Serracchiani: da Speranza deroga per aree confine

Serracchiani: da Speranza deroga per aree confine

“La deroga all’obbligo di test molecolare o antigenico nelle aree confinarie era molto attesa in Friuli Venezia Giulia e in altre Regioni e Province autonome, ed è arrivata. Il Pd aveva sollevato questo problema direttamente al ministro Speranza, che è venuto incontro a esigenze reali di popolazioni che stavano incontrando gravi ostacoli alla mobilità transfrontaliera, segnalati subito dai senatori Alfieri e Rojc. Procediamo su una linea di buon senso e progressiva apertura, senza slogan e senza rinunciare alla prudenza”. Così la presidente del gruppo Pd alla Camera Debora Serracchiani, rendendo nota l’ordinanza del ministro della Salute Roberto Speranza, con cui viene meno l’obbligo del test antigenico “in caso di rientro nel territorio nazionale a seguito di permanenza di durata non superiore a 24 ore in località estere situate a distanza non superiore a 60 km dal luogo di residenza, domicilio o abitazione” e viceversa “in caso di permanenza di durata non superiore alle 24 ore in località del territorio nazionale situate a distanza non superiore a 60 km dal luogo estero di residenza, domicilio o abitazione”.

A Trieste ci vuole un «Cineporto»: spazio dedicato alla fabbrica dei film in Porto Vecchio

A Trieste ci vuole un «Cineporto»: spazio dedicato alla fabbrica dei film in Porto Vecchio

Industria cinematografica in ripresa, cogliamo opportunità

La realizzazione di un ‘cineporto’ in Porto Vecchio porterebbe notevoli ricadute economiche e culturali a Trieste, facendo compiere un ulteriore salto al settore della produzione cinematografica, già trainato dall’eccellente lavoro della FVG Film Commission e del Fondo Regionale per l’Audiovisivo.  La location sarebbe ideale per la logistica, con magazzini e ampi spazi di manovra per i camion delle produzioni, e al tempo stesso facile da raggiungere per l’utenza di iniziative culturali”.
E’ la proposta della coordinatrice del Forum Cultura del Pd di Trieste, Marina Coricciati, e del consigliere comunale dem Giovanni Barbo. Un “cineporto” è una struttura destinata alle produzioni cinematografiche, che ospita uffici, spazio sartoria e costumi, sala casting, sala «trucco e parrucco», depositi e laboratori per le scenografie, ed eventualmente offre spazi per l’allestimento di mostre e installazioni, 


L’industria cinematografica si sta riprendendo dal periodo pandemico e ciò viene confermato – indica Coricciati – anche dal fatto che in questi giorni stanno ripartendo le riprese di film e serie tv a Trieste, dove per tutto l’anno sono calendarizzati set, con positivo indotto per la città. Il Pd sostiene la creazione di  infrastrutture che favoriscono questo settore, puntando ad abbinare l’offerta turistica della città alle attività e ai prodotti delle industrie culturali e creative del settore cinematografico”.

In Italia abbiamo esempi di cineporti in Piemonte e Puglia che – aggiunge Barbo – hanno incentivato lo sviluppo della filiera produttiva e le possibilità di intensificare l’attività di promozione cinematografica e lo scambio con il mondo dell’imprenditoria. A Trieste abbiamo una tradizione consolidata, gli spazi e l’opportunità: non perdiamo l’occasione”.

 

Barbo-Repini, Dipiazza appoggi richiesta deroghe per aree di confine

Barbo-Repini, Dipiazza appoggi richiesta deroghe per aree di confine

“Il sindaco Dipiazza si attivi presso il ministro Speranza e appoggi la richiesta dei senatori Rojc e Alfieri, affinché si prevedano deroghe per i cittadini dei Comuni di confine come il nostro. Nel contesto degli accorgimenti per il contenimento e il tracciamento dei contagi si tenga conto di uno specifico contesto geografico, culturale ed economico”. Lo chiedono i consiglieri comunali triestini Giovanni Barbo e Valentina Repini, del Pd.
“Attualmente la normativa italiana prevede l’obbligo del tampone effettuato al massimo 48 ore prima e pertanto – sottolineano i consiglieri dem –  se è possibile recarsi agevolmente in Slovenia non lo è rientrare in Italia. A ciò si aggiunge l’obbligo del Passenger Locator Form, un documento digitale inteso a tracciare itinerario e informazioni dei viaggiatori che prevede la notifica all’Azienda Sanitaria ad ogni rientro in Italia, e che richiede una serie di informazioni tra cui il numero di posto a sedere occupato. Un dettaglio rivelatore di come il modulo sia pensato per chi si sposta in aereo o in nave ma – evidenziano Barbo e Repini – del tutto inadeguato alle terre di confine come la nostra, dove varcare la frontiera può essere frequente”.

