Fine vita: Cosolini (Pd), serve una legge ma la destra continua a ignorarlo

Fine vita: Cosolini (Pd), serve una legge ma la destra continua a ignorarlo

La necessità di riconoscere il suicidio medicalmente assistito, così come garantito dalla sentenza della Corte Costituzionale, è un passo necessario che però il centrodestra continuare a ignorare. Dopo vari tentativi ci è stato detto che doveva essere il Parlamento a occuparsene, ma la maggioranza oggi ha dimostrato di essere alquanto smemorata visto che nemmeno il voto alle camere, uno strumento previsto dal nostro Statuto, ora va bene».

Lo afferma il consigliere regionale Roberto Cosolini (Pd), cofirmatario, insieme al consigliere Enrico Bullian (Patto per l’Autonomia/Civica Fvg) del documento che chiedeva al Consiglio regionale di approvare il voto alle Camere e al Governo (sottoscritto da tutti i gruppi di opposizione) per invitare a legiferare a livello nazionale sulla possibilità di ciascuna cittadina e ciascun cittadino di scegliere e ottenere con tempi certi e procedure lineari un “fine vita” dignitoso, a partire da quanto stabilito dalla sentenza della Corte costituzionale 242 del 2019 sul suicidio medicalmente assistito per le persone con patologie irreversibili e in condizioni di sofferenza intollerabili.

Abbiamo usato uno strumento previsto dallo statuto di autonomia, il cosiddetto voto alle camere, che è uno stimolo al Parlamento a legiferare, senza mettere sul tavolo quale dovrebbe essere il punto di conclusione. Ma il centrodestra (a esclusione del consigliere Novelli) non ha voluto votato nemmeno questo.

Evidentemente la destra non vuole affrontare un tema che però è sentito da milioni di cittadini, ovvero che serve una legge che disciplini la tematica del fine vita. Lo ha detto la Corte costituzionale, lo hanno detto tantissimi cittadini che hanno firmato, lo dice la maggioranza dell’opinione pubblica, ma è evidente che il centrodestra non vuol sentire.

Celebrazioni Trieste italiana, PD scrive a Prefetto: si ponga attenzione a eventi di stampo filonazista

Celebrazioni Trieste italiana, PD scrive a Prefetto: si ponga attenzione a eventi di stampo filonazista

In occasione dei 70 anni del ritorno della città all’Italia, sono previsti per il 26 ottobre a Trieste un concerto e un corteo, rispettivamente all’Ippodromo e in piazza Sant’Antonio.

I due eventi, che parlano di redenzione italiana, destano molta preoccupazione tra le fila del PD di Trieste, in particolare il corteo, che si svolge in luogo pubblico.

Riteniamo inaccettabile che eventi del genere, con contenuti che possono configurarsi come apologia del fascismo e del nazismo, trovino spazio nella nostra città. Siamo altresì preoccupati per le possibili reazioni e tensioni che potrebbero scaturire da queste manifestazioni, mettendo a rischio la sicurezza pubblica.”

Questo il pensiero condiviso dalla segreteria del PD di Trieste, da Giovanni Barbo e tutto il gruppo comunale PD e dai consiglieri regionali del PD Trieste, Francesco Russo e Roberto Cosolini.

A tal proposito, è stata inviata una richiesta al Prefetto e al Questore, affinché venga valutata attentamente l’opportunità di autorizzare il corteo e, nel caso in cui sia confermato, che venga predisposta una sorveglianza adeguata per garantire la sicurezza di tutte le cittadine e i cittadini e una vigilanza finalizzata anche ad accertare eventuali reati di apologia del nazismo o fascismo.

Crisi di leadership e politica di tagli: il PD denuncia la gestione della Sanità della Giunta regionale

Crisi di leadership e politica di tagli: il PD denuncia la gestione della Sanità della Giunta regionale

Si discute da giorni, e con la prospettiva di un dibattito che si protrarrà per mesi, dell’assestamento di bilancio per coprire i deficit economici generati dalle Aziende Sanitarie Regionali, nonché le nuove nomine dei Direttori Generali.

Il Forum Salute e Welfare, in accordo con il Gruppo Consiliare PD, ha sottolineato che una parte significativa della crisi che sta colpendo la sanità regionale è imputabile a scelte di appartenenza o vicinanza politica, piuttosto che alla competenza dei vertici aziendali. La mancanza di una leadership stabile è evidente anche nel continuo ricambio dei Direttori tra le diverse Aziende Sanitarie o all’interno delle stesse.

