
“Sindaco riferisca in Consiglio comunale su rifacimento area”
“Chiediamo risposte non trionfalismi, che di questi tempi sono davvero fuori luogo, come insegnano esperienze passate. Qui si parla di un rione densamente popolato, segnatoattualmente da una gigantesca area con palazzi sventrati e dalla vicina galleria di piazza Foraggi, in cui procedono a singhiozzo i lavori cominciati in ritardo. Un’area oggetto di discusse varianti al Prgc. Sul destino dell’area dell’ex Fiera si pongono questioni che non possono essere liquidate a colpi di annunci stampa né affidandosi solo a imprenditori ‘provvidenziali’: bisogna che il sindaco Dipiazza venga a riferire in aula”. Lo chiede in un’interrogazione, sottoscritta anche dai colleghi dem Laura Famulari e Luca Salvati, il capogruppo Pd nel Consiglio comunale di Trieste Giovanni Barbo, in relazione all’annuncio del sindaco Roberto Dipiazza sulla realizzazione di un centro polifunzionale nell’area dell’ex Fiera del capoluogo giuliano.
“La creazione, in sostanza, di un altro centro commerciale – osserva il capogruppo dem – è una scelta in linea con la visione del centrodestra e finora non sono stati un buon affare per la città, ma noi oggi ci chiediamo quale parte ha giocato il Comune in questa partita, ad esempio che fine faranno i negozi di prossimità della zona, la cui scomparsa sta impoverendo il tessuto cittadino. Sono esercizi che devono essere aiutati a restare attivi. Chiediamo che le opere di urbanizzazione siano concordate con i residenti del rione, che per anni hanno subito e subiranno i disagi di quel cantiere e di piazza Foraggi”.
“E ci chiediamo se e come – aggiunge Barbo – il Comune abbia tenuto conto, adottando questo progetto, della strategicità dell’area, anche dal punto di vista culturale e turistico, vista la vicinanza del Museo di Storia Naturale e del Museo de Henriquez e di un polo scolastico nell’ex caserma Vittorio Emanuele che – conclude – speriamo vedrà un giorno la luce”.
“Prima di decidere opere che incidono il paesaggio, suscitano dubbi di sostenibilità economica, geologica e ambientale, è sempre saggio ascoltare i cittadini. Nell’incontro con i rappresentanti del comitato ‘Trieste; cabinovia? anche no, grazie!’ mi sono state confermate tutte le criticità giàsollevate dal territorio e le ho pienamente condivise. Bisogna fare molta attenzione a impegnare la città su grandi opere che ne modificano per sempre il volto, senza portare un autentico vantaggio trasportistico né turistico. Sosterrò con convinzione il referendum, sperando che serva a far riflettere l’Amministrazione comunale”. Lo ha affermato la senatrice Tatjana Rojc (Pd) nel corso di un incontro avuto recentemente con rappresentanti del comitato “Trieste; cabinovia? anche no, grazie!” e altri cittadini contrari all’opera.
“I ‘no’ sono stati declinati con cognizione di causa – riferisce la senatrice – indicando in particolare per l’ambiente la biodiversità di bosco Bovedo, l’inadeguatezza geologica, le difficoltà di esecuzione connessa alle betoniere cui è preclusa Strada del Friuli, che ad esempio è già franata in vari punti, per i costi di gestione insostenibili da una città con 200mila abitanti. Tra le difficoltà oggettive – precisa Rojc – è stato evidenziato come il progetto sia poco dettagliato enon tenga conto della composizionedel terreno”.
La Direzione provinciale di Trieste, dopo il rinnovo dei suoi organismi, ha ribadito la propria posizione in merito al progetto “CABINOVIA METROPOLITANA TRIESTE – PORTO VECCHIO – CARSO”, presentato nel dicembre 2020. Qui di seguito il documento approvato sul tema.
1 – Il Partito Democratico di Trieste considera di fondamentale importanza che la cittadinanza sia ascoltata e coinvolta, da parte dell’Amministrazione cittadina, prima della realizzazione di tale progetto che potrebbe cambiare l’aspetto di una parte della città e avere pesanti ricadute economiche in futuro. Per questo sostiene il referendum consultivo che consentirà un’espressione informata da parte dei cittadini.
2 – Il PD, avendo approfondito i dati tecnici, il progetto di fattibilità e le valutazioni preliminari sulla sostenibilità economica di gestione, sui flussi di utenza, nonché le numerose criticità in ordine alla fattibilità dell’opera riguardo la geologia dei terreni, la sicurezza dell’aerea, l’impatto ambientale e paesaggistico, l’impatto sociale, i costi di gestione, assume una posizione contraria alla realizzazione di questo progetto. Si tratta di una posizione politica non ideologica sul progetto già presentato che consta di numerosi punti di debolezza e criticità.
3 – Le criticità del progetto riguardano l’inadeguatezza di questa cabinovia come risposta efficace al problema dell’ingresso da nord della città di Trieste, il pesante impatto ambientale e l’utilizzo di importanti finanziamenti pubblici in contrasto con gli obiettivi di salvaguardia e valorizzazione del territorio del PNRR. Si ricorda, inoltre, che esiste un vincolo nell’area silvo-pastorale del crinale carsico di Opicina tutelata dalla legge n. 168/2017 e dalla sentenza del luglio 2021 (Bosco Bovedo e Campo Romano).
Come segnalato dal II Circolo del PD-Altipiano Est, per corrispondere alla domanda di accesso dal nord alla città di Trieste, articolata in tre vettori (utenza locale residente sul Carso, lavoratori provenienti da fuori città e turisti), è necessario che sia organizzato in modo più efficiente e sostenibile il trasporto pubblico locale (TPL), ivi incluso la ripresa del transito del tram di Opicina, fermo da diversi anni.
Va inoltre ripensata la sostenibilità del traffico nell’area urbana, che dovrebbe dare attuazione a una mobilità rifondata sul TPL elettrico, in primo luogo lungo il mare, sulla ciclabilità sicura e sull’urbanistica della “città dei 15 minuti”.
4 – Il PD sollecita l’amministrazione comunale a riconsiderare il progetto tenendo conto di una programmazione di più ampio raggio e più coerente con i bisogni reali della città, ripensando il sistema del trasporto pubblico locale sul Carso e in relazione agli spostamenti tra città e altipiano, ricordando che il Piano Urbanistico per la Mobilità Sostenibile (PUMS) del Comune di Trieste, generato nel 2021 da un progetto europeo focalizzato sui problemi di accessibilità delle strutture portuali, non ha dato soluzioni e deve essere rivisto radicalmente.
5 – Il PD crea al suo interno un gruppo di studio tecnico sulla questione cabinovia, anche per i risvolti che pone e alle richieste relative, approfondendo in particolare le possibili alternative da porre in essere per non disperdere il finanziamento e rispondere alle esigenze del territorio.
6 – Il PD sostiene la raccolta delle 12.000 firme necessarie a ottenere l’indizione del referendum consultivo, come organizzato dal Comitato “NO OVOVIA”. Si suggerisce che il referendum si tenga nello stesso giorno in cui si terranno i Referendum nazionali, per convogliare l’uso di denaro pubblico.