
La convocazione in via telematica del Consiglio comunale è un pessimo inizio per Dipiazza, che manda un bruttissimo e contraddittorio segnale ai cittadini. Non valgono a niente le proteste contro le manifestazioni dei no vax e no pass se poi non si dà esempio di coerenza nelle sedi istituzionali più alte della rappresentanza cittadina. Mentre addirittura il Parlamento si appresta a tornare a lavorare in normale presenza, l’aula del Consiglio comunale di Trieste rimane chiusa”.
Vorremmo almeno sia sgombrato il campo da ogni dubbio – puntualizza l’esponente dem – riguardante l’eventuale indisponibilità di qualche consigliere a esibire il green pass o simili remore. E proprio per questo alla seduta di insediamento ci aspettiamo che ogni singolo consigliere dichiari la propria disponibilità a usare il Green pass nel pieno rispetto della legge perché – spiega Famulari – quanto avvenuto nelle ultime settimane richiede un’assunzione pubblica di responsabilità degli eletti, sia di chi è a favore, sia di chi è contrario”.
Abbiamo vissuto giornate complicate durante le quali Trieste, a partire dalla manifestazione indetta da una parte dei portuali, è diventata a livello nazionale il palcoscenico, reale e mediatico, del movimento “no green pass” e anche “no vax”.
Grazie anche all’ottimo lavoro del Ministero, della Prefettura e della Questura, la situazione è rimasta sotto controllo, ma la protesta continua con il perdurare manifestazioni, assembramenti e accampamenti in Piazza Unità e da domani c’è il rischio di nuove proteste dopo la risposta che il Consiglio dei Ministri dovrà dare ai manifestanti.
Difenderemo sempre il diritto di sciopero e manifestazione, ma anche quello di tutti i cittadini di vivere, lavorare e spostarsi liberamente. Così non è stato per troppi giorni.
Trieste e il suo porto non possono più permettersi una paralisi delle attività e della vita cittadina e tutti i danni che ne conseguono, non solo di immagine ma soprattutto economici, sociali e sanitari.
Siamo ancora nella pandemia. Assembramenti senza misure di sicurezza e una percentuale ancora troppo bassa di popolazione vaccinata fanno sì che Trieste oggi sia la città italiana con l’incremento più alto di contagi. Non possiamo permettere che delle proteste disorganizzate di una minoranza pregiudichino lo sforzo che si sta facendo per uscire dalla pandemia, vanificando i risultati raggiunti grazie a quella maggioranza che con responsabilità si è vaccinata e continua a seguire le regole. E servono misure più incisive per accelerare la campagna vaccinale nella popolazione locale.
Abbiamo tutti bisogno di normalità e tutti aspettiamo ansiosi che arrivi il giorno che il green pass non sia più necessario. Ma questo giorno non è ancora arrivato.
Il Summer Institute è un progetto d’interesse, che può rientrare tra i progetti per il rilancio:: Trieste e il suo porto non sono solo una questione italiana ma europea, che tocca la sostenibilità ambientale e l’energia, i trasporti e i dati. La proiezione naturale e le relazioni solide con i Balcani fanno di Trieste una porta d’Europa da valorizzare. A un anno dall’accordo sul Next Generation EU è il momento di dare concretezza alle risorse e ai progetti del PNRR, per cui Trieste sarà certamente protagonista”.
istituire a Trieste un Summer Institute dedicato alla sostenibilità, sul modello statunitense di Santa Fe o Santa Barbara, che in Italia manca del tutto. Qui apriamo un dialogo tra scienza, imprenditoria e decisori politici. Accettiamo la sfida della sostenibilità e guardiamo attraverso l’Adriatico verso i Balcani”.
il contesto ricchissimo di ricercatori del territorio e la forte sinergia tra le istituzioni scientifiche triestine, insieme all’eredità di Esof e agli accordi come quello tra la Regione Friuli Venezia Giulia e Snam”.
Estate con stagno maleodorante nel centro di Trieste.
