Abbiamo vissuto giornate complicate durante le quali Trieste, a partire dalla manifestazione indetta da una parte dei portuali, è diventata a livello nazionale il palcoscenico, reale e mediatico, del movimento “no green pass” e anche “no vax”.
Grazie anche all’ottimo lavoro del Ministero, della Prefettura e della Questura, la situazione è rimasta sotto controllo, ma la protesta continua con il perdurare manifestazioni, assembramenti e accampamenti in Piazza Unità e da domani c’è il rischio di nuove proteste dopo la risposta che il Consiglio dei Ministri dovrà dare ai manifestanti.
Difenderemo sempre il diritto di sciopero e manifestazione, ma anche quello di tutti i cittadini di vivere, lavorare e spostarsi liberamente. Così non è stato per troppi giorni.
Trieste e il suo porto non possono più permettersi una paralisi delle attività e della vita cittadina e tutti i danni che ne conseguono, non solo di immagine ma soprattutto economici, sociali e sanitari.
Siamo ancora nella pandemia. Assembramenti senza misure di sicurezza e una percentuale ancora troppo bassa di popolazione vaccinata fanno sì che Trieste oggi sia la città italiana con l’incremento più alto di contagi. Non possiamo permettere che delle proteste disorganizzate di una minoranza pregiudichino lo sforzo che si sta facendo per uscire dalla pandemia, vanificando i risultati raggiunti grazie a quella maggioranza che con responsabilità si è vaccinata e continua a seguire le regole. E servono misure più incisive per accelerare la campagna vaccinale nella popolazione locale.
Abbiamo tutti bisogno di normalità e tutti aspettiamo ansiosi che arrivi il giorno che il green pass non sia più necessario. Ma questo giorno non è ancora arrivato.