Rojc (Pd), Speranza dia deroga per fascia confinaria

Rojc (Pd), Speranza dia deroga per fascia confinaria

ed
“Obbligo tampone è limitazione per scambi transfrontalieri”

“Valutare l’opportunità di istituire una deroga da applicare alle aree a ridosso dei confini nazionali, per una fascia della profondità massima di 30 chilometri, entro la quale i cittadini dell’area Schengen che abbiano ricevuto almeno la prima dose del vaccino o siano guariti dal Cavid possano muoversi per effettuare incontri con familiari, fare acquisti di beni di consumo, espletare necessità di natura personale”. E’ la richiesta al ministro della Salute Roberto Speranza, formulata in una lettera di un gruppo di parlamentari del Pd, promossa dai senatori dem Tatajana Rojc e Alessandro Alfieri e sottoscritta anche dalle capogruppo al Senato e alla Camera Simona Malpezzi e Debora Serracchiani. L’iniziativa avviene mentre la Slovenia ha dato libero accesso senza quarantena, tampone o altro certificato ai cittadini residenti in Friuli Venezia Giulia.
I parlamentari sottolineano di aver “accolto con sollievo e fiducia quanto disposto nell’ultima ordinanza, che permette  l’ingresso dai Paesi dell’Unione Europea e dell’area Schengen, oltre che da Gran Bretagna e Israele, senza obbligo di quarantena. Si tratta sicuramente di un importante passo avanti, capace di dare fiato a un settore come quello del turismo, stremato da un anno di pandemia con le conseguenti chiusure e limitazioni ai movimenti”. 
“Resta tuttavia l’obbligo – si ricorda nella lettera – di esibire all’arrivo nel nostro Paese un tampone molecolare o antigenico con esito negativo, effettuato nelle 48 ore che precedono l’arrivo in Italia. E’ una limitazione che fa sentire i suoi effetti più pesanti soprattutto nelle aree adiacenti ai confini, in cui la consuetudine agli scambi tra le persone è radicata e anzi va nella direzione di una progressiva integrazione dei servizi”.

Famulari, Pd sarà a fianco dei lavoratori

Famulari, Pd sarà a fianco dei lavoratori

“Con rispetto e discrezione ma con totale solidarietà, il Partito democratico sarà a fianco dei lavoratori della Flex che manifesteranno per salvare i posti di lavoro e il ruolo di uno stabilimento specializzato in produzioni di tecnologia avanzata”. Lo annuncia la segretaria del Pd provinciale di Trieste Laura Famulari.
“La preoccupazione che abbiamo più volte espresso per il comparto industriale nell’area triestina – spiega Famulari – si concretizza in questi giorni nei circa 100 posti di lavoro a rischio nella Flex. Sentiamo il dovere di esserci anche per evitare che quelli siano i primi cento, vittime di una crisi troppo a lungo sottovalutata e di scelte rimandate. Gli annunci di grandi investimenti futuri e di grandi occasioni che starebbero arrivando – sottolinea l’esponente dem – non riescono a distogliere l’attenzione dall’oggi e dalle difficoltà in cui si trovano tanti triestini”.

San Luigi, diffuse difficoltà di accesso ad Internet: raccolta di firme e mozione per estendere la banda larga

San Luigi, diffuse difficoltà di accesso ad Internet: raccolta di firme e mozione per estendere la banda larga

Il PD fa proprie le istanze dei residenti di alcune zone del rione di San Luigi che lamentano la scarsa qualità del collegamento ad Internet disponibile presso le loro abitazioni (specie in via Felluga, via San Martino, via Aldegardi, via Barzilai, via Marussig, via dei Porta, via Lovisato etc) e, tramite le proprie consigliere circoscrizionali Sandra Di Febo ed Elisabetta Schiavon, promuove una raccolta di firme a sostegno di una mozione che impegna la Presidente del Consiglio di Circoscrizione a chiedere, in forma scritta, al Comune di Trieste di attivarsi presso le società di gestione delle reti affinché tutte le zone del quartiere vengano effettivamente cablate con banda larga FTTH a 1000 Mb/s.

