Sulla testa e alle spalle dei lavoratori della Ferriera si stanno facendo brutti giochi. Ricatti più o meno espliciti, scarichi di responsabilità, promesse vaghe: sembra che l’urgenza di Arvedi e anche dei soggetti istituzionali sia togliersi di torno l’intralcio rappresentato dalla forza lavoro in esubero. A questo si aggiunge l’assoluta vaghezza che circonda l’area e la sua reindustrializzazione.
Lo afferma la deputata Debora Serracchiani, commentando gli sviluppi connessi alla chiusura dell’area a caldo della Ferriera di Trieste.
Per la parlamentare
la richiesta di garanzie che i sindacati rivolgono ai soggetti istituzionali, e in primo luogo al Mise e alla Regione, rivela una preoccupazione che riguarda la salvaguardia dei posti di lavoro ed evidentemente anche le prospettive di sviluppo industriale. È auspicabile che Mise e Regione accetteranno di inserire nell’Accordo di programma una sezione sulle garanzie occupazionali, che non possono essere delegate in toto ad Arvedi o fondarsi su dichiarazioni rese alla stampa.Resta il fatto – conclude Serracchiani – che questo meccanismo è stato innescato dalla Giunta Fedriga, che ha consegnato ad Arvedi l’opportunità di fare i suoi interessi, nei tempi e nei modi preferiti.