Crisi comparto industriale: Zingirian (PD), difendiamo il lavoro e il futuro dei lavoratori FLEX e Wärtsilä

Crisi comparto industriale: Zingirian (PD), difendiamo il lavoro e il futuro dei lavoratori FLEX e Wärtsilä

Il Forum lavoro del Partito Democratico, tramite il suo responsabile Roberto Zingirian, esprime profonda preoccupazione per la mancanza di risposte concrete sulla crisi dello stabilimento FLEX, emersa dall’incontro al MIMIT.

Questa situazione di stallo non è accettabile. La FLEX rappresenta un pezzo fondamentale della manifattura triestina e un simbolo della capacità produttiva del nostro territorio.

Siamo al fianco dei lavoratori riuniti oggi in assemblea e ribadiamo con forza che va trovata una soluzione che tuteli l’occupazione e salvaguardi le competenze locali, assicurando nel frattempo l’accesso agli ammortizzatori sociali. La tutela dei lavoratori non è negoziabile.

A destare ulteriore allarme è la proposta di Wärtsilä di esternalizzare l’attività di manualistica tecnica, con il conseguente trasferimento a un’altra azienda di 23 lavoratori. Questa decisione è un chiaro atto di violazione degli accordi sottoscritti poche settimane fa, che non può passare sotto silenzio.

La difesa del comparto industriale di Trieste non può essere messa in discussione. Una città che punta a un futuro stabile e prospero non può vivere di solo turismo. Serve un’azione chiara e determinata per garantire livelli occupazionali stabili e una visione industriale concreta, affinché Trieste resti una città dove si produce, si innova e si lavora.

La segretaria del PD di Trieste, Maria Luisa Paglia lancia un appello.

Invitiamo le istituzioni e tutte le forze politiche a unirsi in questa battaglia per il lavoro e per il futuro della nostra comunità: il lavoro è dignità, e difenderlo è il nostro impegno.”

Musei a orario ridotto? La decisione contraddittoria che interroga il futuro di Trieste

Musei a orario ridotto? La decisione contraddittoria che interroga il futuro di Trieste

In una recente dichiarazione, l’assessore ha sollevato più dubbi che risposte riguardo la decisione della giunta di ridurre gli orari di apertura dei musei della città.

Se il futuro di Trieste è orientato verso il turismo, come affermato ripetutamente dal sindaco e dalla sua amministrazione, sembra paradossale che si voglia limitare l’accesso ai principali attrattori culturali, essenziali sia per i turisti che per i cittadini”.

Lo dichiara Sabrina Morena, vicesegretaria del PD di Trieste e coordinatrice del Forum Cultura.

L’assessore Rossi ha evidenziato la necessità per l’intera giunta di prendere piena consapevolezza del ruolo del turismo, sottolineando l’importanza di un bilancio coerente e di interventi urbanistici e viabilistici adeguati, in modo che i benefici del turismo non si traducano in disagi per i residenti.

Una delle questioni più critiche riguarda la gara d’appalto che ha portato alla riduzione degli orari di apertura, influenzando anche gli orari di lavoro degli operatori museali. Questo solleva interrogativi non solo sull’efficacia della gestione municipale del patrimonio culturale, ma anche sulle condizioni lavorative del personale impiegato.

Nonostante le migliorie salariali degli ultimi anni, la precarietà rimane una costante preoccupante per questi lavoratori, una condizione che merita maggiore stabilità e chiarezza. Se si riduce l’orario di lavoro, non vorremmo che si riducessero anche le paghe”.

Aggiunge Sabrina Morena.

I musei, per la loro intrinseca vocazione, dovrebbero essere centri di aggregazione e formazione permanente, aperti a lungo al pubblico. Tuttavia, questa riduzione oraria sembra fare il contrario, limitando l’accesso alla cultura e, di conseguenza, la lotta contro l’ignoranza e la solitudine, nonché la promozione della coesione sociale.

Questo approccio contraddittorio solleva seri dubbi sulle reali priorità e sulla visione futura dell’amministrazione cittadina. La giunta si trova quindi di fronte a un bivio cruciale: continuare su questa strada di restrizioni o rivedere la propria strategia per valorizzare pienamente i musei come risorse vitali per il benessere culturale, sociale ed economico di Trieste? La risposta a questa domanda sarà determinante per definire il futuro della città.