Le firme saranno raccolte oggi lunedì 10 maggio dalle 16.30 e domani martedì 11 maggio dalle ore 17.30 presso la fermata bus davanti al campo del San Luigi.

 

Ecco il testo della mozione 

CONSIDERATO che la situazione epidemiologica dovuta al Covid19 e le conseguenti restrizioni nei movimenti e nei comportamenti hanno reso indispensabile l’utilizzo di piattaforme multimediali per svolgere
attività quali DAD, home working, corsi, riunioni di vario genere VISTO che la tecnologia di collegamento internet ancora utilizzata in molte località è ormai inadeguata, inaffidabile e con prestazioni carenti in riferimento alle necessità

CONSIDERATO che in una parte del rione di San Luigi i residenti hanno lamentato gravi difficoltà nello svolgimento delle attività formative e di smart working a causa della mancanza della banda larga (via
Felluga, via San Martino, via Aldegardi, via Barzilai, via Marussig, via dei Porta, via Lovisato etc)

PRESO ATTO che questo servizio viene fornito dal gestore solo in zone fortemente urbanizzate e con numerosi utenti 

CONSIDERATO tuttavia che in altre zone della città di Trieste, oltre che in altre zone del territorio nazionale non ancora servite, sono già state presentate richieste in tal senso

VISTA la raccolta firme che è stata predisposta dal Partito Democratico

SI CHIEDE ALLA PRESIDENTE DELLA CIRCOSCRIZIONE

di attivarsi con il Comune e gli Assessori preposti affinché chiedano ai gestori, attraverso una comunicazione scritta, il potenziamento delle proprie infrastrutture al fine di garantire a tutti gli utenti un’adeguata
connettività.

 

Sandra Di Febo
Elisabetta Schiavon
Consigliere VI Circoscrizione gruppo Partito Democratico

 

IL PD SMENTISCE IL SINDACO DI PIAZZA SUL FUTURO DEL COMPRENSORIO DI BANNE

IL PD SMENTISCE IL SINDACO DI PIAZZA SUL FUTURO DEL COMPRENSORIO DI BANNE

 

Non c’è nessuno stadio del ghiaccio e tantomeno piste per go-kart nella visione del PD sul futuro del parco di Banne! 

 

Nei giorni scorsi (venerdì 30 aprile) nel corso di una intervista televisiva il Sindaco Di Piazza ha attaccato il Partito Democratico per le proposte di recupero dell’area della Caserma Monte Cimone a Banne. 

 

Ciò appare sorprendente a pochi giorni dall’accoglimento da parte della sua Giunta di un Ordine del Giorno dei consiglieri comunali del PD, che impegna il Comune di Trieste ad “avviare l’iter per il recupero all’uso della comunità ed il riutilizzo di questo, che è il più grande dei siti abbandonati presenti sul territorio triestino, ovvero di definire le condizioni della sua sdemanializzazione e di realizzare uno studio di fattibilità sui costi della sua bonifica e riqualificazione, inclusa la verifica della congruità delle previsioni urbanistiche attualmente vigenti, e ciò al fine di poter accedere alle opportunità di finanziamento offerte dalla nuova programmazione regionale dei fondi strutturali e di investimento europei 2021 – 2027”. 

 

Nella sciatta e confusionaria descrizione delle attività della sua Giunta, il Sindaco ha erroneamente attribuito al PD proposte del tutto estranee ed incompatibili con la visione di sostenibilità ambientale alla quale si ispira la posizione del PD a livello comunale e circoscrizionale. Ciò ha creato disagio e preoccupazione fra i residenti di Banne e non solo. 

 

E’ vero altresì che personaggi privi di qualsiasi rappresentatività hanno circolato in passato simili ipotesi (stadio del ghiaccio, piste per go-kart) sul futuro dell’area. 

