Primo maggio, Pd Trieste: il lavoro è un diritto, non una scommessa di mercato.

Primo maggio, Pd Trieste: il lavoro è un diritto, non una scommessa di mercato.

Il Primo Maggio è molto più di una celebrazione: è un momento in cui fermarsi a riflettere su cosa significa, oggi, lavorare in Italia. E le risposte, purtroppo, non sono incoraggianti.

Mentre il governo continua a raccontare una realtà che appare distante dalla vita quotidiana di milioni di lavoratrici e lavoratori, la verità è che la produzione industriale è in recessione, i salari perdono potere d’acquisto, i contratti a termine si moltiplicano, le disuguaglianze aumentano.”

Lo afferma Maria Luisa Paglia, segretaria del Pd di Trieste.

Il Pd sarà presente in tutte le piazze del Friuli Venezia Giulia per affermare con convinzione l’adesione al valore costituzionale del lavoro sicuro, dignitoso e giustamente retribuito. Troppi sono ancora i lavoratori sfruttati, che devono lavorare sotto ricatto e senza la garanzia delle tutele previste, con insopportabili divari di genere. Per noi il lavoro è mezzo di emancipazione e riscatto sociali e sollecitiamo nuovi strumenti come la legge sulla rappresentanza e lo sfoltimento dei contratti di lavoro. Per dare diritti e speranza a lavoratori e famiglie”

Fa eco la segretaria regionale del Pd Fvg Caterina Conti, a Trieste in occasione della Festa del Lavoro.

In Italia si lavora di più, ma si guadagna di meno: l’inflazione cresce, i salari restano fermi e molte famiglie fanno fatica ad arrivare a fine mese.” prosegue Paglia. “Le donne continuano a percepire stipendi più bassi rispetto agli uomini, e i giovani, anche dopo anni di studio e formazione, non trovano professioni dignitose o adeguate alle loro competenze, costringendoli spesso ad abbandonare il Paese in cerca di opportunità altrove.

E poi c’è il tema che più di tutti dovrebbe interrogarci: la sicurezza sul lavoro. Ogni morte, ogni incidente, ogni diritto negato è una ferita alla nostra democrazia.

Il lavoro, così come la salute, non sono investimenti su cui puntare per convenienza economica, ma diritti fondamentali tutelati dalla nostra Costituzione. Chi governa ha il dovere di garantire condizioni dignitose, sicure e stabili per tutte e tutti.

Il Partito Democratico di Trieste è sceso in piazza anche quest’anno, al fianco dei sindacati, delle lavoratrici, dei lavoratori e dei giovani, per difendere il valore del lavoro come pilastro della giustizia sociale e della dignità umana.

Il nostro impegno è chiaro: un’Italia più giusta passa solo da un lavoro giusto, sicuro e ben retribuito. E non smetteremo di lottare per questo.

 

 

 

Disagio giovanile e sicurezza: servono risposte strutturali, non solo emergenziali

Disagio giovanile e sicurezza: servono risposte strutturali, non solo emergenziali

In merito ai gravi fatti avvenuti nelle vicinanze di piazza Unità, nella notte del 27 aprile, e all’aggressione di trenta adolescenti a carico di due tredicenni, la segretaria provinciale del Partito Democratico esprime forte preoccupazione: “Episodi come questi non sono casi isolati, né possono essere liquidati come semplici questioni di ordine pubblico: sono piuttosto la manifestazione evidente di un disagio profondo che riguarda la nostra comunità giovanile.”

È ormai chiaro che non esistono confini tra centro e periferia: le fragilità sociali attraversano tutto il tessuto urbano, coinvolgendo ragazzi e ragazze senza distinzioni geografiche. Pensare che questi fenomeni si possano gestire solo come emergenze significa non affrontarne le vere cause “

Lo afferma Maria Luisa Paglia.

Ringraziamo le forze dell’ordine per il loro intervento e per l’impegno costante a tutela della sicurezza pubblica. Tuttavia, è necessario riconoscere che la repressione non può essere l’unica risposta.

Serve un’azione politica seria e strutturata da parte dell’amministrazione comunale: politiche educative, sostegno alle famiglie, spazi di aggregazione, opportunità di crescita, ascolto dei bisogni reali delle nuove generazioni.