Crisi comparto industriale, il PD incontra i sindacati e i lavoratori di Flex, Tirso e Wärtsilä

Crisi comparto industriale, il PD incontra i sindacati e i lavoratori di Flex, Tirso e Wärtsilä

Si è tenuta venerdì, 22 novembre, un’importante iniziativa sulla situazione del comparto industriale giuliano, organizzata dal Forum lavoro e sviluppo economico del PD di Trieste, finalizzata in particolare ad ascoltare le proposte e le richieste avanzate direttamente da componenti delle RSU di FLEX, TIRSO e WÄRTSILÄ.

L’iniziativa, organizzata in collaborazione con le segreterie provinciali di CGIL, CISL e UIL e i sindacati di categoria, è sorta perché, come ha ricordato la  segretaria provinciale Maria Luisa Paglia, “Trieste non può permettersi di perdere altre imprese industriali”.

Da sempre il PD è impegnato a sostenere una presenza della manifattura a Trieste, come garanzia di un modello di sviluppo equilibrato. Oggi, mentre la città e le pubbliche amministrazioni sembrano essere indifferenti, nel nostro territorio alcune aziende industriali si trovano ad affrontare una situazione di crisi con crescente preoccupazione sul futuro dei loro dipendenti.” 

Lo afferma Roberto Zingirian, responsabile del Forum.

Le crisi industriali in atto hanno un impatto non indifferente sulla comunità triestina in quanto coinvolge circa 700 famiglie, considerando pure le aziende dell’indotto, spesso non tenuto sufficientemente in considerazione.

Nel corso dell’incontro, i rappresentanti delle RSU di TIRSO, WARTSILA e FLEX hanno evidenziato le specifiche problematiche delle rispettive aziende, le trattative tra privati in corso, gli incontri e i tavoli aperti a livello regionale e a Roma. Si tratta di aziende facenti parte di settori strategici, dove scelte imprenditoriali sbagliate o, meglio, “sciagurate”, come definite dai lavoratori, hanno portato a operazioni di delocalizzazione di attività produttive e know-how impoverendo e svuotando le aziende locali. In particolare, una folta rappresentanza di lavoratori della FLEX ha evidenziato la difficile situazione di stallo in cui si trova lo stabilimento, dove i lavoratori sono in contratto di solidarietà e le linee produttive ferme e la preoccupazione per la paventata cessione dello stabilimento a un fondo di investimento estero. 

Similarmente i lavoratori della TIRSO, prevalentemente donne, in cassa integrazione, attendono l’esito delle trattative per la vendita e la riconversione dello stabilimento nel settore alimentare. 

Per la WARTSILA, al contrario, dopo la positiva acquisizione dello stabilimento produttivo da parte della INNOWAY, si manifestano i primi problemi legati al mancato rispetto degli accordi nei confronti dei lavoratori tecnici rimasti dipendenti della WARTSILA con la denuncia di un numero, ancorché limitato, di nuovi esuberi.

Alle forze politiche, con le diverse responsabilità di governo e di opposizione, è stato chiesto di agire a sostegno e difesa di queste storiche aziende del comparto industriale locale e a garanzia del rispetto degli accordi presi.  

Per Francesco Russo, intervenuto a conclusione della discussione per evidenziare le criticità emerse e i possibili scenari che si aprono per il comparto manifatturiero.

I lavoratori coinvolti in queste crisi vanno tutelati sul piano politico. Oggi manca una politica industriale regionale”.

La riunione del Forum Lavoro non è stata finalizzata quindi a manifestare solo la solidarietà del PD ai lavoratori, ma soprattutto a impedire che le crisi in atto vengano dimenticate in una città che si riempie di alberi e lucette per il periodo natalizio, dando voce diretta ai lavoratori al fine di individuare insieme le possibili soluzioni e le iniziative da intraprendere. Su questo il PD c’è e ci sarà.

Crisi di leadership e politica di tagli: il PD denuncia la gestione della Sanità della Giunta regionale

Crisi di leadership e politica di tagli: il PD denuncia la gestione della Sanità della Giunta regionale

Si discute da giorni, e con la prospettiva di un dibattito che si protrarrà per mesi, dell’assestamento di bilancio per coprire i deficit economici generati dalle Aziende Sanitarie Regionali, nonché le nuove nomine dei Direttori Generali.

Il Forum Salute e Welfare, in accordo con il Gruppo Consiliare PD, ha sottolineato che una parte significativa della crisi che sta colpendo la sanità regionale è imputabile a scelte di appartenenza o vicinanza politica, piuttosto che alla competenza dei vertici aziendali. La mancanza di una leadership stabile è evidente anche nel continuo ricambio dei Direttori tra le diverse Aziende Sanitarie o all’interno delle stesse.

