La riforma costituzionale e la probabile ipotesi di una prossima riforma elettorale ha reso necessario fissare le coordinate, costituzionali e normative, entro cui è possibile intervenire per mantenere una rappresentanza degli sloveni nel Parlamento italiano. Per la prima volta è stato fatto uno studio scientifico a livello parlamentare sulla tutela della rappresentanza, con la consapevolezza che questo lavoro è in itinere perché è in relazione agli sviluppi della legge elettorale, con la quale auspico si potrà porre almeno parzialmente rimedio al taglio dei parlamentari, cui sono sempre stata contraria.
Lo ha detto oggi a Trieste la senatrice Tatjana Rojc, presentando al pubblico, assieme al segretario regionale Pd Fvg Cristiano Shaurli, l’analisi “Quale rappresentanza per la minoranza linguistica slovena”, del dr. Giuliano Salberini, ricercatore del CNR, sui profili di tutela della minoranza slovena nel quadro giuridico e politico della XVIII legislatura.
Nella sua esposizione, Salberini ha tracciato “lun quadro giuridico che consente di ritenere che esistono basi costituzionali anche di derivazione internazionalistica per assicurare alla minoranza slovena una accentuata tutela, che le norme costituiscono un presupposto per inserire disposizioni speciali ma non obbligano ad un percorso e non sono tali da consentire di poter individuare un obbligo giuridico rispetto alla necessaria presenza in Parlamento di un rappresentante.
I numeri sono difficili da trattare e l’attuale legge elettorale – ha indicato – non lascia spazi percorribili. In un eventuale sistema proporzionale, lavorando sui collegi e sulle soglie di sbarramento, evitando dispersioni di voti sul territorio interessato, è possibile trovare delle soluzioni. Ma al momento – ha precisato – tenendo conto dell’attuale quadro costituzionale, non è possibile trovare una soluzione quanto avanzare delle proposte in itinere, mentre cambiano parametri e scenari. Ad esempio, se si modifica la legge elettorale allora – ha aggiunto – si possono rivalutare gli spazi nei limiti numerici che sono dati dalla riforma costituzionale.
In questi anni la rappresentanza degli sloveni – ha ricordato Shaurli – è stata garantita dal Pd e ora siamo di fronte a una scelta, data dalla contingenza della riduzione dei parlamentari. L’obiettivo del Pd è continuare a garantire questa rappresentanza anche attraverso sistemi nuovi: è un obiettivo che il partito regionale deve porsi, non come solo come tutela ma soprattutto come parte costitutiva del nostro territorio. La specialità del Fvg ha radice nella presenza delle minoranze ma questa ricchezza è ancora più importante in prospettiva futura, dove – ha aggiunto – ruolo e rapporti Internazionali e una visione d’Europa possono essere elementi di rilancio della nostra stessa autonomia.
Evidenziando come lo studio sia “utile per uscire superficialità e semplificazioni”, Shaurli ha ribadito che
il Pd non è mai stato e non è interessato alla creazione di partiti etnici, perché poi ciò che conta sono temi e proposte che vengono messe in campo, non una tutela asettica. Le posizioni della destra sull’Europa, i confini e spesso anche i rapporti con i Paesi contermini – ha concluso – le conosciamo.