Istituire un Assessorato della Notte per governare la vita notturna a Trieste tenendo conto di tutti gli elementi che concorrono a dar vita a una specifica realtà economica, culturale e sociale, in cui sono coinvolte problematiche di vivibilità, inclusione e sicurezza. Il fenomeno della movida va affrontato nel suo complesso e in profondità, mentre gli interventi finora applicati hanno mostrato limiti consistenti e le criticità sono rimaste di fatto inalterate”.
E’ la proposta della consigliera comunale Valentina Repini (Pd), prima firmataria di un ordine del giorno di modifica del Regolamento comunale per la convivenza tra le funzioni residenziali e le attività di esercizio pubblico e svago nelle aree private, pubbliche e demaniali.
La consigliera, che chiede di “istituire un tavolo con tutti gli stakeholders per lo sviluppo sostenibile della vita notturna al fine di garantire coesione sociale e convivenza civile”, si dovrebbe “avviare una mappatura degli spazi per progetti di rigenerazione urbana da attivarsi con patti di collaborazione per la promozione di iniziative socio-culturali a beneficio dei quartieri e della fruizione culturale diffusa”. Di qui, in sintesi, l’esigenza di istituire una figura di coordinamento di tali attività, cioè l’Assessore della Notte “sulla scia di quanto fatto a livello internazionale da altre città”.
“L’economia della notte è una parte importante dell’economia cittadina perché – spiega Repini – genera reddito e ricchezza e deve fornire impulso all’industria creativa e artistica, far migliorare la vivibilità culturale e sociale del territorio e stimolare un turismo di qualità e sostenibile”.
Nel documento della consigliera dem, in discussione e votazione nella prossima seduta del Consiglio comunale, non è trascurato il tema della sicurezza che “che dev’essere garantita incrementando il controllo del territorio” intervenendo su servizi urbani come illuminazione e trasporto pubblico, e sulla “responsabilizzazione dei frequentatori della notte”. “La sola strategia di controllo delle forze dell’ordine sugli esercizi pubblici non ha prodotto risultati significativi nel contrasto agli eccessi della movida”.