Il PD in azione: un’estate intera contro l’autonomia differenziata e per il salario minimo

Il PD in azione: un’estate intera contro l’autonomia differenziata e per il salario minimo

Il Partito Democratico si è mobilitato, anche nel pieno del periodo estivo, per la raccolta firme a sostegno del referendum contro la legge sull’autonomia differenziata e per la legge di iniziativa popolare per il salario minimo. L’iniziativa, che ha visto il coinvolgimento di volontari, consiglieri comunali, segretari di circolo, si è dimostrata un successo grazie alla partecipazione attiva di tutti.

Nonostante il caldo e le vacanze, i volontari si sono radunati nelle piazze in diverse aree delle città per raggiungere il maggior numero possibile di cittadini. Il lavoro di squadra, guidato dal senso di responsabilità verso il futuro del Paese, ha reso possibile questa mobilitazione. Consiglieri comunali e regionali si sono offerti come certificatori, garantendo la regolarità della raccolta e dimostrando un forte legame con il territorio.
Il gruppo comunicazione del PD ha lavorato dietro le quinte per diffondere le informazioni, sensibilizzare l’opinione pubblica e coordinare l’organizzazione, rendendo possibile una campagna capillare e ben strutturata.

La Segreteria provinciale del Partito Democratico Maria Luisa Paglia ha espresso un sentito ringraziamento a tutti i partecipanti, sottolineando come l’impegno collettivo sia la vera forza del partito.

La passione e la dedizione dei nostri iscritti e volontari dimostrano che il PD è una comunità viva e determinata. Grazie al contributo di ciascuno, siamo riusciti a portare avanti battaglie fondamentali per i diritti dei cittadini e per un’Italia più giusta. Ad ognuno di loro va il ringraziamento della Segreteria provinciale e mio personale”. 

Le immagini dei presidi referendari, che mostrano i volontari in azione, sono la testimonianza di un lavoro instancabile e di un forte spirito di servizio.


Galleria fotografica


Nella gallery è possibile vedere alcuni dei momenti più significativi della raccolta firme. Dai volti sorridenti dei volontari ai cittadini che, firmando, hanno espresso il loro sostegno alle battaglie del Partito Democratico. Ogni immagine racconta una storia di partecipazione e speranza per un futuro migliore.

Cabinovia – Direzione Pd: contrari al progetto, sosteniamo la raccolta firme

Cabinovia – Direzione Pd: contrari al progetto, sosteniamo la raccolta firme

La Direzione provinciale di Trieste, dopo il rinnovo dei suoi organismi, ha ribadito la propria posizione in merito al progetto “CABINOVIA METROPOLITANA TRIESTE – PORTO VECCHIO – CARSO”, presentato nel dicembre 2020. Qui di seguito il documento approvato sul tema.

 

1 – Il Partito Democratico di Trieste considera di fondamentale importanza che la cittadinanza sia ascoltata e coinvolta, da parte dell’Amministrazione cittadina, prima della realizzazione di tale progetto che potrebbe cambiare l’aspetto di una parte della città e avere pesanti ricadute economiche in futuro. Per questo sostiene il referendum consultivo che consentirà un’espressione informata da parte dei cittadini.

 

2 – Il PD, avendo approfondito i dati tecnici, il progetto di fattibilità e le valutazioni preliminari sulla sostenibilità economica di gestione, sui flussi di utenza, nonché le numerose criticità in ordine alla fattibilità dell’opera riguardo la geologia dei terreni, la sicurezza dell’aerea, l’impatto ambientale e paesaggistico, l’impatto sociale, i costi di gestione, assume una posizione contraria alla realizzazione di questo progetto. Si tratta di una posizione politica non ideologica sul progetto già presentato che consta di numerosi punti di debolezza e criticità.