Il Partito Democratico chiede che il tema del disagio giovanile venga messo al centro dell’agenda amministrativa.

Non possiamo permetterci di restare indifferenti di fronte a segnali così evidenti di malessere. Solo investendo sulla comunità e sui suoi giovani potremo costruire una città davvero sicura, coesa e inclusiva.”

Conclude la Segretaria.

25 Aprile: “La democrazia non ci è stata regalata, è stata conquistata. Va difesa ogni giorno”

25 Aprile: “La democrazia non ci è stata regalata, è stata conquistata. Va difesa ogni giorno”

Una cerimonia solenne, un messaggio da rafforzare

Come ogni anno, Trieste ha celebrato con compostezza e partecipazione il 25 aprile alla Risiera di San Sabba. Un luogo simbolo della memoria antifascista, che più di ogni altro invita al raccoglimento e alla riflessione, e che ha ospitato la cerimonia istituzionale per l’ottantesimo anniversario della Liberazione.

Tuttavia, anche quest’anno non sono mancate le tensioni all’esterno e le contestazioni all’interno. L’accesso alla Risiera è stato reso complesso da controlli stringenti e da una presenza eccessivamente militarizzata. È un segnale che preoccupa: il bisogno di sicurezza non può trasformarsi in chiusura e inaccessibilità, specie in un’occasione che dovrebbe essere, per natura, popolare e inclusiva.

Il coraggio delle parole giuste

In questo contesto, la voce della sindaca di Sgonico, Monica Hrovatin, si è distinta per autenticità e forza. Il suo intervento è stato uno dei pochi momenti capaci di riportare il senso profondo della ricorrenza: non una liturgia, ma un atto civile e politico. Un appello ai giovani a farsi eredi di quella lotta, a custodire i valori della libertà, della giustizia e della pace.

Al contrario, l’intervento del sindaco Dipiazza è apparso come un dovere formale. Un discorso che, seppur corretto nei toni e nei riferimenti, è sembrato privo di quella tensione morale e civile che la giornata richiederebbe da chi amministra una città come Trieste.

Come Partito Democratico, riteniamo che nelle istituzioni ci debba essere la capacità di incarnare uno spirito di unità e di rappresentanza collettiva. Quando questo viene meno, quando si scelgono strade divisive, come il mancato patrocinio alla Festa programmata dal Comitato 25 Aprile, è inevitabile che una parte della cittadinanza senta di non essere rappresentata.

Le contestazioni: segnali di un malessere da non ignorare

La Risiera è una cattedrale laica della memoria. Anche le proteste più legittime, se espresse in modo irrispettoso all’interno di quel luogo, rischiano di indebolire le ragioni che le hanno generate. Ma è altrettanto miope fingere che non esistano: quelle contestazioni, pur fuori luogo nel contesto, esprimono un disagio reale.

Una parte della cittadinanza, specie le nuove generazioni, si sente esclusa da un racconto pubblico che pare sempre più normalizzare il revisionismo storico, il ridimensionamento della memoria antifascista, la neutralizzazione dei simboli. È da questo vuoto, da questa percezione di disconnessione tra istituzioni e società civile, che scaturiscono tensioni. Compito della politica non è ignorarle, ma comprenderle e ricomporle.

Libertà, oggi e altrove

Nel ricordo della Liberazione non possiamo ignorare ciò che accade oltre i nostri confini. Il dramma della guerra in Ucraina, la devastazione in Palestina, ci interrogano. La Resistenza ci ha lasciato in eredità il dovere di non voltare la testa dall’altra parte di fronte all’ingiustizia. La libertà non è un valore selettivo: o è per tutte e per tutti, oppure è una parola svuotata.

Per questo il Partito Democratico di Trieste si unisce alla richiesta che lo Stato italiano riconosca ufficialmente lo Stato di Palestina. La pace è possibile solo a partire dal riconoscimento dei diritti e della dignità di tutti i popoli.