Nel caso specifico di ASUGI (Azienda Sanitaria Universitaria Giuliano Isontina), dal 2019 a oggi, si sono avvicendati tre Direttori Sanitari, cinque Direttori Sociosanitari e due Direttori Amministrativi. I contratti dei Direttori prevedono una durata dai tre ai cinque anni, ma a parte il Direttore Generale, tutti gli altri sono stati sostituiti. Questo turnover solleva interrogativi: nuove opportunità o mancanza di visione comune?

Il continuo cambio di vertici, spesso provenienti da altre regioni e dunque bisognosi di un periodo di “formazione e conoscenza” delle specificità del Servizio Sanitario Regionale (SSR), ha rallentato o addirittura invertito processi organizzativi già avviati, generando confusione tra gli operatori e ricadute negative sui servizi offerti ai cittadini.

Un clima di incertezza, unito a carichi di lavoro elevati e a disparità salariali all’interno della stessa Azienda (tra area giuliana e isontina), ha spinto molti professionisti, in particolare infermieri e medici, ad abbandonare il sistema sanitario. Queste figure, di cui il sistema è già gravemente carente, sono fondamentali per ridurre le liste d’attesa, sviluppare la sanità territoriale e raggiungere gli obiettivi stabiliti dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR).

A conferma di questo scenario, proprio oggi è stata resa nota la richiesta di uscita di 12 infermieri dalla SORES (Sala Operativa Regionale Emergenza Sanitaria) di Palmanova, tra dimissioni e domande di mobilità volontaria.

Nonostante i numerosi emendamenti presentati dal Partito Democratico per contrastare la fuga dei professionisti dal sistema sanitario pubblico, la Giunta regionale ha proseguito con i tagli ai servizi, adottando una gestione di tipo “militare”, calando decisioni dall’alto, spesso contro il parere non solo dei dipendenti, ma soprattutto dei cittadini. È emblematica la vicenda delle 10.000 firme raccolte contro i tagli ai servizi regionali, ignorate dal Presidente Fedriga, che ha rifiutato persino di incontrare i promotori della raccolta.

Questa Giunta ha ora l’opportunità di adottare scelte manageriali che valorizzino le competenze, piuttosto che basarsi su altri criteri.”

Lo sottolinea il Consigliere regionale Roberto Cosolini.

Come PD di Trieste non possiamo che condividere e rafforzare questo giudizio. L’arroganza con cui la Giunta regionale sta portando avanti una politica di tagli indiscriminati alla sanità pubblica è inaccettabile. Non solo sono stati ignorati i numerosi emendamenti mirati a salvaguardare la qualità dei servizi e il benessere dei professionisti, ma è stato anche rifiutato ogni dialogo con chi, come i cittadini e gli operatori del settore, vive quotidianamente le conseguenze di queste scelte. La vicenda delle 10.000 firme è solo l’ultimo esempio di una gestione autoritaria che ignora completamente il dissenso e la partecipazione democratica. Continueremo a lottare per una sanità pubblica efficiente e accessibile, al fianco dei cittadini e contro una Giunta sorda alle richieste del territorio.”

Lo afferma Maria Luisa Paglia, segretaria del PD di Trieste.

Migranti: Pd, incontro con Prefetto Trieste su degrado Silos

Migranti: Pd, incontro con Prefetto Trieste su degrado Silos

Abbiamo chiesto e ottenuto in tempi brevissimi un incontro al prefetto di Trieste affinché sia fatta pervenire al Governo nazionale la preoccupazione per il perdurare della situazione critica nell’edificio del Silos, dal punto di vista umanitario e sotto altri aspetti di più generale gestione del fenomeno migratorio.
Anche le recenti espressioni sorte dalla società civile convincono a chiedere ancora una soluzione definitiva rispetto a un fenomeno di degrado difficile da giustificare, anche sotto il punto di vista della legalità”.
Lo hanno affermato i consiglieri regionali dem Roberto Cosolini e Francesco Russo, che nei giorni scorsi, assieme alla segretaria provinciale del Pd di Trieste Maria Luisa Paglia, hanno incontrato il prefetto di Trieste Pietro Signoriello.
Salute, Cosolini (PD) – Ussai (M5S): “Atto aziendale ASUGI, evitare ridimensionamento sanità triestina”

Salute, Cosolini (PD) – Ussai (M5S): “Atto aziendale ASUGI, evitare ridimensionamento sanità triestina”

“Ci si fermi per approfondire e ripensare i contenuti di un documento calato dall’alto, facendo tesoro delle osservazioni e delle proposte arrivate non solo dalla politica ma anche dai tecnici”. Lo affermano i consiglieri regionali Roberto Cosolini (PD) e Andrea Ussai (M5S), che hanno tenuto una conferenza stampa in merito alla proposta di atto aziendale di ASUGI. “Si eviti la tentazione di un ridimensionamento immotivato dalla sanità triestina, con il rischio di perdere le ingenti risorse del PNRR per scelte ideologiche o per una resa dei conti con un patrimonio culturale non condiviso, a spese dei cittadini”.
 
