
La realizzazione di un ‘cineporto’ in Porto Vecchio porterebbe notevoli ricadute economiche e culturali a Trieste, facendo compiere un ulteriore salto al settore della produzione cinematografica, già trainato dall’eccellente lavoro della FVG Film Commission e del Fondo Regionale per l’Audiovisivo. La location sarebbe ideale per la logistica, con magazzini e ampi spazi di manovra per i camion delle produzioni, e al tempo stesso facile da raggiungere per l’utenza di iniziative culturali”.
L’industria cinematografica si sta riprendendo dal periodo pandemico e ciò viene confermato – indica Coricciati – anche dal fatto che in questi giorni stanno ripartendo le riprese di film e serie tv a Trieste, dove per tutto l’anno sono calendarizzati set, con positivo indotto per la città. Il Pd sostiene la creazione di infrastrutture che favoriscono questo settore, puntando ad abbinare l’offerta turistica della città alle attività e ai prodotti delle industrie culturali e creative del settore cinematografico”.
In Italia abbiamo esempi di cineporti in Piemonte e Puglia che – aggiunge Barbo – hanno incentivato lo sviluppo della filiera produttiva e le possibilità di intensificare l’attività di promozione cinematografica e lo scambio con il mondo dell’imprenditoria. A Trieste abbiamo una tradizione consolidata, gli spazi e l’opportunità: non perdiamo l’occasione”.
Il PD fa proprie le istanze dei residenti di alcune zone del rione di San Luigi che lamentano la scarsa qualità del collegamento ad Internet disponibile presso le loro abitazioni (specie in via Felluga, via San Martino, via Aldegardi, via Barzilai, via Marussig, via dei Porta, via Lovisato etc) e, tramite le proprie consigliere circoscrizionali Sandra Di Febo ed Elisabetta Schiavon, promuove una raccolta di firme a sostegno di una mozione che impegna la Presidente del Consiglio di Circoscrizione a chiedere, in forma scritta, al Comune di Trieste di attivarsi presso le società di gestione delle reti affinché tutte le zone del quartiere vengano effettivamente cablate con banda larga FTTH a 1000 Mb/s.
Le firme saranno raccolte oggi lunedì 10 maggio dalle 16.30 e domani martedì 11 maggio dalle ore 17.30 presso la fermata bus davanti al campo del San Luigi.
CONSIDERATO che la situazione epidemiologica dovuta al Covid19 e le conseguenti restrizioni nei movimenti e nei comportamenti hanno reso indispensabile l’utilizzo di piattaforme multimediali per svolgere
attività quali DAD, home working, corsi, riunioni di vario genere VISTO che la tecnologia di collegamento internet ancora utilizzata in molte località è ormai inadeguata, inaffidabile e con prestazioni carenti in riferimento alle necessità
CONSIDERATO che in una parte del rione di San Luigi i residenti hanno lamentato gravi difficoltà nello svolgimento delle attività formative e di smart working a causa della mancanza della banda larga (via
Felluga, via San Martino, via Aldegardi, via Barzilai, via Marussig, via dei Porta, via Lovisato etc)
PRESO ATTO che questo servizio viene fornito dal gestore solo in zone fortemente urbanizzate e con numerosi utenti
CONSIDERATO tuttavia che in altre zone della città di Trieste, oltre che in altre zone del territorio nazionale non ancora servite, sono già state presentate richieste in tal senso
VISTA la raccolta firme che è stata predisposta dal Partito Democratico
SI CHIEDE ALLA PRESIDENTE DELLA CIRCOSCRIZIONE
di attivarsi con il Comune e gli Assessori preposti affinché chiedano ai gestori, attraverso una comunicazione scritta, il potenziamento delle proprie infrastrutture al fine di garantire a tutti gli utenti un’adeguata
connettività.
Sandra Di Febo
Elisabetta Schiavon
Consigliere VI Circoscrizione gruppo Partito Democratico
Non c’è nessuno stadio del ghiaccio e tantomeno piste per go-kart nella visione del PD sul futuro del parco di Banne!
Nei giorni scorsi (venerdì 30 aprile) nel corso di una intervista televisiva il Sindaco Di Piazza ha attaccato il Partito Democratico per le proposte di recupero dell’area della Caserma Monte Cimone a Banne.