 

Il Circolo PD Altopiano Est ribadisce il proprio impegno a sostegno della battaglia per il recupero all’uso pubblico del parco e dell’area della Caserma Monte Cimone di Banne ed invita i propri eletti in Comune ed in Regione a vigilare contro la circolazione di ipotesi di intervento speculativo e devastante dell’ambiente naturale che si intende recuperare. 

Famulari: l’assemblea del Pd appoggia Russo candidato sindaco

Famulari: l’assemblea del Pd appoggia Russo candidato sindaco

“Appoggio pieno all’ipotesi di candidatura a sindaco di Trieste di Francesco Russo, auspicando che le sue condizioni personali rendano possibile quanto prima sciogliere ogni riserva in questo senso”.

Si è espressa così l’Assemblea provinciale del Partito Democratico di Trieste, riunita ieri sera, ufficializza la posizione del partito sulla figura del vicepresidente del Consiglio regionale Francesco Russo, quale candidato a primo cittadino del capoluogo giuliano.
“Un passaggio non solo formale – spiega la segretaria provinciale Pd Laura Famulari – ma pieno di sostanza politica e programmatica. Il Pd indica un candidato con un profilo di competenze, di innovazione e cambiamento, di cui oggi Trieste ha assoluto bisogno. Occorre una netta sterzata dall’inerzia della gestione Dipiazza e uscire dal tunnel della decadenza: serve aria nuova”.
“L’assemblea ha anche approvato – aggiunge la segretaria – il documento ‘Trieste Rinasce’, che rappresenta la base programmatica in vista delle elezioni amministrative, su cui cominciare a  lavorare da qui in avanti, anche assieme alla coalizione che si costruirà attorno al candidato sindaco. Una Trieste dove c’è lavoro, che investe sempre di più sul suo porto e sull’industria sostenibile, verde, pulita e solidale, più vivibile per giovani e anziani, attenta alle periferie e alla cultura per tutti: idee semplici – conclude – ma essenziali che aspettano di essere realizzate”.

È il momento di una «Trieste Calling»: attrarre 5mila giovani in 10 anni.  Una nuova progettualità contro la comfort zone dei rimpianti e della decadenza

È il momento di una «Trieste Calling»: attrarre 5mila giovani in 10 anni. Una nuova progettualità contro la comfort zone dei rimpianti e della decadenza

È per definizione la città delle contraddizioni e dei paradossi, dove ad esempio eccellenze radicate da tempo, penso al sistema dell’alta formazione e della ricerca, al tessuto multiculturale, o più recenti, il rilancio della portualità e la svolta di porto vecchio, non sembrano incidere su una prospettiva demografica che ci vede da decenni in declino. Siamo ormai sotto i 200mila (72.000 in meno rispetto a 50 anni fa), e sempre più vecchi. E se non bastassero le attuali opportunità a invertire questa tendenza? Se fosse necessario un colpo d’ala, qualcosa di più?

Viene in mente la storia di questa città, quando la crescita del porto attorno al punto franco e la condizione di piattaforma logistica ante litteram di una parte d’Europa determinarono una grande chiamata, una «CALL spontanea», per usare un’espressione moderna e globale, verso una moltitudine di giovani: greci, serbi, armeni, austriaci, ungheresi, italiani e altri ancora, spinti a venire qui a realizzare  progetti di vita, a costruire le proprie fortune, a scrivere  una storia collettiva di imprenditorialità e innovazione, che ha lasciato segni indelebili nella crescita della Trieste moderna e  nel patrimonio religioso, artistico, culturale, architettonico che rendono questa città unica. È una storia che ci parla anche di futuro, un futuro che a qui sembra aver tanto bisogno di… Next Generation.

Come dicevo il contesto esiste, ma va rafforzato con azioni coordinate che abbiano come filo conduttore il voler attrarre e trattenere giovani. Un insieme di attrattori specifici quindi, che creino un’immagine da promuovere di «Trieste Calling, invita i giovani a realizzare i loro progetti».

Qualche seme in questo senso lo avevamo piantato negli anni alla guida della città: penso al progetto che avevamo avviato perché il contenitore di Corso Cavour (oggi  Urban Center) fosse destinato ad ospitare e facilitare progetti di impresa e di professione avviati da giovani, o all’idea di trasformare le residenze già studentesche di Cittavecchia in opportunità abitative autonome per giovani coppie, all’aumento di asili nido, o ancora al tentativo dell’ Hackathon, fatto  per coinvolgere le intelligenze e le capacità giovanili nella progettazione di servizi urbani avanzati.

