«Voler trasformare in supermercato lo storico Mercato coperto di largo Barriera è l’ulteriore prova che l’amministrazione Dipiazza non ha capito niente dei bisogni dei triestini, oppure che niente gli importa. Basta girare lo sguardo attorno all’edificio e chiunque si chiede: manca davvero un altro supermercato in Barriera Vecchia? Bisogna proprio stravolgere e azzerare un pezzo della nostra storia? Oppure quello che manca è un luogo che la gente possa frequentare senza fretta, a misura umana, dedicata se possibile ai prodotti e ai produttori del nostro territorio, un posto dove le relazioni tra le persone non siano incasellate in file di scansie tutte uguali, con in fondo una cassa. Un posto dove anche gli anziani trovino la loro dimensione. Massimo rispetto per la grande distribuzione che assolve un compito fondamentale, ma una città non vive di soli supermarket, soprattutto quando ne ha già 100. Ancora una volta vince la volontà di questa giunta Dipiazza di fare un affare facile e veloce, di evitare qualsiasi impegno vero di ripensare un pezzo di città come Barriera, condannato a diventare ancora più anonimo e impersonale. E tanto peggio se altri negozi chiuderanno soffocati dall’accerchiamento dei supermercati. Abbiamo una struttura particolare, un’archiettura di pregio che, valorizzata, può cambiare l’impronta sociale del rione, mettersi a servizio. E invece no. Si rinuncia a un progetto innovativo per asseriti motivi di risorse, ma quando si vuole, quando interessa sul serio, le risorse arrivano, chi apre i cordoni della borsa si trova.» È il commento della segretaria del Pd provinciale di Trieste Laura Famulari, dopo che è stata resa nota la notizia che l’amministrazione comunale guidata da Roberto Dipiazza sarebbe intenzionata a cedere alla grande distribuzione gli spazi dello storico mercato coperto di Barriera Vecchia.
Porto Vecchio: se vince il centro-sinistra forze sociali, economiche e cittadini coinvolti nelle scelte
Intervento di Laura Famulari, segretaria provinciale PD di Trieste, pubblicato sul quotidiano Il Piccolo il 2 aprile 2021
Il Porto Vecchio è la sfida su cui Trieste si gioca il futuro. Per questo, quando nel 2019 il Pd ha votato la delibera di indirizzo all’accordo di programma, abbiamo chiesto all’Amministrazione Dipiazza di avere coraggio. Sempre per questo, dopo ben due anni, abbiamo dovuto esprimere un voto negativo.
Porto Vecchio è un’occasione unica e irripetibile che non va sprecata per moltissimi motivi, ma soprattutto perché può essere la leva per invertire il drammatico calo demografico e attrarre i giovani che hanno abbandonato la città per la mancanza di opportunità di lavoro qualificato.
La Giunta Dipiazza sembra non averlo capito, e secondo noi ha sbagliato nel metodo e nel merito.
A cominciare dalla scelta di uno strumento – l’accordo di programma – che sacrifica la partecipazione dei cittadini, singoli o associati anche in gruppi di interesse, e sottrae alla cittadinanza la possibilità di contribuire a scegliere la direzione da prendere. È poi mancata la preparazione della discussione nei consigli circoscrizionali e in Consiglio comunale, segnando l’ennesima mancanza di rispetto per la funzione e le competenze di questi organi.
Guardando le carte, abbiamo visto che ci sono difformità rispetto agli indirizzi che parlavano di quota ridotta e complementare di residenzialità a fronte di una quota che ora può arrivare al 70% (circa dieci magazzini per mille abitanti). Il centrodestra si prende la responsabilità di una scelta simile in una Trieste che si sta desertificando: siamo sotto i 200 mila abitanti e abbiamo 10 mila alloggi sfitti.
Non solo mettono le mani in questo modo su Porto Vecchio, ma lo fanno senza nemmeno una valutazione dell’impatto sul resto della città. In particolare, se in quest’area si prospettano “trasferimenti” di funzioni oggi insediate nel centro cittadino, bisognerebbe stimare e gestire il contraccolpo anche attraverso il dialogo e la partecipazione di coloro che saranno investiti dalle conseguenze di queste dislocazioni.
