Codega e Russo: NO ALL’AUMENTO DELLE ORE DI INSEGNAMENTO

Pubblichiamo il comunicato stampa del segretario provinciale del PD di Trieste Francesco Russo  e del consigliere regionale del PD Franco Codega sul NO del PD all’aumento delle ore di insegnamento nella scuola secondaria di primo e secondo grado, inviato oggi, mercoledì 24 ottobre agli organi di informazione.

“La legge di stabilità, all’art. 3, comma 42, parla chiaro. I docenti della scuola secondaria di primo e secondo grado, a partire dal 1° settembre 2013, dovrebbero aumentare l’orario di insegnamento dalle attuali 18 alle 24 ore: saranno utilizzati quindi per coprire gli spezzoni di insegnamento che rimangono scoperti dopo le assegnazioni di inizio anno, per fare le supplenze  brevi e meno brevi dei docenti assenti in corso d’anno, per ore aggiuntive di recupero, e potenziamento.
Tale proposta è del tutto inaccettabile. Per diversi motivi.
Innanzitutto è inaccettabile il metodo: non si può modificare l’orario di lavoro di una categoria di lavoratori senza alcuna contrattazione con le parti sociali interessate, categorie professionali e sindacati.
Ma ancor di più sono le ragioni di merito.
In primo luogo chi propone un innalzamento delle ore di insegnamento, fa leva sul luogo comune dell’insegnante che, lavorando 18 ore alla settimana, è ben al di sotto  della media degli altri lavoratori e comunque di meno degli altri insegnanti europei. Questa valutazione non tiene conto di diversi elementi. Primo: mediamente gli insegnanti (è ovvia una variabile individuale a seconda del tipo di materia insegnata e del numero di classi  assegnata) oltre alle 18 ore di insegnamento svolgono almeno altre 12 ore di attività collegate all’insegnamento, portando il monte ore-lavoro a circa una trentina. Secondo: un’ora di insegnamento non è equivalente ad alcuna ora di lavoro di ufficio: è molto più faticosa, richiedendo forti energie di carattere psicofisico sia per la concentrazione  intellettuale che per la gestione pedagogica degli studenti. Quanto infine al raffronto con l’orario di lezione degli altri insegnanti europei, se rapportate le ore a 60 minuti l’una, vedrebbe una sostanziale parità tra numero di ore settimanale in Italia e nel resto dell’Europa (media europea 20 ore per la secondaria di secondo grado e 18 ore e 20 minuti per la secondaria di secondo grado a fronte di una media italiana di 18 ore).
In secondo luogo: far coprire tutti gli spezzoni orario rimaste libere fino alle 24 ore per ogni docente, significa far sparire le esigue possibilità di assunzioni, tramite supplenze di almeno una piccola parte dell’esercito di precari che da anni attendono una stabilizzazione nella scuola. Si parla di circa 6.500 posti di lavoro in meno fissi, oltre ad alcune decine di migliaia di supplenze. E quale coerenza c’è nell’indire proprio in questi giorni un concorso per la stabilizzazione di 11.000 docenti e nel contempo dileguare altri 6.500 posti di lavoro? Dopo il taglio di 87.000 cattedre dell’era Gelmini, ci sembra che la scuola abbia già dato il suo per le finanze di questo paese e non c’è bisogno di altri tagli.
Infine anche i conti non tornano: il risparmio dichiarato che con la Legge di stabilità su vuole produrre nel sistema scuola per il 2012 è di 183 milioni, mentre questa operazione da sola porterebbe ad un risparmio di ben 700 milioni.
Davvero non si può fare. Il Partito Democratico non lo permetterà.”