 

3 – Le criticità del progetto riguardano l’inadeguatezza di questa cabinovia come risposta efficace al problema dell’ingresso da nord della città di Trieste, il pesante impatto ambientale e l’utilizzo di importanti finanziamenti pubblici in contrasto con gli obiettivi di salvaguardia e valorizzazione del territorio del PNRR. Si ricorda, inoltre, che esiste un vincolo nell’area silvo-pastorale del crinale carsico di Opicina tutelata dalla legge n. 168/2017 e dalla sentenza del luglio 2021 (Bosco Bovedo e Campo Romano).

Come segnalato dal II Circolo del PD-Altipiano Est, per corrispondere alla domanda di accesso dal nord alla città di Trieste, articolata in tre vettori (utenza locale residente sul Carso, lavoratori provenienti da fuori città e turisti), è necessario che sia organizzato in modo più efficiente e sostenibile il trasporto pubblico locale (TPL), ivi incluso la ripresa del transito del tram di Opicina, fermo da diversi anni.

Va inoltre ripensata la sostenibilità del traffico nell’area urbana, che dovrebbe dare attuazione a una mobilità rifondata sul TPL elettrico, in primo luogo lungo il mare, sulla ciclabilità sicura e sull’urbanistica della “città dei 15 minuti”.

 

4 – Il PD sollecita l’amministrazione comunale a riconsiderare il progetto tenendo conto di una programmazione di più ampio raggio e più coerente con i bisogni reali della città, ripensando il sistema del trasporto pubblico locale sul Carso e in relazione agli spostamenti tra città e altipiano, ricordando che il Piano Urbanistico per la Mobilità Sostenibile (PUMS) del Comune di Trieste, generato nel 2021 da un progetto europeo focalizzato sui problemi di accessibilità delle strutture portuali, non ha dato soluzioni e deve essere rivisto radicalmente.

 

5 – Il PD crea al suo interno un gruppo di studio tecnico sulla questione cabinovia, anche per i risvolti che pone e alle richieste relative, approfondendo in particolare le possibili alternative da porre in essere per non disperdere il finanziamento e rispondere alle esigenze del territorio.

 

6 – Il PD sostiene la raccolta delle 12.000 firme necessarie a ottenere l’indizione del referendum consultivo, come organizzato dal Comitato “NO OVOVIA”. Si suggerisce che il referendum si tenga nello stesso giorno in cui si terranno i Referendum nazionali, per convogliare l’uso di denaro pubblico.

Conti (Pd), per nuova segreteria sviluppo in primo piano

Conti (Pd), per nuova segreteria sviluppo in primo piano

Congresso apre fase di rinnovamento politico e generazionale

Il congresso del Partito democratico di Trieste aprirà una fase di rinnovamento politico e generazionale, mettendo in primo piano lo sviluppo di Trieste e i tanti problemi lasciati in ombra dalla destra con Dipiazza. Vogliamo rafforzare i rapporti con le categorie produttive, con le parti vive della città come i piccoli imprenditori e iprofessionisti, che con il loro lavoro danno forza a Trieste. Sarà fitto il dialogo sul lavoro con le rappresentanze sindacali sui molti fronti che destano preoccupazione nella transizione innescata dalla pandemia. Pari attenzione anche alle associazioni, al terzo settore, al mondo cattolico, a tutto il volontariato che opera nella vita quotidiana delle persone. Il Pd deve essere un partito che accompagna chi sta dimostrando un grande spirito di resistenza e iniziativa, nonostante le difficoltà della lunga fase che attraversiamo, e non dimentica i deboli”. Sono i concetti espressi oggi a Trieste dalla candidata unica alla segreteria provinciale del Partito democratico provinciale, Caterina Conti, in una conferenza stampa che ha illustrato le linee guida del suo programma. Conti ha 35 anni, è esperta di comunicazione istituzionale, ha alle spalle esperienze anche nazionalinella vita di partito. Presenti la segretaria uscente e consigliera comunale Laura Famulari, il segretario regionale del partito Cristiano Shaurli e la senatrice Tatjana Rojc.