Ciò appare sorprendente a pochi giorni dall’accoglimento da parte della sua Giunta di un Ordine del Giorno dei consiglieri comunali del PD, che impegna il Comune di Trieste ad “avviare l’iter per il recupero all’uso della comunità ed il riutilizzo di questo, che è il più grande dei siti abbandonati presenti sul territorio triestino, ovvero di definire le condizioni della sua sdemanializzazione e di realizzare uno studio di fattibilità sui costi della sua bonifica e riqualificazione, inclusa la verifica della congruità delle previsioni urbanistiche attualmente vigenti, e ciò al fine di poter accedere alle opportunità di finanziamento offerte dalla nuova
Nella sciatta e confusionaria descrizione delle attività della sua Giunta, il Sindaco ha erroneamente attribuito al PD proposte del tutto estranee ed incompatibili con la visione di sostenibilità ambientale alla quale si ispira la posizione del PD a livello comunale e circoscrizionale. Ciò ha creato disagio e preoccupazione fra i residenti di Banne e non solo.
E’ vero altresì che personaggi privi di qualsiasi rappresentatività hanno circolato in passato simili ipotesi (stadio del ghiaccio, piste per go-kart) sul futuro dell’area.
Il Circolo PD Altopiano Est ribadisce il proprio impegno a sostegno della battaglia per il recupero all’uso pubblico del parco e dell’area della Caserma Monte Cimone di Banne ed invita i propri eletti in Comune ed in Regione a vigilare contro la circolazione di ipotesi di intervento speculativo e devastante dell’ambiente naturale che si intende recuperare.
“Appoggio pieno all’ipotesi di candidatura a sindaco di Trieste di Francesco Russo, auspicando che le sue condizioni personali rendano possibile quanto prima sciogliere ogni riserva in questo senso”.
Si è espressa così l’Assemblea provinciale del Partito Democratico di Trieste, riunita ieri sera, ufficializza la posizione del partito sulla figura del vicepresidente del Consiglio regionale Francesco Russo, quale candidato a primo cittadino del capoluogo giuliano.
“Un passaggio non solo formale – spiega la segretaria provinciale Pd Laura Famulari – ma pieno di sostanza politica e programmatica. Il Pd indica un candidato con un profilo di competenze, di innovazione e cambiamento, di cui oggi Trieste ha assoluto bisogno. Occorre una netta sterzata dall’inerzia della gestione Dipiazza e uscire dal tunnel della decadenza: serve aria nuova”.
“L’assemblea ha anche approvato – aggiunge la segretaria – il documento ‘Trieste Rinasce’, che rappresenta la base programmatica in vista delle elezioni amministrative, su cui cominciare a lavorare da qui in avanti, anche assieme alla coalizione che si costruirà attorno al candidato sindaco. Una Trieste dove c’è lavoro, che investe sempre di più sul suo porto e sull’industria sostenibile, verde, pulita e solidale, più vivibile per giovani e anziani, attenta alle periferie e alla cultura per tutti: idee semplici – conclude – ma essenziali che aspettano di essere realizzate”.
È per definizione la città delle contraddizioni e dei paradossi, dove ad esempio eccellenze radicate da tempo, penso al sistema dell’alta formazione e della ricerca, al tessuto multiculturale, o più recenti, il rilancio della portualità e la svolta di porto vecchio, non sembrano incidere su una prospettiva demografica che ci vede da decenni in declino. Siamo ormai sotto i 200mila (72.000 in meno rispetto a 50 anni fa), e sempre più vecchi. E se non bastassero le attuali opportunità a invertire questa tendenza? Se fosse necessario un colpo d’ala, qualcosa di più?
Viene in mente la storia di questa città, quando la crescita del porto attorno al punto franco e la condizione di piattaforma logistica ante litteram di una parte d’Europa determinarono una grande chiamata, una «CALL spontanea», per usare un’espressione moderna e globale, verso una moltitudine di giovani: greci, serbi, armeni, austriaci, ungheresi, italiani e altri ancora, spinti a venire qui a realizzare progetti di vita, a costruire le proprie fortune, a scrivere una storia collettiva di imprenditorialità e innovazione, che ha lasciato segni indelebili nella crescita della Trieste moderna e nel patrimonio religioso, artistico, culturale, architettonico che rendono questa città unica. È una storia che ci parla anche di futuro, un futuro che a qui sembra aver tanto bisogno di… Next Generation.