Fedriga ha annunciato il trasferimento degli uffici regionali. Si tratta di una scelta discutibile dal punto di vista urbanistico in quanto comporterà la desertificazione, anche commerciale, delle zone dove attualmente quelle sedi si trovano. Questi impatti negativi non sono stati presi in considerazione né sono state valutate nuove ipotesi di destinazione degli immobili che rimarrebbero vuoti. Lo stesso recupero di quegli immobili rappresenterà un onere rilevante per la Regione, che potrebbe avere altre priorità di investimento.
A fronte di questa ipertrofia residenziale, c’è il nulla sull’innovazione, sull’industria leggera, nessun progetto sul green new deal, come esigono le richieste dell’Europa e le finalità del Recovery Fund. Soprattutto nulla per i giovani, per l’alta formazione, per la ricerca, per l’innovazione sociale, per attrarre nuovi abitanti.
Vogliamo parlare dei fondi appena stanziati dalla Regione per gli interventi? Stupisce che il Comune di Trieste li abbia ricevuti “in prestito” e quindi da restituire a carico dei triestini. In altri casi, ad esempio al comune di Monfalcone è andato un contributo a fondo perduto per la probabile realizzazione di un altro parco del mare.
Avevamo pensato al Porto Vecchio come a un’area alla portata di tutti in cui muoversi in modo sostenibile, e invece viene accantonato l’uso dell’infrastruttura ferroviaria che permette un collegamento a basso impatto ambientale e sostenibile economicamente. Al posto delle rotaie la giunta Dipiazza vuole l’ovovia, che dovrebbe nascere con fondi statali ancora da assegnare e senza un piano economico che ne sostenga i costi in futuro. Per tacere del connesso previsto aumento dei parcheggi.
A seguito di quanto previsto dalla Variante inoltre, gli immobili di proprietà del Comune non potranno che essere venduti al miglior offerente, aprendo la strada a processi non governati e di incerta capacità di sviluppo. La funzione del Consorzio Ursus, sotto questo profilo diventa chiara: “l’ambasciatore” che dovrebbe guidarlo farà sostanzialmente da agente immobiliare, andando alla ricerca di operatori ai quali proporre l’area come opportunità di investimento. Il punto è che in quell’area non basta creare dei contenitori, spostare uffici o costruire abitazioni d’élite.
Serviva un comitato strategico, che coinvolgesse le competenze che ci sono in questa città e fuori da essa, e che guardano con interesse a Porto Vecchio. Non si può pensare di poter fare tutto da soli. Per noi una società a maggioranza pubblica serviva, ma doveva avere la porta aperta alle grandi eccellenze delle città, quelle capaci di dialogare con il mondo e di apportare competenze. Abbiamo anche proposto di associare un grande soggetto pubblico che garantisca relazioni e finanziamenti. Ci ritroviamo un consorzio interamente pubblico con una dotazione iniziale di 300 mila euro e con una struttura debole in partenza, dato che le risorse umane saranno quelle degli enti pubblici soci che fanno fatica a gestire l’ordinario. Potrà questo soggetto guidare un’operazione straordinaria che reinventa ex novo un quinto della città?
Noi non ci rassegniamo a questa decadenza in cui tutto si quieta e si sopisce, per questo ci candidiamo a guidare la rinascita di Trieste.
Famulari, destra prepara danno a Trieste
Famulari, vergogna in centrale idrodinamica.
Vaccino: Famulari (Pd), in area triestina siamo nel caos
Le nostre iniziative per la rappresentanza femminile in Regione
- Copiare e incollare in una mail il seguente messaggio: «Gentile Presidente / Assessora / Consigliere/a, giovedì 25 tornerà in Aula la proposta di legge sulla doppia preferenza di genere: speriamo che anche grazie al suo intervento e al suo voto non si sprechi l’ennesima occasione per garantire anche in Friuli Venezia Giulia il diritto all’uguaglianza sancito dall’art. 3 della nostra Costituzione. Cordialmente,»
- Firmare e spedire la mail al presidente Fedriga, al presidente del Consiglio regionale Zanin, all’assessora Rosolen e ai capigruppo Moretti (Pd), Bordin (Lega), Centis (Cittadini), Dal Zovo (M5S), Di Bert (Progetto FVG), Giacomelli (FdI), Honsell (Misto), Moretuzzo (Patto per l’Aut.) Nicoli (FI). È sufficiente copiare i seguenti indirizzi nel campo “Destinatario”: presidente@regione.fvg.it; pre
sidente.consiglio@regione.fvg. it; assessorelavoro@regione. fvg.it; diego.moretti@regione. fvg.it; mauro.bordin. consiglio@regione.fvg.it; tizi ano.centis@regione.fvg.it; ila ria.dalzovo@regione.fvg.it; ma uro.dibert@regione.fvg.it; cla udio.giacomelli@regione.fvg.it ; furio.honsell@regione.fvg.it ; massimo.moretuzzo@regione.fvg. it; giuseppe.nicoli@regione. fvg.it
Famulari: subito i vaccini a soggetti deboli e caregiver
L’8, oggi più che mai
Oggi più che mai perché sono le donne che più di tutti stanno sentendo gli effetti disastrosi della pandemia.