L‘esponente dem si è soffermata sui punti di forza della città, come il porto e l’economia del mare, la logistica e la vocazione scientifica, ma ha sottolineato anche “l’insufficienza dei collegamenti ferroviari e aerei, che frenano lo sviluppo e vanno affrontati nel rapporto con il partito nazionale e le autorità centrali dello Stato”. Conti ha lanciato un allarme per il calo demografico di Trieste, “in cui la natalità è molto bassa e la città viene abbandonata dai giovani, perché poco attrattiva per chi cerca lavoro e prospettive”.

Nelle relazioni con le altre forze politiche, per Conti “il Pd deve rafforzarsi nel suo ruolo di perno su cui costruire alleanze, in dialogo con realtà civiche come Adesso Trieste e Punto Franco, forze politiche di riferimento nazionale e altre esperienze emerse nell’ultima tornata elettorale”. Il proposito operativo della nuova segreteria sarà “un radicamento forte nei rioni e nelle Circoscrizioni”, mentre “il primo obiettivo sarà il 2023, con le elezioni regionali e nazionali”.

Il congresso si svolgerà nei circoli del PD nel mese di gennaio.

Violenza sulle donne: Famulari-Barbo, inaugurata l’opera “Urlo di Penelope”

Violenza sulle donne: Famulari-Barbo, inaugurata l’opera “Urlo di Penelope”

Mettiamo la questione femminile in cima all’agenda politica

“La lotta alla violenza sulle donne sia un costante e pressante impegno, uno sdegno e un’angoscia che assilla il nostro lavoro nelle istituzioni e nella società, non il pensiero di un giorno o la retorica buona in tragiche circostanze. Ci assumiamo questa responsabilità e la rendiamo visibile nella sede del Partito democratico, dove da oggi il dolore delle donne ci parla col volto di un archetipo femminile dell’Occidente: Penelope”. Lo annunciano la segretaria del Pd provinciale di Trieste Laura Famulari e il capogruppo Pd in Consiglio comunale Giovanni Barbo che, in occasione della Giornata Internazionale per l’Eliminazione della Violenza contro le Donne, hanno inaugurato l’Urlo di Penelope di Francesca Grosso, una calligraphy art contenente i nomi delle vittime di femminicidio dal 2006 al 2020. L’iniziativa è dell’associazione “Inoltre – Alternativa Progressista” che ha commissionato l’opera all’artista.
“L’aumento dei casi di violenza contro le donne registrati a Trieste anche in connessione alla pandemia – hanno spiegato Famulari e Barbo – deve essere un ulteriore stimolo a mettere la questione femminile in cima alla agenda politica: diritti, lavoro, welfare, sono aspetti di un unico fenomeno che è la reale liberazione della donna”.

 

CasaPound: Pd Trieste, condanna manifesti neofascisti

CasaPound: Pd Trieste, condanna manifesti neofascisti

Il Partito Democratico condanna fermamente l’affissione dei manifesti apparsi questa notte a Opicina e Longera ad opera del partito neofascista CasaPound. L’estrema destra triestina dimostra di voler attuare una spregiudicata strategia della tensione, cercando di ostacolare il processo di pacificazione grazie al quale si sono rimarginate le molteplici ferite del passato. Questi atteggiamenti irresponsabili ci convincono che tale percorso deve
continuare nel solco di una pacifica e rispettosa convivenza tra i popoli che abitano queste terre. Certamente non sarà un gruppo di esagitati, che perseverano nell’offensivo negazionismo delle più
che ventennali violenze fasciste inflitte alle genti di queste terre, a fermare la profonda e convinta volontà di pacificazione.

