Il Partito Democratico di Trieste esprime forti preoccupazioni sulla scelta del project financing per il Porto Vecchio, evidenziando la necessità di una gestione più inclusiva e trasparente, che comprenda un dibattito pubblico approfondito.
L’enfasi sul finanziamento e gestione privati proprie del project financing porta con sé il rischio che prevalgano gli interessi economici privati a discapito di quelli pubblici. Questo strumento, così come strutturato, potrebbe favorire interventi speculativi che non rispecchiano le reali necessità della città né promuovono una crescita inclusiva e sostenibile. Per questo risulta solitamente più idoneo a progetti di minore entità.
Avverte la segretaria provinciale Maria Luisa Paglia.
Seguire questa strada precluderebbe quindi una selezione competitiva e aperta di potenziali investitori, la possibilità di una gara in cui rilanciare al rialzo. La predisposizione verso un unico attore compromette la possibilità di esplorare soluzioni alternative più vantaggiose per la collettività e più rispettose del contesto socio-economico e culturale di Trieste.
Esperienze analoghe dimostrano che progetti così ambiziosi necessitano di un approccio più flessibile e integrato, capace di adattarsi alle dinamiche urbane e ai cambiamenti socio-economici.
L’affidamento dell’intero progetto a un unico operatore privato non solo dimostra un’inadeguatezza dell’Amministrazione Comunale, ma segnala anche una sorta di resa nell’affrontare le sfide urbane complesse. Del resto le difficoltà dell’amministrazione Dipiazza in tema di gestione del territorio è nota e condivisa dalla gran parte dei triestini: Tram di Opicina, Galleria di Piazza Foraggi, Piscina Terapeutica, Ponte Bianco, Caserma di Roiano, per citare alcune delle opere incompiute o malamente realizzate.
La nostra preferenza va verso una società di gestione mista, pubblico-privata, che garantisca equilibrio e efficienza, promuovendo un approccio collaborativo allo sviluppo di Porto Vecchio.