Su 101mila nuovi disoccupati, 99mila sono donne.
1 donna su 2 ha visto peggiorare la propria situazione economica, si dice instabile economicamente e teme di perdere il lavoro.
L’84% delle lavoratrici tra i 15 e i 64 anni (dati Europa) è impiegata nei servizi più colpiti dalla pandemia e che stanno affrontando e affronteranno perdite di posti di lavoro (assistenza all’infanzia, vendita al dettaglio, servizi ricettivi e turismo).
Per non parlare della violenza domestica, che ha visto un aumento preoccupante nell’ultimo anno.
Come Partito Democratico abbiamo indicato tre immediate priorità: la legge sulla parità salariale; il reddito di libertà per le donne vittime di violenza; il fondo per l’imprenditoria femminile.
Sapendo che è solo l’inizio. E sapendo che tutto dipende dall’impegno di tutte e di tutti.
Buon 8 marzo a tutte le donne e uomini che credono in un futuro di parità di genere!
Famulari, più vigilanza contro assembramenti in città
“Dipiazza riprenda chi non indossa mascherina”
“A fronte dell’ondata crescente di contagi e della situazione gravissima in cui si trova il vicino Friuli chiediamo al sindaco Dipiazza quali disposizioni siano state impartite alla polizia locale in merito alla vigilanza sugli assembramenti che si verificano quotidianamente nei luoghi di ritrovo del centro. Sono stati segnalati comportamenti non a norma di regolamento, l’uso scorretto o il mancato uso delle mascherine, ma è stato anche riferito che a questi comportamenti non viene opposto il necessario richiamo da parte di chi è preposto ai controlli. Chiediamo che il sindaco, responsabile della salute pubblica, si accerti che le regole siano fatte rispettare e, conoscendo il suo attivismo, magari si impegni in prima persona riprendendo gli inadempienti”. Lo dichiara la segretaria del Pd provinciale di Trieste Laura Famulari, dopo l’annuncio della nuova ordinanza regionale che stabilisce restrizioni a seguito del forte incremento dei contagi in Fvg.
Barbo, Dipiazza promette ora dopo 5 anni di poco o niente
Trieste: Barbo (Pd), Dipiazza promette ora dopo 5 anni di poco o niente
“Capiamo che si fa campagna elettorale con ogni mezzo, ma non è molto elegante fare una conferenza stampa sul Piano Triennale delle Opere alla vigilia delle elezioni, annunciando opere da realizzare nel 2022 e nel 2023, quando cioè la giunta Dipiazza non starà più amministrando la nostra città. Comodo, per loro, promettere ora, dopo aver combinato poco o niente sul tema in cinque anni. Ricordiamo a titolo esemplificativo il mercato ittico, annunciato un mese dopo l’inizio del mandato nel 2016, inserito nel piano delle opere e poi slittato di anno in anno fino a scomparire dal documento. Il che ci fa dubitare (per usare un eufemismo) che quanto inserito oggi nel PTO abbia una qualche attinenza con la realtà, presente o futura. L’elenco dei lavori che si leggono in programma è più o meno quello del 2016: siamo finiti in una macchina del tempo?”. E’ il commento a quanto illustrato oggi dal sindaco di Trieste Roberto Dipiazza assieme a parte della Giunta comunale, nel corso della conferenza stampa di presentazione del “Piano Triennale delle Opere” della municipalità del capoluogo giuliano.