Barbo a Dipiazza, basta inerzia mentre Trieste soffre

Barbo a Dipiazza, basta inerzia mentre Trieste soffre

Dopo la breve parentesi della faccia feroce contro i cortei no vax, Dipiazza si è rituffato nel silenzio e nell’inerzia sul fronte Covid, preferendo occuparsi di lucette e alberettiIntanto Trieste sta soffrendo più di tutti. Noi con la nostra interrogazione vogliamo stimolare il sindaco e la giunta a muoversi e prendere iniziative in tema di promozione delle vaccinazioni e contenimento dei contagi. Non ci si può nascondere dietro le ‘competenze’, perché il sindaco del capoluogo ha un grande potere di influenza istituzionale e quando vuole lo esercitaIn primo luogo pensiamo che il sindaco con i suoi uffici dovrebbe promuovere le vaccinazioni attraverso una comunicazione istituzionale capillare, svolta anche in collaborazione con i soggetti territoriali di carattere associativo, scolastico e religioso”. Il capogruppo Pd nel Consiglio comunale di Trieste Giovanni Barbo illustra l’interrogazione che ha indirizzato al sindaco Roberto Dipiazza, rilevando che “la drammaticità della situazione nelle nostre strutture sanitarie è ormai conclamata ed è tale da mettere a rischio i bisogni sanitari della popolazione”.

Nel dettaglio, il documento dei democratici a Palazzo Sipario chiede al sindaco “se abbia già preso contatto con la dirigenza dell’Asugi e con le rappresentanze sindacali al fine di acquisire informazioni utili a ottimizzare le sinergie tra il Comune e le strutture sanitarie territoriali, o se abbia intenzione di farlo” e lo invita a “coinvolgere il Consiglio comunale nell’azione preventiva e contenitiva del contagio, eventualmente prevedendo di intervenire con un’informativa al Consiglio stesso, contestuale a un’audizione dei sopracitati rappresentanti della sanità nella competente commissione”.

L’interrogazione non manca di tornare sul punto dei consiglieri “no pass”, domandando a Dipiazza di chiedere ai consiglieri comunali di maggioranza di “chiarire la loro posizione rispetto ai vaccini, in modo da evitare di mandare messaggi equivoci alla popolazione in un momento in cui è necessario mostrare compattezza d’intenti e comportamenti di fronte al Covid”.