Oggi Istituzioni, comunità scientifica, imprese potrebbero condividere questa priorità e promuovere una «Trieste Calling young people», destinando a queste scelte di indirizzo risorse adeguate. Cito ad esempio:

  • caratterizzare l’offerta di alta formazione universitaria e post, anche con un sistema di incentivi, verso i giovani del centro est Europa affinché questa sia la città di riferimento culturale del mondo a est di Trieste
  • offrire contenitori e servizi a condizioni agevolate a progetti d’impresa, di lavoro, di cultura in modo da favorirne insediamento, nascita e sviluppo
  • creare un’offerta integrata di soluzioni abitative, a partire dal tanto patrimonio immobiliare libero, e con loro asili, verde, servizi, e una mentalità children friendly
  • promuovere le diverse opportunità formative e di lavoro collegate a tutta l’economia del mare
  • attirare a Trieste, ad esempio in Porto Vecchio, un centro di formazione di un grande player dell’economia digitale e dei settori ad alta innovazione
  • sostenere ed allargare lo scouting di idee per start up che viene portato avanti da soggetti come la Biovalley Investments

 

Abbiamo esempi, nel rispetto delle proporzioni: penso alla trasformazione di Berlino grazie ad una grande forza attrattiva verso i giovani. O penso alle aree a maggior densità di innovazione in giro per il mondo, da Israele alla Silicon Valley, contraddistinte dalla multiculturalità come fattore che apporta freschezza, stimoli ed opportunità.

Qui vorrebbe dire riproporre una vocazione che in passato ha determinato la nostra fortuna, ma anche favorire una biodiversità di stili di vita, dove fantasia, voglia di vivere e nuove idee disegnino la nuova Trieste.

Forse è un sogno, ma vorrei che questa città si unisse nella sfida di lanciare una vera e propria CALL, per far sì che nei prossimi 10 anni 5000 giovani, compresi i triestini che se ne sono andati, potessero sceglierla per il proprio futuro e, insieme, per il nostro.

Tanti possono concorrere ma è fondamentale una leadership politica che guidi e diriga in una logica d’insieme i diversi apporti in questa direzione. E che orienti in questo senso gli investimenti. Dobbiamo decidere se sarà questa la mission della politica oppure se siamo destinati a continuare a coltivare una comfort zone, tra rimpianti e decadenza, rimanendo, come ci ricorda una splendida canzone di Otis Redding, «sittin’ on the dock of the bay, wastin’ time» (seduto sul pontile della baia, sprecando il mio tempo)

 

Roberto Cosolini
Consigliere regionale PD

Famulari, Dipiazza dia a palestre uso aree comunali

Famulari, Dipiazza dia a palestre uso aree comunali

Copiamo da città che hanno già adottato simili provvedimenti

La giunta Dipiazza individui spazi su aree pubbliche all’aperto e ne autorizzi l’uso a palestre, associazioni, società sportive, enti di promozione e attività fisica. Diamo una risposta non solo a chi pratica attività fisiche e sportive ma anche agli operatori del settore, che operano nella stretta osservanza delle misure di distanziamento ed anti-assembramento. Altre città nella nostra regione hanno adottato simili provvedimenti: non occorre inventare, basta copiare”.

E’ la proposta della segretaria del Pd provinciale di Trieste Laura Famulari, formalizzata con una mozione urgente depositata in Consiglio comunale.

“Siamo in una fase in cui è giusto aiutare attività che sono state a lungo fermate dalla pandemia e – spiega Famulari – il Comune può permettere che con l’inizio della stagione mite almeno un certo numero di operatori riprendano a lavorare all’aperto, mitigando gli effetti negativi subiti a causa delle limitazioni imposte dai protocolli di sicurezza. Non mancano nel nostro Comune aree con le caratteristiche necessarie che potrebbero essere affidate con un semplice bando in cui – conclude la segretaria dem – gli appassionati potrebbero praticare al sicuro attività utili alla salute e al benessere psico-fisico”.