Una memoria viva, una democrazia da difendere

“Come Segretaria del Partito Democratico di Trieste, sento il dovere di ricordare che la democrazia non ci è stata regalata: è stata conquistata con il sangue e il martirio delle partigiane e dei partigiani. Sulla loro lotta, sulla loro dignità, sulla loro Resistenza è sorta la nostra Costituzione. E sarà su quegli stessi valori che il Partito Democratico continuerà a impegnarsi ogni giorno, per difendere e rinnovare la democrazia, per contrastare ogni forma di violenza e di discriminazione, per costruire una società più giusta, più libera, più umana”.

Così la Segretaria del PD triestino Maria Luisa Paglia, in un messaggio che è anche un impegno: quello di non lasciare soli coloro che ancora oggi lottano per la libertà, la giustizia, la pace.

 

 

 

Sabrina Morena a Muggia: “La Liberazione ci chiama a resistere oggi, per difendere democrazia e diritti”

Sabrina Morena a Muggia: “La Liberazione ci chiama a resistere oggi, per difendere democrazia e diritti”

Alla manifestazione per il 25 aprile a Muggia, Sabrina Morena, vicesegretaria provinciale del Partito Democratico di Trieste e donna di cultura, ha offerto una riflessione intensa e appassionata sul significato profondo della Festa della Liberazione. Partendo dal ricordo del 1945 e arrivando fino alle sfide contemporanee, Morena ha richiamato l’importanza della memoria, della Costituzione e dell’impegno quotidiano per custodire libertà, democrazia e pace. Un discorso che ha unito passato e futuro, invitando tutte e tutti a non dare mai per scontati i diritti conquistati con la Resistenza.

 

Il testo del discorso

È per me un grande onore essere qui a Muggia e tenere questo discorso che spero possa essere all’altezza di voi presenti e della giornata che celebriamo.

Oggi voglio immaginare come le persone nel 25 aprile del ‘45 si ritrovarono nelle piazze d’Italia, come accorsero per riabbracciarsi e ritrovarsi per gioire della libertà ritrovata.  Qui a Muggia e in queste terre la liberazione avvenne più tardi, il 1° maggio e coincise purtroppo con l’inizio della guerra fredda e di nuove tensioni, fu preludio di altre vicende dolorose e drammatiche.

Tuttavia non si può rinunciare a celebrare questa giornata di festa e ricordarne il significato profondo.

Ritorniamo alla fine della seconda guerra mondiale. La violenza e la repressione della dittatura nazi-fascista era finita, gli uomini e le donne potevano uscire dalla clandestinità e ritornare ad abbracciare i loro cari. Chi era in carcere, poteva uscirne, chi era in esilio o al confino poteva ritornare, chi era nei campi di concentramento nazisti era di nuovo una persona libera.

Molti poterono stringere affettuosamente i loro amici e parenti, molti invece non fecero mai ritorno e lasciarono un vuoto doloroso nelle famiglie e fra gli amici e compagni.

 Le vite dei caduti, ricordate nella costellazione dei monumenti sul territorio, rappresentano un monito rispetto alla violenza drammatica del nazi-fascismo, e sono al contempo un esempio di resistenza di fronte all’ oppressione.  Abbiamo sentito pronunciare molte volte queste parole “oppressione e libertà”, ma mai come oggi, in questo mondo in cui le regole vengono sovvertite e i valori e la verità vengono capovolti, queste parole sono più che mai vive e piene di significato. Perché l’oppressione può iniziare senza nemmeno accorgersene, quando puoi essere arrestato per delle critiche a chi governa, quando il diritto a manifestare il proprio dissenso viene ristretto, quando attivisti e giornalisti vengono controllati, quando non contano più le regole della vita democratica, quando il governo del bene pubblico non è più buona amministrazione, ma diventa arbitrio: “Ho vinto le elezioni e qui comando io!” è una frase che abbia sentito risuonare sempre più spesso. Per questo voglio ricordare l’articolo 1 della nostra Costituzione: “L’Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al popolo che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione”. Ovvero chi vince le elezioni, è un amministratore della cosa pubblica e deve agire in nome del popolo, in nome di tutti noi. 