Nel caso specifico di ASUGI (Azienda Sanitaria Universitaria Giuliano Isontina), dal 2019 a oggi, si sono avvicendati tre Direttori Sanitari, cinque Direttori Sociosanitari e due Direttori Amministrativi. I contratti dei Direttori prevedono una durata dai tre ai cinque anni, ma a parte il Direttore Generale, tutti gli altri sono stati sostituiti. Questo turnover solleva interrogativi: nuove opportunità o mancanza di visione comune?

Il continuo cambio di vertici, spesso provenienti da altre regioni e dunque bisognosi di un periodo di “formazione e conoscenza” delle specificità del Servizio Sanitario Regionale (SSR), ha rallentato o addirittura invertito processi organizzativi già avviati, generando confusione tra gli operatori e ricadute negative sui servizi offerti ai cittadini.

Un clima di incertezza, unito a carichi di lavoro elevati e a disparità salariali all’interno della stessa Azienda (tra area giuliana e isontina), ha spinto molti professionisti, in particolare infermieri e medici, ad abbandonare il sistema sanitario. Queste figure, di cui il sistema è già gravemente carente, sono fondamentali per ridurre le liste d’attesa, sviluppare la sanità territoriale e raggiungere gli obiettivi stabiliti dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR).

A conferma di questo scenario, proprio oggi è stata resa nota la richiesta di uscita di 12 infermieri dalla SORES (Sala Operativa Regionale Emergenza Sanitaria) di Palmanova, tra dimissioni e domande di mobilità volontaria.

Nonostante i numerosi emendamenti presentati dal Partito Democratico per contrastare la fuga dei professionisti dal sistema sanitario pubblico, la Giunta regionale ha proseguito con i tagli ai servizi, adottando una gestione di tipo “militare”, calando decisioni dall’alto, spesso contro il parere non solo dei dipendenti, ma soprattutto dei cittadini. È emblematica la vicenda delle 10.000 firme raccolte contro i tagli ai servizi regionali, ignorate dal Presidente Fedriga, che ha rifiutato persino di incontrare i promotori della raccolta.

Questa Giunta ha ora l’opportunità di adottare scelte manageriali che valorizzino le competenze, piuttosto che basarsi su altri criteri.”

Lo sottolinea il Consigliere regionale Roberto Cosolini.

Come PD di Trieste non possiamo che condividere e rafforzare questo giudizio. L’arroganza con cui la Giunta regionale sta portando avanti una politica di tagli indiscriminati alla sanità pubblica è inaccettabile. Non solo sono stati ignorati i numerosi emendamenti mirati a salvaguardare la qualità dei servizi e il benessere dei professionisti, ma è stato anche rifiutato ogni dialogo con chi, come i cittadini e gli operatori del settore, vive quotidianamente le conseguenze di queste scelte. La vicenda delle 10.000 firme è solo l’ultimo esempio di una gestione autoritaria che ignora completamente il dissenso e la partecipazione democratica. Continueremo a lottare per una sanità pubblica efficiente e accessibile, al fianco dei cittadini e contro una Giunta sorda alle richieste del territorio.”

Lo afferma Maria Luisa Paglia, segretaria del PD di Trieste.

Sanità pubblica: PD, la Regione non colpevolizzi i cittadini sulle liste d’attesa

Sanità pubblica: PD, la Regione non colpevolizzi i cittadini sulle liste d’attesa

Siamo lieti che, a quanto esposto ieri dall’Assessore Riccardi e dal Dg di ASUGI, Antonio Poggiana, i tempi di attesa per ricevere una prestazione specialistica stiano diminuendo anche a Trieste, ma non si dia la colpa a cittadini e cittadine se c’è un aumento della richiesta e, soprattutto, non si avalli come “naturale” l’incremento dei fondi destinati esclusivamente alle casse della sanità privata, seppur convenzionata.”

Si esprime così il Forum Salute del PD sulle dichiarazioni della Regione riguardo le liste d’attesa.

Ricordiamo che le visite specialistiche nel sistema pubblico vengono sempre richieste da un medico che evidentemente si trova costretto a richiederne diverse, viste le tempistiche interminabili (giorni, mesi e qualche volta persino anni per le visite di controllo), considerato che ancora troppo spesso le agende sono chiuse, nonostante la norma proibisca questa fattispecie.