È la presa di posizione della Segreteria del provinciale in merito ai manifesti di CasaPound comparsi questa mattina sul Carso triestino, a Opicina nel Parco della Pace – l’ex poligono di tiro gestito dall’Anpi locale – dove domani saranno commemorati i cinque antifascisti fucilati nel 1941 sulla base di una sentenza emessa da un Tribunale speciale.

Il  26 novembre – ricorda il Pd – dopo un lungo iter burocratico, è stata finalmente firmata da parte del Comune di Trieste la concessione del ‘Parco della Pace’ di Opicina a favore del Comitato Provinciale di Trieste dell’Anpi. Il Poligono di Opicina, dove persero la vita quasi 100 persone vittime dell’odio nazifascista è stato più volte teatro di morte durante gli anni Quaranta del Novecento. Purtroppo CasaPound ci riporta indietro nel tempo, nei tempi più bui della nostra storia, quelli che non vorremo mai più rivivere. Il Partito Democratico continuerà a battersi affinché l’area commemorativa ottenga i finanziamenti necessari per portare a termine
il progetto di riqualificazione e per poter garantire la piena fruibilità di questo importante luogo della memoria.

La Segreteria del Partito democratico

invita quindi la cittadinanza a partecipare alla commemorazione dei cinque antifascisti sloveni Pinko Tomažič, Viktor Bobek, Ivan Ivančič, Simon Kos e Ivan Vadnal fucilati il 15 dicembre 1941 dopo la condanna del Tribunale Speciale fascista nel Secondo Processo di Trieste, che avrà luogo domani, domenica 15 dicembre alle ore 15.00 presso il “Parco della Pace” di Opicina”.

Cena di fine anno per i Democratici triestini

Cena di fine anno per i Democratici triestini

come è tradizione, il Partito Democratico di Trieste organizza anche quest’anno una Cena di fine anno.  Sarà l’occasione per stare un po’ assieme dopo un anno difficile che ci ha visto impegnati su diversi fronti e per farci gli Auguri per le Feste che ormai sono alle porte. Sarà anche una cena di autofinanziamento per sostenere le tante iniziative che stiamo portando avanti.

Nella speranza di rivederci in tanti vi porgo i più cordiali saluti e i miei affettuosi auguri.

Laura Famulari
Segretaria provinciale di Trieste

La cena si svolgerà

MERCOLEDÌ 18 DICEMBRE ALLE ORE 19.30
Ristorante Hotel Sonia località Domio 47

La quota di partecipazione, tutto compreso, è di 22,00 Euro
(15,00 Euro + 7,00 Euro di autofinanziamento)

Vi preghiamo di segnalare la presenza alla cena, indicando l’esatto numero di partecipanti, entro lunedì 16 dicembre, via email o per telefono

trieste@pd.fvg.it
tel. 040 366833

Menù

Antipasti
Varie proposte della casa

Primi Piatti
Fusilli alle verdure
Lasagne alla bolognese
Risotto ai frutti di mare

Secondi Piatti
Arrosto di vitello
Polpette al curry
Spiedini alla griglia
Spezzatino di manzo
Filetto di sgombro alle erbe

Dolci, frutta e caffè

Acqua, vino rosso e bianco, bevande

Tutto incluso – Servizio self-service

«Tutta un’altra storia»: un nuovo PD per gli anni 20 del duemila. I risultati della conferenza di Bologna

«Tutta un’altra storia»: un nuovo PD per gli anni 20 del duemila. I risultati della conferenza di Bologna

Ecco la sintesi delle decisioni prese dalla convention tenutasi il 15, 16 e  17 novembre 2019

  

