Forte rammarico per quanto avvenuto nella casa circondariale triestina, solidarietà ai feriti e vicinanza a tutti i lavoratori coinvolti in questo drammatico episodio. Ora anche la tragedia di un detenuto morto.
Confido in un pronto ritorno alla normalità, per quanto possibile in condizioni così deteriorate. Il carcere è un pezzo della città e l’Amministrazione comunale non può ignorare quanto avviene dietro quelle mura. Non bastano i gesti dei benefattori, anche il Comune può fare la sua parte, sollecitando le Autorità centrali dello Stato e la Regione per quanto di sua competenza. E il Comune poi può intervenire guardando le necessità concrete e dando una mano. Da assessore alle politiche sociali, ad esempio, feci acquistare dei frigoriferi per il carcere e insieme alla Camera penale di allora elaborai una guida dei doveri e dei diritti dei detenuti redatta in moltissime lingue. Bisogna volerlo.
Lo dichiara la vicepresidente del Consiglio comunale Laura Famulari, in merito alla rivolta scoppiata la scorsa notte alla casa circondariale di Trieste, preannunciando una mozione urgente del gruppo: “Anche il Comune può fare qualcosa – ribadisce Famulari – per migliorare le disumane condizioni carcerarie che nulla hanno a che fare con il senso e l’obiettivo della pena e rendono pesantissima la situazione lavorativa dei servitori dello Stato”.