Ormai sono sempre più ridotte le possibilità di trovare dei servizi di prossimità che facciano una reale presa in carico della persona, vedi riduzione dei servizi dei Distretti, chiusura di due Consultori, riduzione delle ore di risposta dei Centri per la salute Mentale, ecc.

È evidente che il cittadino in difficoltà socio-sanitaria può rivolgersi solo al proprio Medico di Medicina Generale che da solo, senza una risposta integrata con i servizi del territorio – che questa Giunta ha deciso di ridurre – non può far fronte a tutte le richieste sanitarie e sociali.

Così al cittadino non resta che rivolgersi al pronto soccorso perché rimane l’unico presidio attivo che può rispondere in tempo reale. Oppure si rivolge al privato pagando di tasca propria o, peggio ancora, rinuncia alle cure perché non può permettersi di spendere per una visita privata.

Le dichiarazioni dei vertici regionali e aziendali ci ricordano il proverbio di saggezza popolare citato da Gesualdo Bufalino nell’opera “Tommaso e il fotografo cieco”: è inutile piangere sul latte versato.

Prima si prendano le decisioni giuste, e si eviti di scaricare le responsabilità sui cittadini, come se fossero colpevoli di ammalarsi o di avere bisogno di cura.”

Lo afferma Maria Luisa Paglia, segretaria del PD di Trieste.

La Regione farebbe bene a guardarsi allo specchio e a riflettere sugli errori di una politica che sta smantellando la sanità pubblica pezzo dopo pezzo.”

Sanità: PD in piazza, le istituzioni ignorano i lavoratori

Sanità: PD in piazza, le istituzioni ignorano i lavoratori

Con convinzione, a tutela di tutte le lavoratrici e dei lavoratori, nonché della garanzia del diritto alla salute, il PD provinciale, attraverso Manuela Mandler, componente della segreteria e coordinatrice dei forum, ha partecipato oggi al presidio sotto la sede della Giunta regionale per la giornata di sciopero nazionale (indetto da Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl) di tutte le lavoratrici e i lavoratori a cui si applicano i contratti Aiop-Aris Sanità privata (scaduto da 6 anni) e Aiop-Aris Rsa (scaduto da 12 anni).

Il motivo dell’agitazione e del conseguente sciopero è stato causato dal mancato rinnovo dei contratti, con conseguente perdita economica di chi lavora in queste strutture sanitarie e socio-sanitarie.

Per il nuovo contratto chiediamo la rivalutazione delle retribuzioni, così pesantemente colpite in questi anni da una perdita di potere di acquisto, esito di un’inflazione galoppante, che nell’ultimo triennio ha superato il 16%.” 

Lo afferma il coordinatore del Forum Salute e Welfare del PD provinciale Flavio Paoletti, 

“Inoltre,” continua Paoletti “considerato che queste strutture garantiscono la cura e l’assistenza previo accreditamento della Regione, di fatto svolgendo le attività di servizio pubblico per contro del Servizio Sanitario Regionale, non è più tollerabile che ci sia una differenza salariale tra pubblico e privato, quindi, lo stipendio non può essere inferiore a quanto previsto per la Sanità Pubblica.”

È inaccettabile che, nonostante la mobilitazione e l’urgente necessità di risposte, nessuno in Giunta abbia trovato il tempo o la volontà di ascoltare i lavoratori.”

Commenta Maria Luisa Paglia, segretaria del PD provinciale.

“Coloro che operano quotidianamente nelle strutture sanitarie e socio-sanitarie, garantendo servizi essenziali per la comunità, sono stati ignorati nel loro diritto di essere ascoltati e di vedere riconosciuto un contratto scaduto da anni. Questa mancanza di dialogo dimostra non solo una grave insensibilità da parte delle istituzioni, ma anche una totale mancanza di rispetto verso chi si impegna ogni giorno per la salute e il benessere dei cittadini. I lavoratori meritano di più: risposte, riconoscimento e dignità.”

Lavoro usurante portuali, Governo respinge gli emendamenti del Partito democratico

Lavoro usurante portuali, Governo respinge gli emendamenti del Partito democratico

In Commissione Lavoro il 18 settembre, il Governo ha respinto gli emendamenti sul lavoro portuale che il Partito Democratico ha presentato per il riconoscimento di lavoro usurante per diverse figure professionali operative in ambito portuale e lo sblocco del fondo per l’incentivazione al pensionamento per i lavoratori dei porti. Il PD nazionale sta sollecitando lo sblocco di questo ultimo provvedimento, che non comporterebbe lo stanziamento di risorse aggiuntive.