“Nella zona del canale di Ponterosso c’è una situazione insostenibile che perdura da mesi: quando finirà? Lo abbiamo chiesto in commissione senza avere risposta e allora porremo di nuovo la domanda nel Consiglio della prossima settimana”. Vanno in pressing i consiglieri comunali di Trieste Sabrina Morena (Open FVG) e Giovanni Barbo (PD), assieme a Marina Coricciati, consigliera Pd nella quarta Circoscrizione, che ha già presentato un’interrogazione all’assessore ai Lavori pubblici per conoscere il cronoprogramma e la nuova data di fine lavori dei ponti sul Canal Grande di Ponterosso.
“Camion che passano per le vie del centro, fermate del bus sospese, un odore nauseabondo, disagi per i residenti: la Giunta Dipiazza si riempie la bocca di turismo e poi presenta questo biglietto da visita”, accusano Barbo e Morena, mentre Coricciati evidenzia che “da mesi il Canale versa in queste condizioni, aggravate dalla stagione calda e dalla mancanza di correnti che ricambiano l’acqua. Adesso sappiamo che passeremo l’estate con uno stagno maleodorante nel centro di Trieste e con l’ennesimo cantiere in ritardo”.
“Un’attenzione nuova per il Carso triestino” è stato il motivo conduttore della manifestazione del Partito Democratico, che si è svolta sabato 12 giugno nel centro di Opicina.
Nel quadro della campagna di incontri “Pd nei rioni” dei consiglieri PD in Comune e nelle Circoscrizioni con la popolazione dei rioni e dei borghi carsici, voluta dalla segreteria provinciale con il sostegno dei circoli territoriali, sono stati presentati gli obiettivi del PD per il Carso ed il lavoro svolto dai nostri eletti, nel caso da tre donne ovvero le consigliere comunali Laura Famulari, Segretaria PD Trieste, e Valentina Repini e Lara Dipace, capogruppo PD nella Seconda Circoscrizione Altopiano Est.
Aprendo l’incontro la Segretaria Laura Famulari ha sottolineato il pieno sostegno del PD Trieste al Secondo Circolo PD Altopiano Est per la valorizzazione del territorio carsico ed ha denunciato i danni che derivano dalla aprioristica chiusura della Giunta Dipiazza per le proposte delle opposizioni, che se fossero ascoltate consentirebbero molteplici soluzioni positive ai problemi della comunità. Siamo invece in presenza di un atteggiamento di presuntuosa autosufficienza che ha accumulato una ormai lunga lista di fallimenti, nella quale spicca la incapacità di completare i lavori di riattivazione del Tram di Opicina.
Valentina Repini ha parlato del lavoro del Gruppo PD in Consiglio Comunale ricordando le molteplici iniziative assunte per il recupero della Caserma di Banne e del suo parco e per la trasparenza sui lavori per il Tram. Il PD afferma la necessità di una nuova visione del ruolo del Carso triestino che sappia recuperarne valori ambientali e spazi pubblici abbandonati, la ricchezza delle due culture che vi convivono, il potenziale economico del turismo e della sua agricoltura. Molto potrebbe essere fatto subito con un’amministrazione comunale attenta alle opportunità di finanziamento dei programmi europei per le aree di confine, ma il PD ritiene necessaria anche una riorganizzazione del funzionamento del Comune, che garantisca al Carso l’attenzione specifica necessaria per le peculiarità morfologiche e climatiche del territorio. Intanto però una diversa considerazione delle istanze che vengono dagli abitanti del Carso, che il PD ha rappresentato costantemente, consentirebbe già in breve di dare risposte a molte questioni: un piano specifico per la mobilità sostenibile sul Carso consentirebbe di intervenire sulla sicurezza della circolazione e sula regolazione dei parcheggi anche nelle zone verdi; la manutenzione degli edifici pubblici secondo parametri adeguati al clima del Carso, le scuole in primo luogo, consentirebbe di prevenire gravi disagi come quelli che hanno colpito la scuola di Basovizza o la scuola materna di Opicina e di trovare rapidamente una sede per l’apertura di un asilo nido di lingua slovena, che è incredibilmente inesistente.
