri. Purtroppo questa collaborazione è adesso quasi impossibile a causa della loro riduzione. La presenza di psicologi e di altri professionisti della salute mentale è fondamentale per offrire supporto e consulenza sia ai giovani che alle loro famiglie, aiutandoli a superare le difficoltà emotive e psicologiche.”

“Peccato che l’assessore alla sicurezza della nostra Regione nell’aver proposto 6,4 milioni di euro di spesa, tra cui per acquisto di impianti di video sorveglianza, armamenti e per potenziare nuove forme associative – conclude Paglia – non abbia avuto un confronto con le istituzioni scolastiche che sono in prima linea per gestire queste difficoltà.

Il disagio dei giovani non è circoscritto a una sola scuola o a un singolo contesto, ma è una problematica diffusa che richiede interventi coordinati e multidisciplinari e non si risolverà con il presidio davanti alle scuole, dedicando risorse che forse dovrebbero essere impiegate in forme di criminalità più pervasive e pericolose, come la corruzione, i condizionamenti nelle gare di appalti pubblici o le infiltrazioni di criminalità organizzata che mettono a serio rischio la sicurezza della nostra comunità.”