E così, nonostante tanti proclami di riforme annunciate e mai attuate, come la privatizzazione dei porti per fare cassa, nonostante i commissariamenti nelle Autorità di sistema che non consentono una piena operatività, nonostante il rischio di parcellizzazione e indebolimento che porterà l’autonomia differenziata, l’unica cosa reale è la mancanza di azioni concrete a sostegno della portualità e dei suoi lavoratori.


Questo per i lavoratori del porto di Trieste potrebbe creare numerose situazioni problematiche vista l’età media estremamente elevata in numerose aziende del porto triestino. Oltre al fatto che un turnover avrebbe potuto favorire una maggiore produttività nelle numerose aziende in crescita che operano nello scalo Giuliano. Il rammarico è vedere la scarsa attenzione nei confronti di quei lavoratori che nel periodo del COVID tanto hanno dato, con il loro lavoro alla città, alla regione e al Paese.”


Lo afferma Paolo Peretti, coordinatore del Forum trasporti del PD di Trieste.

Portuali, Governo respinge emendamenti PD favorevoli ai lavoratori

Portuali, Governo respinge emendamenti PD favorevoli ai lavoratori

Sembra si vada configurando, da parte del governo, il respingimento di alcuni emendamenti presentati dal Partito Democratico nel decreto “Disposizioni in Materia di Lavoro” che andrebbero a sostegno dei lavoratori portuali.

Si tratta di emendamenti che prevedono il riconoscimento di lavoro usurante per diverse figure operative in ambito portuale e lo sblocco del fondo per l’incentivazione al pensionamento per i lavoratori dei porti.

Il fondo per l’incentivazione al pensionamento dei lavoratori portuali, già avviato nel rinnovo contrattuale del 2021, è particolarmente atteso dai lavoratori di banchina perché risolve numerose problematiche di lavoratori non più idonei a tutte le attività da svolgere nel porto.

Così Paolo Peretti, coordinatore del forum Porto e Trasporti del Partito Democratico di Trieste:

Quest’ultima proposta, che non comporta nessun onere aggiuntivo sul bilancio pubblico, prevedeva una soluzione esclusivamente tecnica per rendere finalmente esigibile il percorso di istituzione del fondo con risorse che le aziende ed i lavoratori (per espressa previsione contrattuale) e le Autorità di sistema portuale (per norma di legge già vigente) stanno già accantonando da più anni.”

Anche nel porto di Trieste, l’età media è molto elevata e supera i 53 anni ad eccezione delle due nuove aziende (Adriafer e Porto Trieste Servizi), collegate all’Autorità di Sistema Triestina in cui hanno un’età media è meno elevata.

Riteniamo quindi come PD provinciale di Trieste, che il mancato recepimento di questi due emendamenti danneggerebbe in modo notevole la stessa potenzialità del nostro Porto, che con personale più giovane e professionalizzato potrebbe migliorare ulteriormente le sue potenzialità oltre che creare maggiore occupazione giovanile nel nostro territorio.

Alla luce di quanto esposto, conclude il coordinatore del Forum è evidente che le politiche del governo nazionale stanno penalizzando ingiustamente i lavoratori del nostro Porto.”

Il Partito Democratico provinciale esprime la sua ferma opposizione a queste misure che minano la stabilità economica e sociale di una componente fondamentale della nostra comunità.

Lo dichiara Maria Luisa Paglia, segretaria del PD di Trieste. “Chiediamo con urgenza un cambio di rotta, affinché vengano adottate politiche più eque e lungimiranti, capaci di garantire dignità e sicurezza a tutti i lavoratori portuali. Il nostro impegno sarà incessante nel difendere i diritti e gli interessi di coloro che ogni giorno contribuiscono con il loro lavoro allo sviluppo e alla prosperità del nostro territorio.”

 

Pestaggi e bullismo, Paglia (PD): dimostrazione che divieti e pattuglie non sono la soluzione

Pestaggi e bullismo, Paglia (PD): dimostrazione che divieti e pattuglie non sono la soluzione

È evidente che controlli e pattugliamenti da soli non bastano per contrastare i pestaggi e gli atti di bullismo commessi da adolescenti. I recenti eventi di Muggia sembrano coinvolgere giovani provenienti da Trieste, proprio da aree attualmente presidiate e dove, dal 1° agosto, sarà introdotta una stretta alla vita notturna, con il divieto di vendita di prodotti alimentari dalle 23:30 alle 6 del mattino per attività commerciali e artigianali. Tuttavia, questa misura è facilmente aggirabile, spostandosi in altre zone della città.