  1.  Il PD è oggi l’argine che difende la democrazia italiana. Non possiamo però appiattirci solo sul Governo; bisogna continuare la ricostruzione del PD sui territori e non è impresa facile. La conferenza di Bologna è parte del tentativo di rinnovare la nostra cultura politica ascoltando voci e competenze diverse.
  2. Le nostre priorità sono Scuola e Cultura – Ambiente – Sistema Sanitario – Lavoro.
  3. Bologna è stata un luogo di elaborazione comune di un PD dove le diversità non sono conflittuali. Questa è la logica anche delle modifiche dello Statuto: promuovere il confronto fra tesi politiche, non fra personaggi!
  4. Con il nuovo Statuto il Segretario non è più automaticamente il candidato alla Presidenza del Consiglio. La sua elezione avviene in due passi: nel caso di più candidati, gli iscritti decidono chi sono i due preferiti e solo questi vanno al ballottaggio con elezioni primarie aperte.
  5. Gli organismi dirigenti non saranno più espressione di liste personali: obiettivo del Segretario Zingaretti è l’eliminazione di tutte le correnti, a partire dal rifiuto di una sua!
  6. Saranno composti da rappresentanze proporzionate alla forza delle organizzazioni territoriali. Il principio della parità di genere non è più una raccomandazione, ma una regola (senza perdere il contributo di nessun bravo e capace)! Anche la ripartizione delle poche risorse finanziarie del PD nazionale sarà riequilibrata a favore dei territori. (La vicenda della Fondazione Open conferma le gravi conseguenze negative della gestione Renzi anche sulle finanze del PD).
  7. È stata istituita per la prima volta l’Assemblea nazionale dei sindaci del PD.
  8. È stata costituita per la prima volta una Fondazione del PD nazionale come luogo di ricerca ed elaborazione politica. Ne è responsabile Gianni Cuperlo.
  9. Gli iscritti PD saranno consultati su questioni importanti attraverso una nuova piattaforma telematica (referendum interni).

 

 Focus: come cambia lo statuto nazionale

 Il partito democratico si è dotato di un nuovo statuto, adatto ad affrontare le sfide di questi primi anni 20 del nuovo millennio. La riforma complessivamente ha riguardato la metà dei 47 articoli della “carta”.

Le novità più significative sono le seguenti:

  • garanzia per la parità di genere negli organismi direttivi
  • nascita di una piattaforma deliberativa online
  • congresso a temi
  • metà dell’assemblea nazionale sarà formata da esponenti provenienti dai territori, di cui 2/3 eletti dalla base degli iscritti e 1/3 sindaci, rappresentanti eletti nei vari enti locali
  • il segretario non sarà automaticamente il candidato premier del partito
  • congressi provinciali: starà agli statuti regionali decidere le modalità anche elettorali dei congressi provinciali della nostra regione

 

La novità più rilevante a livello politico è la fine dell’equazione segretario=candidato premier, una scelta legata alla superata interpretazione della “vocazione maggioritaria” fondata su un sistema politico rigidamente bipolarista, che oggi è di fatto scomparso: La premiership verrà individuata attraverso delle primarie di coalizione.

Si è molto discusso se fosse giusto mantenere aperte a tutti le primarie per la scelta del segretario nazionale, o invece garantire la partecipazione solamente agli iscritti: alla fine la maggioranza a livello nazionale ha scelto di mantenere le primarie aperte.

La seconda novità più importante riguarda le regole del congresso, dando la priorità alla discussione dei temi.

In una prima fase vi saranno confronti su documenti politici e contributi tematici, mentre in una seconda fase, per iscritti e non, si terranno elezioni primarie per la scelta del segretario e del suo programma.

Infine nascono i circoli online e i Punti Pd: i primi serviranno per velocizzare il meccanismo del tesseramento, eliminando ogni forma di intermediazione della tessera di carta, mentre i secondi mirano a rafforzare il partito a livello locale, facendolo uscire dal torpore dei circoli per portarlo dove ogni giorno le persone vivono e lavorano.

