A due anni e mezzo dal crollo e soprattutto a più di tre mesi dal dissequestro della piscina terapeutica nessuna reale soluzione è stata trovata per coloro che in quel sito avevano un luogo terapeutico, riabilitativo nonché ricreativo e di socialità. Un’utenza fragile per la quale la pubblica amministrazione comunale avrebbe dovuto mostrare maggiore sensibilità e maggiore considerazione è stata lasciata sola e senza alternative.
«Ora che non è più possibile nascondersi dietro all’alibi del sito sequestrato – affermano Marina Coricciati e Luca Bressan, consiglieri circoscrizionali del Comune di Trieste – un assordante silenzio è sceso sulla realizzazione di una nuova piscina terapeutica ed è per questo motivo che abbiamo deciso di presentare un’interrogazione».
Fino al dissequestro si sono susseguiti fantomatici e confusi progetti che parlavano di parco acquatico, spa e ristorante. Ora speriamo che si finisca con ipotesi fantascientifiche e ci si dia una mossa per ridare alla città quel luogo che dava agli utenti importanti servizi a prezzi calmierati, basti ricordare le attività di fisioterapia in acqua, acquaticità, corsi di nuoto per persone con disabilità.
«Vogliamo sapere dal Sindaco e dall’Assessore ai lavori pubblici quali sono le intenzioni in merito all’utilizzo del sito e le tempistiche per avere finalmente una nuova piscina terapeutica» concludono i consiglieri Bressan e Coricciati, sottolineando l’importanza del fondamentale coinvolgimento delle associazioni interessate.