Ater: Salvati, per Dipiazza gli affitti possono aumentare

Ater: Salvati, per Dipiazza gli affitti possono aumentare

“Per la Giunta di destra guidata da Dipiazza gli affitti Ater possono aumentare e pesare soprattutto sulle persone sole. E’ questo il significato del ‘no’ alla mozione con cui chiedevamo alla Giunta di trasmettere all’Ater la contrarietà del Comune di Trieste all’aumento dei canoni di locazione. Non è passata nemmeno l’ipotesi di tutelare i redditi più bassi e rivedere le modalità di ripartizione degli eventuali aumenti tenendo conto di indicatori economici. Volevamo evitare che il peso dei rincari si scaricasse su una determinata categoria come le famiglie mononucleari, ma per la maggioranza non se parla proprio”. Il consigliere comunale Luca Salvati (Pd) rende nota la bocciatura, da parte della maggioranza che sostiene la Giunta Dipiazza, della sua mozione urgente recante “No all’aumento dei canoni di locazione per gli inquilini Ater”.
“Il Consiglio d’amministrazione dell’Ater ha deliberato la rimodulazione dei canoni di locazione per il prossimo biennio – ricorda il consigliere dem – prevedendo un aumento dal 4% al 6% degli importi a carico esclusivamente delle famiglie mononucleari. I colpiti saranno soprattutto persone anziane con pensioni minime che rappresentano oltre il 30% degli inquilini Ater. E a difesa di queste persone la Giunta non ha una parola da dire”.
 
 
 
Piscina terapeutica: Coricciati, basta silenzio Giunta

Piscina terapeutica: Coricciati, basta silenzio Giunta

“E’ ancora senza seguito la delibera che prevede di avviare ‘con priorità massima’ la procedura di affidamento della realizzazione della nuova piscina terapeutica. Deve finire questo silenzio immobile della Giunta comunale su una ferita che la città si porta addosso ormai da quattro anni”. E’ in sintesi quanto chiede un’interrogazione a prima firma della consigliera Pd della Quarta circoscrizione Marina Coricciati, sostenuta dai colleghi Andrea Abrami, Luca Bressan, Alberto Fileti.
Nel dettaglio i consiglieri dem vogliono sapere dal sindaco e dall’assessore ai Lavori pubblici “il sito dove il Comune ha deciso di costruire la nuova piscina terapeutica e le caratteristiche individuate della struttura”. Chiedono inoltre di conoscere “il cronoprogramma della ricostruzione, i tempi previsti per la realizzazione e la possibilità di utilizzo del nuovo sito”. Nel documento c’è anche la richiesta di intervenire nel frattempo per “aiutare l’ex utenza dell’Acquamarina che deve percorre ben più di 30 chilometri per accedere alle cure del Sistema sanitario regionale”.
 
 
Ricreestate: Čok-Salvati, Giunta non risponde su graduatorie

Ricreestate: Čok-Salvati, Giunta non risponde su graduatorie

“Sono patrimonio della città, abbiamo proposte concrete”

“Insisteremo a confrontarci con la Giunta comunale sui problemi di Ricreestate e dei centri estivi, che sono uno dei patrimoni largamente condivisi di cui dispone questa città. Sulle problematiche delle graduatorie c’è un’interrogazione in attesa di risposta, cui oggi l’assessora Matteoni poteva rispondere in commissione, ma purtroppo ha preferito appigliarsi a questioni formali e non ha offerto le spiegazioni richieste”. Lo affermano i consiglieri comunali Štefan Čok e Luca Salvati, in relazione alla richiesta di convocazione avanzata, con altri consiglieri di opposizione, della V commissione per audire l’assessora alle Politiche dell’Educazione Nicole Matteoni sulle attività dei Ricreestate e centri estivi.
“Manterremo alta la vigilanza sugli aspetti dove si sono manifestate criticità come – precisa Čok – la pubblicazione di graduatorie sbagliate o deficit di offerta rispetto alle domande delle famiglie. Da parte nostra ci sono proposte concrete – aggiunge il consigliere dem Luca Salvati – per migliorare un servizio importantissimo, tra cui l’introduzione di un criterio di premialità per l’accesso al Ricreestate che tenga conto della continuità del percorso nel ricreatorio durante l’anno”.