 

L. Elettorale: Rojc ” Tutela per sloveni in Parlamento”

L. Elettorale: Rojc ” Tutela per sloveni in Parlamento”

La riforma costituzionale e la probabile ipotesi di una prossima riforma elettorale ha reso necessario fissare le coordinate, costituzionali e normative, entro cui è possibile intervenire per mantenere una rappresentanza degli sloveni nel Parlamento italiano. Per la prima volta è stato fatto uno studio scientifico a livello parlamentare sulla tutela della rappresentanza, con la consapevolezza che questo lavoro è in itinere perché è in relazione agli sviluppi della legge elettorale, con la quale auspico si potrà porre almeno parzialmente rimedio al taglio dei parlamentari, cui sono sempre stata contraria.
Lo ha detto oggi a Trieste la senatrice Tatjana Rojc, presentando al pubblico, assieme al segretario regionale Pd Fvg Cristiano Shaurli, l’analisi  “Quale rappresentanza per la minoranza linguistica slovena”, del dr. Giuliano Salberini, ricercatore del CNR, sui profili di tutela della minoranza slovena nel quadro giuridico e politico della XVIII legislatura.
Nella sua esposizione, Salberini ha tracciato “lun quadro giuridico che consente di ritenere che esistono basi costituzionali anche di derivazione internazionalistica per assicurare alla minoranza slovena una accentuata tutela, che le norme costituiscono un presupposto per inserire disposizioni speciali ma non obbligano ad un percorso e non sono tali da consentire di poter individuare un obbligo giuridico rispetto alla necessaria presenza in Parlamento di un rappresentante.
I numeri sono difficili da trattare e l’attuale legge elettorale – ha indicato – non lascia spazi percorribili. In un eventuale sistema proporzionale, lavorando  sui collegi e sulle soglie di sbarramento, evitando dispersioni di voti sul territorio interessato, è possibile trovare delle soluzioni. Ma al momento – ha precisato – tenendo conto dell’attuale quadro costituzionale, non è possibile trovare una soluzione quanto avanzare delle proposte in itinere, mentre cambiano parametri e scenari. Ad esempio, se si modifica la legge elettorale allora – ha aggiunto – si possono rivalutare gli spazi nei limiti numerici che sono dati dalla riforma costituzionale.
In questi anni la rappresentanza degli sloveni – ha ricordato Shaurli – è stata garantita dal Pd e ora siamo di fronte a una scelta, data dalla contingenza della riduzione dei parlamentari. L’obiettivo del Pd è continuare a garantire questa rappresentanza anche attraverso sistemi nuovi: è un obiettivo che il partito regionale deve porsi, non come solo come tutela ma soprattutto come parte costitutiva del nostro territorio. La specialità del Fvg ha radice nella presenza delle minoranze ma questa ricchezza è ancora più importante  in prospettiva futura, dove – ha aggiunto – ruolo e rapporti Internazionali e una visione d’Europa possono essere elementi di rilancio della nostra stessa autonomia.
Evidenziando come lo studio sia “utile per uscire superficialità e semplificazioni”, Shaurli ha ribadito che
il Pd non è mai stato e non è interessato alla creazione di partiti etnici, perché poi ciò che conta sono temi e proposte che vengono messe in campo, non una tutela asettica. Le posizioni della destra sull’Europa, i confini e spesso anche i rapporti con i Paesi contermini – ha concluso – le conosciamo.
Trieste: Serracchiani, con crisi finito “momento magico”

Trieste: Serracchiani, con crisi finito “momento magico”

 Se mai c’è stato, è terminato il ‘momento magico’. È arrivata una crisi che investe settori diversi, dalla siderurgia alla metalmeccanica all’agroalimentare: stanno venendo al pettine tutti i nodi di un’industria che non ha fatto i passi necessari per stare sul mercato. Ma Trieste ha nell’industria un motore di sviluppo importante al quale non si può rinunciare, anche se non pesa più del 10% del Pil. C’è la necessità di reinventare interi settori.

Lo ha detto la deputata Debora Serracchiani oggi a Trieste, durante un incontro dedicato alle crisi industriali dell’area triestina, con il segretario provinciale della Cgil Michele Piga.

