“A studiare, se ne aggiunge ogni giorno una nuova: c’è anche il rischio dei residuati bellici a sommarsi a tutti gli altri pesanti argomenti ostativi e prescrittivi finora emersi contro la realizzazione dell’ovovia. Basta leggere la relazione di una società specializzata cui proprio il Comune ha dato l’incarico di eseguire un’attività di supporto tecnico amministrativo alla valutazione del rischio bellico residuo. Lo studio ha definito il livello di rischio applicabile all’intervento progettuale sulle aree del Porto Vecchio di Trieste, e sono le aree del “Parco Lineare Verde e del Viale Monumentale, sulle quali dovrebbe correre anche il tratto di costa dell’ovovia”. Lo rende noto la vicepresidente del Consiglio comunale Laura Famulari (Pd), che ha acquisito una relazione tecnica dedicata alla Verifica preventiva sulla presenza di ordigni bellici nel sottosuolo, nell’area del Porto vecchio di Trieste, e su cui ha depositata un’interrogazione.
“La corposa e documentata relazione comprende un’analisi storiografica – spiega la consigliera dem – sull’attività bellica sul territorio in esame al secondo conflitto mondiale, interessato da un’importante attività bellica documentata (campale e/o aerea) e dove dal 2000 al 2014 sonno stati effettuati alcuni ritrovamenti mediante bonifica bellica occasionale di varie tipologie di ordigni”.
Famulari ha chiesto “conferma che il percorso della cosiddetta Cabinovia in piano attraversa le aree in cui sono state riscontrate anomalie diffuse per le quali il rischio è stato definito ‘non accettabile’ dallo studio, se i costi di bonifica bellica sistematica preventiva di tale entità sono stati accantonati/previsti e su chi ricadono, e se in tal caso – aggiunge l’esponente dem – sono stati considerati gli impatti delle eventuali procedure di bonifica anche in relazione al rispetto dei termini previsti dal PNRR per il compimento della Cabinovia”.