Teatro Verdi, la nomina del figlio di Sandra Savino è uno schiaffo alla cultura e alla trasparenza

Teatro Verdi, la nomina del figlio di Sandra Savino è uno schiaffo alla cultura e alla trasparenza

Un caso di familismo politico che scuote Trieste. La recente nomina di Rocco Ferluga, figlio della sottosegretaria all’Economia Sandra Savino (Forza Italia), nel Consiglio di Indirizzo della Fondazione Teatro Lirico “Giuseppe Verdi” di Trieste ha suscitato sconcerto e indignazione nel mondo politico e culturale cittadino.

Il Partito Democratico di Trieste ha espresso con fermezza la propria posizione attraverso una nota in cui denuncia la logica clientelare che sembra aver guidato la nomina:

Il Teatro Verdi non è una proprietà privata da spartire secondo logiche clientelari o familiari. È un patrimonio storico, culturale e identitario della città di Trieste, che merita rispetto e competenza nella sua gestione. Ridurlo a terreno di scambi e favoritismi è un insulto alla cultura, al lavoro degli artisti, dei tecnici, e di tutte le professionalità che ogni giorno tengono viva questa istituzione.”

Lo ha dichiarato Maria Luisa Paglia, segretaria del PD triestino.

Il problema non è solo politico, ma anche istituzionale e culturale. Come sottolineano le parlamentari PD Debora Serracchiani e Irene Manzi, che hanno annunciato un’interrogazione parlamentare al ministro della Cultura Alessandro Giuli, si pone un doppio interrogativo: l’assenza totale di donne nel nuovo Consiglio di Indirizzo – un caso forse unico in Italia – in aperto contrasto con le linee guida europee e nazionali sulla parità di genere; il palese conflitto di interessi: la nomina è stata espressa dallo stesso Comune in cui Sandra Savino è assessora alle Politiche dei Servizi Generali.

Ci si chiede se la nomina di un parente di primo grado in un organo così strategico, espressa da un ente dove la madre è assessora, non configuri un conflitto o quantomeno un’inaccettabile commistione di interessi, atteso che inoltre che non sono note qualifiche specifiche che rendano Rocco Ferluga più adatto di altri per il ruolo.

E in effetti, il curriculum del giovane Ferluga non mostra alcuna esperienza o competenza nel settore della gestione culturale o teatrale, risultando amministratore di una società di elaborazione di dati contabili legata ad attività riconducibili alla tradizione imprenditoriale della famiglia Savino, ma senza alcuna preparazione o attività documentata nel campo delle imprese culturali.

Anche Sabrina Morena, responsabile cultura del PD Trieste, ha ribadito l’impegno per vigilare su ogni nomina futura:

Il Verdi deve tornare a essere guidato da competenza, trasparenza e progettualità culturale vera, e non diventare il simbolo di un malcostume inaccettabile.”

Il caso Ferluga rappresenta l’ennesimo segnale di una politica nella quale impera il nepotismo che premia legami familiari piuttosto che merito e competenze. Ed è anche un monito: la cultura non può diventare terreno di spartizione politica, tanto meno quando si tratta di istituzioni che rappresentano l’identità e il prestigio di un’intera comunità.

Il Teatro Verdi merita di più. Trieste merita di più.