Sicurezza nei comprensori Ater: presentata mozione urgente dal Dem Salvati

Sicurezza nei comprensori Ater: presentata mozione urgente dal Dem Salvati

Si è tenuta questa mattina giovedì 17 luglio presso la “Casa dei Puffi” a Borgo San Sergio la conferenza stampa per la presentazione della mozione urgente “Misure ordinarie e straordinarie volte alla sicurezza presso i comprensori ATER del Comune di Trieste”.

Presenti i consiglieri comunali Luca Salvati e Giovanni Barbo, i consiglieri della VII Circoscrizione e il vicepresidente del Consiglio regionale Francesco Russo.

Dopo l’intervento di apertura del capogruppo Giovanni Barbo, il consigliere Luca Salvati è entrato nel merito della mozione. A partire dagli episodi vandalici più recenti – come l’incendio di alcune auto proprio alla “Casa dei Puffi” – Salvati ha denunciato lo stato di esasperazione che stanno vivendo diversi inquilini delle ATER di Trieste – vedi anche la rapina a una signora nel complesso di Valmaura e il materasso incendiato nell’ingresso del portone del Comprensorio di Melara. Da qui la necessità di mettere in campo azioni coordinate da parte dei vari enti.

Ecco perché la mozione puntualmente e precisamente richiede al Sindaco e alla Giunta comunale, in collaborazione con la Regione e con l’assessore regionale competente, il Presidente di Ater di Trieste, il Questore e tutti i soggetti competenti, di:

  • trasferire, in sede di assestamento di bilancio in questi giorni in discussione in Consiglio regionale, una quota da destinare all’Ater di Trieste;
  • aumentare l’illuminazione nei complessi in questione;
  • programmare l’installazione di nuovi sistemi di videosorveglianza e potenziare gli attuali presso i comprensori dove si registra il maggior numero di fenomeni criminosi, quali Comprensorio di Valmaura, “Casa dei Puffi” a Borgo San Sergio, Comprensorio Melara;
  • chiedere nella prima riunione utile del Comitato per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica (COSP) che sia decisa una presenza costante delle forze dell’ordine presso tali strutture con il miglior coordinamento possibile tra Stato e soggetti locali;
  • coinvolgere tutti i Gruppi tecnici territoriali di Habitat Microarea tramite una loro rappresentanza;
  • riattivare i progetti di educativa di strada nei quartieri ATER a rischio;
  • promuovere incontri sul territorio da effettuarsi costantemente e periodicamente con i residenti, alla presenza di vertici Ater, Asugi, rappresentanza forze dell’ordine, Sindaco e/o assessore con delega al sociale, rappresentanti delle associazioni e degli enti che insistono su quel territorio, al fine di prevenire situazioni di disagio.

I residenti delle aree ATER come via Grego, Valmaura e via Montasio si sentono sempre più frustrati e abbandonati. Manca manutenzione ordinaria e straordinaria, la comunicazione con ATER è assente, e l’attenzione sembra rivolta solo alle nuove edificazioni, trascurando completamente il patrimonio esistente»

Lo ha dichiarato Lorenzo Giachin, capogruppo VII Circoscrizione

Atti vandalici si ripetono anche in altre case ATER, spesso messi in atto da giovanissimi. Servono più interventi educativi e maggiore attenzione alle fragilità sociali del quartiere”

Ha aggiunto Majda Kodrič, consigliera di VII Circoscrizione.

Infine, il vicepresidente del Consiglio regionale Francesco Russo ha ricordato come già durante la campagna elettorale del centrosinistra, quattro anni fa, l’attenzione ai comprensori ATER fosse centrale, con una visita anche del segretario nazionale del PD.

Ogni anno ho presentato emendamenti al bilancio regionale a favore del decoro e della sicurezza in queste aree, ma la giunta Fedriga ha voluto sistematicamente bocciarli. Perché le telecamere si mettono solo in centro e non lì dove ce ne sarebbe più bisogno?”

Lo ha sottolineato Russo.

Fedriga e Dipiazza si occupano solo della città dei turisti, dimenticando i cittadini reali, spesso proprio quelli che li hanno votati. periamo che i cittadini trascurati sistematicamente dall’Ater se ne ricordino quando si tornerà alle urne.”

Conclude Giovanni Barbo.

Altura: un quartiere in cerca di rinascita tra promesse infrante e progetti contestati

Altura: un quartiere in cerca di rinascita tra promesse infrante e progetti contestati

Il rione di Altura a Trieste vive una situazione di crescente abbandono e degrado, nonostante le promesse e i progetti che si sono susseguiti negli anni. Tra edifici che un tempo pulsavano di vita commerciale e sociale e che oggi appaiono come gusci vuoti, la comunità locale si trova ad affrontare una realtà sempre più difficile.

Durante una recente conferenza stampa, il consigliere comunale del Partito Democratico, Luca Salvati, e il capogruppo della settima circoscrizione, Lorenzo Giachin, hanno rilanciato l’attenzione su una serie di problematiche che affliggono il quartiere. Al centro delle loro preoccupazioni vi è l’ex supermercato delle Coop, una struttura una volta vitale ora ridotta a simbolo del degrado urbano, attorniata da marciapiedi dissestati e un’evidente mancanza di servizi.

Salvati ha sottolineato l’indifferenza dell’amministrazione comunale verso il rione, che sembra dimenticato nonostante le richieste di maggiore attenzione da parte dei suoi residenti. La comunità chiede negozi di prossimità, spazi di aggregazione e infrastrutture adeguate per prevenire ulteriori episodi di degrado.

D’altra parte, Giachin ha messo in luce la problematica legata al progettato collegamento stradale tra la sopraelevata e Cattinara, un’opera che, secondo le intenzioni, dovrebbe facilitare il traffico ma che rischia di soffocare ulteriormente il quartiere con nuove ondate di traffico pesante. Questo progetto ha suscitato numerose preoccupazioni tra i residenti, che temono un aumento del degrado e della congestione.

Il panorama sociale di Altura è complesso, con segnalazioni di disagio giovanile che aumentano. Alcuni giovani trovano rifugio sui tetti dell’ex centro commerciale, creando situazioni di tensione e insicurezza. Anche le aree residenziali limitrofe come il complesso di case Ater di via Grego, noto come le case dei Puffi, hanno subito vandalismi e altri problemi legati a questi fenomeni di marginalità sociale.

In conclusione, la situazione di Altura richiede un intervento deciso e coordinato. Le infrastrutture devono essere migliorate, i servizi devono essere ripristinati, e la comunità ha bisogno di sentirsi supportata e ascoltata. L’impegno di Salvati e Giachin nel sollevare queste questioni è un passo nella giusta direzione, ma resta evidente la necessità di un cambiamento tangibile che possa realmente invertire la rotta verso il declino che questo quartiere sta subendo.