Oggi è un giorno di festa, festa della liberazione, la riconquista di una società in cui si è liberi e uguali. Dalla resistenza è nata la nostra magnifica Costituzione, ancora per molti aspetti inattuata, ma che resta un faro per il presente e per il futuro. Quanto l’avranno sognata nei momenti difficili le madri e i padri della costituzione quando erano nascosti o dovevano tacere e bisbigliavano tra loro i principi che dovevano ispirarla. Come dice Altiero Spinelli nel saggio del 1956 “La costituzione è il programma politico della Resistenza”. Cito “Nella Resistenza combattuta accorsero da ogni ceto e da ogni partito i volontari decisi a combattere contro i tedeschi e i fascisti: senza guardare a distinzioni di classi o di fedi politiche o religiose, sentirono che in quel momento un programma comune di lotta li riuniva contro un comune nemico. Ma quando, quella lotta cruenta fu chiusa con la vittoria, essi si accorsero che non era finito il dovere civile di lavorare insieme.” La nostra Costituzione rappresenta quindi, qui cito di nuovo Spinelli: “questo impegno per l’attuazione leale di quel programma comune, che fu firmato quando gli italiani di tutti i partiti antifascisti si scambiarono la promessa di fare insieme un lungo tratto di strada verso l’avvenire, fino a quando ogni italiano abbia veramente e non soltanto sulla carta “un’esistenza libera e dignitosa”.

Lo stesso Spinelli nel carcere di Ventotene immaginava l’Europa unita. Un’ utopia in cui paesi storicamente in lotta tra loro si univano e costruivano insieme un futuro di pace e prosperità. Quel sogno si è veramente attuato, grazie al quale abbiamo vissuto 80 anni di pace. Certo non è stato e non è facile tenere uniti 27 paesi l’uno diverso dall’ altro per storia, lingua, cultura e tradizioni.

Ma nonostante la lentezza dei processi democratici e il difficile equilibrio da mantenere, finora noi Europei ce l’abbiamo fatta. Ora le sfide si sono moltiplicate per i venti di guerra che soffiano da ogni parte, il disegno di pace è messo in discussione dal “attivismo muscolare” americano, dai conflitti a livello commerciale, dai sovranismi e dai nazionalismi. Credo che in questo momento storico siamo chiamati a resistere, ad andare controcorrente, ad andare nella direzione dell’unità fra i popoli, quelli Europei puntando a un’unione politica europea con una difesa comune; e concordia con tutti gli altri popoli difendendo e rafforzando gli organismi internazionali come le Nazioni Unite.

Non dobbiamo dare per scontata né la democrazia né la libertà. La Costituzione nei suoi principi fondamentali ci parla di libertà: libertà di pensiero, di parola, di associazione, di manifestazione, di parlare la propria lingua, di professare la propria religione. Parla di uguaglianza nella vita sociale e di fronte alla legge. Parla di diritto alla salute e all’ istruzione per tutte e tutti. Di diritto all’ asilo per lo straniero che va accolto quando viene da un paese dove non siano garantiti i diritti della nostra Costituzione! Parla di diritto ad associarci in sindacati e diritto alla partecipazione alla vita pubblica. Quanto si dà per scontato tutto ciò e sbadigliamo annoiati quando siamo chiamati ad andare a votare!

Quando rinunciamo al voto, non pensiamo che stiamo rinunciando a un nostro diritto, quello di scegliere i nostri rappresentanti, delegati a governare per un certo tempo, in quel preciso momento storico, seguendo un determinato programma. Quando si lascia un vuoto democratico, questo può essere riempito da chi si vuole appropriare della cosa pubblica, traendone profitto, calpestando le istituzioni democratiche e cedendo a tentazioni autoritarie.

Noi popoli della terra non dobbiamo permettere che vinca il cinismo, la disumanità e l’avidità. Potremo impedirlo solo se avremo a cuore le persone, i beni comuni, la Costituzione, la nostra Europa, la pace e la libertà, partecipando alla vita pubblica e lottando per difendere i valori democratici.

Concludo con le parole di Altiero Spinelli: “La grande novità della Resistenza fu questa: che ogni partigiano andò in montagna per una sua libera scelta, per rivendicare contro la tirannia la sua dignità di persona. Anche oggi, nella lotta politica, il conseguimento della pari dignità sociale di ogni persona, è il programma minimo che la Resistenza ha affidato alla Costituzione.”

