“Il sindaco Dipiazza si attivi presso il ministro Speranza e appoggi la richiesta dei senatori Rojc e Alfieri, affinché si prevedano deroghe per i cittadini dei Comuni di confine come il nostro. Nel contesto degli accorgimenti per il contenimento e il tracciamento dei contagi si tenga conto di uno specifico contesto geografico, culturale ed economico”. Lo chiedono i consiglieri comunali triestini Giovanni Barbo e Valentina Repini, del Pd.
“Attualmente la normativa italiana prevede l’obbligo del tampone effettuato al massimo 48 ore prima e pertanto – sottolineano i consiglieri dem – se è possibile recarsi agevolmente in Slovenia non lo è rientrare in Italia. A ciò si aggiunge l’obbligo del Passenger Locator Form, un documento digitale inteso a tracciare itinerario e informazioni dei viaggiatori che prevede la notifica all’Azienda Sanitaria ad ogni rientro in Italia, e che richiede una serie di informazioni tra cui il numero di posto a sedere occupato. Un dettaglio rivelatore di come il modulo sia pensato per chi si sposta in aereo o in nave ma – evidenziano Barbo e Repini – del tutto inadeguato alle terre di confine come la nostra, dove varcare la frontiera può essere frequente”.
“Attualmente la normativa italiana prevede l’obbligo del tampone effettuato al massimo 48 ore prima e pertanto – sottolineano i consiglieri dem – se è possibile recarsi agevolmente in Slovenia non lo è rientrare in Italia. A ciò si aggiunge l’obbligo del Passenger Locator Form, un documento digitale inteso a tracciare itinerario e informazioni dei viaggiatori che prevede la notifica all’Azienda Sanitaria ad ogni rientro in Italia, e che richiede una serie di informazioni tra cui il numero di posto a sedere occupato. Un dettaglio rivelatore di come il modulo sia pensato per chi si sposta in aereo o in nave ma – evidenziano Barbo e Repini – del tutto inadeguato alle terre di confine come la nostra, dove varcare la frontiera può essere frequente”.