Come dicevo il contesto esiste, ma va rafforzato con azioni coordinate che abbiano come filo conduttore il voler attrarre e trattenere giovani. Un insieme di attrattori specifici quindi, che creino un’immagine da promuovere di «Trieste Calling, invita i giovani a realizzare i loro progetti».
Qualche seme in questo senso lo avevamo piantato negli anni alla guida della città: penso al progetto che avevamo avviato perché il contenitore di Corso Cavour (oggi Urban Center) fosse destinato ad ospitare e facilitare progetti di impresa e di professione avviati da giovani, o all’idea di trasformare le residenze già studentesche di Cittavecchia in opportunità abitative autonome per giovani coppie, all’aumento di asili nido, o ancora al tentativo dell’ Hackathon, fatto per coinvolgere le intelligenze e le capacità giovanili nella progettazione di servizi urbani avanzati.
Oggi Istituzioni, comunità scientifica, imprese potrebbero condividere questa priorità e promuovere una «Trieste Calling young people», destinando a queste scelte di indirizzo risorse adeguate. Cito ad esempio:
Abbiamo esempi, nel rispetto delle proporzioni: penso alla trasformazione di Berlino grazie ad una grande forza attrattiva verso i giovani. O penso alle aree a maggior densità di innovazione in giro per il mondo, da Israele alla Silicon Valley, contraddistinte dalla multiculturalità come fattore che apporta freschezza, stimoli ed opportunità.
Qui vorrebbe dire riproporre una vocazione che in passato ha determinato la nostra fortuna, ma anche favorire una biodiversità di stili di vita, dove fantasia, voglia di vivere e nuove idee disegnino la nuova Trieste.
Forse è un sogno, ma vorrei che questa città si unisse nella sfida di lanciare una vera e propria CALL, per far sì che nei prossimi 10 anni 5000 giovani, compresi i triestini che se ne sono andati, potessero sceglierla per il proprio futuro e, insieme, per il nostro.
Tanti possono concorrere ma è fondamentale una leadership politica che guidi e diriga in una logica d’insieme i diversi apporti in questa direzione. E che orienti in questo senso gli investimenti. Dobbiamo decidere se sarà questa la mission della politica oppure se siamo destinati a continuare a coltivare una comfort zone, tra rimpianti e decadenza, rimanendo, come ci ricorda una splendida canzone di Otis Redding, «sittin’ on the dock of the bay, wastin’ time» (seduto sul pontile della baia, sprecando il mio tempo)
Roberto Cosolini
Consigliere regionale PD
Copiamo da città che hanno già adottato simili provvedimenti
La giunta Dipiazza individui spazi su aree pubbliche all’aperto e ne autorizzi l’uso a palestre, associazioni, società sportive, enti di promozione e attività fisica. Diamo una risposta non solo a chi pratica attività fisiche e sportive ma anche agli operatori del settore, che operano nella stretta osservanza delle misure di distanziamento ed anti-assembramento. Altre città nella nostra regione hanno adottato simili provvedimenti: non occorre inventare, basta copiare”.
E’ la proposta della segretaria del Pd provinciale di Trieste Laura Famulari, formalizzata con una mozione urgente depositata in Consiglio comunale.
“Siamo in una fase in cui è giusto aiutare attività che sono state a lungo fermate dalla pandemia e – spiega Famulari – il Comune può permettere che con l’inizio della stagione mite almeno un certo numero di operatori riprendano a lavorare all’aperto, mitigando gli effetti negativi subiti a causa delle limitazioni imposte dai protocolli di sicurezza. Non mancano nel nostro Comune aree con le caratteristiche necessarie che potrebbero essere affidate con un semplice bando in cui – conclude la segretaria dem – gli appassionati potrebbero praticare al sicuro attività utili alla salute e al benessere psico-fisico”.