Parco di Villa Bazzoni, interrogazione sul degrado. Bressan: “Riqualificato con fondi pubblici, ora rischia l’abbandono”

Parco di Villa Bazzoni, interrogazione sul degrado. Bressan: “Riqualificato con fondi pubblici, ora rischia l’abbandono”

È stata depositata in IV Circoscrizione un’interrogazione a firma del capogruppo del Partito Democratico Luca Bressan, riguardante lo stato di conservazione del Parco di Villa Bazzoni, sito in via dei Navali 9. Dopo il restauro del 2018, costato circa 500.000 euro, l’area verde – un tempo giardino privato, oggi spazio pubblico – versa in condizioni critiche che ne compromettono il valore storico e la fruibilità da parte dei cittadini.

La riapertura del parco di Villa Bazzoni doveva rappresentare un segnale importante di valorizzazione del patrimonio storico e ambientale della città, Oggi, invece, riceviamo continue segnalazioni di incuria e abbandono: aiuole e roseto in degrado, sculture danneggiate, sentieri inaccessibili, e addirittura problemi di ristagni d’acqua e presenza di zanzare”,

Lo dichiara Luca Bressan, capogruppo PD in IV Circoscrizione e primo firmatario dell’interrogazione.

È doveroso da parte dell’Amministrazione intervenire tempestivamente per restituire decoro e funzionalità a un parco che dovrebbe essere un orgoglio per la comunità e non un simbolo di trascuratezza.

L’atto chiede in particolare se il Comune sia a conoscenza della situazione attuale e se intenda attuare interventi di ripristino delle aiuole, del roseto, della statua centrale raffigurante la Lupa, e delle aree superiori del parco, oltre a verificare il corretto funzionamento delle caditoie e la possibilità di procedere con interventi di disinfestazione nel periodo estivo.

Oltre a Luca Bressan, l’interrogazione è stata sottoscritta anche da Marina Coricciati, Andrea Abrami e Alberto Fileti.

UE: Čok, affermare l’importanza dei processi di integrazione europea per una città come Trieste

UE: Čok, affermare l’importanza dei processi di integrazione europea per una città come Trieste

Negli ultimi mesi, a seguito dell’evoluzione degli scenari internazionali, è ripreso un grande dibattito sul ruolo dell’Unione Europea, dibattito che si è tradotto in Italia soprattutto nella grande manifestazione a Roma del 15 marzo scorso. 

In tale occasione avevo presentato una mozione urgente per affermare l’importanza dei processi di integrazione europea per una città come Trieste e l’importanza quindi che la nostra città, a partire dal Comune, fosse partecipe a questi processi.”

Lo sottolinea Štefan Čok, consigliere comunale PD.

Benché alla mozione sia stata negata l’urgenza essa resta ancora attuale ed è per questo che dopo essere stata licenziata per l’aula dalla I commissione, sarà portata al dibattito del Consiglio comunale: se tanti comuni e sindaci italiani, di opposti schieramenti, hanno preso posizione sul tema negli ultimi mesi la nostra città non può, per il suo stesso interesse e per il suo ruolo nazionale e internazionale, essere da meno.

Accolgo la disponibilità espressa dall’amministrazione a poter dialogare sul tema in consiglio comunale, confidando che ciò porti a una chiara presa di posizione del Consiglio Comunale sul tema.”

Conclude Čok.

Salute mentale: Salvati, condivisa attenzione per psicologo gratuito

Salute mentale: Salvati, condivisa attenzione per psicologo gratuito

Positivo il confronto in commissione sul ‘progetto psicologo gratuito’ su cui si sono espressi con attenzione e interesse anche diversi esponenti della maggioranza che hanno condiviso il rilievo sociale del tema”.

Il consigliere comunale Luca Salvati (Pd), rende noto quanto emerso dal primo esame in commissione consiliare della mozione a sua prima firma recante “Attivazione psicologo gratuito”.

Sono purtroppo in aumento i casi di persone che necessitano di un supporto psicologico immediato ma si trovano in situazioni economiche che non consentono di rivolgersi a un professionista privato.