Lanciando un allarme sul “rischio di perdere una centralità geopolitica e capacità di fare sistema”, la parlamentare ha osservato che

si tenta di intervenire ma solo nella fase patologica, mentre dovremmo pensare alle soluzioni prima che determinate crisi si presentino. Perché alcune di queste crisi vengono da lontano e possono essere accompagnate prima che esplodano e l’unica via sono gli ammortizzatori sociali. l periodo più nero per il Fvg è stato il 2015 quando governava il centrosinistra e – ha ricordato Serracchiani – abbiamo affrontato le crisi accompagnandole con politiche industriali”. Ha portato l’esempio di Electrolux, dove anche con fondi pubblici si è riusciti a modificare la produzione puntando verso la qualità. O l’esempio della Ferriera, in cui “abbiamo creduto che per avere sostenibilità ambientale era necessario che proseguisse la produzione, mentre ora per una scelta politica oggi al Mise c’è un tavolo in cui si lavora per chiudere un’azienda”.

Emblematico, per Serracchiani, anche il caso Wartsila in cui

è stato fatto un importante investimento in ricerca e sviluppo e per un periodo ha funzionato. Quando questa strada non è stata più percorsa con la medesima forza di prima, la società ha denunciato difficoltà e sono annunciati esuberi.

A proposito della Ferriera, Serracchiani ha ragionato sulle conseguenze della crisi del mercato dell’acciaio e sulle opzioni tra metodi diversi di produzione, ricordando i fondi per la decarbonizzazione e per la transizione industriale previsti nella manovra nazionale. Per la deputata

a città deve svegliarsi e decidere: la vera sfida è far coesistere ambiente salute e lavoro. E chi governa Regione e città ci dica da che parte vogliono portarci, come vogliono diversificare e quale è il loro obiettivo per Trieste e per la regione. Ma sia chiaro che se perdiamo questi posti di lavoro avremo anche un grande problema di domanda interna che metterà in ginocchio la città di .

Antisemitismo: PD, a Trieste destra vota contro Segre

Antisemitismo: PD, a Trieste destra vota contro Segre

C’è una destra a Trieste che è un soggetto politico scandaloso, che non riesce a contenersi nemmeno quando entra e governa le istituzioni. È una beffa atroce sentire Fedriga che condanna a parole l’antisemitismo mentre i suoi commilitoni di partito decidono di considerare ‘non urgente’ una mozione che chiede di esprimere solidarietà alla senatrice Segre. A fronte di questa decisione vergognosa, il Pd e tutto il centrosinistra hanno sentito il dovere di abbandonare l’aula del Consiglio comunale.

Lo rende noto la segretaria provinciale Laura Famulari, dopo che è stata rifiutata l’urgenza alla discussione di una mozione consiliare che esprimeva solidarietà alla senatrice Liliana Segre e impegnava il sindaco “ad invitare la senatrice Liliana Segre alla solenne celebrazione del Giorno della Memoria alla Risiera di San Sabba e ad intervenire in un Consiglio comunale straordinario indetto in tale occasione” e a conferirle la cittadinanza onoraria.

Mi sento offesa e umiliata – ha spiegato Famulari – come cittadina italiana e come persona, e sento calpestata la dignità di Trieste, la città che più di altre non dovrebbe mai dimenticare, la città dove sono state promulgate le leggi razziali e dove c’era l’unico Lager tedesco sul territorio italiano. Per riguardo al ruolo di consigliera comunale, non era possibile restare un minuto di più in un Aula che non ha voluto dimostrare un rispetto semplicemente doveroso nei confronti di una testimone della Shoah minacciata oggi per il suo essere ebrea. La destra – ha indicato Famulari – si assume un’enorme responsabilità morale prima ancora che politica: il riduzionismo comincia a manifestarsi così è non si sa dove finisce. Stiamo attenti al grande imbroglio”, ha concluso.