Lara Dipace, capogruppo PD nel Consiglio Circoscrizionale, ha raccontato del suo lavoro per avvicinare i cittadini all’attività delle istituzioni concepite proprio per favorirne la partecipazione e del suo impegno a tenerli informati con puro spirito di servizio anche attraverso nuovi media come la pagina Facebook Vivere Opicina. Nel corso di questa sua prima esperienza amministrativa – ha raccontato Lara Dipace – il lavoro del PD in Circoscrizione è stato alimentato dai bisogni della popolazione: è nata così la proposta per la mobilità sostenibile sul Carso con la raccolta di firme per il limite dei 30 all’ora nell’attraversamento dei borghi carsici, che coglie anche la diffusa richiesta di estendere la positiva sperimentazione della “zona 30” di Opicina avviata da questa Amministrazione sulla base del progetto impostato a suo tempo dalla Giunta Cosolini. La vicinanza alle preoccupazioni delle famiglie con figli ha alimentato l’iniziativa che ha consentito di ottenere l’illuminazione e la recinzione del grande giardino della Mandria dove sono però ancora attese installazioni di gioco e sport all’aperto, che pure sono state realizzate in altre parti della città. Un’altra iniziativa nata dai bisogni delle persone, che durante la pandemia hanno sofferto le conseguenze del deficit tecnologico della rete internet in molte parti del Carso, è la raccolta di firme per l’accelerazione dei piani di diffusione della banda larga, che solo il Gruppo del PD ha sostenuto anche in Consiglio Circoscrizionale nella convinzione che va affermato in maniera più incisiva il ruolo della Circoscrizione e la funzione di coordinamento degli interventi da parte del Comune stesso. La Circoscrizione va dotata di nuovi poteri per poter gestire tempestivamente problemi correnti come le manutenzioni stradali e le va riconosciuto sempre il ruolo di rappresentanza dell’interesse pubblico come è avvenuto con Trieste Trasporti per la revisione delle linee del trasporto pubblico secondo le reali esigenze di lavoratori e studenti del Carso. Quest’ultimo tema rimane però aperto nel quadro più vasto dell’obiettivo PD di contrastare le previsioni del PUMS della Giunta Dipiazza, bocciato dal Consiglio Circoscrizionale dell’Altopiano Est come da quasi tutte le Circoscrizioni, ed ottenere un piano per la mobilità sostenibile sul Carso che dia risposta a problemi piccoli e grandi, dagli stalli per biciclette presso i capolinea dei servizi per la città, in primo luogo a quello del Tram la cui assenza ha tanto penalizzato le attività commerciali di Opicina, alla lotta contro il devastante progetto dell’ovovia Barcola – Campo Romano e dei suoi nuovi mega-parcheggi sul crinale carsico.
“Le tragedie vissute da Trieste nello sciagurato ‘secolo breve’ siano da insegnamento e monito per tutti: la libertà e il rispetto di persone e diritti sono presupposto di convivenza e crescita. Chi sceglie la strada della violenza e della sopraffazione si autocondanna a stare dalla parte sbagliata. Oggi ricordiamo la ritirata delle truppe jugoslave da Trieste dopo quaranta giorni che per una parte della città furono di terrore e di morte, uno degli episodi che videro la città subire i giochi della politica mondiale. Per il Pd è giusto rispettare tutte le memorie, e perciò senza retoriche continueremo ad aprire la strada alla pacificazione e al ripudio di ideologie e provocazioni. Alle cerimonie noi democratici partecipiamo con orgoglio di appartenenza cittadina, e ci rammarichiamo quando manca il sindaco oppure il vicesindaco s’inventa paralleli storici assurdi tra il 45 di Tito e i recenti crimini consumati nei Balcani da Mladic”. Lo ha affermato oggi la segretaria del Pd provinciale di Trieste Laura Famulari, partecipando in Consiglio comunale alla commemorazione del 76/o anniversario della fine dell’occupazione jugoslava di Trieste.