Il Comune può fare la sua parte per attivare un progetto che dia la possibilità di accedere a tutte e a tutti ai servizi di sostegno psicologico e di cura della salute mentale, come avviene da anni in diverse regioni d’Italia.

La mozione prevede che il sindaco e l’assessore competente si impegnino a riunire e coordinare un tavolo con l’Ordine degli Psicologi del Friuli Venezia Giulia, Asugi e i Consultori Familiari, per valutare la fattibilità e modi di attuazione del progetto.

Nel contesto di scelte obbligate generato dalle difficoltà in cui si trova il sistema sanitario regionale c’è chi si trova costretto a selezionare le visite mediche più urgenti da quelle meno urgenti ancorché necessarie. Ma la cura della salute mentale non è meno importante e sentita dalla popolazione rispetto a quella fisica, prova ne sia che i disturbi mentali rappresentano una delle principali fonti di sofferenza e invalidità in tutto il mondo”.

Conclude Salvati.

Manufatto del Giardino di via San Michele, Bressan (PD): il Comune ne chiarisca il futuro

Manufatto del Giardino di via San Michele, Bressan (PD): il Comune ne chiarisca il futuro

A quasi un anno dall’avvio degli interventi straordinari, il Giardino di via San Michele mostra segni di miglioramento, ma resta irrisolta una questione fondamentale: il destino del manufatto storico, cuore pulsante di quell’area per decenni.”

Con queste parole Luca Bressan, capogruppo del Partito Democratico in IV Circoscrizione, commenta il deposito di una nuova interrogazione, sottoscritta anche dai consiglieri Marina Coricciati, Andrea Abrami e Alberto Fileti (PD), che torna a puntare l’attenzione sulla gestione e manutenzione del Giardino di via San Michele, con particolare riferimento all’edificio un tempo affidato all’associazione AnDanDes.

Nel 2023 avevamo chiesto alla giunta un intervento urgente per contrastare il degrado. Dopo mesi di silenzi, qualcosa si è mosso: sono stati avviati lavori di manutenzione straordinaria e installato un nuovo gioco per bambini. Ma resta ancora senza risposta un nodo centrale: che futuro avrà il manufatto all’interno del giardino?

Secondo quanto emerso in audizione pubblica l’8 aprile, la struttura non è di competenza dell’assessorato al verde, ma del patrimonio immobiliare comunale. Questa distinzione burocratica non può giustificare ulteriori ritardi. Vogliamo sapere se il Comune intende rinnovare l’affidamento ad AnDanDes, se ci sono altri soggetti interessati, e soprattutto se sono previsti lavori di messa in sicurezza e adeguamento.

Bressan ribadisce inoltre l’importanza di una gestione continua e strutturata del verde pubblico.

Chiediamo un calendario chiaro per lo sfalcio del prato, la potatura delle siepi, la manutenzione dei terrazzamenti e della fontana. La qualità della vita si misura anche nella cura degli spazi comuni.”

La IV Circoscrizione è disponibile a definire insieme all’amministrazione un piano di interventi periodici da monitorare. Il Giardino di Via San Michele è una risorsa preziosa per il rione e per tutta la città: merita risposte concrete, non promesse a metà.

Il Comune disattende gli impegni: le famiglie del Comprensivo Weiss pagano il prezzo dell’approssimazione

Il Comune disattende gli impegni: le famiglie del Comprensivo Weiss pagano il prezzo dell’approssimazione

I lavori pubblici a Trieste: tra promesse mancate e disagi per le famiglie

Ancora una volta, un cantiere mal pianificato si trasforma in un problema per le famiglie triestine. Questa volta tocca ai genitori degli alunni dell’Istituto Comprensivo Tiziana Weiss, che si trovano a fare i conti con una situazione ben diversa da quella che il Comune aveva loro garantito appena un anno fa. Nessun disagio, nessun trasloco, una riqualificazione ordinata e senza impatti sulla vita quotidiana degli studenti: queste erano le promesse del 2023. Promesse che oggi si rivelano, purtroppo, parole al vento.