“Si tratta di una questione politica, contrariamente a quanto sostiene l’assessore Riccardi che la presenta come un fatto puramente tecnico – sottolinea Cosolini -. Vengono dimezzati i distretti nell’area triestina, portandoli allo stesso numero dell’Isontino, dove vengono seguiti circa 100 mila persone in meno. Non viene riconosciuta fino in fondo la funzione dei distretti stessi come erogatori di servizi, eludendo il tema delle Case della comunità, su cui l’assessore Riccardi ha esternato la propria contrarietà nonostante siano previste dal PNRR, e che si avvicinano proprio all’esperienza dei distretti triestini, che proprio per questo andrebbero rafforzati. Dalla pandemia abbiamo avuto una lezione: la sanità territoriale e domiciliare deve essere potenziata”.
 
“Il depauperamento della sanità triestina si concretizza anche con il preoccupante svuotamento di alcune funzioni strategiche – aggiunge il consigliere del PD -. Vengono infatti dimezzati anche i Centri di salute mentale e vengono indeboliti i dipartimenti delle dipendenze nella loro articolazione organizzativa, portandoli anche in questo caso al livello dell’area isontina, dove però le persone seguite sono 900 a fronte della 4.000 a Trieste. In questo senso, lascia perplessi il parere positivo del Comune di Trieste nell’assemblea dei sindaci che dice sì al taglio delle strutture a fronte di una semplice rassicurazione verbale sul mantenimento dei servizi”.
 
“Siamo di fronte a una grande opportunità di rilanciare la sanità territoriale e i servizi di prossimità ma non è possibile declinare il PNRR senza una visione di insieme e un’integrazione con le strutture che già abbiamo – rimarca Ussai -. In FVG c’è stata l’esperienza dei Centri di assistenza primaria, in altre regioni abbiamo avuto le Case della salute, ne conosciamo i punti di forza e di debolezza e possiamo farne tesoro per progettare la sanità del futuro, alla luce dei 151 milioni di euro che arriveranno in regione per potenziare e riqualificare l’assistenza territoriale”.

Europa: Amendola, Trieste e porto da valorizzare 

Europa: Amendola, Trieste e porto da valorizzare 

Summer Institut è progetto d’interesse
 
Il Summer Institute è un progetto d’interesse, che può rientrare tra i progetti per il rilancio:: Trieste e il suo porto non sono solo una questione italiana ma europea, che tocca la sostenibilità ambientale e l’energia, i trasporti e i dati. La proiezione naturale e le relazioni solide con i Balcani fanno di Trieste una porta d’Europa da valorizzare. A un anno dall’accordo sul Next Generation EU è il momento di dare concretezza alle risorse e ai progetti del PNRR, per cui Trieste sarà certamente protagonista”.
 
Lo ha detto il Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri Vincenzo Amendola, nel corso di un incontro con alcuni rappresentanti delle istituzioni scientifiche del capoluogo giuliano.
È stato Stefano Fantoni, già champion di Esof 2020, a spiegare al sottosegretario il progetto di
 
istituire a Trieste un Summer Institute dedicato alla sostenibilità, sul modello statunitense di Santa Fe o Santa Barbara, che in Italia manca del tutto. Qui apriamo un dialogo tra scienza, imprenditoria e decisori politici. Accettiamo la sfida della sostenibilità e guardiamo attraverso l’Adriatico verso i Balcani”.
 
 
All’incontro, cui hanno partecipato anche il vicepresidente del Consiglio regionale Francesco Russo e il consigliere regionale Roberto Cosolini, la Segretaria provinciale del PD e Consigliera comunale Laura Famulari, il professor Sandro Scandolo dell’Abdus Salam International Centre for Theoretical Physics (ICTP) ha inoltre evidenziato
 
il contesto ricchissimo di ricercatori del territorio e la forte sinergia tra le istituzioni scientifiche triestine, insieme all’eredità di Esof e agli accordi come quello tra la Regione Friuli Venezia Giulia e Snam”.
 