 
 
Fine vita: Serracchiani, la politica non può chiamarsi fuori

Fine vita: Serracchiani, la politica non può chiamarsi fuori

 
“Angosciante si debba andare in tribunale per esercitare un diritto di libertà e dignità personale sancito dalla Corte costituzionale. Il rifiuto dell’azienda sanitaria Giuliano Isontina di verificare le condizioni di una triestina malata di sclerosi multipla va contro questa sentenza e prolunga crudelmente le sofferenze di una persona per cui ogni giorno è una pena. Sarebbe grave se una pubblica amministrazione fosse guidata da scelte ideologiche rispetto a garanzie costituzionali”. Debora Serracchiani, responsabile Giustizia del Pd, interviene sul caso di una donna triestina di 55 anni, affetta da sclerosi multipla, che ha denunciato per rifiuto/omissione d’atti d’ufficio l’Azienda Sanitaria Universitaria Giuliano Isontina (ASUGI), per non aver proceduto alle verifiche previste dalla “sentenza Cappato” della Corte costituzionale.

“Ci eravamo avvicinati a recepire la sentenza della Consulta sul fine vita – ricorda la parlamentare – approvando lo scorso anno alla Camera una legge sulla morte medicalmente assistita, passandola poi al Senato, ma con la caduta di Draghi è decaduta, ma ora tutto è più difficile con questa maggioranza. Il Pd l’ha comunque ripresentata. La politica ha un dovere e non può chiamarsi fuori. Colpisce la gelida indifferenza con cui il caso viene derubricato a ‘compito dei professionisti’ da un esponente della giunta regionale. Siamo ancora il Friuli Venezia Giulia di Eluana Englaro? Pensiamo – conclude Serracchiani – che può accadere a ognuno di noi”.

 

 

 
Barbo, fondi Pnrr vadano a opere davvero utili

Barbo, fondi Pnrr vadano a opere davvero utili

 
“Possono dire quello che vogliono, ma la valanga di obiezioni, ricorsi e adesso pure voci contrastanti da Roma, prefigura la fine ingloriosa dell’ovovia, e la responsabilità di tutto ciò è politica, di una giunta che non ha mai realmente provato a percorrere ipotesi alternative. Dipiazza agisca immediatamente perché i 60 milioni arrivino e siano impiegati per opere davvero utili. E sia chiaro che provare a percorrere ipotesi alternative non significa semplicemente mandare una mail agli uffici per chiedere se si può cambiare progetto. L’impressione è che l’ovovia si allontana sempre di più e c’è il serio rischio che svaniscano anche le risorse del Pnrr per il nostro territorio”. Così in sintesi il pensiero del capogruppo Pd in Consiglio comunale Giovanni Barbo, oggi in conferenza stampa, dopo che da notizie di stampa si è appreso che al ministero delle Infrastrutture si starebbe ipotizzando uno stop alla cabinovia di Trieste, nell’ambito di una revisione generale dei progetti finanziati dal Pnrr.

Ukmar: Comune Trieste non ha giurisdizione su comunella Opicina

Nel merito delle problematiche opposte alla Variante che inserisce il percorso della funivia nel Piano regolatore comunale è entrato oggi in conferenza stampa il consigliere comunale Stefano Ukmar (Pd), che ha illustrato le ragioni per cui sarebbe impossibile modificare la destinazione d’uso delle particelle catastali di proprietà della comunella Jus Opcine per consentire il passaggio della cabinovia.

“Il Comune di Trieste non ha nessuna giurisdizione su quei terreni dal punto di vista amministrativo – ha spiegato Ukmar – non si può fare un mutamento di destinazione d’uso di terreni soggetti a uso civico se c’è un tribunale che dice che l’uso civico non esiste. La delibera passata in Circoscrizione e che deve approdare in commissione e in Consiglio, è carta straccia. I comitati avranno gioco facile a demolirla, qualora l’Amministrazione comunale dovesse insistere”.

“I terreni non sono soggetti alla legge del 1927 sugli usi civici e quindi – ha aggiunto il consigliere dem – la procedura messa in campo dal Comune con questa delibera è completamente sbagliata”.