Come ha denunciato il consigliere comunale del Partito Democratico Luca Salvati, primo firmatario della richiesta di convocazione della Commissione V, la realtà è un’altra: i ragazzi della scuola media “Stuparich” dovranno trasferirsi al Molo IV, attraversando quotidianamente la città per poter frequentare le lezioni. E tutto questo, senza certezze su un servizio di trasporto adeguato.

Questionari al posto di soluzioni

Invece di affrontare seriamente il problema, l’amministrazione ha pensato bene di proporre un questionario ai genitori, invitandoli a scegliere tra abbonamenti gratuiti per i mezzi pubblici o un servizio di bus dedicato solo per l’andata. Per il ritorno, ognuno si arrangi. Una non-soluzione che ha comprensibilmente fatto infuriare le famiglie.

“Un brutto errore”, ha detto Salvati in Commissione, rilanciando con una proposta concreta: utilizzare la Caserma di via Rossetti, una sede molto più vicina, già discussa in passato, che rappresenterebbe un’alternativa logica ed efficace.

L’emergenza edilizia scolastica e il nodo trasporti

Il caso dell’Istituto Weiss si inserisce in un quadro più ampio di difficoltà e criticità nella gestione degli interventi edilizi scolastici da parte dell’amministrazione comunale. Troppe volte si è assistito a lavori mal pianificati, comunicazioni tardive, disagi evidenti per le famiglie che devono riorganizzare le proprie giornate tra lavoro e scuola. Il Comune, ancora una volta, non ha previsto alcun sostegno concreto alle famiglie coinvolte, scaricando su di loro l’onere di gestire gli effetti di una cattiva programmazione.

La consigliera dem Rosanna Pucci, già attiva sul tema con la denuncia dello stato dei bagni alla scuola Giotti, ha ribadito la necessità di un patto sul servizio di scuolabus che coinvolga in modo strutturato genitori, scuola e amministrazione. È l’unico modo per evitare nuove “storie ad ostacoli” come quella – già emblematica – delle scuole Sauro-Spaccini.

Una città che perde il controllo sui propri cantieri

La vicenda del Weiss è solo l’ultima tappa di una crisi più ampia: il Comune di Trieste mostra ormai gravi difficoltà nella gestione dei lavori pubblici, non solo in termini di tempi ma anche di qualità e capacità di ascolto del territorio. Da Porto Vecchio agli edifici scolastici, passando per le piazze e le strade, si moltiplicano i casi di ritardi, modifiche improvvisate e assenza di dialogo.

Serve una svolta vera, fatta di trasparenza, pianificazione e rispetto per i cittadini, a partire dai più piccoli e dalle loro famiglie. I genitori degli alunni del Weiss non stanno chiedendo favori: pretendono semplicemente che il Comune mantenga la parola data.

Studenti contro DL Sicurezza, Paglia: difendono il loro diritto a dissentire

Studenti contro DL Sicurezza, Paglia: difendono il loro diritto a dissentire

Il Partito Democratico provinciale presente alla manifestazione per esprimere pieno sostegno alla mobilitazione promossa dagli studenti universitari contro il cosiddetto DDL Sicurezza, una proposta che rappresenta un grave attacco ai principi fondamentali della democrazia e della partecipazione civica.

Gli studenti fanno bene a protestare. Difendere il diritto al dissenso è un dovere di ogni cittadino che crede nella democrazia”.

La ha affermato con forza Maria Luisa Paglia Segretaria Provinciale del PD, intervenendo nel corso della manifestazione.

Il DDL in discussione, sotto la retorica della sicurezza, introduce misure sanzionatorie e repressive che rischiano di trasformare la protesta in reato e l’impegno civico in colpa.

Non è questo lo Stato che vogliamo. La sicurezza non può essere usata come scusa per reprimere la partecipazione e l’espressione libera del pensiero. Al contrario, è proprio attraverso il confronto e l’ascolto che si costruisce una società più giusta e più forte.

Il PD conferma il proprio impegno a sostenere le istanze dei giovani, delle università, delle realtà associative e di tutti coloro che si battono per una democrazia viva, inclusiva e partecipata.

Restare umani, oggi, significa anche questo: difendere il diritto a dissentire.