È il momento di una «Trieste Calling»: attrarre 5mila giovani in 10 anni.  Una nuova progettualità contro la comfort zone dei rimpianti e della decadenza

È il momento di una «Trieste Calling»: attrarre 5mila giovani in 10 anni. Una nuova progettualità contro la comfort zone dei rimpianti e della decadenza

È per definizione la città delle contraddizioni e dei paradossi, dove ad esempio eccellenze radicate da tempo, penso al sistema dell’alta formazione e della ricerca, al tessuto multiculturale, o più recenti, il rilancio della portualità e la svolta di porto vecchio, non sembrano incidere su una prospettiva demografica che ci vede da decenni in declino. Siamo ormai sotto i 200mila (72.000 in meno rispetto a 50 anni fa), e sempre più vecchi. E se non bastassero le attuali opportunità a invertire questa tendenza? Se fosse necessario un colpo d’ala, qualcosa di più?

Viene in mente la storia di questa città, quando la crescita del porto attorno al punto franco e la condizione di piattaforma logistica ante litteram di una parte d’Europa determinarono una grande chiamata, una «CALL spontanea», per usare un’espressione moderna e globale, verso una moltitudine di giovani: greci, serbi, armeni, austriaci, ungheresi, italiani e altri ancora, spinti a venire qui a realizzare  progetti di vita, a costruire le proprie fortune, a scrivere  una storia collettiva di imprenditorialità e innovazione, che ha lasciato segni indelebili nella crescita della Trieste moderna e  nel patrimonio religioso, artistico, culturale, architettonico che rendono questa città unica. È una storia che ci parla anche di futuro, un futuro che a qui sembra aver tanto bisogno di… Next Generation.

Come dicevo il contesto esiste, ma va rafforzato con azioni coordinate che abbiano come filo conduttore il voler attrarre e trattenere giovani. Un insieme di attrattori specifici quindi, che creino un’immagine da promuovere di «Trieste Calling, invita i giovani a realizzare i loro progetti».

Qualche seme in questo senso lo avevamo piantato negli anni alla guida della città: penso al progetto che avevamo avviato perché il contenitore di Corso Cavour (oggi  Urban Center) fosse destinato ad ospitare e facilitare progetti di impresa e di professione avviati da giovani, o all’idea di trasformare le residenze già studentesche di Cittavecchia in opportunità abitative autonome per giovani coppie, all’aumento di asili nido, o ancora al tentativo dell’ Hackathon, fatto  per coinvolgere le intelligenze e le capacità giovanili nella progettazione di servizi urbani avanzati.

Oggi Istituzioni, comunità scientifica, imprese potrebbero condividere questa priorità e promuovere una «Trieste Calling young people», destinando a queste scelte di indirizzo risorse adeguate. Cito ad esempio:

  • caratterizzare l’offerta di alta formazione universitaria e post, anche con un sistema di incentivi, verso i giovani del centro est Europa affinché questa sia la città di riferimento culturale del mondo a est di Trieste
  • offrire contenitori e servizi a condizioni agevolate a progetti d’impresa, di lavoro, di cultura in modo da favorirne insediamento, nascita e sviluppo
  • creare un’offerta integrata di soluzioni abitative, a partire dal tanto patrimonio immobiliare libero, e con loro asili, verde, servizi, e una mentalità children friendly
  • promuovere le diverse opportunità formative e di lavoro collegate a tutta l’economia del mare
  • attirare a Trieste, ad esempio in Porto Vecchio, un centro di formazione di un grande player dell’economia digitale e dei settori ad alta innovazione
  • sostenere ed allargare lo scouting di idee per start up che viene portato avanti da soggetti come la Biovalley Investments

 

Abbiamo esempi, nel rispetto delle proporzioni: penso alla trasformazione di Berlino grazie ad una grande forza attrattiva verso i giovani. O penso alle aree a maggior densità di innovazione in giro per il mondo, da Israele alla Silicon Valley, contraddistinte dalla multiculturalità come fattore che apporta freschezza, stimoli ed opportunità.

Qui vorrebbe dire riproporre una vocazione che in passato ha determinato la nostra fortuna, ma anche favorire una biodiversità di stili di vita, dove fantasia, voglia di vivere e nuove idee disegnino la nuova Trieste.

Forse è un sogno, ma vorrei che questa città si unisse nella sfida di lanciare una vera e propria CALL, per far sì che nei prossimi 10 anni 5000 giovani, compresi i triestini che se ne sono andati, potessero sceglierla per il proprio futuro e, insieme, per il nostro.

Tanti possono concorrere ma è fondamentale una leadership politica che guidi e diriga in una logica d’insieme i diversi apporti in questa direzione. E che orienti in questo senso gli investimenti. Dobbiamo decidere se sarà questa la mission della politica oppure se siamo destinati a continuare a coltivare una comfort zone, tra rimpianti e decadenza, rimanendo, come ci ricorda una splendida canzone di Otis Redding, «sittin’ on the dock of the bay, wastin’ time» (seduto sul pontile della baia, sprecando il mio tempo)

 

Roberto Cosolini
Consigliere regionale PD