Dichiara Maria Luisa Paglia, segretaria del PD di Trieste.

Per quanto riguarda i MSNA, essi sono sicuramente in minoranza, avendo l’obbligo di rientro nelle comunità alle ore 21. Tuttavia, la responsabilità di questi episodi non ricade solo sulle comunità, le famiglie, le forze dell’ordine o la scuola. “Le cause sono molteplici e richiedono la collaborazione di tutti gli attori coinvolti. Limitarsi a un tavolo con sole le forze dell’ordine è insufficiente e porterà solo a un trasferimento del problema in altre aree.” continua Paglia.

“È essenziale che l’intera comunità sia coinvolta e che le istituzioni collaborino con le associazioni per implementare percorsi di giustizia riparativa. Questi percorsi, affidando i minori ai servizi sociali per responsabilizzazione e reinserimento sociale, possono estinguere i piccoli reati ed evitare la reclusione minorile, che risulta spesso controproducente. Il decreto “Caivano”, che promuove una politica punitiva, ha già causato un aumento dei detenuti minorenni, aggravando sovraffollamento e suicidi.”

Secondo i dati dell’associazione Antigone, all’inizio del 2024 il numero di minori in carcere ha raggiunto le 500 unità, un livello che non si vedeva da oltre 10 anni. Come ha recentemente dichiarato la dott.ssa Carla Garlatti, Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza, “meno diritti vengono loro riconosciuti, peggiore sarà il loro percorso di crescita”.

Forse dovremmo iniziare rispettando il loro diritto all’ascolto.

 

Museo Revoltella, il PD chiede venga restituito a Trieste

Museo Revoltella, il PD chiede venga restituito a Trieste

Il Civico Museo Revoltella, Galleria pubblica dedicata all’arte moderna e contemporanea, fiore all’occhiello dei musei cittadini e uno tra i Musei d’Arte Moderna più importanti a livello regionale e nazionale, merita di essere ulteriormente valorizzato. L’obiettivo non si consegue, però, con la politica attuale per cui gli spazi museali vengono ceduti, di fatto, in comodato a una società privata che usa in modo sempre più invasivo e spregiudicato gli spazi solitamente dedicati alle collezioni permanenti per allestire delle mostre di giro, a scopo di lucro, in violazione del regolamento comunale del Museo.

Questa amministrazione ha scelto strategicamente di investire importanti risorse pubbliche per finanziare mostre itineranti con nomi di grande richiamo, spingendo su un turismo di massa, mordi e fuggi.

“Sembra ormai evidente che “la politica culturale” di questa amministrazione sia orientata soprattutto verso la soddisfazione esclusiva dei bisogni del turista occasionale e del crocierista, occultando una parte assai significativa del patrimonio artistico cittadino ai visitatori.

Così Sabrina Morena, coordinatrice del Forum Cultura del PD, che aggiunge “L’assessore si contraddice quando da una parte accetta la donazione meritevole di pittori triestini dei coniugi Luciani, promettendo spazi adeguati a valorizzarla; dall’altra progetta lavori per il restauro di spazi da dedicare alle mostre “commerciali”, andando incontro alle “esigenze” dei privati. Queste scelte sono destinate a scontrarsi sia per questioni logistiche (Il Revoltella non è enorme) che per ragioni artistico-culturali (il pittori del ‘900 e Escher?).

Se questa amministrazione ha deciso di delegare la politica espositiva a società private, lo deve fare in modo trasparente seguendo il principio di rotazione e in un luogo adatto alle mostre temporanee che non è certo il Civico Museo Revoltella. Noi chiediamo che il Comune trovi una sede alternativa adatta per queste esposizioni di carattere commerciale e che il nostro Museo venga restituito alla città, a chi la abita e a chi la visita, alla ricerca della qualità e della bellezza.”

“In considerazione della rilevanza del Museo Revoltella, si invita l’amministrazione comunale a valorizzare ulteriormente questo patrimonio. In tale modo si rafforzerà l’identità culturale della città, stimolando anche l’interesse del pubblico e dei turisti, ad una maggiore conoscenza della storia di Trieste.

Aggiunge Maria Luisa Paglia, segretaria provinciale PD.